“Robe da Matti”: una manifestazione che fa bene alla salute a cura di C. Alonzi e C. Rossi, Asl Città di Torino; R. Longo e M. Penasso, DoRSPubblicato il 27 Ottobre 2017Aggiornato il 03 Maggio 2018RecensioniDal 9 al 14 ottobre 2017 è andata in scena a Torino “Robe da Matti”, la settimana di incontri, workshop, passeggiate, aperitivi , dibattiti, letture e film dedicati alla salute mentale . Un’edizione un po’ ridotta quest’anno, con meno eventi dell’anno scorso, ma caratterizzata da un respiro culturale più ampio e forse meno indirizzata all’ ”elogio” delle buone pratiche dei servizi di psichiatria. Scelta che si è rivelata vincente vista l’aumentata partecipazione (rispetto agli anni precedenti) della popolazione e soprattutto di giovani e non solo di addetti ai lavori. La partenza è stata curiosa. Si è infatti cominciato con una camminata/corsa non competitiva al Parco Ruffini, il giorno 9. Da sempre “Robe da Matti“ vuole sottolineare, con gli eventi dedicati all’attività fisica, l’unità mente corpo e la correlazione tra salute mentale e attività fisica. Molte polisportive (tra cui UICI) hanno aderito per testimoniare come l’attività fisica sia spesso servita per superare gravi momenti di difficoltà esistenziale. Quasi cento i partecipanti, contando anche i cani visitatori, protagonisti del progetto di pet-therapy dell’ Associazione Insieme. Ospiti speciali hanno caratterizzato la rassegna cinematografica e i workshop. Piero Cipriano e Pierpaolo Capovilla sono riusciti a intrattenere una platea di una cinquantina di giovani sino a tarda notte nel dibattito successivo alla proiezione del docufilm “87 ore”. Il film traduce sul grande schermo, per la regia di Costanza Quatriglio, la drammatica vicenda della morte del Maestro Francesco Mastrogiovanni, sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio, legato mani e piedi, senza motivo, a un letto nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania, sedato per quasi quattro giorni, senza mangiare e senza bere. Le proiezioni dei giorni seguenti, “Viva la libertà” e “La stanza del figlio”, sottolineati dai commenti di Gianni Francesetti e Adriana Olessina, hanno riempito la sala del Cinema Classico. La maggior parte degli eventi ha riscosso un grande successo di pubblico ma al primo posto per la partecipazione dobbiamo collocare l’evento organizzato da Alice nello Specchio in collaborazione con IRES Piemonte sul tema “Economia e salute mentale”. Sarà merito delle tagliatelle al limone della Sig.ra Pina, gentilmente offerte dalla cooperativa nella pausa pranzo presso il Caffè Basaglia, o dell’interesse per l’argomento? Un nutrito gruppo di relatori ha affrontato il tema da tutti i punti di vista: dalla “ decrescita e welfare” (Bonaiuti) a “ Quanto costa e quanto vale il lavoro in salute mentale” ( Lanteri-Jaretti) , “Quanto conta? Riflessioni sul ruolo del denaro nella relazione riabilitativa” ( C. Abbà), e poi “Chi è che conta? Inclusione finanziaria con la descrizione dei percorsi delle comunità autofinanziate” (CAF) (Sileci ) e ancora “Il budget di salute” (Gallino-Barone) sino a considerare “L’economia delle forze psichiche con la relazione dello psicanalista” (Costantino Gilardi). Un ampio dibattito nel pomeriggio ha dato rilievo alle esperienze italiane di Inserimento eterofamiliare. Nell’ambito dei workshop non possiamo fare a meno di registrare l’entusiasmo generale scaturito dal World Cafè dedicato al tema dell’inserimento degli esperti per esperienza nei servizi sanitari. Organizzato da DoRS e dal Dipartimento di Prevenzione, l’evento ha consentito ai partecipanti di riflettere e confrontarsi su otto aspetti di complessità (formazione, posizione amministrativa, esperienze italiane ed estere, ecc. ) relativi all’argomento messo in campo anche dai piani regionale e locale di prevenzione. Un gruppo di “osti” (persone competenti sui temi scelti) ha sostenuto con passione e vigore il confronto per l’intera giornata, dando vita ad una situazione molto vivace e stimolante. Più nel dettaglio, Laura Nigro dell’agenzia formativa Foorcoop ha illustrato a tutti le opportunità che derivano dal DL 13 del 2013 sulla certificazione delle competenze acquisite in ambiti non formali; Maria Teresa Ninni e Luigi Arcieri hanno portato l’esperienza del settore delle dipendenze e del Drop-in di Torino, Maddalena Sterlito e Cosimo Venerito hanno descritto criticità e vantaggi (ne hanno elencati ben quattordici) della loro attività, all’interno dell’associazione 180amici, nella gestione dell’accoglienza presso il centro sperimentale Marco Cavallo di Latiano (BR). Non è ancora ufficiale ma pare che da una ricerca sugli esiti di questa esperienza pugliese risulti una sensibile riduzione dei ricoveri in crisi acuta. Presenti anche le associazioni Mente Locale, Mad Pride e Arcobaleno e i peer educator Marinella Brinza e Laura Celebrano quali testimonial dei vantaggi prodotti dagli interventi di care mix realizzati in ambito preventivo e scolastico. Quello che è emerso esaminando tutte le criticità, da quella amministrativa (così ben raccontata al suo tavolo da Antonella Barbagallo UNASAM) a quella nodale (esperto per esperienza esperto di che? raccontata attraverso la narrazione personale di Marilena Carpino) è la necessità di iniziare un percorso per definire le competenze acquisite attraverso l’esperienza della psicosi o della sofferenza psichica più in generale. In seguito sarà possibile aprire il dialogo con le istituzioni formative ( Universitarie? Regionali? Agenzie private?), un dialogo finalizzato allo sviluppo di un welfare di comunità orientato a far lavorare insieme esperti per competenza e per esperienza. Presto sarà pubblicato il report completo e dettagliato dell’evento, arricchito dalle sintesi grafiche del Graphic Recorder Alessandro Bonaccorsi . In chiusura vorremmo segnalare anche l’incontro con tv speciali radio ohm (www.speciali.tv e Proloco-radioOhm su FB), reporter di quasi tutti gli eventi. Va inoltre ricordato l’evento molto originale organizzato presso il Caffè Basaglia dove è stata offerta l’opportunità di ascoltare “Pagine Viventi”, ovvero lettori che hanno raccontato i loro libri del cuore. L’incontro tra l’ascoltatore e la voce narrante si è così trasformata in un’ esperienza densa di significati profondi e arricchente per entrambi. È sempre molto “nutriente” seguire questi appuntamenti, anche se non è sempre così facile rintracciarli. Nonostante l’impegno del Mad Pride, di Guna, della Regione Piemonte nel disegnare e stampare locandine e programmi è forse mancato, ma non è una novità, un coinvolgimento più attento dei media (TV locali; quotidiani, ecc. ). Non vi è stata, infatti, la pubblicazione di un comunicato stampa e la notizia non è emersa sui quotidiani e nei telegiornali. Certamente quando a organizzare questi eventi sono degli enti pubblici tutto si burocratizza: occorrono autorizzazioni di molti dirigenti, tante firme e, a volte, qualcuno si dimentica di firmare… Robe da matti!TAG ARTICOLOBENESSERE PSICOFISICO; EVENTI; P.R.P. 2014-2018; RECOVERY;