Promozione dell’attività fisica di gruppo: una risorsa vincente per le donne socioeconomicamente svantaggiatea cura di Marina Penasso, DorsPubblicato il 19 Maggio 2013Aggiornato il 21 Settembre 2016Sintesi di studi/reviewContestoMetodiRisultatiConclusioniPer saperne di piùContestoA livello globale, l'inattività fisica è il quarto principale fattore di rischio per mortalità, e rappresenta il 6,6% dei decessi nei paesi a medio reddito e il 7,7% nei paesi ad alto reddito. L'inattività fisica aumenta anche notevolmente, e in modo indipendente da altri fattori, il rischio di una vasta gamma di condizioni comuni e croniche, quali le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. I costi dell’inattività fisica sono stati stimati 0,9 miliardi di sterline all’anno nel Regno Unito, 1.5 miliardi di euro in Australia, circa 3 miliardi di dollari nel Stati Uniti e 5,3 miliardi di dollari in Canada. Una parte considerevole di adulti nei paesi industrializzati non è fisicamente attiva a livelli sufficienti per mantenersi in buona salute (le raccomandazioni prevedono un’attività fisica di intensità moderata per almeno 150 minuti alla settimana). L’inattività è distribuita in modo diseguale nei vari segmenti di popolazione.Le donne, prendendo in considerazione l’intero arco della vita, risultano meno attive degli uomini. I bassi tassi di pratica dell’attività fisica nel tempo libero sono influenzati dalle diseguaglianze economiche, soprattutto tra le donne con un basso livello di istruzione, con un bassa condizione occupazionale e che vivono in aree svantaggiate. Queste donne rappresentano quindi un importante gruppo cui indirizzare interventi di promozione dell'attività fisica.I comportamenti che aumentano l’attività fisica di queste donne possono inoltre apportare ulteriori benefici alla salute pubblica in quanto possono influenzare i comportamenti di altri gruppi di popolazione come i figli e, più in generale, le famiglie. È dimostrato infatti che la loro partecipazione all’attività fisica ha una diretta influenza sui loro bambini e in modo più forte rispetto a quella esercitata dai padri. Nonostante questo, le strategie più efficaci per la promozione dell’attività fisica tra le donne socioeconomicamente svantaggiate sono sconosciute. Numerose revisioni hanno riassunto l'efficacia degli interventi di attività fisica, ma nessuna di esse ha rivolto l‘attenzione verso le donne svantaggiate sul piano socioeconomico. Non ci sono dati che dimostrino quali fattori potrebbero migliorare la probabilità che un intervento sia efficace fra queste donne. Lo scopo della revisione è stato quindi di determinare l’efficacia degli interventi per aumentare i livelli di attività fisica in questa fascia di popolazione.MetodiSono state effettuate una revisione sistematica e una metanalisi che includevano studi sugli interventi per aumentare l’attività fisica nelle donne socioeconomicamente svantaggiate.Gli studi erano eleggibili per l'inclusione se rispettavano i seguenti criteri: Gruppo di popolazione: donne residenti in comunità, o studi in cui più dell’80% dei partecipanti era composto da donne di età compresa tra 19-64 anni, o studi con partecipanti con un’età media di Intervento: ogni intervento (individuale, sociale, ambientale o politicamente mirato) doveva tendere all'aumento dell'attività fisica in ogni ambiente. Gruppo di controllo: doveva essere presente in ogni studio. Outcome: dovevano prevedere analisi statistiche di risultato pre e post. Disegno dello studio: erano studi randomizzati controllati e studi non randomizzati. Sono stati esclusi dalla revisione gli studi che includevano donne in gravidanza, atleti o studenti nel settore sportivo. La ricerca elettronica degli studi è stata aggiornata a marzo 2011 ed è stata effettuata nei seguenti database: Pubmed, EMBASE, Medline, CINAHL, PsycINFO, Web of Science and Global Health. Sono stai inclusi diciannove studi. La parte più rilevante degli studi (10) è stata condotta nell’America del Nord, 4 studi in Europa, 3 studi in Australia, uno studio in Iran e uno in Colombia. Gli studi sono stati condotti tra il 1990 e il 2010. La dimensione del campione variava da 43 a 1578 partecipanti. La durata dell’intervento variava da 6 settimane a 6 anni. Tredici studi impiegati avevano un quadro teorico di riferimento e i più comuni erano il modello transteoretico degli stadi del cambiamento e le teorie sociocognitive.RisultatiIl gruppo La prima revisione sistematica e metanalisi sugli interventi per incrementare l’attività fisica tra le donne socioeconomicamente svantaggiate dimostra chiaramente che il fattore determinante affinché l’intervento sia efficace è la scelta della modalità di consegna, in particolare l’uso degli interventi basati sul gruppo. Gli interventi che includevano questa componente avevano un effetto, sia dal punto di vista statistico sia dal punto di vista clinico, significativamente maggiore rispetto agli studi che utilizzavano altre modalità di consegna, con la conseguenza di un incremento di 70 minuti alla settimana del tempo dedicato all’attività fisica o di circa 1000 passi al giorno.Il tipo di struttura negli studi che prevedeva la componente di gruppo consisteva generalmente in incontri educativi, sessioni di pratica, o una combinazione di entrambi, facilitati da un educatore esperto, da un operatore sanitario o da un medico.Il sostegno socialeL'importanza degli interventi basati sul gruppo risiede probabilmente nei meccanismi di sostegno sociale. Il sostegno sociale può essere reso operativo attraverso diverse modalità: supporto strumentale (ad esempio assistenza con trasporto), informativo (ad esempio la condivisione di risorse didattiche), emotivo (ad esempio chiedendo ai partecipanti come stia andando o come sia andato un programma di attività fisica), rinforzo positivo (ad esempio incoraggiando o rafforzando l’attività). Dalla revisione, i ricercatori non sono riusciti a estrarre informazioni sul tipo di supporto migliore o se fosse necessario adottarne di nuovi ai fini dell'efficacia degli interventi. Proprio tali considerazioni giustificano la necessità di ulteriori ricerche, al fine di comprendere come alcune forme di sostegno sociale possano essere più facili da attuare rispetto ad altre, e come l'utilizzo delle attuali strutture di gruppo possa rappresentare un più fattibile e sostenibile approccio al fine di creare nuovi gruppi.Altre spiegazioni per illustrare l’efficacia degli interventi basati sul gruppo in questo settore della popolazione possono includere: la condivisione dell’esperienza di gruppo, le opportunità di amicizia al di fuori dell’ambiente domestico, la responsabilità o i sentimenti di efficacia collettiva (ad esempio la tensione verso un obiettivo simile). La mancanza di tempo Il numero di tecniche comportamentali impiegate non sembra avere avuto un impatto sull’efficacia dell’intervento mentre è interessante notare che soltanto uno studio includeva informazioni sulla gestione del tempo, nonostante la mancanza di tempo sia identificata comunemente e costantemente come un ostacolo allo svolgimento dell’attività fisica anche tra coloro che vivono in una condizione di svantaggio socio-economico. Uno studio, ad esempio, ha trovato che il 73% delle donne identificava nella mancanza di tempo il principale ostacolo alla partecipazione a programmi di attività fisica. Dato che la mancanza di tempo sembra essere una barriera fondamentale alla partecipazione delle donne all’attività fisica, sono giustificati interventi che incorporino strategie per la gestione del tempo. Modelli teorici e costi Nonostante più del 70% degli studi includesse un modello teorico di riferimento, non sembra che questo fattore abbia alcun rapporto con l’efficacia degli interventi.Nessuno studio riportava i costi dell’intervento e nessuno studio riportava risultati negativi.ConclusioniLa metanalisi colma una notevole lacuna nella letteratura sull'efficacia degli interventi di attività fisica in gruppi di popolazione ad alto rischio di inattività e di malattie croniche. I risultati dimostrano chiaramente l'importanza dell’uso del gruppo nei programmi di promozione dell'attività fisica tra le donne che sono socioeconomicamente svantaggiate. I programmi che vengono somministrati in gruppo e non singolarmente incrementano significativamente l’attività fisica fra le donne svantaggiate e la consegna al gruppo dovrebbe essere considerato un elemento essenziale della promozione dell’attività fisica presso questa popolazione target. Pertanto, i risultati della revisione forniscono un importante contributo per coadiuvare la progettazione di interventi di salute pubblica a questo gruppo di popolazione ad alto rischio e a fornire una guida fondamentale per i decisori politici e per coloro che effettuano la consegna al gruppo. Gli studi futuri dovrebbero: esplorare l'approccio di gruppo nel suo processo e prevedere una valutazione qualitativa degli interventi per determinare quali fattori possano essere più importanti per questo gruppo di popolazione. fare ulteriori considerazioni sulle dimensioni e sul formato dei gruppi. A causa delle diverse combinazioni delle tecniche comportamentali utilizzate nei diversi studi, non è stato possibile in questo studio determinare se tipi specifici o diverse combinazioni di tecniche comportamentali fossero più efficaci nella promozione dell’attività fisica. chiarire come i modelli teorici di riferimento siano integrati nella progettazione e nella realizzazione di interventi di attività fisica; il processo di valutazione dovrebbe inoltre prendere in considerazione la fedeltà al disegno dello studio, di modo che l’uso della teoria possa essere esaminato più accuratamente come un predittore di successo dell’intervento. Per saperne di piùCleland V et al., Effectiveness of interventions to promote physical activity among socioeconomically disadvantaged women: a systematic review and meta-analysis. Obesity reviews (2013) 14, 197-212. Mamo C, La lente dell’equità negli interventi di promozione della attività fisica. Relazione al Corso Girolamo Mercuriale (Bologna, 9-10 aprile 2013). Vai alla relazione in formato .pdf.TAG ARTICOLOATTIVITA' FISICA; DONNE; EQUITA'; GRUPPO;