Convegno nazionale “La violenza sulle donne e le strade per la prevenzione”a cura di Marina Penasso, DorsPubblicato il 10 Dicembre 2013Aggiornato il 27 Agosto 2015RecensioniSecondo uno studio dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul tema degli abusi sessuali e fisici subiti dalle donne, la violenza contro il genere femminile è una questione strutturale globale e un problema sanitario di dimensioni epidemiche. L’analisi, compiuta dall’OMS in 81 Paesi, dimostra come il 35% delle donne subisca nel corso della vita qualche forma di violenza perpetrata ai loro danni da compagni, fidanzati o mariti, mentre il 38% delle donne uccise muore per mano del partner. Di questi e altri temi si è discusso venerdì 22 novembre 2013 al convegno nazionale “La violenza sulle donne e le strade per la prevenzione” in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il convegno, organizzato dalla Provincia di Torino, voleva essere un momento di riflessione e di presentazione delle attività svolte dal Tavolo Provinciale (nato nel 2011) per progetti a tutela delle donne vittime di violenza. Oltre a ripercorrere la storia e gli sviluppi del Tavolo si è posto l’accento sui programmi di cambiamento e di recupero per gli uomini maltrattanti e sui programmi di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere che hanno visto coinvolti gli studenti delle scuole superiori e degli istituti di formazione. I rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato il ritardo con cui l’Italia ha aderito (dopo che ben 22 Stati membri del Consiglio d’Europa avevano già ratificato il testo) , alla Convenzione di Istanbul che ha per tema “La prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, e come la strada da percorrere sia ancora lunga e in salita. L’obiettivo principale del convegno è stato quello di connettere le risposte istituzionali e di stilare un protocollo d’intesa fra i soggetti che si occupano a vario titolo del tema oggetto del convegno. L’assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Torino, Mariagiuseppina Puglisi, nel tracciare un bilancio sul numero delle donne uccise per mano maschile (una ogni due giorni e mezzo) ha affermato che questo tema è un problema culturale e sociale da affrontare attraverso diverse piste di lavoro, così come è stato fatto dal Tavolo fino a oggi. In particolare sono stati attivati tre gruppi di lavoro che hanno sviluppato i seguenti temi: raccordo fra le forze dell’ordine e gli enti gestori dei servizi socio – assistenziali; recupero e trattamento delle persone maltrattanti; attività di sensibilizzazione, in particolare rivolta alle scuole, formazione e informazione come strumento di prevenzione della violenza nei confronti delle donne. I relatori hanno ricordato che, per contrastare in modo efficace i fenomeni violenti, è necessario puntare sulla prevenzione, agendo innanzitutto sulle giovani generazioni al fine di diffondere sempre più la cultura del rispetto dell’altro da sé, delle pari opportunità, della lotta alle discriminazioni. Proprio in tale direzione un gruppo di partecipanti al Tavolo, tra cui alcuni membri della Polizia locale, ha lavorato a un’iniziativa che ha visto coinvolte tredici scuole del territorio. Come ha spiegato l’assessore alle Pari Opportunità “con questo progetto la Provincia di Torino, che su questi temi è stata citata come un’eccellenza (per esempio per aver promosso un progetto rivolto alle persone, di sesso maschile in particolare, che esercitano la violenza) anticipa l’azione del Governo, che si è prefisso di avviare un piano straordinario di iniziative contro la violenza sessuale e di genere e i dettami della Convenzione di Istanbul (ratificata dall’Italia il 20 giugno 2013) sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”. Il progetto nelle scuole si articola in otto incontri di due ore ciascuno per ogni istituto coinvolto e ha come obiettivo finale la rimozione delle cause di violenza attraverso la trattazione dei seguenti temi: pari opportunità, discriminazioni, violenza maschile, cittadinanza attiva, educazione relazionale, legalità, bullismo, violenza e stalking, conflittualità giovanili e sicurezza urbana. Interessante il contributo portato dal comandante della Compagnia dei Carabinieri di Torino, Filippo Vanni, che ha sottolineato come la violenza alle donne per mano maschile non possa essere trattata alle stregua degli altri reati, essendo la presa in carico della vittima un iter complesso nel percorrere il quale la persona che ha subito violenza va sostenuta. In particolare: bisogna evitare che la persona offesa diventi vittima un’altra volta; è necessario creare un rapporto biunivoco di fiducia; si deve provvedere a formare la polizia giudiziaria per apprendere l’iter da seguire in questi casi; è auspicabile creare spazi appropriati per accogliere la donna vittima di violenza; va ascoltata senza interrompere e deve essere favorito il racconto libero; è preferibile registrare la conversazione invece di scrivere; nel racconto devono essere esaltate tutte le forme di violenza, anche quelle economiche e psicologiche; è importante saper interpretare tutta la comunicazione non verbale per poi riportare questa fotografia agli organi giudiziari. Come si è già accennato nell’articolo, il convegno ha trattato ampiamente il tema del recupero degli uomini maltrattanti. In questa direzione è andata la presentazione di un programma per il trattamento degli autori delle violenze di genere ed intrafamiliari a Modena, a cura dello psicologo Paolo de Pascalis. L’ Azienda USL di Modena è capofila a livello regionale di un progetto di fattibilità per la messa a punto di un programma sperimentale relativo al trattamento degli autori delle violenze domestiche di genere. Il percorso del centro di accompagnamento al cambiamento per uomini, denominato ‘Liberiamoci dalla violenza’ si compone di quattro fasi: Attenzione sulla violenza: l’obiettivo esplicito dei primi incontri è la descrizione precisa e dettagliata delle azioni violente. Attenzione sulla responsabilità: Il lavoro sull'assumersi la responsabilità della violenza costituisce la seconda fase dell'intervento per far arrivare l'uomo ad avere una visione di sé come soggetto attivo che ha scelto. Attenzione sulla storia personale del paziente: dopo le prime fasi, occorre creare una comprensione della violenza stessa: perché è accaduta, qual è stato il ruolo delle esperienze infantili, dell'educazione e della cultura di riferimento. Attenzione sugli effetti e sulle conseguenze della violenza: attraverso le fasi precedenti il paziente diventa consapevole del proprio comportamento violento. Roberto Poggi, dell’associazione onlus Cerchio degli Uomini nata nel 1999, ha illustrato le attività svolte dal centro, fra cui uno Sportello d’ascolto del disagio maschile e prevenzione alla violenza, e interventi nelle scuole sui temi della violenza, del bullismo, della violenza di genere e degli stereotipi. Marco Deriu, sociologo dell’Università di Parma e membro dell’associazione Maschile Plurale, nata nel 2007, ha descritto le attività del centro che vanno dalla collaborazione con centri antiviolenza alla promozione di una campagna di comunicazione rivolta a uomini, ma anche collaborazioni con progetti di ascolto e trattamento per uomini violenti. Per chi vuole approfondire gli argomenti dibattuti al convegno e avere indirizzi di riferimento delle associazioni che si occupano di violenza sulle donne, ecco alcuni link e numeri telefonici di riferimento: http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/2013/giornata_contro_violenza/ http://www.irma-torino.it/it/ http://www.retedafnetorino.it www.lastampa.it/societa/donna/speciali/femminicidio/2013 http://www.cerchiodegliuomini.org/ http://maschileplurale.it/cms/ Sportello telefonico per l’ascolto del disagio maschile 011.247.8185TAG ARTICOLOABUSI SESSUALI; PREVENZIONE VIOLENZA; VIOLENZA SULLE DONNE;