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Anche i minori e le minori sono vittime della violenza di genere

A fare le spese delle violenze di genere sono in molti casi anche bambini e ragazzi che vivono nel nucleo familiare.


Le violenze verbali e quelle fisiche generano nei figli inquietudine, ansia, aggressività, comportamenti adultizzati di accudimento verso i familiari, disturbi del sonno.


Nei casi di femminicidio, queste gravi conseguenze culminano in una situazione ancora più estrema e drammatica. Con il bambino che resta solo, traumatizzato, orfano della madre e con il padre in carcere, talvolta suicida.


Il trauma si accompagna a difficoltà materiali, sociali, economiche. Per questo motivo la legge 4 del 2018 ha introdotto una serie di tutele e previsioni di garanzia per gli orfani di crimini domestici.


Molte delle previsioni normative sono finalizzate a tutelare la condizione materiale degli orfani di crimini domestici. Come il patrocinio a spese dello stato, sia nel processo penale che in quello civile. Il sequestro conservativo dei beni dell’indagato, a garanzia del risarcimento dei danni civili subiti dai figli della vittima. Un anticipo (la cosiddetta provvisionale) non inferiore al 50% del presumibile danno per i figli costituiti come parte civile. La sospensione dalla successione per l’indagato e l’indegnità a succedere in caso di condanna per omicidio. In caso di rinvio a giudizio, è prevista l’attribuzione della pensione di reversibilità ai figli della vittima, senza obbligo di restituzione.


Accanto a queste misure patrimoniali, altre riguardano la corresponsione di servizi. Dal diritto di accesso ai servizi di assistenza, come il sostegno allo studio o l’avviamento al lavoro, all’assistenza gratuita medico-psicologica, con l’esenzione dalle spese sanitarie e farmaceutiche. E poi il diritto all’affidamento garantendo la continuità delle relazioni affettive consolidatesi tra il minorenne e i parenti prossimi.


È stata prevista possibilità di accesso al fondo di rotazione per la solidarietà, inizialmente istituito solo per le vittime dei reati di tipo mafioso. Il fondo è stato esteso per l’erogazione di borse di studio in favore degli orfani per crimini domestici e il finanziamento di iniziative di orientamento, formazione e sostegno lavorativo.


Sono inoltre state stabilite quote di riserva nelle assunzioni, analoghe a quelle previste dall’articolo 18 comma 2 della legge 68/1999. Nonché la decadenza dell’alloggio pubblico per il condannato, con garanzia per le altre persone conviventi di non perdere il diritto di abitazione.


Altri aspetti della riforma infine riguardano l’equiparazione dei rapporti coniugali a quelli di convivenza, modificando il codice penale dove prevedeva l’aggravante solo per i primi. E la possibilità di cambiare il cognome per i figli della vittima, se coincide con quello del genitore condannato per omicidio.


A partire dai dati sui femminicidi raccolti dalla Casa delle donne di Bologna attraverso l’analisi della rassegna stampa, è stato estratto un elenco di vittime tra 2016 e 2018. Le fonti non sempre consentono di risalire alla presenza di figli minorenni. Quando non specificata, è stata ipotizzata in base all’età della vittima, consentendo di selezionare quasi 150 casi nel triennio.


L’analisi di queste informazioni, ancorché frammentarie e parziali, offre uno sguardo drammatico del fenomeno. Dei 42 minori orfani di femminicidio, la grande maggioranza (78,6%) aveva meno di 12 anni al momento della morte della madre (33 in totale).  Oltre un minore su 4 ha assistito direttamente all’omicidio della madre.


L’analisi si concentra anche su altri aspetti, come il collocamento dei minorenni dopo la morte della madre. Il  primo decreto provvisorio ha previsto, per 11 procedimenti, il collocamento in ambito etero familiare. In 7 casi la comunità, in uno la casa famiglia, in 3 una famiglia affidataria.


Per gli altri procedimenti il collocamento è stato disposto presso i familiari materni (7 casi), quelli paterni (3 casi), entrambi (1 caso) oppure presso il padre non autore del reato (1). In quasi il 90% dei casi la decisione assunta nell’immediatezza dei fatti è stata confermata dal tribunale per i minorenni.


I dati sono tratti dall'articolo "Anche i minori sono vittime della violenza di genere" pubblicato il 23 novembre 2023, a cura dell'Osservatorio "Con i bambini. Impresa sociale. Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile".


 


Intelligenza artificiale: un aiuto per identificare i fattori di rischio del suicidio negli adolescenti

Uno studio, condotto dal team di Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Meyer insieme all’Università di Firenze, pubblicato a ottobre 2023 sulla rivista Science Progress, ha identificato, attraverso il supporto dell’intelligenza artificiale, due nuovi fattori predittivi del rischio suicidario nei bambini sotto i 12 anni di età. La stessa intelligenza artificiale può essere inoltre di supporto ai medici per valutare più in generale il rischio suicidario.


Le politiche efficaci per promuovere la salute mentale secondo il rapporto dell'OCSE
L’OCSE - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha pubblicato il 17 ottobre il rapporto How to make societies thrive? Coordinating approaches to promote well being and mental health?, nell’ambito di un ampio progetto dedicato alla salute e al benessere.  

Il report raccoglie ed evidenzia le politiche che si sono rivelate efficaci nel promuovere la salute psico-fisica, intervenendo sui fattori di rischio multicontestuali, ampiamente indagati dagli studi scientifici, con l’obiettivo di offrire spunti per ulteriori azioni efficaci da parte dei decisori politici, attraverso un modello strategico del tipo "win-win" (vittoria da parte di tutte le parti in gioco, grazie al contributo, anche economico, e alla collaborazione di tutti i settori).

Dal Rapporto emerge che:

- i programmi di promozione della salute mentale e prevenzione dei comportamenti a rischio nelle scuole si sono rivelati efficaci nel lungo termine

- è necessario aumentare la forza lavoro nel settore sociale e sanitario (ad esempio aumentare le competenze di diagnosi e orientamento dei medici di medicina generale rispetto alle persone con disturbi mentali)

- per favorire l’accesso ai servizi è utile ampliare l’offerta sul territorio (anche contemplando le nuove tecnologie e potenziando la telemedicina nei casi in cui si è dimostrata più efficace rispetto alla terapia in presenza).

- bisognerebbe diffondere la pratica innovativa della “prescrizione sociale”, già regolamentata ad esempio all'interno del servizio sanitario inglese,  in cui gli operatori sanitari mettono in contatto i pazienti con i servizi sul territorio e inseriti nella comunità inerenti attività non cliniche ( come consulenza educativa finanziaria, laboratori di pianificazione e riqualificazione urbana, attività artistiche e sportive, attività a contatto con la natura), che si sono dimostrate utili a produrre effetti positivi sul benessere psicofisico

-  orientare la progettazione urbana, abitativa/residenziale al fine di massimizzare il benessere psicologico in termini di "qualità" del quartiere, accessibilità e idoneità degli alloggi, miglioramento dell'ambiente (qualità dell'aria e inquinamento acustico da traffico).

 


OECD (2023), How to Make Societies Thrive? Coordinating Approaches to Promote Well-being and Mental Health, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/fc6b9844-en.

 

LINK * ALLA PAGINA DELL'OECD con un video di lancio del Report e le slides con i messaggi chiave:


 

Recensione del Report a cura di Asvis - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Società più felici e prospere con le politiche “win-win” (asvis.it)


 


Il sistema di protezione per le donne vittime di violenza di genere. I Centri Antiviolenza e le Case Rifugio

DoRS, nella ricorrenza del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha letto, commentato e sintetizzato l’indagine Istat sui Centri Antiviolenza e sulle Case Rifugio, riferita agli anni 2021-2022. Dedichiamo l’articolo alla memoria di Giulia Cecchettin e delle altre 105 donne e ragazze, trucidate da mariti, fidanzati, ex mariti, ex fidanzati, in Italia, dall'inizio anno a novembre 2023.


Disturbi mentali e Long-COVID
Il Long Covid, ovvero la condizione patologica in cui i sintomi da COVID-19 continuano a manifestarsi oltre le 4 settimane dalla guarigione dalla malattia, può aggravare disturbi mentali pregressi o causare l'esordio di problemi psichiatrici - secondo gli esperti.

Una task force di esperti provenienti dal mondo della medicina, della neurologia, della neuropsichiatria, della psicologia riabilitativa e delle cure primarie ha recentemente elaborato un documento per orientare la valutazione e la terapia dei problemi di salute mentale nelle persone affette da Long Covid, pubblicato sul Giornale dell'American Academy of Physical Medicine and Rehabilitation (AAPM&R).

Il documento è una Consensus Guidance che sancisce la realtà dei sintomi riferiti dalle persone affette da Long COVID (spesso etichettati come "malati immaginari" da familiari e operatori sanitari), a partire dai dati derivanti dalla popolazione statunitense: almeno il 7% degli adulti (18 milioni di persone) e 1.3% dei bambini ha recentemente sperimentato il Long COVID secondo una recente stima del CDC di Atalanta, e il secondo e il terzo sintomo più comune rilevati, associati al Long COVID, sono ansia e depressione. Alcuni studi evidenziano una risposta infiammatoria a livello cerebrale e corporeo (in specifico, la circolazione di citochine) che potrebbe contribuire al peggioramento o innesco di problemi ansioso-depressivi attraverso meccanismi di tipo chimico; altri studi stanno valutando l'effetto della persistenza del virus all'interno del corpo, dei globuli e della flora intestinale. Inoltre, alcuni sintomi quali la confusione mentale (brain fog), la sensazione persistente di stanchezza o esaurimento fisico/emotivo/cognitivo (fatigue),  i disturbi del sonno, la tachicardia possono imitare i sintomi da Long COVID.

La terapia indicata è analoga a quella per le persone con problemi di tipo depressivo e disturbo post traumatico da stress, e prevede una psicoterapia di tipo supportivo ed eventuali trattamenti farmacologici: la terapia di gruppo può avere un ruolo importante, grazie alla "connessione sociale", alla validazione della propria esperienza, e all'aumento della consapevolezza delle risorse - proprie ed esterne - esistenti. I professionisti/servizi di cure primarie dovrebbero essere le figure/strutture principalmente coinvolte in prima battuta, con l'invio allo specialista nel caso di pazienti i cui sintomi interferiscano con il loro "funzionamento" e abilità sociali/relazionali.

 


CLINICAL GUIDANCE PM&R 2023
Multi-disciplinary collaborative consensus guidance Statement on the assessment and treatment of mental health symptoms in patients with post-acute sequelae of Sars-Cov-2 infection (PASC) Cheng AL, et al. 2023, American Academy of Physical Medicine and Rehabilitation. 


Long COVID and Mental Illness: New Guidance (medscape.com)



"Mi vedete?" Cortometraggio sulla depressione in adolescenza

Lundbeck Italia, insieme ad Havas Life e in collaborazione con Giffoni Innovation Hub, lancia all’interno del progetto adoleSCIENZE, il cortometraggio “Mi vedete?” (diretto da Alessandro Riccardi, sceneggiatura di Manlio Castagna) per favorire il confronto sul tema della depressione  nei giovani , la cui incidenza è raddoppiata rispetto a prima della pandemia da COVID-19, assumendo le caratteristiche di una vera e propria urgenza sociale. Il corto (2022) racconta la vita di un’adolescente e della sua esperienza con la depressione. Dafne, la protagonista del cortometraggio, è una ragazza di 16 anni affetta da depressione, che esprime il suo malessere attraverso l’isolamento sociale, l’irrequietezza ed anche tramite gesti di autolesionismo La depressione arriva ad assumere le sembianze di una vera e propria presenza fisica: un’ombra  che accompagna Dafne costantemente in ogni sua attività quotidiana. L’ombra crea in Dafne irritabilità, senso di inadeguatezza, oppressione e paura del futuro, fino a spingerla a compiere un gesto estremo: il tentato suicidio. La protagonista, con il supporto di figure esperte che aiuteranno anche i genitori a “vedere” e riconoscere la malattia della figlia, riuscirà progressivamente a prendere le distanze dall’ombra della depressione intraprendendo un percorso di cura verso la guarigione, perché la depressione è una malattia che, in quanto tale e al pari di altre patologie, può essere curata e superata.


Lo stress correlato al genere femminile come fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi mentali

Le differenze epidemiologiche tra uomini e donne rispetto alla prevalenza dei disturbi psichiatrici comuni e dell'abuso di sostanza sono state ampiamente studiate e documentate. Alcuni ricercatori di alcune università e scuole di medicina statunitensi hanno cercato di spiegare queste differenze, al fine di individuare i fattori di rischio rilevanti, sviluppare interventi efficaci, e orientare le strategie di salute pubblica. Il collegamento tra i fattori biologici (aspetti genetici, ormonali, funzioni cerebrali) e i disturbi mentali è sempre più noto, così come il ruolo dei fattori sociali (aspettative specifiche rispetto al ruolo, socializzazione, strategie di coping apprese). L'impatto deleterio sulla salute mentale dello stress derivante da una vasta serie di esperienze di vita negative è un fattore di rischio ben documentato, in particolare le sue conseguenze psichiatriche per donne e uomini: sindrome post traumatica da stress, depressione maggiore, disturbo d'ansia generalizzato. Mentre è acclarato che le differenze di genere relative al "carico di stress" subìto possono giocare un ruolo chiave nel determinare la prevalenza e l'incidenza di questi disturbi, non è stato ancora preso in considerazione il ruolo degli agenti stressanti nella relazione tra genere e rischio di esiti di salute avversi. Questi ricercatori affermano che lo sviluppo di disturbi mentali è influenzato dall'esposizione a fonti di stress in un ambiente "gendered" (caratterizzato cioè da una differente "valutazione" delle persone in base al genere di appartenenza).


Mazure CM, Husky MM, Pietrzak RH. Stress as a Risk Factor for Mental Disorders in a Gendered Environment. JAMA Psychiatry. 2023;80(11):1087–1088. doi:10.1001/jamapsychiatry.2023.3138


 


L'impatto del cambiamento climatico sulla salute mentale delle popolazioni africane

Durante l' Africa Climate Week (ACW), l'evento annuale organizzato dalle Nazioni Unite a Nairobi a settembre di quest'anno, una sessione specifica ha riguardato gli effetti del cambiamento climatico sulla salute mentale della popolazione, da cui è emersa una consapevolezza crescente riguardo al tema, a fronte però di scarse ricerche e pochi interventi clinici.


Oltre alle difficoltà finanziarie, influiscono aspetti culturali: il benessere emozionale è scarsamente considerato in Africa, a molte persone ad esempio vengono prescritte terapie mirate per dei problemi fisici, mentre sarebbero più adeguati interventi di tipo clinico - come sostiene il dott. Caradee Yael Wright,leader del Climate Change and Human Health Research Programme, operante all'interno del South African Medical Research Council.


Inoltre, i dati sulla situazione psicologica della popolazione africana sono limitati poichè la sorveglianza non viene svolta in maniera costante nè dappertutto, e così resta sconosciuta la questione dell'impatto del cambiamento climatico sulla salute mentale delle persone, nonostante gli sforzi di molti ricercatori che si agganciano a fonti di finanziamento internazionali.


Queste ricerche evidenziano una connessione tra gli eventi climatici estremi (alluvioni e inondazioni, incendi forestali, siccità cronica, peggioramento della qualità dell'aria) e il cambiamento climatico, e un'associazione con disturbi psicologici quali ansia, depressione, disturbi post traumatico da stress; i risultati sono descritti nel capitolo dedicato all'Africa del recente VI report dell'IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change dell'ONU (https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg2/downloads/report/IPCC_AR6_WGII_Chapter09.pdf). Il Report mette in evidenza in particolare la relazione tra i problemi mentali di contadini e agricoltori, la carestia e la perdita del bestiame causate dal cambiamento climatico, soprattutto per il Nord del Kenia e il Sud-Est dell'Etiopia, dove la siccità si è protratta per 5 anni consecutivi. Un altro grosso problema è rappresentato dall'aumento delle inondazioni, con gravi conseguenze in termini di distruzione di case e pozzi, e numerosi morti, che lascia le persone prive di riferimenti strutturali e affettivi.


L'APA - American Psychologica Association utilizza termini quali "eco-ansia" (la paura cronica di disastri ambientali) e "dolore ecologico": tra le poche ricerche che hanno indagato questo fenomeno nel territorio africano una survey del 2021, pubblicata sul Journal of Health and Pollution, con 46 partecipanti di Algeria, Congo, Gabon, Marocco e Ruanda ne ha rilevato la presenza e l'impatto negativo sulla vita quotidiana.(https://link.springer.com/article/10.1007/s10584-022-03402-2)


 Suran M. As Climate Change Takes a Toll on Mental Health in Africa, Experts Call for More Research and Interventions. JAMA. Published online October 18, 2023. doi:10.1001/jama.2023.19182


 


 


Progetto PASTEL: interventi con animali e teatro-terapia per aumentare il benessere
Il Progetto PASTEL - Pets and Smiles To Enjoy Life - con capofila l'ASP - Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, cofinanziato all'interno del programma EU Erasmus, si è svolto nel 2022.
Obiettivo: lo scambio di Buone Pratiche finalizzate all'aumento delle competenze di operatori sanitari ed educatori, sia per la prevenzione del burnout e la gestione dello stress, sia per la relazione coi pazienti. La condivisione di saperi e prassi ha riguardato i contesti sanitari di due diversi Paesi: l'Italia e la Polonia.

 

 Gli operatori sanitari partecipanti al progetto hanno condiviso esperienze e soprattutto metodologie attraverso un paio di incontri/workshop formativi, elaborando un "curriculum formativo" comune inerente alle necessarie ed efficaci competenze anti-stress, da diffondere nel lungo periodo ("effetto moltiplicatore"), con la finalità ultima dell'aumento del benessere dei pazienti.

 

Nello specifico, le buone pratiche oggetto di studio e di condivisione: un intervento integrato rivolto al personale dell'ASP di Ragusa, basato sulla medicina narrativa, il teatro-terapia e la IAA - Interventi Assistiti con Animali, in atto da 3 anni; attività terapeutiche, riabilitative ed educative con la partecipazione di animali, svolte dal 2008 all'interno di centri medico-sanitari, reparti pediatrici e psichiatrici di ospedali, centri Alzheimer, ecc dagli operatori dell'organizzazione no-profit SZL - Stowarzyszenie Zwierzęta Ludziom di Varsavia

 

Il progetto ha prodotto un Report finale, presentato in occasione del Convegno sul tema della Salute Mentale e dell’Invecchiamento Sano e Attivo organizzato dall’ASP di Ragusa a Giugno del 2022, nel quale si rileva che i risultati sono stati positivi, "... sia in termini di miglioramento delle competenze professionali sia dal punto di vista della crescita personale e relazionale".

 

LINK al Report finale: Pubblicazione finale – Pastel Project

Teatro e carcere: il progetto nazionale Per Aspera ad Astra
Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” è un progetto in corso in 15 carceri italiane, giunto alla V edizione, con capofila l'associazione toscana Carte Blanche (ente responsabile della progettazione e delle attività formative della rete di Teatri Nazionali) e il coinvolgimento di importanti realtà teatrali che svolgono attività di ricerca artistica nelle carceri.

L’iniziativa è partita dall’esperienza della Compagnia della Fortezza di Volterra, è promossa da ACRI-Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa con Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra (capofila), ed è sostenuta da 11 Fondazioni di origine bancaria, coinvolgendo circa 400 detenuti, che partecipano a percorsi di formazione professionale nel settore del teatro (attori e drammaturghi, scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci) e a laboratori teatrali.

 

Le compagnie e le carceri coinvolte:  

 

Casa di Reclusione di Volterra (Pi) – Carte Blanche / Compagnia della Fortezza
Casa di Reclusione Milano Opera – Opera Liquida
Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno” – Teatro e Società
Casa Circondariale di Palermo “Pagliarelli” – Associazione Baccanica
Casa di Reclusione di Vigevano (Pv) – FormAttArt
Casa di Reclusione di Padova – Teatro Stabile del Veneto 
Casa Circondariale di La Spezia – Associazione Gli Scarti
Casa Circondariale di Cagliari Uta – Cada Die Teatro
Casa Circondariale di Perugia Capanne – Teatro Stabile dell’Umbria
Casa Circondariale di Bologna “Dozza” – Teatro dell’Argine
Casa di Reclusione di Saluzzo (Cn) – Voci Erranti
Casa Circondariale di Genova Marassi – Teatro Necessario
Carcere di Teramo – ACS Abruzzo
Istituto Penale per i Minorenni di Milano “Beccaria” – Associazione Puntozero
Istituto Penale per i Minorenni di Bari “Fornelli” – Teatro Kismet Opera di Bari, Teatri di Bari

 

A Torino si è svolto lo spettacolo "Finestre" (24 - 27 ottobre) presso il Teatro della casa Circondariale "Lorusso e Cutugno". Lo spettacolo è frutto di laboratori a cui hanno partecipato 51 detenuti, che hanno collaborato alla realizzazione delle scenografie e al testo, scrivendo frasi e battute caratterizzate dal bisogno/desiderio di alimentare la Speranza come contraltare alla disperazione del "nulla" dopo l'uscita dal carcere. Un contributo significativo allo spettacolo è arrivato anche dal Primo Liceo Artistico e dall'IIS Giulio di Torino.

Stigma pubblico nei confronti delle donne vittime di violenza da parte del partner

Lo stigma pubblico nei confronti delle donne vittime di violenza da parte del partner (IPV) mina la loro guarigione. Tuttavia, le ricerche su questo argomento sono recenti. La revisione sistematica mirava ad analizzare il modo in cui questo stigma è stato studiato, i risultati della letteratura relativi o che descrivono la stigmatizzazione pubblica che hanno contribuito a comprendere come funziona e gli interventi e le raccomandazioni esistenti per combattere lo stigma. Le ricerche di articoli sottoposti a peer review pubblicati tra il 2010 e il 2021 sono state condotte in sei database. Gli articoli selezionati erano limitati a studi empirici in inglese, i cui i partecipanti risiedevano in paesi ad alto reddito e fornivano risultati sullo stigma pubblico dell’IPV. Sono stati inclusi un totale di 29 articoli. Lo stigma normalmente non era l’obiettivo principale degli studi, la maggior parte degli articoli non si basava su alcun modello teorico dello stigma per contestualizzare i propri risultati e predominavano le metodologie qualitative. È stata riassunta una serie di temi riguardanti il funzionamento dello stigma norme e percezioni sociali, reazioni pubbliche di stigmatizzazione e le sue conseguenze per le vittime. Fattori come l’etnia hanno aumentato o diminuito lo stigma. La mancata denuncia degli abusi e la mancata richiesta di aiuto sono state le conseguenze menzionate più frequentemente. Sono stati identificati solo un intervento e alcune strategie per ridurre lo stigma. Sono state discusse le implicazioni di questi risultati per la ricerca e la pratica.


Progetto internazionale per migliorare la salute mentale della popolazione del Sud Sudan
Il progetto M(H)IND (Mental Health and Integration for Development) è la prima iniziativa interamente dedicata all’espansione integrata di servizi di salute mentale a livello comunitario, primario e secondario, pienamente incorporata nel sistema sanitario locale del Sud Sudan. E' finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dalla Fondazione Stavros Niarchos (organizzazione filantropica internazionale con sede ad Atene), e l'ONG Amref (African Medical and Research Foundation) è capofila.

 

M(H)IND è nato dalla situazione di emergenza esistente in Sud Sudan: i conflitti decennali, il cambiamento climatico, la miseria e l'insicurezza generale hanno aggravato lo stato di salute mentale della popolazione del Sud Sudan: Amref sottolinea che nel Paese si registra il quarto più alto tasso di suicidi in Africa, e che un quinto della sua popolazione è affetto o è a rischio di sviluppare disturbi mentali. Inoltre, i servizi di base sono carenti, la disponibilità di personale qualificato per la diagnosi ed il trattamento di questo tipo di patologie è molto ridotta, e c'è un atteggiamento di non accettazione per le persone con disturbi mentali.

 

Il progetto M(H)IND sperimenterà in alcune aree geografiche una serie di interventi di dimostrata efficacia, potenzialmente trasferibili in tutto il Paese, quali ad esempio l'approccio "Self-Help Plus" (SH+), un intervento psicologico sviluppato dall'OMS per lo sviluppo di competenze essenziali per gestire lo stress e affrontare le avversità: Amref è capofila, in collaborazione con Health Right International, di un corso di formazione SH+,  rivolto a coloro che si trovano in uno stato di malessere psicologico, col fine ultimo di prevenire un peggioramento o cronicizzazione dello stato di salute mentale. Al corso si affiancano le attività di assistenza clinica per i disturbi psicologici, psichiatrici e neurologici nei servizi esistenti, in collaborazione con la Caritas, e azioni di disseminazione quali le campagne radiofoniche realizzate dal partner BBC Media Action,  focalizzate sul tema della salute mentale con l'obiettivo di contrastare lo stigma attraverso la messa in discussione dei diffusi pregiudizi e comportamenti discriminatori.

L’impatto della povertà sulla salute mentale: evidenze e raccomandazioni

In occasione del 10 ottobre, Giornata Mondiale della Salute Mentale, DoRS ha preparato un articolo sulle conseguenze negative della povertà sulla salute mentale e sulle raccomandazioni per far fronte a tale impatto. È ormai evidente da anni il rapporto tra salute fisica e mentale e condizioni economiche, grazie a studi autorevoli che hanno dimostrato che l'aspettativa di vita di una persona che vive in Europa, in America e in Giappone è doppia rispetto a quella di chi vive in Africa, e di un terzo superiore a quella di chi vive in India e Sud America (Marmot, M. 2017) : le persone socialmente e culturalmente svantaggiate vivono in luoghi degradati, sono spesso esposte a guerre e violenza, hanno un accesso limitato all'istruzione e scarsa aderenza alle cure. Per i problemi mentali sono fattori aggravanti lo scarso riconoscimento della malattia, la paura dello stigma, le minori possibilità di accesso ai servizi e di opportunità di cura e sostegno.


La "Comunità amichevole" per le persone con demenza.
Su Salute Umana un interessante articolo di Luisa Bartorelli, presidente di Alzheimer Uniti ONLUS, racconta cosa è e come funziona una "comunità amichevole" per le persone con demenza. 

 

Il concetto di friendly community - comunità amichevole - per le persone con demenza è un modello di intervento sociale, che mira a ridurre lo stigma e l’esclusione, fonte di sofferenza per le famiglie coinvolte. 

La sua definizione, anche secondo le indicazioni dell’OMS, può essere questa: un luogo dove queste persone con le loro famiglie siano aiutate a vivere con significato, scopo e valore, mantenendo le loro aspirazioni, fiduciose di poter partecipare alle attività della comunità di appartenenza.

 

In Italia sono già state avviate delle pratiche innovative di cura e assistenza per questa tipologia di persone, pur se con una distribuzione territoriale diseguale: si tratta di attività poco "medicalizzate", incentrate sul mantenimento/conservazione delle abilità residue e sostegno alle famiglie e ai caregivers, quali ad esempio i CogClub dell’Emilia Romagna (focus sulla riattivazione delle capacità cognitiva), i Meeting Point della Liguria (focus sulla socializzazione), gli Alzheimer Café (rete ben sviluppata nel Centro-Nord), le visite museali (focus sulla mediazione artistica nella terapia delle malattie neurodegenerative) che contribuiscono a dare una diversa immagine della demenza, esorcizzando paure e pregiudizi e tutelando la dignità e i diritti delle persone.

 

Un esempio di prima comunità amichevole italiana è Aprilia, città alle porte di Roma, all’interno della quale viene stimata la presenza di 650 persone con demenza. Il progetto è stato promosso nel 2019 dall'Associazione di familiari in accordo con il Sindaco, gli Assessorati di settore, le Forze dell’ordine (Polizia di Stato e Carabinieri), la Protezione Civile, l’Azienda Sanitaria, la Croce Rossa, il Responsabile della Chiesa locale, e nello stesso anno è stato redatto un Protocollo di Intesa sugli obiettivi e sulle azioni da intraprendere ( Firmato il protocollo d’intesa tra associazioni, ASL e Comune per il progetto “Aprilia, Città amica delle persone con demenza” - Città di Aprilia : Città di Aprilia)

 

Gli obiettivi sostenibili e le azioni promosse dal progetto, che si svolgerà nell'arco di 36 mesi, sono:
 - Aumentare la consapevolezza della comunità e ridurre il pregiudizio associato alla demenza;
 - dare voce alle persone con demenza aumentando le loro opportunità di vita sociale;
- renderle partecipi del processo di cambiamento assieme ai loro familiari in tutte le fasi di attuazione del progetto;
- informare le varie categorie professionali e lavorative sul territorio;
- fare in modo che l’ambiente urbano, i percorsi cittadini e gli spazi pubblici siano vivibili e fruibili per le persone con demenza;
- rendere i trasporti e gli accessi più adatti alle loro difficoltà cognitive;
- promuovere una maggiore attenzione e sensibilità nella presa in carico da parte dei servizi sociosanitari

la Comunità Amica delle persone con demenza non vuole essere un’isola felice, ma un processo di cambiamento culturale che richiede i suoi tempi e che tiene conto dei fondamentali bisogni loro e delle famiglie, adattando spazi, ambienti e servizi alle difficoltà di tale condizione. È un’apertura all’accoglienza, che va valutata nel tempo, per validarne progetti e risultati rispetto alle aspettative di una migliore qualità di vita.

 

Luisa Bartorelli. Nuove prospettive di cura per le persone con demenza in una comunità amichevole. In La Salute Umana, n° 278 - 2020 aprile - giugno. Pagg. 16 - 20
 

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Il primo soccorso per la salute mentale come strumento per il miglioramento della salute mentale e del benessere

La prevalenza dei problemi di salute mentale nella popolazione è elevata e ha un effetto deleterio e ad ampio raggio su molti settori della società. Oltre all’impatto sugli individui e sulle famiglie, incidono negativamente anche i problemi di salute mentale sulla produttività nel luogo di lavoro.


Uno dei fattori che possono esacerbare l’impatto dei problemi di salute mentale è la mancanza di “alfabetizzazione sulla salute mentale” nel mondo fra la popolazione generale. Questa è stata definita come “conoscenza e credenze sui disturbi mentali, che aiutano il loro riconoscimento, gestione o prevenzione».


Mental Health First Aid (MHFA) è un breve programma di formazione sviluppato in Australia nel 2000; il suo scopo è migliorare l’alfabetizzazione in materia di salute mentale e insegnare strategie di primo soccorso per la salute mentale. Il corso è stato adattato a vari contesti, ma copre essenzialmente i sintomi di vari disturbi di salute mentale, insieme alle situazioni di crisi di salute mentale associate. I programmi insegnano inoltre ai tirocinanti come fornire aiuto immediato alle persone con problemi di salute mentale e come segnale per i servizi professionali. Si teorizza che una migliore conoscenza incoraggerà i tirocinanti a fornire supporto e a incoraggiare le persone a cercare attivamente aiuto, portando così a miglioramenti nella salute mentale. La revisione si concentra sugli effetti di MHFA sulla salute mentale e il benessere mentale degli individui e delle comunità in cui è stata fornita la formazione MHFA. Viene esaminato anche l’impatto sull’alfabetizzazione in materia di salute mentale


Gli obiettivi principali erano: Esaminare la salute e il benessere mentale, l'utilizzo dei servizi di salute mentale e gli effetti avversi della formazione MHFA sugli individui nelle comunità in cui viene erogata la formazione MHFA. Gli obiettivi secondari includevano l'esame di ulteriori effetti sugli individui (conoscenze e atteggiamenti), effetti sui tirocinanti stessi (conoscenze e atteggiamenti, contatto con persone con problemi di salute mentale, proprio benessere psicologico) ed effetti organizzativi (assenteismo e produttività).


Sono stati inclusi 21 studi nella revisione. Gli studi sono stati condotti in un'ampia varietà di contesti; c’è stata anche una variazione sostanziale nella natura dell’intervento MHFA.differenze.


Non si possono trarre conclusioni sugli effetti della formazione MHFA sui risultati primari a causa della mancanza di prove di buona qualità e spesso non sono sufficientemente ampi per poter rilevare le differenze. Per i risultati secondari sono state trovate alcune prove di potenziale beneficio per i tirocinanti MHFA sulla conoscenza della salute mentale e la riduzione dello stigma.


Si raccomanda che gli studi futuri reclutino un numero sufficiente di partecipanti per essere in grado di dimostrare con certezza se la formazione MHFA è un intervento efficace.


Richardson R, Dale HE, Robertson L, Meader N, Wellby G, McMillan D, Churchill R. Mental Health First Aid as a tool for improving mental health and well‐being. Cochrane Database of Systematic Reviews 2023, Issue 8. Art. No.: CD013127. DOI: 10.1002/14651858.CD013127.pub2. Accessed 04 October 2023.


Comunità e partecipazione: Prospettive psicosociali

Il volume affronta a tutto campo il tema della partecipazione in una dimensione comunitaria. Progettato sia per scopi didattici sia per finalità di approfondimento, si occupa, in particolare, dei processi di attivismo dal basso (azione collettiva), dell’impegno civico e sociale nelle pratiche dell’associazionismo e del volontariato, del rapporto attivo tra cittadini e amministrazioni locali e del coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni di interesse collettivo.


Indagine su abusi e violenza nello sport

Quattro bambini su dieci che praticano sport sono vittime di violenza nel contesto sportivo. Le quattro forme principali di violenza identificate sono quelle psicologica, fisica, negligenza e sessuale con contatto o senza contatto fisico.


Le prevalenze emerse tra i partecipanti che hanno subito violenze e/o abusi includono: violenza psicologica (30%), violenza fisica (19%), negligenza (15%) e violenza sessuale (14%). I bambini spesso sperimentano più di una forma di violenza e/o abusi, ad esempio: tra coloro che hanno subito violenza sessuale o fisica, il 7% ha subito anche violenza psicologica.


La violenza psicologica è sperimentata più frequentemente rispetto ad altre forme nello sport italiano. I risultati mostrano che i livelli di violenza e/abusi sono più elevati tra i partecipanti più giovani (18-24 anni) rispetto a quelli più anziani (25-30 anni).


Nella maggior parte delle categorie, i partecipanti maschi hanno sperimentato livelli più elevati di violenza e/abusi rispetto alle partecipanti femmine, soprattutto nella violenza fisica e sessuale. Tuttavia, la violenza sessuale non deve essere sottovalutata tra le ragazze, poiché l’assunzione che siano a rischio inferiore potrebbe essere errata.


Il rischio di violenza e/o abusi è presente a tutti i livelli di partecipazione sportiva, ma aumenta in modo direttamente proporzionale ai livelli di competitività. L’intensità e l’isolamento associati ai livelli di prestazione più elevati offrono maggiori opportunità per atti di violenza inosservati.


Le esperienze di violenza e/o abusi spesso iniziano prima dei 14 anni, soprattutto per la violenza psicologica, fisica e la negligenza. La violenza sessuale con contatto e senza contatto inizia spesso prima dei 16 anni. La durata varia, ma la maggior parte dei partecipanti ha sperimentato comportamenti protratti nel tempo anziché eventi isolati.


Circa un quarto o un terzo dei partecipanti ha riferito che la violenza e/o l’abuso hanno avuto una durata di almeno sei mesi. Abusi e/o violenze si verificano principalmente all’interno o vicino a strutture sportive, con una focalizzazione sugli spogliatoi e le aree delle docce. Tuttavia, una parte significativa degli eventi si verifica anche in contesti pubblici, indicando una normalizzazione della violenza e/o abusi nello sport.


La maggioranza dei partecipanti che subisce violenze e/o abusi nello sport non cerca aiuto (56%). Le motivazioni per non cercare aiuto includono la percezione delle esperienze come accettabili o tollerabili (47%), la paura di sembrare deboli (30%) e la paura delle conseguenze (17%).


Sono i compagni di squadra/pari gli autori di violenza/abusi in oltre il 62% dei casi per i partecipanti maschi e il 45% dei casi per le femmine. Gli allenatori sono autori di violenze e/o di abusi maggiormente per le donne (35%) rispetto agli uomini (27%).


Le autorità sportive devono affrontare queste problematiche e comunicare in modo efficace le linee guida comportamentali per garantire un ambiente sicuro per i bambini.


La solitudine può peggiorare la salute mentale

Più di un quinto degli adulti americani riferisce che spesso, o addirittura sempre, si sente solo o isolato dagli altri. La solitudine è una condizione soggettiva, in cui l’individuo si percepisce socialmente isolato anche quando si trova in mezzo ad altre persone. Infatti, sebbene tecnologia e globalizzazione possano aver migliorato la qualità di vita, hanno anche ribaltato i costumi sociali e interrotto il modo tradizionale di relazionarsi: il sovraccarico di informazioni, la connettività 24 ore su 24, le innumerevoli ma superficiali e talvolta dannose relazioni sui social media hanno “spalancato le porte” a questo stato emotivo.


Sebbene sia più probabile riscontrare in popolazioni a rischio di alienazione sociale, isolamento e separazione (come gli anziani privi di rete familiare, pazienti con disturbi psichiatrici o in condizioni di salute che limitano per molto tempo le loro capacità comunicative e/o di mobilità), chiunque può sentirsi solo in qualsiasi momento. Una relazione sociale può essere percepita da un individuo diversamente sulla base di differenti fattori, tra cui le precedenti esperienze, la situazione in cui si trova in quel momento e la generale preferenza verso quel tipo di contatto sociale. È quindi evidente che questa condizione non è limitata agli anziani che vivono soli, ma può manifestarsi in qualsiasi fascia di età, e persino tra quelle persone che hanno numerosi contatti/followers/amici sui social media.


Un recente studio riporta che la maggior parte delle persone che segnalano di vivere la solitudine hanno meno di 50 anni, redditi più bassi e non sono sposate. Dallo studio emerge anche che circa sei persone su dieci affermano l’esistenza di una causa specifica del sentirsi soli: la morte di una persona cara, problemi di salute fisica o mentale, il divorzio o l’allontanamento dalla propria famiglia. Di fatto, alcuni eventi negativi della vita possono esacerbare o mettere le persone a rischio di solitudine: ad esempio, è molto più probabile che chi riferisce di sentirsi solo affermi di aver subìto un cambiamento negativo nella propria situazione finanziaria, un grave infortunio o patologia, o la perdita del lavoro negli ultimi due anni.


La solitudine può contribuire ad una costellazione di disturbi psichici e/o fattori di rischio psicosociali, inclusa la sintomatologia depressiva, alcolismo, pensieri suicidi, impulsività e comportamenti aggressivi, ansia sociale. È anche un fattore di rischio per patologie cardiache e obesità  e sembra contribuire alla progressione della malattia di Alzheimer.


 Un rapporto sulla solitudine in America pubblicato dalla Graduate School of Education dell’Università di Harvard suggerisce che chiedere al paziente se si sente solo dovrebbe sempre essere un elemento da includere nella visita di controllo annuale, alla stregua degli esami del sangue o del controllo pressorio. Sarebbe auspicabile anche sviluppare campagne di educazione pubblica che forniscano alle persone informazioni e strategie che le aiutino ad individuare e gestire pensieri e comportamenti controproducenti, frutto della solitudine. Dovremmo infine lavorare tutti per ripristinare un maggiore senso di responsabilità, sia verso gli altri sia verso il bene comune.


Fattorini L. Solitudine e salute. Salute Internazionale. 11 settembre 2023


L'impatto dei determinanti sociali sulla salute mentale dei giovani

La letteratura scientifica parla di un aumento dei disturbi psichiatrici negli adolescenti e nei giovani dal 2020; un'altra lettura del fenomeno, invece, è di un aumento di disagio/stress psicologico collegato a disorganizzazione e ostacoli socio-politici. C'è comunque il rischio di una visione semplificata in cui il malato sia l'adolescente o la società, che può portare a una eccessiva medicalizzazione e/o alla difficoltà di inserire nel setting clinico l'attenzione ai determinanti socio-economici, e che va superato.


 Gli adolescenti e i giovani devono affrontare più sfide: la pressione e le minacce on line dovute ai social media, le scarse prospettive di trovar lavoro e un alloggio a prezzi contenuti, l'impatto della crisi climatica sul loro futuro.


E' evidente come gli interventi clinici possano avere un ruolo limitato nel gestire/affrontare i problemi che principalmente sono conseguenze di un malfunzionamento della società.


La consapevolezza che la "crisi della salute mentale" dei giovani è intrecciata con la confusione socio-politica rende più sfumati i confini tra prospettiva medica e prospettiva sociale, e ciò dovrebbe aprire gli occhi sulla necessità di andare oltre i classici interventi di tipo farmacologico,  psicoterapeutico, infermieristico (collaborative care), evitando di patologizzare/medicalizzare la vita psichica dei giovani, troppo spesso sottoposti a stress "disordinati" e "straordinari".
L'esortazione è quindi di andare oltre l'etichettamento diagnostico con i criteri del manuale DSM, considerando che gli stressor psicosociali e ambientali si combinano con elementi di vulnerabilità e fattori di resilienza individuali, seguendo percorsi differenti.


Vengono inoltre fornite delle implicazioni per la pratica:



  • agli interventi clinici va affiancata l'accurata analisi dei determinanti dei problemi di salute mentale della persona e della sua famiglia, incluso il peso dei fattori sociali nel provocare o aggravare i sintomi

  • l'aumentata consapevolezza dei determinanti sociali della salute mentale può contrastare l'orientamento bio-medico della psichiatria contemporanea e può aumentare il supporto/spinta da parte dell'opinione pubblica verso riforme socio-politiche e finanziamenti per le iniziative di sanità pubblica

  • i sintomi vanno considerati nel loro contesto sociale prima di emettere un giudizio di significatività clinica e proporre dei trattamenti


Aftab A, Druss BG. Addressing the Mental Health Crisis in Youth—Sick Individuals or Sick Societies? JAMA Psychiatry. 2023;80(9):863–864. doi:10.1001/jamapsychiatry.2023.1298


 


EIGE: Conferenza Gender Equality Index – 24.10.2023

Il 24 ottobre 2023, EIGE (European Institute for Gender Equality) pubblicherà l’indice sull’uguaglianza di genere 2023.


L’indice includerà i punteggi di quest’anno relativi all’uguaglianza di genere in aree della vita come conoscenza, denaro, salute, lavoro, potere e tempo. La conferenza prenderà in considerazione anche il tema della transizione verde da una prospettiva di uguaglianza di genere.


I focus saranno:



  • Quali Stati membri dell’UE e quali contesti sono migliorati maggiormente nell’indice sull’uguaglianza di genere 2023

  • Perché una prospettiva di genere è fondamentale per il Green Deal europeo

  • Come rendere la transizione verde socialmente equa e giusta


https://promisalute.it/eige-conferenza-gender-equality-index-24-10-2023/


 


 


Dichiarazione sull'uguaglianza di genere degli Stati Membri UE

 


Spagna, Belgio e Ungheria, gli Stati membri EU che da luglio 2023 a dicembre 2024 ricopriranno la carica di Presidenza del Consiglio dell'Unione EU hanno presentato una Joint Declaration on Gender Equality.


Il testo evidenzia varie forme di discriminazione/gap di genere (cyber-violenza, inclusa la violenza sessuale e sessista online;  stupri di guerra, violenza sessuale e violenza politica contro le donne; divario retributivo di genere, divario pensionistico di genere e divario di genere nell’assistenza, etc.).


Gli Stati si impegnano fermamente affinché possa realizzarsi la "gender equality" in Europa per tutte/i, in particolare al fine di:


prevenire e combattere tutte le forme di violenza di genere, incluse la violenza economica, la cyber-violenza e la violenza sessuale; offrire protezione e supporto alle vittime e fermare/bloccare i responsabili; in questo contesto, si evidenziao che il 28 giugno 2023 l'Unione Europea ha dato la sua approvazione al Council of Europe Convention on Preventing and Combatting Violence Against Women and Domestic Violence.


 


Gli effetti positivi dell'ortoterapia sulla salute psichica

L'orto-terapia è un intervento non farmacologico per la riduzione dello stress ormai accettato e utilizzato, poiché molti studi hanno dimostrato i suoi effetti terapeutici in vari setting, vari gruppi di destinatari e varie tipologie di intervento. Una recente revisione sistematica ha analizzato la letteratura esistente sull'efficacia di questa metodologia per la riduzione dello stress, evidenziando: un significativo miglioramento degli indicatori riguardanti la salute psichica; un collegamento tra gli effetti mitiganti dello stress e le caratteristiche della popolazione target nonché del contesto; l'impatto positivo in particolare di interventi realizzati in un setting virtuale; una durata ottimale dell'intervento tra i 100 e i 500 minuti.


Lu S, Liu J, Xu M, Xu F. Horticultural therapy for stress reduction: A systematic review and meta-analysis. Front Psychol. 2023 Jul 26;14:1086121. doi: 10.3389/fpsyg.2023.1086121. PMID: 37564307; PMCID: PMC10411738.



 



 


Gli interventi nei contesti naturali: meccanismi e circostanze per promuovere la salute mentale

Gli interventi negli ambienti naturali e spazi verdi (orto-terapia, giardini terapeutici, attività terapeutiche outdoor quali ad esempio la Forest Therapy, l'Adventure Therapy, ecc) rappresentano un'opportunità di cura/assistenza sanitaria e sociale accessibile a tutti, e una possibilità di alleggerimento della pressione sui servizi pubblici di salute mentale. La ricerca in tale ambito sta facendo progressi, ma i meccanismi sottostanti e i processi di funzionamento non sono ancora stati delineati. Una revisione ha analizzato gli interventi realizzati nei contesti naturali, finalizzati alla promozione della salute mentale, rivolti a gruppi di popolazione con patologie cliniche e senza alcuna patologia, utilizzando la metodologia della "valutazione scientifica realistica": l'obiettivo è la sintesi delle evidenze internazionali al fine di chiarire come e perché un programma funziona. Sono stati inclusi 49 articoli: i contesti, i meccanismi e i risultati degli studi sono stati inglobati all'interno di una cornice teorica che utilizza l'interazione di 3 temi/ambiti (Natura, Sé individuale, Sé Sociale) per individuare le modalità di funzionamento e dedurne i criteri di trasferibilità. Le conclusioni della revisione hanno una rilevanza pratica, non solo teorica, per coloro che si occupano della progettazione di questi interventi, sotto forma di Raccomandazioni che si estendono anche ad interventi già in atto in termini di miglioramento e adattamento.


Wendy Masterton, Hannah Carver, Tessa Parkes, Kirsty Park, Greenspace interventions for mental health in clinical and non-clinical populations: What works, for whom, and in what circumstances?,Health & Place, Volume 64, 2020


 


L'ortoterapia favorisce i legami sociali e riduce il rischio di depressione e demenza

Un recente studio (RCT - studio randomizzato controllato) ha indagato gli effetti biologici, psicologici e sociali dell'ortoterapia. La terapia orto-colturale si è rivelata efficace nell'abbassare i livelli dei marker infiammatori (indici che servono a determinare la causa e l'entità di una infiammazione a livello sistemico) e creare/rinforzare le * connessioni/relazioni sociali (social connectedness), entrambi considerati i due fattori di rischio più importanti per lo sviluppo di patologie quali la demenza e la depressione nella terza età; tali effetti permangono sino a 6 mesi dopo la fine delle attività. Rimangono però ancora sconosciuti i meccanismi di azione di tali attività: l'ipotesi degli autori è che la "connessione sociale" sia il fattore determinante principale, responsabile della riduzione/miglioramento dello stato infiammatorio nelle persone anziane.


 * Con l'espressione "social connectedness" si intendono gli aspetti strutturali e funzionali delle relazioni sociali che alimentano la percezione individuale di significatività e legame reciproco con gli altri (van Bel et al., 2009) FROM Journal of Adolescence, 2021 (https://www.sciencedirect.com/topics/psychology/social-connectedness)


Ted Kheng Siang Ng, Daniel R.Y. Gan, Rathi Mahendran, Ee Heok Kua, Roger C-M Ho, Social connectedness as a mediator for horticultural therapy's biological effect on community-dwelling older adults: Secondary analyses of a randomized controlled trial, Social Science & Medicine, Volume 284, 2021, 114191, ISSN 0277-9536, https://doi.org/10.1016/j.socscimed.2021.114191.


 


La sicurezza alimentare influenza la salute mentale dei più giovani

Uno studio canadese ha utilizzato i dati sanitari-amministrativi di una survey nazionale (Canadian Health Survey), identificando bambini e adolescenti (età da 1 a 17 anni) che avevano risposto al modulo Household Food Security e per i quali erano noti i contatti con i servizi da salute mentale nell'anno precedente alle risposte al sondaggio: 32.321 bambini e adolescenti residenti in Ontario. Sono state elaborate delle stime dei "rapporti di prevalenza" inerenti l'associazione tra insicurezza alimentare e utilizzo dei servizi di salute mentale.
I risultati principali:

- il 16 % dei bambini e adolescenti della survey vivevano in situazione di insicurezza alimentare

- il 9% del totale dei partecipanti aveva avuto un contatto con un ambulatorio di salute mentale e lo 0,6 con i servizi per situazione di acuzie ed emergenza
- la prevalenza dell'utilizzo dei servizi di salute mentale ambulatoriali o per cure acute è risultata più elevata per i bambini e gli adolescenti che vivevano in situazione di insicurezza alimentare rispetto ai loro coetanei senza insicurezza alimentare (rispettivamente 55 e 74%)

Lo studio conclude con il suggerimento di interventi mirati a supportare le famiglie in condizioni di insicurezza alimentare per migliorare la salute mentale dei giovani e ridurre il peso sul sistema sanitario.


 

Anderson KK, Clemens KK, Le B, et al. Household food insecurity and health service use for mental and substance use disorders among children and adolescents in Ontario, Canada. CMAJ. 2023;195(28):E948-E955. doi:10.1503/cmaj.230332

Evidenze sul ruolo terapeutico e le abilità dei clown-dottori


Uno studio pubblicato quest'anno, realizzato da ricercatori dell'università di Tel Aviv e dall'Israel Center for Medical Simulation, ha dimostrato il ruolo terapeutico e il valore clinico dell'attività dei clownterapeuti o clown-dottori. Studi precedenti avevano valutato l'impatto positivo di questo tipo di intervento in situazioni specifiche, questo recente studio ha identificato 40 abilità utilizzate da questi professionisti, che vanno oltre l'uso dell'ironia e il far divertire i pazienti.


La metodologia è qualitativa, "immersiva", ha previsto 26 simulazioni video registrate e 12 interviste in profondità semi-strutturate con clown-terapeuti.
Tra le abilità - individuate attraverso un processo di consensus-building - figurano:



  • sapere creare un diversivo ("distraction medicine")

  • capacità di agganciare/creare un legame ("anchoring")

  • ridare empowerment al paziente (è lui/lei che decide se accettare o meno l'intervento del clown-terapeuta)

  • empatia

  • attitudine a esagerare (estremizzare la situazione può portare a un cambio di prospettiva)

  • capacità collaborativa

  • ilarità/allegria (è stato scientificamente dimostrato che ridere riduce gli ormoni dello stress, aumenta l'apporto di ossigeno nel sangue, migliora la funzione immunitaria, aumenta la soglia di sopportazione del dolore, e attiva aree cerebrali che producono sentimenti di gioia e relazioni)


Tra i principali obiettivi terapeutici: costruire una relazione, affrontare/gestire le emozioni, aumentare il senso di controllo, accudire/aver cura e sostenere/incoraggiare, motivare all'adesione al trattamento.


Karnieli-Miller O, Divon-Ophir O, Sagi D, Pessach-Gelblum L, Ziv A, Rozental L. More Than Just an Entertainment Show: Identification of Medical Clowns’ Communication Skills and Therapeutic Goals. Qualitative Health Research. 2023;33(1-2):25-38. doi:10.1177/10497323221139781



 

 


 

Richiedenti asilo e rifugiati tra le persone più vulnerabili ai problemi di salute mentale

Una revisione di evidenze internazionali e di esperienze nazionali ha messo in luce che i richiedenti asilo, i rifugiati e gli altri profughi hanno una salute mentale "povera" rispetto alla popolazione generale.


Si tratta dell'International Horizon Scanning and Learning Report, che riporta dati e risultati di studi scientifici e letteratura grigia di alcuni Paesi EU, e analizza le esperienze concrete e gli approcci innovativi ed efficaci utilizzati da Paesi quali Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia per proteggere la salute mentale e il benessere dei profughi.


Molti dei problemi mentali identificati sono collegati alle esperienze che queste persone vivono prima e dopo l'abbandono della propria casa: spesso vanno incontro a una perdita personale importante, sofferenze fisiche e altre situazioni stressanti; si trovano in pessime condizioni lavorative, abitative e di vita; inoltre sono privi di informazioni, non hanno certezze rispetto al loro status di immigrati, incontrano la potenziale ostilità locale, si scontrano con diverse politiche governative, e vanno incontro a una lunga forma di detenzione protratta priva di dignità. Nei rifugiati e nei profughi sono presenti livelli più elevati di disturbi legati alle condizioni di stress (ad esempio disturbo post traumatico da stress), e hanno un passato di Esperienze Infantili Sfavorevoli (ACEs - Adverse Childhood Experiences).


È indubbio che il contributo positivo di richiedenti asilo e rifugiati verso la comunità può essere maggiore se si promuove e protegge la loro salute mentale e fisica, garantendo un accesso ai servizi di base, sicurezza e supporto sociale.


LINK al Report:


Public Health Wales - WHO Collaborating Centre on Investment for Health and Well-being.


International Horizon Scanning and Learning report: Mental Health and Well-being of Refugees and Asylum-Seekers


Report 45: luglio 2023


Autori: Leah Silva, Daniela Stewart, Lauren Couzens, Sara Cooklin-Urbano, Georgia Saye, Mariana Dyako

Gli International Horizon Scanning and Learning Reports sono nati come parte della risposta del governo gallese alla pandemia di Covid-19, si sono poi ampliati ad altri argomenti prioritari di salute pubblica quali la promozione/protezione della salute delle persone, e un focus è stato dedicato specificamente a questo gruppo di persone.


Interventi comunitari per combattere l'ansia e la depressione negli adulti e nei giovani

Prove crescenti suggeriscono che gli interventi basati sulla comunità possono essere efficaci per l'ansia e la depressione. Questo studio mirava a descrivere gli studi sugli interventi di comunità erogati ad adulti e/o giovani, sia di persona sia online, valutati in studi controllati randomizzati e fornire un'indicazione sulla loro efficacia, accettabilità, qualità dei dati e, ove possibile, meccanismi di azione. Sono stati inclusi interventi realizzati presso e/o da musei, gallerie d'arte, biblioteche, giardini, gruppi musicali/cori e società sportive.


L’analisi ha incluso 31 studi, con 2898 partecipanti.


Gli interventi di comunità più studiati negli studi controllati randomizzati sono stati la musica di comunità (12 studi, 1432 partecipanti), l'esercizio di comunità (14 studi, 955 partecipanti) e gli orti di comunità/giardinaggio (6 studi, 335 partecipanti).La maggior parte degli studi proveniva da paesi ad alto reddito e molti riguardavano popolazioni specifiche (come quelle con problemi di salute fisica)


I risultati suggeriscono che l'impegno della comunità è un'area promettente per l'attuazione e la valutazione di interventi di vasta portata, ma sono necessarie prove più di alta qualità, specialmente nei giovani e nelle comunità sottorappresentate.


Buechner H, Toparlak SM, Ostinelli EG, Shokraneh F, Nicholls-Mindlin J, Cipriani A, et al. (2023). Community interventions for anxiety and depression in adults and young people: A systematic review. The Australian and New Zealand Journal of Psychiatry.




 


Interventi basati su app per la prevenzione della depressione postpartum

Lo studio aveva come obiettivo di indagare se le applicazioni di intervento psicosociale (app) siano efficaci nel prevenire la depressione postpartum.


È stata condotta una ricerca iniziale di articoli il 26 marzo 2020 e la ricerca è stata aggiornata il 17 marzo 2023 sui principali database elettronici. Sono stati identificati 2515 riferimenti, e sedici studi sono stati infine inclusi nella revisione. È stata inoltre condotta una metanalisi di due studi sull'insorgenza della depressione postpartum.  


Lo studio presenta i risultati degli attuali RCT sugli interventi con le app, inclusa un'app con una componente psicosociale automatizzata per prevenire la depressione postpartum. Queste app hanno migliorato il punteggio EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale); Hanno inoltre dimostrato di prevenire la depressione postpartum.


Miura Y, Ogawa Y, Shibata A, Kamijo K, Joko K, & Aoki T. (2023). App-based interventions for the prevention of postpartum depression: A systematic review and meta-analysis. BMC Pregnancy and Childbirth23(1), 441.


 


Gli interventi prenatali basati sullo yoga possono migliorare la salute mentale durante la gravidanza

È stata sviluppata una panoramica delle revisioni sistematiche con metanalisi per riassumere le prove sull'efficacia degli interventi prenatali basati sullo yoga sul dolore, sui sintomi psicologici e sulla qualità della vita durante la gravidanza. La ricerca è iniziata il 15 dicembre 2022, con l’interesse finalizzato su qualsiasi intervento prenatale basato sullo yoga. Il dolore, i sintomi psicologici e la qualità della vita sono stati considerati come misure di esito). Sono state incluse un totale di dieci revisioni sistematiche, incluse quindici metanalisi. Non sono state trovate metanalisi sul dolore e sulla qualità della vita. La maggior parte delle metanalisi (93%) ha mostrato che gli interventi prenatali basati sullo yoga sono più efficaci degli interventi di controllo nel ridurre i sintomi di ansia, depressione e stress. Tuttavia, la qualità metodologica complessiva delle revisioni sistematiche è stata giudicata criticamente bassa e la sovrapposizione degli studi primari tra le revisioni sistematiche è stata molto elevata. Complessivamente, gli interventi basati sullo yoga prenatale potrebbero migliorare la salute mentale delle donne incinte, sebbene a causa degli importanti difetti metodologici rilevati, future revisioni sistematiche dovrebbero migliorare la loro qualità metodologica prima di trarre conclusioni definitive su questo argomento.


Villar-Alises O, Martinez-Miranda P, & Martinez-Calderon J. (2023). Prenatal yoga-based interventions may improve mental health during pregnancy: An overview of systematic reviews with meta-analysis. International Journal of Environmental Research and Public Health, 20(2).


 


Empowomen - il progetto sanitario per donne in difficoltà

Il concetto di prevenzione, del controllo regolare è del tutto estraneo a chi vive in strada. L'idea di controlli annuali, in programma in ciascuno dei centri della rete ONDS, vuole contribuire alla costruzione di una sanità di prossimità in grado di offrire occasioni di salute a donne in condizioni di maggiore vulnerabilità.


Le principali nazionalità di provenienza sono italiana, europea e africana; seguono le donne sudamericane e quelle asiatiche.


Complessivamente dal 2020 ad oggi sono state effettuate 2744 prestazioni sanitarie.


Il progetto si inserisce nella collaborazione tra Fondazione IncontraDonna e  l’ONDS, Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle Stazioni Italiane. EMPOWOMEN, empowerment for women, coinvolge gli Help Center di 18 città italiane che supportano le loro beneficiarie lungo un percorso che partendo dalla prevenzione e dalla cura le aiuti a riprendere un ruolo attivo nelle comunità locali.


Nelle difficoltà della vita in condizioni di disagio estremo manca totalmente l’attenzione per la propria salute, se non quando i sintomi di una qualche patologia compaiono in maniera dolorosa o particolarmente invalidante. Si effettuano, in particolare,  visite ed esami ecografici relativi al controllo di: Seno, Cavi ascellari, Vasi Epiaortici, Tiroide.


 


La formazione teatrale per insegnare ai tirocinanti medici a comunicare

Riconoscendo le somiglianze tra le abilità di cui un attore ha bisogno e quelle richieste a un medico nella comunicazione clinica, gli educatori medici hanno iniziato a creare interventi basati sul dramma per insegnare le abilità comunicative. Lo scopo della revisione  era di riassumere gli interventi educativi esistenti che utilizzano la formazione teatrale per insegnare le abilità comunicative ai tirocinanti medici. Sono stati trenta gli articoli che hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Venticinque articoli (83%) includevano esercizi di recitazione e improvvisazione, 9 (30%) utilizzavano alcune o tutte le convenzioni del teatro forum e 3 (10%) utilizzavano performance drammatiche. Gli interventi includevano studenti universitari, laureati e studenti in formazione medica continua. La maggior parte mostrava un miglioramento iniziale nelle capacità di comunicazione post-intervento. La revisione è la prima, a conoscenza degli autori, a concentrarsi sull'obiettivo curriculare di migliorare le capacità di comunicazione. Sebbene gli articoli inclusi rappresentino un gruppo eterogeneo di interventi, in genere hanno riportato il risultato di migliorare le capacità comunicative nei loro studenti. Sono necessari ulteriori studi di alta qualità per determinare le migliori pratiche e la generalizzabilità delle iniziative basate sul teatro.


Landry-Wegener BA, Kaniecki T, Gips J, Lebo R, Levine RB. Drama Training as a Tool to Teach Medical Trainees Communication Skills: A Scoping Review. Acad Med. 2023 Jul 1;98(7):851-860. doi: 10.1097/ACM.0000000000005121. Epub 2023 Jun 23. PMID: 36538658.


La meditazione e i suoi benefici per la salute mentale e fisica nel 2023

L’articolo indaga sul potere della meditazione e su quanto sia benefica per il corpo. La risonanza magnetica (MRI) ha mostrato molti cambiamenti cerebrali positivi e il miglioramento di diverse funzioni cerebrali. La meditazione ha diversi benefici migliorando il sistema immunitario e i processi infiammatori; un appropriato accorciamento dei telomeri ha anche favorito un invecchiamento sano. Per quanto riguarda la salute fisica, la meditazione è stata benefica in varie malattie multifattoriali come il diabete, l'ipertensione e la fibromialgia. Ha anche contribuito a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e ad aumentare i livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL). Il miglioramento è stato osservato anche nella pressione arteriosa sistolica e diastolica. La salute mentale è un altro aspetto influenzato dalla meditazione, poiché l'emozione positiva provocata dalla meditazione aiuta ad affrontare vari problemi mentali come il disturbo d'ansia sociale, il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), l'ansia e la depressione. Nel complesso, sembra avere un certo impatto in tutte le aree di salute.


 Jamil A, Gutlapalli SD, Ali M, Oble MJP, Sonia SN, George S, Shahi SR, Ali Z, Abaza A, Mohammed L. Meditation and Its Mental and Physical Health Benefits in 2023. Cureus. 2023 Jun 19;15(6):e40650. doi: 10.7759/cureus.40650. PMID: 37476142; PMCID: PMC10355843.


:Esempio di revisione sistematica sulla prevenzione scolastica della violenza di genere

Le revisioni sistematiche convenzionali offrono poche informazioni su come funzionino gli interventi e per chi. Non è sufficientemente rigoroso il modo in cui le prove vengono identificate, valutate e sintetizzate. I ricercatori hanno sviluppato "revisioni sistematiche realistiche", affrontando domande simili alle revisioni realistiche ma utilizzando metodi rigorosi. Questo metodo è stato applicato alla sintesi delle prove sulla prevenzione scolastica della violenza negli appuntamenti e nelle relazioni (DRV) e sulla violenza di genere (GBV). Il documento riflette su metodi e risultati complessivi. Attingendo alle descrizioni degli interventi, alle teorie del cambiamento e alle valutazioni dei processi, sono state sviluppate le seguenti ipotesi iniziali: gli interventi che innescano meccanismi di "trasformazione scolastica" (prevenzione della violenza cambiando gli ambienti scolastici) otterranno effetti maggiori rispetto a quelli che innescano la "sicurezza di base" (fermare la violenza sottolineando la sua inaccettabilità) o meccanismi di "sviluppo positivo" (sviluppo di abilità e relazioni più ampie degli studenti); tuttavia, la trasformazione della scuola funzionerebbe solo nelle scuole con un'elevata capacità organizzativa. Sono state utilizzate varie analisi innovative, alcune delle quali miravano a testare queste ipotesi e altre erano induttive, attingendo ai risultati disponibili. Nel complesso, gli interventi sono stati efficaci nel ridurre la DRV a lungo termine ma non la GBV o la DRV a breve termine. La prevenzione DRV si è verificata in modo più efficace tramite il meccanismo di "sicurezza di base". I meccanismi di "trasformazione scolastica" sono stati più efficaci nella prevenzione della violenza di genere, ma solo nei paesi ad alto reddito. Gli impatti sulla vittimizzazione DRV a lungo termine erano maggiori quando si lavorava con una massa critica di ragazze partecipanti. Gli impatti sulla perpetrazione di DRV a lungo termine sono stati maggiori per i ragazzi. Gli interventi erano più efficaci quando si concentravano su abilità, atteggiamenti e relazioni, o mancavano il coinvolgimento dei genitori o le storie delle vittime. Il metodo ha fornito nuove intuizioni e dovrebbe essere utile ai responsabili politici che cercano i migliori interventi per i loro contesti.


Bonell C, Taylor B, Berry V, Filho SRP, Rizzo A, Farmer C, Hagell A, Young H, Orr N, Shaw N, Chollet A, Kiff F, Rigby E, Melendez-Torres GJ. Re-orientating systematic reviews to rigorously examine what works, for whom and how: Example of a realist systematic review of school-based prevention of dating and gender violence. Res Synth Methods. 2023 Jul;14(4):582-595. doi: 10.1002/jrsm.1644. Epub 2023 Jun 7. PMID: 37287195.


 


 


 


 


L’arte e la cultura hanno un impatto positivo sulla salute e il benessere della popolazione: il Report dell’University College di Londra

L’UCL – University College of London ha pubblicato un recente REPORT che sintetizza le ricerche svolte dal Social Biobehavioural Research Group negli ultimi 5 anni sul legame tra la partecipazione ad attività artistico-culturali e la salute/benessere della popolazione. Dors ha selezionato e approfondito alcuni ambiti tematici quali gli impatti sulla salute psicologica e sociale di bambini/adolescenti e sulla salute mentale degli adulti, e le disuguaglianze nell’accesso alle arti e alla cultura.


Collaborare con le comunità è fondamentale per sradicare le disuguaglianze di salute

95,3 milioni di persone (che rappresentano il 22% della popolazione) sono a rischio di povertà o di esclusione sociale nell'UE. La creazione di una società inclusiva richiede il mantenimento e la promozione della salute, un fattore decisivo quando si parla di inclusione sociale. Ciò ha un significato ancora maggiore per le comunità meno servite e per le sfide che devono affrontare quando accedono ai sistemi sanitari. Uno dei gruppi di popolazione più vulnerabili nella regione europea è la comunità rom, in particolare le donne rom. Tuttavia, è possibile abbattere le barriere all'assistenza sanitaria e ai servizi. Lavorando con valori culturali specifici e rispettandoli, non solo crea fiducia, ma garantisce anche che i bisogni della società siano soddisfatti. Sforzi come questo contribuiranno a ridurre le disuguaglianze, a combattere il razzismo e i pregiudizi. Il Prolepsis Institute in Grecia sta lavorando per responsabilizzare i giovani Rom attraverso la promozione della salute, la prevenzione delle malattie e la protezione dei diritti umani.


Secondo la Commissione Europea, i Rom costituiscono il più grande gruppo di minoranza etnica in Europa, costituendo senza dubbio uno dei gruppi di popolazione più vulnerabili nella regione europea. L'aspettativa di vita tra i Rom è di 10 anni inferiore rispetto alla popolazione generale. I Rom sono sempre più colpiti da malattie trasmissibili e croniche. Si è scoperto che hanno una maggiore prevalenza di comportamenti dannosi per la salute, come il fumo e scelte alimentari malsane, che contribuiscono allo sviluppo di malattie croniche. Le barriere nell'accesso all'assistenza sanitaria aggravano ulteriormente il problema. Il mantenimento e la promozione della salute è un fattore decisivo di inclusione sociale e progresso per ogni giovane donna, in particolare per le giovani donne Rom. Ogni sforzo in questa direzione riduce le disuguaglianze e combatte il razzismo.


Potenziare le comunità Inoltre, la società rom è fortemente patriarcale. Questo può creare problemi significativi per le donne rom che già affrontano stigmatizzazione e discriminazione. Dal punto di vista culturale, le donne rom tipicamente si sposano molto presto (i matrimoni minorili tradizionali e non ufficiali di età inferiore ai 15 anni sono spesso forzati), hanno molte gravidanze e danno alla luce molti bambini. Inoltre, hanno la responsabilità di sostenere e mantenere una casa e/o una baracca. Strutture di base come l'elettricità e l'acqua corrente - servizi che sono comunemente accessibili per la maggior parte della popolazione greca - potrebbero non essere accessibili a molti di questa comunità. Nel gennaio 2022 il Prolepsis Institute - un'organizzazione senza scopo di lucro di diritto civile in Grecia - ha deciso di compiere un passo importante verso l'eliminazione di tali disuguaglianze attraverso l'iniziativa "Empowering Young Rom Women in issues of health, prevention and human rights: a new methodological approach .” Lo scopo di questo intervento è di responsabilizzare le donne Rom, così come le organizzazioni che lavorano con le popolazioni Rom, per affrontare atteggiamenti e abitudini comuni che possono avere un impatto negativo sulla salute dei Rom e per implementare attività di promozione della salute e dei diritti umani. L'iniziativa si è aperta con una revisione della letteratura che ha evidenziato ulteriormente la necessità di un tale intervento. Una serie di studi sia qualitativi che quantitativi per meglio esplorare i bisogni e le caratteristiche distintive delle donne Rom, in termini di salute e prevenzione (abitudini personali e alimentari, prevenzione delle malattie ginecologiche e vaccinazioni), diritti umani, violenza domestica, salute mentale, e ne seguì l'esclusione sociale.


La creazione di una solida base per promuovere la buona salute e il benessere avviene creando relazioni, implementando chiari canali di sensibilizzazione e avendo un forte apprezzamento culturale per le popolazioni svantaggiate.


Il mantenimento e la promozione della salute sono un fattore decisivo di inclusione sociale e progresso per ogni giovane donna, in particolare per le giovani donne Rom. Ogni sforzo in questa direzione riduce le disuguaglianze e combatte il razzismo.


 


 


 


Rompere lo stigma: il movimento Men's Shed

In uno studio primario condotto dalla Commissione europea, oltre il 20% degli intervistati in Irlanda ha riferito di sentirsi solo, il livello più alto in Europa. La paura della solitudine è molto più di una brutta sensazione, può essere catastrofica per la  salute e il benessere. Quando si tratta di parlare di benessere mentale, gli uomini affrontano le pressioni di genere della società per "indossare una faccia coraggiosa" e non parlare o cercare un aiuto professionale. Ma questo sta cambiando. Nell'aprile 2023, la presidenza svedese ha tenuto il primissimo incontro ad alto livello nell'Unione europea per discutere della solitudine per comprendere meglio come la politica a livello dell'UE, nazionale e locale, potrebbe affrontare il problema. A livello locale, Men's Sheds - un'iniziativa di base che aiuta gli uomini a mantenere e migliorare il proprio benessere alle proprie condizioni e all'interno delle proprie comunità - sta adottando misure per offrire un luogo sicuro in cui gli uomini possano riunirsi e parlare insieme per rompere lo stigma.


A Men's Shed è un progetto basato sulla comunità in cui gli uomini si riuniscono per apprendere nuove abilità e costruire amicizie durature. Si incontrano per chiacchierare, per sedersi insieme e prendere una tazza di tè o caffè. Il Men's Shed Movement è nato in Australia negli anni '90 e si sta gradualmente diffondendo in tutto il mondo. I membri (altrimenti noti come "Shedders") si incontrano due volte a settimana e "si impegnano in attività come falegnameria, giardinaggio, lavoro di comunità e altro ancora.


 Impegnarsi in attività mirate all'interno di Men's Sheds gioca un ruolo fondamentale nel migliorare e mantenere la salute mentale. Le conversazioni sul benessere fungono da sottotono e scivolano fuori "accidentalmente". Impegnarsi in attività crea uno spazio rilassato per parlare.


Combattere i sentimenti di isolamento è fondamentale per prevenire la solitudine e mantenere il proprio benessere mentale, poiché l'isolamento può avere un effetto dannoso non solo sul proprio benessere mentale, ma anche emotivo e persino fisico.


Iniziative comunitarie come Men's Sheds sono efficaci nell'alleviare e prevenire la solitudine.


 


Indagine Soleterre: Più di un italiano su quattro ritiene peggiorata la sua salute psichica

La Fondazione Soleterre ha svolto un’indagine volta ad analizzare la percezione da parte della popolazione italiana della propria salute mentale e a verificare la conoscenza della misura del bonus psicologo messo a disposizione dal Governo.


 Il primo focus dell’indagine è centrato sul comprendere quanto gli italiani abbiano consapevolezza del proprio stato di benessere psicologico e la loro propensione alla psicoterapia. Ne emerge che:



  • il 12% degli italiani considera la propria salute mentale cattiva/pessima;

  • il 25% degli italiani afferma che la pandemia ha avuto ripercussioni negative sulla loro salute


mentale;



  • il 20% degli italiani ha avuto a che fare con la psicoterapia, per sé o per un familiare o per


entrambi;



  • il 67% di chi ha intrapreso un percorso di psicoterapia durante la pandemia ne faceva ricorso anche prima e il 93% di loro afferma che il percorso ha migliorato la propria salute mentale;

  • il 60% di chi non ha fatto ricorso alla psicoterapia, invece, afferma di non averne bisogno/stare bene così, il 23% crede di farcela da solo a superare ogni difficoltà, il 22% afferma di non usufruirne a causa dei costi proibitivi;

  • il costo medio percepito di una seduta di psicoterapia è pari a 79 euro.


 Il secondo focus dell’indagine ha voluto andare a fondo della misura del bonus psicologo:



  • il 62% degli italiani dichiara di avere sentito parlare del bonus psicologo;

  • il 28% di chi è a conoscenza del bonus psicologo afferma di conoscere anche il valore del


contributo economico previsto dalla misura;



  • il 75% degli italiani ritiene la misura molto/abbastanza utile;

  • il 14% degli intervistati conosce la modalità di accesso al bonus tramite INPS;

  • per il 44% degli italiani la procedura di accesso al bonus psicologo tramite il sito INPS sarà semplice;

  • il 24% degli italiani dichiara che ne usufruirà;

  • tra coloro che ne usufruiranno, il 60% lo farà per sé e il 33% sia per sé che per un familiare.


A Passo d'Uomo: Gruppo di cammino per persone con disagio psichico

Il progetto “A Passo D’Uomo” mira alla creazione di un Gruppo di Cammino formato da 30 persone con disagio psichico e 10 Operatori (Medici Psichiatri, Infermieri ed Educatori Professionali) con esperienze pregresse in questa attività che grazie alla conduzione da parte di Walking Leaders Qualificati Uisp realizzeranno un percorso a tappe sul territorio della Città Metropolitana di Torino. I partecipanti saranno affiancati da esperti di comunicazione, giornalisti, scrittori con esperienze nel mondo della Salute Mentale che contribuiranno a narrare attraverso diversi strumenti il percorso dell’iniziativa. 


La partecipazione all’iniziativa ‘aperta anche agli amici e famigliari degli utenti con disagio psichico che potranno così seguire il percorso insieme ai propri congiunti.


L’obiettivo è quello di diffondere buone pratiche di salute e socializzazione anche al di fuori dei confini cittadini, coinvolgendo realtà e comunità che credono nell’importanza di promuovere il benessere mentale e la partecipazione attiva di persone con disagio psichico. A passo d’uomo | Il cammino per la vita – NEUTOPIA (neutopiablog.org)


Telefono Rosa: Report 2022

I femminicidi nel 2022 sono stati nuovamente superiori alle 100 unità (122): un numero in controtendenza rispetto al generale calo dei reati e in particolare degli omicidi.


Il  report porta la sua attenzione su moltissime altre questioni che restano gravissime ma che sono anche segnali inequivocabili (reati spia, come vengono definiti) nei confronti del rischio per le donne di essere uccise dal proprio partner o ex.


Settecentoottanta le donne accolte, 4.952 i contatti della sezione aiuto on line, e-mail e social. Nel 26,66% dei casi, si tratta di ragazze sotto i 16 anni o appartenenti alla fascia di età dai 16 ai 29 anni: si confermano quindi i dati secondo i quali la violenza maschile incide sempre più precocemente nella vita delle donne.


 Il 71% delle donne accolte sono italiane, il 29% straniere, la maggior parte delle quali proviene da paesi extra-UE.


Trecentotrenta le donne vittime di violenza fisica, 345 di violenza verbale e minacce, 79 di violenza sessuale e 157 da altre forme di violenza sessuale, quali molestie, in presenza oppure on line, revenge porn, obbligo di prestazioni sessuali umilianti o degradanti. Sempre superiore al 50% il livello di rischio alto o altissimo di ulteriori forme di violenza per le donne che ricorrono all’associazione del Telefono Rosa, dove altre forme di violenza sono rappresentate dalle 167 donne vittime di stalking o cyberstalking, 554 offese da violenza psicologica, 240 vittime di violenza economica.


Per il 55,72% dei figli è stata rilevata violenza assistita, mentre il 27,86% subisce anche violenza diretta.


Da alcuni anni si assiste a un continuo aggravamento delle diverse forme di violenza, con altissimi costi sanitari e sociali per le donne offese dalla violenza maschile. Risultano infatti 135 una sola volta, e 27 più di una volta, gli accessi al pronto soccorso, mentre sono 46 le donne ricoverate in ospedale per una volta e 5 quelle ricoverate più di una volta.


 Il ruoo dei centri antiviolenza e del Telefono Rosa Piemonte in particolare è cruciale nel contrasto alla violenza maschile; lo sono anche le diverse iniziative di formazione rivolte ai giovani, sia a livello scolastico sia nei confronti delle aggregazioni alle quali partecipano (istituzionali o più informali, come le associazioni).


Le criticità sono ancora tantissime: i tempi e le modalità di applicazione delle tutele legali, per esempio. Le leggi potrebbero essere sufficienti, la loro applicazione è però molto meno sicura. Mancano ancora competenze specifiche nel mondo sanitario, scolastico ed educativo in generale, nelle stesse forze dell’ordine, anche se le formazioni loro dedicate si stanno moltiplicando. Manca la cultura diffusa.


Di sicuro, è da rilevare una opinione pubblica piuttosto assente, con pregiudizi e stereotipi che ancora condizionano la vita stessa delle donne: vergogna, stigma e solitudine sono probabilmente gli ostacoli che si incontrano più frequentemente nelle donne vittime di violenza. (Dal comunicato stampa del Telefono Rosa)


 


Unione europea: un nuovo approccio globale alla salute mentale

L’Unione Europea ha individuato alcuni elementi chiave per affrontare i problemi di salute mentale. L'azione dell'UE nel settore della salute mentale si concentrerà su tre principi guida:



  • una prevenzione adeguata ed efficace

  • l'accesso all'assistenza e a cure sanitarie per la salute mentale di alta qualità e a prezzi sostenibili

  • il reinserimento nella società in seguito alla ripresa.


e azioni concrete verteranno su un ampio spettro di ambiti di intervento e comprenderanno sforzi volti a:



  • promuovere una buona salute mentale attraverso la prevenzione e l'individuazione precoce, anche mediante un'iniziativa europea per la prevenzione della depressione e dei suicidi, un codice europeo per la salute mentale e un rafforzamento della ricerca sulla salute del cervello;

  • investire nella formazione e nello sviluppo di capacità che rafforzino la salute mentale in tutte le politiche e migliorino l'accesso alle cure e all'assistenza. Sono previsti tra l'altro programmi di formazione e di scambio per gli operatori e sostegno tecnico alle riforme in materia di salute mentale a livello nazionale;

  • garantire una buona salute mentale sul luogo di lavoro sensibilizzando sul tema e migliorando la prevenzione. Ciò avverrà ad esempio attraverso campagne di sensibilizzazione in tutta l'UE organizzate dall'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e una possibile futura iniziativa dell'UE sui rischi psicosociali nel luogo di lavoro;

  • proteggere i bambini e i giovani durante gli anni più vulnerabili e formativi, in un contesto di pressioni e sfide crescenti. Esempi di misure sono una rete per la salute mentale dei bambini e dei giovani, un kit di strumenti di prevenzione per i bambini, volto ad affrontare i principali determinanti della salute mentale e fisica, e una migliore protezione online e sui social media;

  • rivolgere l'attenzione ai gruppi vulnerabili fornendo un sostegno mirato a chi ne ha più bisogno, come gli anziani, le persone in situazioni economiche o sociali difficili e le popolazioni di migranti/rifugiati. Riceveranno speciale attenzione anche le popolazioni colpite da conflitti, compresi gli sfollati (in particolare i minori) provenienti dall'Ucraina e i bambini in Ucraina che hanno subito il trauma della guerra;

  • dare l'esempio a livello internazionale sensibilizzando e fornendo un sostegno di qualità per la salute mentale nelle emergenze umanitarie.


 


Allattamento e salute mentale. Le Raccomandazioni del Tas e di Unicef Italia

Il documento è stato ideato dal Tavolo Tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’Allattamento del Ministero della Salute (Tas) e dall’Unicef Italia, con il contributo di Società Italiana di Psichiatria (Sip), Società Italiana di Neurologia (Sin), Lega Italiana contro l’Epilessia (Lice), Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia), Ordine Psicologi del Lazio, e condiviso dall’Associazione Epilessia, Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), Fondazione Onda e Vivere Onlus.


L’obiettivo è di fornire un’informazione corretta, supportata da basi scientifiche sulla salute mentale della donna durante l’allattamento. L’allattamento, secondo gli esperti, non costituisce la semplice somministrazione di un alimento adatto al bambino, ma offre un’ampia gamma di effetti psicologici positivi ed un’opportunità per facilitare e rafforzare la consapevolezza materna sui propri bisogni e su quelli del bambino.


Come si evidenzia nel Documento, la presenza di un disagio o di una malattia neurologica o psichiatrica non rappresenta a priori una controindicazione ad allattare, anche se può rivelarsi un ostacolo.


Riconoscere nel periodo perinatale e postnatale nel genitore un significativo disagio mentale e distinguerlo dalle preoccupazioni di tutti i giorni non è facile né per gli operatori né per le donne, che possono sottovalutare il proprio sentire o provare vergogna. Il documento elenca quindi i sintomi che denotano uno stato mentale di disagio. Il documento ha predisposto anche alcuni focus specifici su alcune malattie neurologiche.


UNICEF: "21 segnali che dovresti prenderti cura della tua salute psicologica e mentale"

Guidapsicologi (sito specializzato) ed UNICEF uniscono le loro forze per sensibilizzare e per aiutare le persone a migliorare la loro comprensione della salute mentale. È stato infatti lanciato il decalogo "21 segnali che dovresti prenderti cura della tua salute psicologica e mentale": un elenco di alcuni dei più comuni segnali di disagio psicologico o difficoltà di salute mentale che andrebbero presi sul serio.


Correlazione fra violenza di genere e abuso di alcol

Il consumo problematico di alcol aumenta il rischio di compiere atti di violenza o di esserne vittima. Gli uomini che partecipano a programmi educativi contro la violenza domestica presentano spesso, oltre al problema della violenza, anche quello dell’alcol. Circa la metà delle donne vittime di violenza riferiscono di un consumo problematico di alcol all’interno della coppia, anche se solitamente chi abusa di alcol è l’uomo. Essere sotto l'effetto dell'alcol si intreccia con una gamma di altri fattori di contesto che contribuiscono a influenzare la perpetrazione della violenza.


L'innovazione nell'assistenza psichiatrica: una mappa delle esperienze nel mondo

Un recente articolo di Benedetto Saraceno, Segretario Generale del Lisbon Institute of Global Mental Health, pubblicato su Salute Internazionale di aprile 2023, delinea una mappa delle esperienze di riforma dell' assistenza psichiatrica nel mondo. La mappa è un tentativo di prima ricognizione, articolata in 5 aree, relative a nazioni, regioni o singole città, ispirate dalla riforma basagliana, e ogni area è contrassegnata da una "bandierina" di un diverso colore:



  • servizi di salute mentale virtuosi e innovativi (bandierina rossa) - per l'Italia vengono evidenziate un paio di esperienze attive in Lombardia (ad es.Dipartimento di salute mentale di Franciacorta), in Emilia-Romagna (Bologna), in Toscana (Arezzo), in Umbria (Perugia), nel Molise (Termoli), in Campania, Puglia e in Sicilia (ricordiamo la avanzatissima esperienza dei servizi di Caltagirone)

  • iniziative locali (bandierina verde), che hanno determinato la configurazione di modelli di assistenza psichiatrica antistituzionale con proprie caratteristiche specifiche (a Birmingham, Regno Unito, esperienza di de-istituzionalizzazione e pratiche di intervento domiciliare in caso di crisi psichiatrica; in Irlanda, Monaghan and Cavan Mental Health Services)

  • politiche di salute mentale innovative (bandierina gialla) e ispirate alla necessità del superamento del manicomio e alla costruzione di reti di servizi di salute mentale nella comunità (politiche a volte anche corredate da apparati legislativi specifici), tra cui in Cile la rete di primary health care e di servizi di salute mentale nella comunità capaci di azioni efficaci sulla salute mentale della popolazione, dove però permangono le vecchie istituzioni psichiatriche; in Libano, un' équipe di salute mentale del ministero della salute che si è dotata di un documento di policy fra i più innovativi della regione ma con una forte presenza frenante del settore ospedaliero privato; in Perù, è in atto una straordinaria rivoluzione culturale nel campo della salute mentale, con una fioritura di esperienze di salute mentale territoriale ma, ancora, con uno scarso impatto sui processi di deistituzionalizzazione.

  • esperienze di grande innovazione e totalmente indipendenti da influenze dei movimenti antistituzionali italiani e europei (bandierina viola), in particolare ciò accade in India, ove alcune realtà assistenziali sono decisamente innovative, centrate sia sulla umanizzazione radicale dei luoghi di cura sia sul forte radicamento nei territori: si tratta sempre di esperienze al di fuori del sistema sanitario pubblico, generalmente realizzate da organizzazioni filantropiche (charities)

  •  innumerevoli esperienze locali di assistenza psichiatrica e promozione della salute mentale nella comunità (bandierina azzurra), all’insegna della solidarietà, della integrazione sociale, dell’avviamento al lavoro, dello housing e della promozione dei diritti. Si tratta di esperienze spesso ispirate da un leader locale o da un gruppo di operatori pubblici o anche dal privato sociale che, in sinergia, costruiscono “micro eccellenze” locali in territori a volte anche molto piccoli. Le troviamo soprattutto in Africa (Sud Africa, Costa d’Avorio e Benin) ma anche in Asia (Nepal e Giappone). Sono tuttavia impossibili da conoscere tutte, da elencare, catalogare e descrivere


A conclusione di questa ipotesi di mappatura, Saraceno constata che anche laddove sono attivi servizi psichiatrici di qualità (ad esempio Nord Europa), permane il modello biomedico e il concetto di istituzioni totalizzanti, pur se riformate. 


 


Interventi basati sulla tecnologia e digitali contro la violenza del partner intimo

Un numero crescente di ricerche mostra l'efficacia degli interventi basati sulla tecnologia o digitali nel migliorare la salute e il benessere delle sopravvissute alla violenza da parte del partner (IPV). Inoltre, le comorbidità della salute mentale come ansia, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e depressione si verificano da tre a cinque volte più frequentemente nelle sopravvissute all'IPV, rendendo queste comorbilità obiettivi importanti degli interventi basati sulla tecnologia. Tuttavia, sta emergendo la ricerca sull'efficacia a lungo termine di questi interventi nel ridurre la vittimizzazione dell'IPV e gli effetti negativi sulla salute mentale sta emergendo. Questa metanalisi e revisione sistematica forniscono informazioni critiche da diversi studi randomizzati controllati (RCT) sull'impatto complessivo a breve e lungo termine degli interventi basati sulla tecnologia sulla salute e il benessere delle donne sopravvissute all'IPV.


L’obiettivo era di sintetizzare le prove attuali sugli effetti degli interventi basati sulla tecnologia o digitali sugli esiti di salute mentale (depressione, ansia e PTSD) e sugli esiti di vittimizzazione (abuso fisico, psicologico e sessuale) tra le sopravvissute all'IPV. Sono stati esaminati molteplici database tradizionali e grigi per gli studi pubblicati dal 2007 al 2021 e sono stati ammessi 64 studi e, Infine, 17 RCT sono stati conservati per la metanalisi.


I risultati sono promettenti ed evidenziano l'efficacia dell'intervento digitale di mitigazione dell'IPV come aggiunta (non sostitutiva) alle modalità tradizionali, utilizzando una strategia di risposta coordinata. I risultati contribuiscono all'attuale comprensione di "ciò che funziona" per promuovere la salute mentale, la sicurezza e il benessere delle sopravvissute .La ricerca futura potrebbe far progredire la scienza identificando gli ingredienti attivi dell'intervento, mappando i principi/meccanismi di azione dell'intervento, le migliori modalità di somministrazione, i livelli di dosaggio adeguati utilizzando il processo di corrispondenza dell'intensità del trattamento e le linee guida per aumentare la fattibilità e l'accettabilità.


 Emezue C, Chase JD, Udmuangpia T, Bloom TL. Technology-based and digital interventions for intimate partner violence: A systematic review and meta-analysis. Campbell Syst Rev. 2022 Aug 27;18(3):e1271. doi: 10.1002/cl2.1271. PMID: 36909881; PMCID: PMC9419475.


Ansia scolastica: come contrastarla

Il Progetto Itaca , https://progettoitaca.org/progetto/scuola/https://progettoitaca.org/progetto/scuola/ nell’ambito della Civil Week, ha deciso di dedicare un momento di riflessione sul difficile rapporto tra i giovani e la scuola, un luogo in cui sempre più spesso prevalgono ansia e frustrazione a discapito dell’accoglienza e della crescita emotiva ed intellettiva. 


Alcuni studenti e insegnanti di diversi istituti superiori milanesi, mediati da una psicologa clinica, hanno portato il proprio punto di vista sulle tensioni e le paure che ogni giorno si vivono sui banchi di scuola, tra gli studenti stessi ed i professori. E' emerso come, secondo i ragazzi e le ragazze, la pandemia abbia acuito fragilità e aggravato problematiche preesistenti, provocando un netto aumento di giovani in difficoltà nelle classi. Tra gli elementi di criticità individuati, fonte di ansia: l'assenza di dialogo, la spinta alla competizione, connessa con "il voto" considerato l'unico strumento di valutazione.


Il tema della salute mentale emerge sempre più come bisogno da affrontare all'interno delle classi, e questo è uno degli obiettivi del progetto ITACA scuola, che offre attività di prevenzione gratuite nelle classi degli ultimi due anni degli istituti superiori.


Emergenza salute mentale: in Italia un adolescente al giorno tenta il suicidio

Secondo l’OMS, nel mondo, il suicidio è la quarta causa di morte tra gli adolescenti . Dors ha già affrontato l’importante tema del suicidio in adolescenza in un precedente articolo: abbiamo reputato necessario un aggiornamento dei dati e delle evidenze, anche alla luce dell’emergenza creata dalla pandemia, che ha visto aumentare i segnali di disagio nei ragazzi e nelle ragazze, e più richieste di aiuto ai servizi di salute mentale.


Giovani, salute mentale e cultura

La relazione tra la Cultura e la Salute, così come rappresentata nel rapporto di sintesi sulle evidenze della salute n. 67 dell’OMS “Quali sono le evidenze che le arti migliorano la salute e il benessere?”, è alla base di un movimento globale. Nella pratica, tuttavia, è un mosaico frammentato di numerosi approcci, privi di un impegno comune e di una comunicazione efficace. Se, da una parte, è disponibile una gran mole di dati che riguardano progetti di piccole dimensioni, la quantità di ricerche accademiche che forniscono dati solidi è veramente limitata.
Per raccogliere spunti, esperienze e raccomandazioni su questo argomento da parte della società civile degli ambiti interessati in tutta Europa, la piattaforma di dialogo strutturato della Commissione Europea Voices of Culture ha invitato i delegati di 53 organizzazioni selezionate (con un bando aperto), da 23 Paesi, e afferenti ai settori della cultura, della
salute, dell'istruzione e dei servizi sociali a discutere di questo tema per due giorni, il 4 e 5 ottobre 2022, a Bruxelles.



L’argomento principale era una delle questioni più urgenti della nostra epoca: la salute mentale dei giovani. Come possono le arti e la cultura affrontare le diverse sfaccettature dei problemi psicologici dei giovani impegnati a misurarsi con le criticità del nostro tempo? L’obiettivo era quello di raccogliere evidenze circa l’efficacia delle arti e della cultura e formulare raccomandazioni per rafforzare il loro ruolo nel settore della Sanità Pubblica in Europa.



Divisi in cinque gruppi tematici, i partecipanti hanno osservato, da diverse angolazioni, le attività dei settori culturali e artistici rivolte al miglioramento della salute mentale dei giovani.
I punti chiave, le raccomandazioni e le conclusioni sono basati sul lavoro sul campo che fornisce le prove del potenziale di arte e cultura per la prevenzione e la promozione della salute (mentale) e, altresì, per la gestione e il trattamento delle malattie.



I risultati sono riportati nei cinque capitoli del rapporto. Viene presentata un’ampia panoramica di progetti di successo, che sono stati realizzati dai membri dei gruppi o dalle loro organizzazioni per i giovani e con i giovani e che hanno contribuito alla stabilizzazione della salute mentale dei ragazzi.



Tra i vari suggerimenti e le raccomandazioni per le politiche che i cinque gruppi hanno formulato, ritornano con frequenza i seguenti argomenti:



• È necessario uno sforzo concertato dei settori culturale, sanitario e sociale per accrescere la consapevolezza del ruolo delle arti sulla salute (mentale) dei giovani.
• La cultura e la partecipazione creativa devono essere facilmente accessibili e inclusive
per i giovani che fanno parte di minoranze.
• La Prescrizione Sociale, come intervento di cura primaria, potrebbe aiutare l’integrazione dell’arte nelle disposizioni in materia di salute pubblica.
• Gli interventi artistici rivolti ai giovani dovrebbero essere guidati dai giovani ed essere
co-progettati anche da loro.
• Gli interventi artistici dovrebbero essere trasversali e multidisciplinari, dalla pianificazione, all'attuazione alla valutazione.
• Gli scambi internazionali di esperienze e conoscenze sono indispensabili per costruire
solide basi su cui fondare la promozione del ruolo della cultura e dell’arte nella salute menta-
le dei giovani a livello locale, regionale e nazionale.


L'impatto delle arti e dell'Impegno culturale sulla salute

Il rapporto riassume i risultati di una serie di studi longitudinali condotti tra il 2017 e il 2022 che ha esaminato il rapporto tra l'impegno artistico e culturale e i risultati di salute e benessere, utilizzando studi di coorte nel Regno Unito e negli Stati Uniti.


Negli ultimi due decenni, c'è stato un crescente interesse da parte di professionisti della salute e delle arti, ricercatori e responsabili politici su come l'impegno con le arti possa influenzare la salute della popolazione.


La ricerca longitudinale ha dimostrato l’influenza delle arti e dell'impegno culturale sui risultati positivi di salute nel tempo. Ha dimostrato che i benefici delle arti per la salute non esistono solo attraverso gli interventi strettamente sanitari.


I benefici delle arti sulla salute iniziano già nell'infanzia e sono associati sia alla salute fisica sia alla salute mentale. In adolescenza i benefici riguardano ad esempio l’iperattività e la disattenzione, il disadattamento, la probabilità di criminalità, l’autocontrollo, il sostegno sociale percepito, la probabilità di uso di sostanze, l’attività fisica e altro ancora.


Negli adulti, arte e impegno culturale possono essere utilizzati per supportare la regolazione emotiva, migliorare il benessere e migliorare la salute mentale, compresa la riduzione del rischio di sviluppare problemi di salute mentale. Tra anziani, oltre che benefici psicologici, le arti hanno associazioni protettive contro il declino cognitivo, l'incidenza della demenza, e molteplici aspetti della salute fisica inclusa fragilità, dolore cronico e disabilità, così come percezioni migliori dell'invecchiamento. È associata anche la durata della vita; le persone culturalmente impegnate hanno  un minore rischio di mortalità.


Fancourt D, Bone JK, Bu F, Mak HW, Bradbury A. The Impact of Arts and Cultural Engagement on Population Health: Findings from Major Cohort Studies in the UK and USA 2017 –2022. London: UCL; 2023 March.


Survey dell'ISS sui baby-Hikikomori italiani

Lo studio 'Dipendenze comportamentali nella Generazione Z', realizzato dal Dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri e il Centro nazionale dipendenze e doping dell'ISS - Istituto superiore di sanità ha fotografato la realtà degli Hikikomori italiani, sempre più giovani.


Il fenomeno dell'isolamento sociale è stato indagato attraverso interviste realizzate nell'autunno del 2022, che hanno coinvolto più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 16 anni (scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio nazionale): l'1,8% di studenti di 11-13 anni e l'1,6% di 14-17enni hanno dichiarato di essersi isolati tutti i giorni negli ultimi 6 mesi. Sono le ragazze quelle che tendono maggiormente a isolarsi nella propria stanza, e l'età più critica risulta essere i 13 anni. E' stata anche indagata la relazione genitori - figli: è emerso che oltre il 72 % dei ragazzi di scuola media che presenta una "tendenza rischiosa" al ritiro sociale dichiara una difficoltà di comunicazione coi genitori; la percentuale sale a quasi 78 % nei ragazzi delle scuole superiori con la stessa tendenza.


 


Associazioni tra impegno artistico, solitudine e supporto sociale in adolescenza

L'Università di Londra (Dipartimento di Scienze Comportamentali e Salute) e l'Università della Florida (Centro per le Arti in Medicina) hanno realizzato uno studio trasversale e longitudinale di portata nazionale per indagare l'esistenza di una correlazione tra il coinvolgimento in attività artistiche e solitudine / supporto sociale durante l'adolescenza. 


Vi hanno partecipato più di 11.000 adolescenti di età compresa tra 11 e 21 anni, impegnati in attività di tipo artistico nel setting scuola (circolo di lettura, coro, gruppo teatrale, gruppo musicale, redazione di giornale scolastico, orchestra, cheerleading), per i quali sono stati rilevati il senso di solitudine e il supporto sociale percepito - da parte dei pari, ed effettuate analisi di tipo statistico.


I risultati non hanno evidenziato alcuna associazione con un conseguente o concomitante senso di solitudine; è stata rilevata l'associazione tra una o più attività artistiche school-based e un concomitante supporto sociale percepito, più alta (59%) rispetto ai ragazzi non coinvolti in attività artistiche - tale indice si riduceva (28%) un anno dopo.
Gli autori ipotizzano che questa associazione positiva con le attività artistiche extra-curriculari potrebbe essere spiegata dall'opportunità di creare amicizie, sviluppare un senso di comunità, impegnarsi socialmente; inoltre, suggeriscono di esplorare e comprendere meglio questa correlazione, al fine di individuare strategie per rinforzare i legami sociali durante l'adolescenza.


 Bone, J.K., Fancourt, D., Fluharty, M.E. et al. Cross-sectional and longitudinal associations between arts engagement, loneliness, and social support in adolescenceSoc Psychiatry Psychiatr Epidemiol (2022). https://doi.org/10.1007/s00127-022-02379-8


 


 


Isolamento e solitudine influiscono sulle capacità fisiche negli adulti

La condizione fisica è una componente fondamentale della salute, ma non è ancora chiara la sua relazione con l'isolamento e la solitudine.
Uno studio di coorte ha indagato la relazione tra solitudine, differenti aspetti dell'isolamento sociale, e le capacità fisiche di performance nel tempo: si tratta dell'English Longitudinale Study of Ageing che ha seguito quasi 9.000 persone over 50, con un follow up di 8 anni, effettuando 3 cicli di misurazioni - con scale validate - inerenti la performance fisica, la solitudine, l'isolamento in varie forme (isolamento tra le mura domestiche, il ritiro sociale, scarse relazioni sociali). Questi tre fattori sono risultati associati a una riduzione della capacità fisica di performance nel corso degli anni; la singola scarsità di relazioni sociali non è invece stata associata alla condizione fisica.
Gli autori concludono che la partecipazione a interazioni sociali significative influisce positivamente sulla performance fisica, e inevitabilmente rimanda a considerazioni sul possibile impatto delle misure di distanziamento fisico/socialedurante la pandemia di COVID-19.


 Philip, K.E.J., Polkey, M.I., Hopkinson, N.S. et al. Social isolation, loneliness and physical performance in older-adults: fixed effects analyses of a cohort study. Sci Rep 10, 13908 (2020). https://doi.org/10.1038/s41598-020-70483-3


 


 


Donne gravemente sfruttate. Il diritto di essere protagoniste

Il primo Rapporto di Slaves No More è teso a indagare da una prospettiva di genere il grave sfruttamento delle donne, sia lavorativo, sia sessuale, tenendo conto della letteratura
e delle ricerche esistenti.


Oggetto del rapporto, oltre a ogni forma di sfruttamento sul lavoro compreso il gap salariale, anche la prostituzione: da una ricerca su 200 siti web attivi in tutta Italia, sia sulla prostituzione indoor che annunci on line, il business è pari a 4,7 miliardi di euro. Il grave sfruttamento femminile comporta, inoltre, anche il passaggio da una forma di sfruttamento all'altra, da uno sessuale a uno lavorativo e viceversa.   


La produzione scientifica, seppur esistente e copiosa sul versante dello sfruttamento sessuale, appare estremamente ridotta sul versante dello sfruttamento lavorativo. Spesso vi si fa cenno nel contesto di riflessioni e linguaggi tutti al maschile, laddove lo sfruttamento femminile appare del tutto marginale. La donna lavoratrice viene quasi considerata in seconda posizione rispetto alla figura del lavoratore maschio e dunque in una collocazione subordinata. Slaves No More, con il presente Rapporto, intende esplorare questa dimensione, focalizzando l’attenzione sulle forme di sfruttamento – e spesso di grave sfruttamento – che coinvolgono le lavoratrici. Si tratta di un argomento di cui non si parla molto, eppure le donne sono sottoposte a forme vessatorie di sfruttamento in molti settori della produzione e della riproduzione sociale. Si tratta invece di indagare i meccanismi attraverso i quali, in modo intersezionale, le donne in generale, e in particolare le donne immigrate (circa 2.700.00 unità), subiscono fattori molteplici di vulnerabilità sociale. Tra questi si evidenzia lo scarso accesso alle risorse materiali e culturali, le discriminazioni multiple, le violenze subite in famiglia e/o durante il percorso migratorio, il debito contratto per emigrare ovvero preteso dai trafficanti per proseguire il viaggio, la provenienza etnica o nazionale o geografica, la necessità impellente di provvedere ai bisogni della famiglia. La vulnerabilità sociale derivante dall’intreccio di taluni o di tutti questi fattori può condurre le donne, e in particolare le donne immigrate, a subire le forme più gravi sfruttamento. (Dall'introduzione del Rapporto)


Le cause percepite di stress emotivo influenzano la capacità di chiedere aiuto negli adolescenti

Le attribuzioni causali (individuare le spiegazioni del proprio o dell’altrui comportamento, da cui dedurre e generalizzare le cause che sono alla base di specifiche azioni) e i comportamenti di richiesta di aiuto (help-seeking) sono fenomeni che non vengono indagati tra gli adolescenti, mentre è stato dimostrato che per gli adulti la percezione delle cause dei problemi/difficoltà influenza l'aderenza alla terapia e la capacità di chiedere aiuto.
Una revisione sistematica della letteratura e sintesi tematica qualitativa ha analizzato le cause percepite di stress emotivo da parte di adolescenti a elevato rischio di insorgenza di disturbi mentali e di adolescenti con sintomi clinici significativi, con l'obiettivo di: determinare sino a che punto le attribuzioni causali influiscono sulla capacità di chiedere aiuto; identificare potenziali differenze o analogie tra questi due gruppi.
Dei sei temi principali riguardanti le cause percepite, tre erano comuni a entrambi i gruppi: 1. percezioni differenti riguardo a fattori sociali sfidanti, 2. dinamiche familiari problematiche, 3. una causa complessa e multifattoriale. Degli altri tre temi, invece, i primi due caratterizzavano il gruppo ad alto rischio (4. ingiustizia e mancanza di possibilità di azione/agency e 5. preoccupazione per sè e per gli altri), e l'ultimo era presente esclusivamente nel gruppo clinico (6. strategie di coping riguardo a un disturbo mentale).


 Sono stati individuati altri quattro temi importanti inerenti alle attribuzioni causali e la richiesta/ricerca di aiuto: 7. cause e implicazioni dell'istinto di conservazione, 8. grado di conoscenza personale e comprensione delle cause, 9. livello di controllo percepito rispetto alla gestione della causa, 10. cause potenzialmente dannose nei confronti di altre persone.


 I risultati di questa review dimostrano che le cause percepite rispetto allo stress emotivo influenzano in maniera importante il comportamento di ricerca/richiesta di aiuto negli adolescenti, e aiutano a comprendere le probabili differenze tra gli adolescenti a rischio di insorgenza di un disturbo mentale e gli adolescenti con sintomi conclamati rispetto alle attribuzioni causali e ai conseguenti comportamenti di richiesta di aiuto. Inoltre, emergono indicazioni utili rispetto alle modalità di fornire supporto ai giovani a rischio di problemi di salute mentale. 


 O‘Neill, A., Humphrey, N. & Stapley, E. A Systematic Review of Qualitative Research Focusing on Emotional Distress Among Adolescents: Perceived Cause and Help-Seeking. Adolescent Res Rev (2023). https://doi.org/10.1007/s40894-022-00203-7


Violenza di genere; meno chiamate al 1522 nell'ultimo trimestre 2022

Secondo la rilevazione Istat pubblicata il 10 marzo 2023 c’è stata una diminuzione significativa delle chiamate al 1522 (numero di pubblica utilità per la violenza di genere e lo stalking. Si passa infatti da 11.337 chiamate a 9.877 del 2022 (-13%) nel quarto trimestre (raffrontato allo stesso periodo nel 2021). La diminuzione è più evidente per quanto concerne il contatto telefonico (-15.1%) e minima rispetto alla chat (-0,85%).


 Osservando la composizione percentuale delle chiamate per tipo di motivo, la richiesta di informazioni sul servizio 1522 rappresenta il 32,5% delle chiamate valide. Su questo valore pesa l’effetto della giornata del 25 novembre (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne), quando sotto la spinta dei mass-media e dei social l’utenza è risultata più sollecitata a rivolgersi al servizio per avere maggiori informazioni sulla attività fornite dal numero di pubblica utilità.


 Analizzando i tipi di violenze subite, il 63,5% delle vittime dichiara di averne subito più di un tipo. I dati continuano a confermare quanto analizzato finora; le violenze maggiormente riportate nel complesso sono le minacce (37,5%) e la violenza psicologica (35,7%). Se si considera, però, la violenza che spinge maggiormente le vittime a contattare il numero di pubblica utilità 1522, quella fisica (40,1%) risulta essere la prevalente.


Nel quarto trimestre 2022 nel 55% dei casi le vittime con figli dichiarano che i propri figli hanno assistito alla violenza e nel 15,3% l’hanno subita loro stessi. Questi dati evidenziano come la violenza assistita sia un fenomeno ancora molto diffuso.


Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita alle autorità competenti. Solo il 14,5% nel quarto trimestre 2022 ha infatti denunciato la violenza subita (399 vittime). Questo dato è peraltro in lieve diminuzione rispetto ai precedenti trimestri.


Le tavole messe a disposizione dall’Istat riportano informazioni su:



  • il profilo delle vittime che si rivolgono al servizio per regione,

  • la tempistica delle chiamate per giorno della settimana e per ora della giornata,

  • i luoghi principali in cui avviene l’atto violento, nonché sugli effetti da esso generati sia direttamente sulle vittime sia sui figli.


 


Salute mentale in ambiente lavorativo
Il POLICY BRIEF "Mental health at work" , redatto a settembre 2022 dall'OMS insieme all'ILO - International Labour Organization , evidenzia come il lavoro possa essere un fattore protettivo per la salute mentale ma anche una potenziale fonte di disagio, e sottolinea il diritto per tutti a un ambiente di lavoro "sano".


Il Policy Brief suggerisce azioni per proteggere e promuovere la salute mentale nel setting lavorativo e supportare i lavoratori con problemi mentali, e fornisce una cornice pragmatica per lo sviluppo delle Raccomandazioni contenute nelle Linee Guida sulla salute mentale in ambito lavorativo, prodotte dall'OMS nello stesso anno.

 

Mental health at work: policy brief. World Health Organization. 2022


La salute mentale in ambiente lavorativo: linee guida OMS

Le Linee guida dell'OMS sulla salute mentale in ambito lavorativo contengono delle raccomandazioni evidence-based per promuovere e fare prevenzione rispetto alla salute mentale dei lavoratori, e consentire alle persone con problemi mentali di rafforzarsi per poter partecipare alla vita lavorativa. Queste raccomandazioni riguardano interventi sull'organizzazione, sulla formazione dei manager e dei collaboratori, interventi di tipo individuale, modalità di rientro al lavoro e di conquista di un impiego. Le Linee guida sulla salute mentale nel setting lavorativo vogliono promuovere la realizzazione di interventi evidence-base per migliorare la salute mentale in tale contesto.


WHO guidelines on mental health at work. Geneva: World Health Organization; 2022


 


Violenza di genere: si può prevenire già a partire dai tre anni!

In occasione dell’8 Marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, DoRS ha letto e sintetizzato una revisione che aveva come obiettivo di identificare interventi e programmi efficaci per la prevenzione e il superamento della violenza di genere fin dai primi anni di vita, dai 3 ai 12 anni, in ambiente scolastico.


Effetti del cambiamento climatico sulla salute mentale

L'Osservatorio Europeo del Clima e della Salute (The European Climate and Health Observatory) mira a sostenere l'Europa nella preparazione e nell'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute umana, fornendo accesso a informazioni e strumenti pertinenti. Sul sito dell’Osservatorio sono pubblicati documenti, dati statistici e report inerenti al rapporto fra cambiamento climatico e salute. DoRS ha letto e sintetizzato per voi quelli riferiti al rapporto con la salute mentale.


Revisione sistematica della letteratura sulle risorse digitali per educare all'uguaglianza di genere

 La violenza e la discriminazione contro le donne sono gravi problemi che colpiscono la società odierna indipendentemente dalla cultura o dall'ambiente sociale. I programmi educativi e governativi che affrontano queste questioni di genere sono difficili da ampliare, insufficienti o, in alcuni casi, inesistenti. Le risorse digitali possono contribuire ad affrontare la discriminazione contro le donne e diverse iniziative tecnologiche sono in corso in tutto il mondo. I videogiochi e le risorse digitali hanno dimostrato la loro efficacia come strumenti per educare, prevenire e sensibilizzare sui problemi sociali. L’articolo presenta una revisione sistematica della letteratura di risorse digitali come videogiochi, app e simulazioni che affrontano questioni di genere tra cui violenza e stereotipi. Durante la revisione, sono state analizzate molteplici caratteristiche delle risorse trovate (strumenti di sviluppo, piattaforme, posizione, destinatari) in modo da classificare Lgli studi trovati. L'obiettivo principale della revisione è presentare lo stato delle risorse digitali incentrate sul genere, i loro studi di valutazione, comprese le metriche utilizzate e i campioni, nonché l'accettazione e l'impatto della loro applicazione. La maggior parte degli studi esaminati mirava ad aumentare la consapevolezza sulla violenza di genere utilizzando giochi seri rivolti agli adolescenti. Per le risorse valutate, sono stati comunemente utilizzati questionari pre-post. Tuttavia, molti dei progetti esaminati non disponevano di studi di valutazione o le risorse non erano apertamente disponibili, limitando così la loro massiccia applicazione e il loro potenziale impatto sulla società. I risultati forniscono un punto di partenza per comprendere meglio il ruolo delle risorse digitali nell'aumentare la consapevolezza sulle questioni di genere, evidenziando i loro limiti attuali e fornendo raccomandazioni per la ricerca futura nelle risorse digitali basate sul genere.


Yañez, A.G.B., Alonso-Fernández, C. & Fernández-Manjón, B. Systematic literature review of digital resources to educate on gender equality. Educ Inf Technol (2023). https://doi.org/10.1007/s10639-022-11574-8


Analisi della localizzazione e distribuzione territoriale delle donne anziane vittime di violenza di genere

Poco si sa di abusi e violenze sulle donne anziane, così come di strategie di prevenzione e intervento. Vengono presentati i risultati di un'indagine che ha come obiettivo l'elaborazione della Mappa di Localizzazione delle donne anziane vittime di violenza di genere, analizzando la loro distribuzione territoriale nel caso specifico della Comunità Autonoma della Galizia, Spagna, e il suo rapporto con i fattori ambientali, sociali, e variabili territoriali. I risultati della ricerca sull'ubicazione e la distribuzione dei tassi di donne anziane vittime di violenza di genere mostrano la sua relazione diretta con la bassa densità demografica, l'invecchiamento e la dipendenza, che è associata alle persone disabili. La mappatura risultante può facilitare la pianificazione territoriale dei servizi socio-sanitari rivolti alle donne anziane nelle zone rurali. La classificazione consente di delimitare a livello territoriale le aree di intervento, differenziando i comuni a maggiore e minore prevalenza.


Ferrás, C.; Ginzo Villamayor, M.J.; García, Y. Analysis of Location and Spatial Distribution of Elderly Women Victims of Gender Violence. Soc. Sci. 2023, 12, 72. https://doi.org/10.3390/socsci12020072


 


Giovani, Salute Mentale e Cultura




Voices of Culture è una "piattaforma di dialogo strutturato" che vuole favorire il confronto tra i rappresentanti nazionali del settore culturale e la Commissione EU al fine di ragionare sull'impatto della cultura e delle arti su salute e benessere. I suoi partecipanti si riuniscono periodicamente su tematiche specifiche per condividere buone prassi e produrre documenti politici e strumenti operativi da proporre agli Stati membri. 


A ottobre 2022 è stato organizzato un evento che prevedeva un brainstorming per la raccolta di suggerimenti, esperienze, evidenze a livello europeo sul tema della salute mentale dei giovani.


Il focus era: come possono le arti e la cultura aiutare i giovani, soprattutto in questi periodi di crisi?


L'obiettivo principale era: produrre delle Raccomandazioni per aumentare la partecipazione e il contributo del settore culturale-artistico alla promozione della salute dei giovani in Europa.



Ne è derivato un Report, pubblicato a gennaio 2023, che fornisce le evidenze sul potenziale preventivo e terapeutico delle attività culturali rispetto alla salute e al benessere.


Il Report è articolato in 5 capitoli, contenenti una panoramica dei progetti "di  successo" (buone pratiche) realizzati da organizzazioni ed enti di vari Paesi, approfonditi dal punto di vista metodologico del processo e dei risultati, per i quali è stato valutato l'impatto positivo sulla salute mentale dei giovani.


 






Associazione tra stile di vita sano e declino della memoria negli anziani

L’obiettivo dello studio / progetto è stato identificare un profilo di stile di vita ottimale per proteggere dalla perdita di memoria negli individui più anziani. I partecipanti erano provenienti da aree rappresentative del nord, del sud e dell'ovest della Cina ed erano soggetti di età pari o superiore a 60 anni con cognizione normale e sottoposti a genotipizzazione dell'apolipoproteina E (APOE) al basale nel 2009. I partecipanti sono stati seguiti fino alla morte, all'interruzione o al 26 dicembre 2019. Sono stati valutati sei fattori di stile di vita sano: una dieta sana (aderenza all'assunzione raccomandata di almeno 7 dei 12 alimenti idonei), esercizio fisico regolare (≥150 min di intensità moderata o ≥75 min di intensità vigorosa, a settimana), contatto sociale attivo (≥due volte a settimana), attività cognitiva attiva (≥due volte a settimana), mai o precedentemente fumato e mai bere alcolici. I partecipanti sono stati classificati nel gruppo favorevole se avevano da quattro a sei fattori di stile di vita sano, nel gruppo medio per due o tre fattori e nel gruppo sfavorevole per zero a un fattore. La funzione della memoria è stata valutata utilizzando il test di apprendimento verbale uditivo dell'Organizzazione mondiale della sanità/Università della California-Los Angeles e la cognizione globale è stata valutata tramite il Mini-Mental State Examination. Sono stati utilizzati modelli misti lineari per esplorare l'impatto dei fattori dello stile di vita sulla memoria nel campione di studio. Sono stati inclusi 29 072 partecipanti (età media di 72,23 anni; il 48,54% (n=14 113) erano donne; e il 20,43% (n=5939) erano portatori di APOE ε4). Durante il periodo di follow-up di 10 anni (2009-19), i partecipanti del gruppo favorevole hanno avuto un declino della memoria più lento rispetto a quelli del gruppo sfavorevole . In conclusione uno stile di vita sano è associato a un declino della memoria più lento, anche in presenza dell'apolipoproteina E (APOE). Questo studio potrebbe offrire informazioni importanti per proteggere gli anziani dal declino della memoria.


Jia J, Zhao T, Liu Z, Liang Y, Li F, Li Y et al. Association between healthy lifestyle and memory decline in older adults: 10 year, population based, prospective cohort study doi:10.1136/bmj-2022-072691

 


Violenza del partner intimo (IPV) ed efficacia degli interventi di micro-credito

Si stima che il 27% delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni abbia subito violenza da parte del partner (IPV) nel corso della propria vita. Si ritiene che la povertà sia una delle principali cause dell'IPV e che i programmi di empowerment economico possano ridurre la violenza.


La revisione aveva come domanda di ricerca se gli interventi di microcredito siano associati a una riduzione della violenza da parte del partner. La revisione sistematica e metanalisi comprende 10 studi clinici randomizzati con 16136 partecipanti (il 98% erano donne, con un'età media di 28,9 anni. Ha identificato riduzioni statisticamente significative della violenza psicologica ed emotiva da parte del partner, dei comportamenti di controllo e della violenza sessuale associati agli interventi di microcredito. Rispetto a nessun intervento, la partecipazione alla microfinanza è stata associata a tassi più bassi di violenza psicologica ed emotiva (SMD, 0,87; 95% CI, 0,80-0,95; I2 = 46%; alta certezza), violenza sessuale (SMD, 0,76; 95% CI , 0,63-0,90; I2 = 44%; bassa certezza) e comportamenti di controllo (SMD, 0,82; 95% CI, 0,74-0,92; I2 = 54%; alta certezza). Non c'era alcuna associazione significativa con la violenza fisica (SMD, 0,89; 95% CI, 0,76-1,04; certezza molto bassa). In conclusione, la  revisione ha riscontrato una riduzione dell'esposizione all'IPV psicologico ed emotivo, nonché comportamenti di controllo tra i partecipanti che ricevono interventi di microfinanza, con prove di alta certezza. È necessario un ulteriore lavoro per valutare quali tipi di interventi di microfinanza siano più efficaci nel ridurre le varie forme di IPV.


Allan-Blitz L, Olson R, Tran Q. Assessment of Microfinance Interventions and Intimate Partner Violence: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Netw Open. 2023;6(1):e2253552. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.53552


Colloqui sicuri con le sopravvissute alla violenza contro donne e ragazze

Uno dei principi alla base dell'erogazione di tutti i servizi essenziali e del coordinamento di tali servizi è l'"approccio centrato sulla sopravvissuta", che pone i diritti umani, i bisogni e i desideri delle donne e delle ragazze sopravvissute, al centro dell'erogazione dei servizi. Una sfida chiave affrontata da molti enti che lavorano per porre fine alla violenza contro le donne è garantire che le voci e gli input delle sopravvissute siano incorporati nelle politiche, nelle pratiche e nelle procedure di risposta. Le sopravvissute hanno esigenze diverse e affrontano rischi diversi. Non tutte le donne e le ragazze subiscono violenza allo stesso modo. Un intervento efficace tiene conto della realtà e delle loro circostanze uniche, affronta i bisogni individuali e riduce il rischio di ulteriori danni e sofferenze. UN Women, insieme a Global Rights for Women, ha sviluppato "Colloqui sicuri con le sopravvissute alla violenza contro donne e ragazze", che ha lo scopo di fornire misure pratiche, misure di sicurezza e azioni che le agenzie governative, la società civile e le organizzazioni di sopravvissute possono adottare. La guida ha lo scopo di aiutare i responsabili politici a sviluppare programmi incentrati sulle sopravvissute per porre fine alla violenza contro donne e ragazze,  comprese quelle che sono a maggior rischio di subire violenze e discriminazioni. È applicabile alla programmazione in tutti i settori della sanità, della giustizia, della polizia e dei servizi sociali, nonché al coordinamento di questi settori, e contribuirà a migliorare lo standard e la fornitura di servizi essenziali per le donne e le ragazze che hanno subito violenza.


UN Women. Safe Consultations with Survivors of Violence against Women and Girls, 2022


Uccisioni legate al genere di donne e ragazze: migliorare i dati per migliorare le risposte al femminicidio

Le prove disponibili mostrano che i progressi nella prevenzione degli omicidi di donne e ragazze legati al genere sono stati troppo scarsi. È necessaria un'azione concertata e urgente per migliorare la base di conoscenze e rafforzare le risposte agli omicidi di genere e ad altre forme di violenza di genere contro donne e ragazze.. Migliorando la comprensione di tutti i tipi di uccisioni di donne e ragazze legate al genere, possiamo rafforzare la prevenzione e migliorare le risposte. Il documento presenta raccomandazioni politiche per sostenere approcci globali e multisettoriali per prevenire e affrontare gli omicidi legati al genere e altre forme di violenza di genere contro donne e ragazze. Questi omicidi non sono inevitabili. Possono e devono essere prevenuti, attraverso interventi precoci e partenariati multilaterali e multisettoriali.


Gender-related killings of women and girls (femicide/feminicide) United Nations Office on Drugs and Crime, 2022


 


L’isolamento sociale: un importante fattore di rischio per la salute  

Negli ultimi anni, le ricerche sulla disconnessione sociale, fenomeno che comprende l'isolamento sociale e la solitudine, hanno consentito di identificare il suo impatto sulla salute, paragonabile a comportamenti inerenti la dieta e l’attività fisica, e dannoso al pari di fattori quali il fumo e il consumo di alcol. Alcuni enti di ricerca del sistema sanitario statunitense hanno recentemente lanciato un invito all’azione – Call to Action - a livello mondiale. DoRS ha approfondito il tema.


Salute Mentale: l'’appello alle istituzioni di 91 Direttori dei Dipartimenti

"Le condizioni drammatiche nelle quali stiamo sempre più scivolando consentono ai Dipartimenti di Salute Mentale di erogare ormai con estrema difficoltà le prestazioni che, invece, dovrebbero essere garantite dai Lea. Una situazione che si è aggravata con la pandemia e con le problematiche sociali ed economiche. C’è bisogno di iniziative concrete ed immediate per ricucire la rete pubblica dei DSM, sempre più sfilacciata, anche con un rilancio al loro interno dei percorsi psicologico-psicoterapeutici, per realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali"


In una lettera inviata al presidente della Repubblica, a Governo, Parlamento e Regioni, i Direttori dei Dsm chiedono di avviare un percorso concreto vincolando risorse definite per i servizi pubblici dei DSM, consentendo alle Regioni di attuare fin dal 2023 un piano straordinario di assunzioni, secondo gli standard per l’assistenza territoriale dei servizi di salute mentale definiti dall'Agenas.









 

 


La pandemia COVID-19: implicazioni per la salute mentale materna e lo sviluppo della prima infanzia

Le donne sono particolarmente sensibili ai problemi di salute mentale durante il periodo perinatale. Con l'inizio della pandemia di COVID-19 nel 2020, è stata sollevata molta preoccupazione per l'impatto che l'isolamento, l'incertezza, il dolore, la perdita e lo sconvolgimento economico associati avrebbero avuto sulla salute mentale. Le donne hanno subito una quantità sproporzionata di stress ambientale durante questo periodo, compreso lo stress economico e le sfide associate all'essere lavoratori essenziali; i fattori di stress erano forse più diffusi nei gruppi di immigrati. Per le donne incinte durante il culmine della pandemia, è chiaro che lo stress, l'ansia e la depressione sono aumentati a causa dei cambiamenti nelle cure mediche e della diminuzione del sostegno sociale. È stato dimostrato che l'aumento delle sfide per la salute mentale nel periodo perinatale ha un impatto sulla salute socio-emotiva, cognitiva e comportamentale nei neonati e nei bambini, quindi le potenziali conseguenze dell'era COVID-19 sono grandi. Il documento discute questi potenziali impatti e descrive percorsi importanti per la ricerca futura.


Kerker BD, Willheim E, Weis JR. The COVID-19 Pandemic: Implications for Maternal Mental Health and Early Childhood Development. American Journal of Health Promotion. 2023;37(2):265-269.


Le esperienze traumatiche post pandemia causano disagi nelle madri

Uno studio statunitense ha indagato l'esistenza di una associazione tra i sintomi di stress traumatico post pandemia e le difficoltà maggiori riguardanti le strategie di coping e i cambiamenti nei comportamenti per la salute, sperimentate dalle mamme con bambini. Lo studio di coorte multicentrico si è svolto tra aprile 2020 e agosto 2021, nell'ambito dell'ECHO Program (Environmental influences on Child Health Outcomes), vi hanno partecipato quasi 12.000 donne provenienti da differenti background socio-economici ed etnici, ed è stata confermata tale correlazione.
I risultati suggeriscono la necessità di studi futuri per analizzare le complesse associazioni tra le conseguenze a lungo termine della pandemia di COVID-19 e i fattori socio-demografici, gli eventi di vita stressogeni, gli esiti sulla salute mentale. Coerentemente, i programmi politici per la salute mentale delle mamme in tempi di crisi, come è stata ad esempio la pandemia di COVID-19, dovrebbero prendere in considerazione la vasta e varia gamma e la "configurazione" delle difficoltà/disagi sperimentati, per orientare verso l'efficacia gli interventi di riduzione/mitigazione a lungo termine.


 Bastain TM, Knapp EA, Law A, et al. COVID-19 Pandemic Experiences and Symptoms of Pandemic-Associated Traumatic Stress Among Mothers in the US. JAMA Netw Open. 2022;5(12):e2247330. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.47330


Regolari pause "attive" riducono i problemi di salute legati alla sedentarietà

Secondo un recentissimo studio, interrompere il tempo passato seduti alla scrivania facendo una camminata di 5 minuti ogni mezz'ora è la pausa ottimale per migliorare il funzionamento cardio-metabolico e la salute mentale.


Si tratta di un piccolo studio randomizzato cross-over che aiuta a definire la soglia minima di movimento individuale per ridurre gli effetti nocivi dello stare troppo tempo seduti - sostengono gli autori, del Centro Medico dell'Università della Columbia (Center for Behavioral Cardiovascular HealthUniversity Medical Center, New York City).


Sono stati coinvolti 11 adulti di 40, 50 e 60 anni, e sono stati confrontati alcuni parametri di salute di coloro che restavano seduti per 8 ore senza interruzioni (gruppo di controllo) con quelli di chi nell'arco delle 8 ore di posizione seduta faceva una camminata di 1 o 5 minuti ogni mezz'ora o ogni ora (gruppo sperimentale). 


Una camminata "leggera" di 5 minuti dopo ogni mezz'ora abbassava il livello di glucosio post prandiale del 58% rispetto a chi restava seduto tutto il giorno, valore "comparabile alla riduzione provocata dall'iniezione di insulina o dai farmaci antidiabetici orali nei soggetti diabetici" .


I valori maggiori di riduzione della pressione arteriosa sistolica sono stati osservati dopo camminate di 1 minuto ogni 60 minuti, e di 5 minuti ogni 30 minuti - valori che secondo gli autori sono paragonabili a quelli che ci si aspetta in persone che hanno fatto esercizio fisico quotidiano per 6 mesi.



Il messaggio lanciato dagli autori è perciò: se hai un lavoro o uno stile di vita in cui devi star seduto per lungo tempo, ti suggeriamo di interrompere ogni mezz'ora e fare una camminata di 5 minuti; questo cambiamento può aiutarti a ridurre i rischi per la salute derivanti dallo stare troppo tempo seduti.


 Queste azioni costanti - necessarie per il corpo che ha bisogno di movimento regolare e continuo per funzionare al meglio - vengono definite "activity snack", ovvero "spuntini di attività fisica". 

 



Duran, Andrea T.1; Friel, Ciaran P.2; Serafini, Maria A.1; Ensari, Ipek3; Cheung, Ying Kuen4; Diaz, Keith M.1. Breaking Up Prolonged Sitting to Improve Cardiometabolic Risk: Dose-Response Analysis of a Randomized Cross-Over Trial. Medicine & Science in Sports & Exercise ():10.1249/MSS.0000000000003109, January 12, 2023. | DOI: 10.1249/MSS.0000000000003109

 

 


Il nuovo piano triennale anti-violenza della Regione Piemonte

La Giunta regionale, il 16 dicembre 2022, ha approvato il Piano triennale degli interventi per contrastare la violenza di genere 2022-2024. Il Piano è l'esito dell’attività di un sottogruppo di lavoro coordinato dalla Direzione Regionale Sanità e Welfare, nell’ambito del Coordinamento permanente regionale dei Centri antiviolenza, delle Case rifugio e del Centro esperto sanitario piemontese. 


Il Piano si è posto l’obiettivo di individuare le criticità e difficoltà incontrate dalle donne, dai nuclei e dai servizi operanti a livello territoriali, per farle diventare ambito di lavoro e di intervento, quali elementi prioritari di individuazione ed investimento di risorse per poter procedere con nuove azioni finalizzate a proseguire al contrasto della violenza contro le donne e dei loro figli e delle loro figlie minorenni. Il raggiungimento dell’uguaglianza di genere rappresenta un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne.


Interventi di attività fisica per alleviare i sintomi depressivi nei bambini e negli adolescenti

La depressione è il secondo disturbo mentale più diffuso tra i bambini e gli adolescenti, ma solo una piccola parte cerca o riceve un trattamento specifico per il disturbo. Gli interventi di attività fisica sono promettenti come approccio alternativo o aggiuntivo al trattamento clinico per la depressione.


La revisione sistematica e metanalisi ha incluso 21 studi che hanno coinvolto 2441 partecipanti. I risultati indicano che gli interventi di attività fisica sono stati associati a significative riduzioni dei sintomi depressivi rispetto alla condizione di controllo.


Le prove disponibili supportano gli interventi di attività fisica come approccio alternativo o aggiuntivo per alleviare i sintomi depressivi nei bambini e negli adolescenti, confermando l'influenza benefica dell'attività fisica sulla salute mentale delle popolazioni pediatriche.


Maggiori riduzioni dei sintomi depressivi sono state rilevate fra i partecipanti di età superiore ai 13 anni e con una diagnosi di malattia mentale e/o depressione. L'associazione con parametri di attività fisica come la frequenza, la durata e la supervisione delle sessioni rimane poco chiara e necessita di ulteriori indagini.


Recchia F, Bernal JDK, Fong DY, et al. Physical Activity Interventions to Alleviate Depressive Symptoms in Children and AdolescentsA Systematic Review and Meta-analysisJAMA Pediatr. Published online January 03, 2023. doi:10.1001/jamapediatrics.2022.5090