Incidentalità stradale: cambia il profilo degli infortunatia cura di C. Mamo, M. Dalmasso, S. Bianco - Servizio di Epidemiologia Asl TO3 Pubblicato il 17 Novembre 2013Aggiornato il 18 Marzo 2019DatiNelle scorse settimane sono stati resi disponibili aggiornamenti a livello nazionale e regionale sul fenomeno dell’incidentalità stradale. Mercoledì 6 novembre 2013 è stato pubblicato il rapporto annuale Istat /ACI sull’incidentalità stradale nel 2012, contenente i dati a livello nazionale. Giovedì 24 ottobre 2013, è stato presentato presso l’Assessorato regionale ai Trasporti all’interno del convegno "Sicurezza stradale in Piemonte: esperienze a confronto" il rapporto del Centro Regionale di monitoraggio relativo all’incidentalità di ambito regionale fino all’anno 2012. Le principali considerazioni sull’evoluzione dell’incidentalità stradale risultano le seguenti: • nel 2012 il Piemonte ha raggiunto, pur con due anni di ritardo, l’obiettivo posto dall’Unione europea di dimezzamento del numero di vittime a partire dal 2001. Le morti sono state 284 rispetto alle 563 del 2001. Anche il numero di incidenti (12.154 rispetto a 16.953) e feriti (17.559 rispetto a 25.072) risulta in diminuzione; • il dimezzamento del numero delle vittime è un risultato importante, anche in considerazione delle evoluzioni dei comportamenti della mobilità: da un lato il parco veicoli circolanti ha continuato a crescere (+12,3% nel Nord Ovest dal 2001 al 2011) a fronte però, a partire dal 2008, di una riduzione in Italia del 24% del numero di km percorsi e del 17% degli spostamenti complessivi. • nel contesto di generale riduzione dell’incidentalità stradale, le utenze deboli (pedoni, ciclisti, motociclisti) rappresentano un ambito che ha registrato un andamento meno favorevole, acquisendo progressivo peso sul totale delle vittime dell’incidentalità e quindi rilievo per le politiche di prevenzione. • per i pedoni, il numero di incidenti e feriti nell’anno 2012 risulta superiore rispetto ai valori del 2001 ma il numero di morti decresce in modo sensibile (da 61 nel 2011 a 41 nel 2012). Per questa categoria, occorre sottolineare l’aumento della quota di anziani tra le vittime;• anche tra i ciclisti si registra, fra gli anni 2001 e 2012, un aumento del numero di incidenti e feriti, a fronte di una sostanziale stabilità dei morti (da 27 a 26), con un conseguente aumento della proporzione rappresentata da questo tipo di utenza. Sarebbe però necessario correlare i dati sull’incidentalità con quello sull’utilizzo della bicicletta (la sensazione è che la mobilità con questa modalità sia in aumento), ma al momento questa informazione non è disponibile in modo preciso. • tra i motociclisti, nonostante la flessione rispetto al 2011, il trend di mortalità risulta in aumento (dai 47 decessi nel 2001 ai 62 nel 2012, pur con ampie variazioni annuali).• la modificazione del profilo dell’incidentalità stradale registrata nel decennio, si ripercuote con forza anche nella distribuzione degli infortunati per classi di età: La fascia di età dai 18 ai 29 anni registra fra il 2001 e il 2012 forti diminuzioni in tutti i principali indicatori (morti da 143 a 42, feriti da 9.042 a 4.612, incidenti da 9.163 a 4.936), mentre nella fascia di età oltre i 70 anni si osserva un peggioramento (morti da 73 a 83, feriti da 1.098 a 1.582, incidenti da 1.515 a 2.268).• anche i dati sull’impatto sanitario dell’incidentalità stradale relativi ai ricoveri ospedalieri, presentati dal Servizio sovrazonale di Epidemiologia - ASL TO3, evidenziano una profonda modificazione della distribuzione per età: il numero di ricoveri di uomini fino a 30 anni diminuisce, fra il 2001 ed il 2012, da 2.356 a 509, mentre aumenta da 157 a 187 fra gli uomini con 75 anni ed oltre. Anche nelle donne il fenomeno è analogo: si registra una diminuzione dei ricoveri nella fascia fino a 30 anni da 935 a 207 ed una contestuale stabilità (da 163 a 164) nella fascia con 75 anni ed oltre. In sostanza l’impatto sanitario è diminuito in modo notevole nell’ultimo decennio, ma la quota in termini relativi delle fasce di età anziane è cresciuta in modo rilevante. Le informazioni rese disponibili a livello nazionale e regionale permettono di esprimere soddisfazione relativamente al raggiungimento dell’obiettivo di dimezzamento del numero di morti per incidente stradale ma evidenziano alcune aree critiche su cui è necessario indirizzare gli interventi di prevenzione, in vista del perseguimento dei nuovi obiettivi previsti dall’Unione Europea, con un ulteriore dimezzamento del numero totale di vittime della strada tra il 2010 ed il 2020. TAG ARTICOLOINCIDENTI STRADALI; INFORTUNI; MORTALITA'; UTENTI DEBOLI;