Meno morti e meno incidenti sulle strade del Piemonte
a cura di S. Bianco, C. Mamo e M. Dalmasso, ASL TO3 Grugliasco, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia

Come è tradizione dal 2008, anche per il 2014 il Centro di Monitoraggio Regionale della Sicurezza Stradale (CMRSS) ha pubblicato il Rapporto annuale sull’incidentalità stradale in Piemonte, basato sui dati del 2013. Come per il decennio 2001-2010, anche per il 2011-2020 l’Unione Europea si pone l’obiettivo del dimezzamento delle vittime di incidenti stradali. Ricordiamo che il Piemonte aveva raggiunto il dimezzamento solo nel 2012, quando le morti scesero a 284 casi a fronte delle 563 del 2001.

Nel 2013 si conferma la riduzione della dimensione regionale del problema: i morti (259) sono stati l’8,8% in meno rispetto al 2012, mentre gli incidenti (11.252) sono diminuiti del 7,4% e i feriti (16.363) del 6,8%. Rispetto al 2010, la mortalità è calata del 21%, gli incidenti del 17% e i feriti del 18%.

Tuttavia, il tasso di mortalità da incidenti stradali del Piemonte (58 morti per milione di abitanti), si mantiene superiore al tasso nazionale (56) a sua volta già superiore a quello Europeo (51).

Questi sono i risultati salienti del rapporto:

 

  • è in aumento la mortalità giovanile, nonostante il trend in calo fino al 2012. Tra i giovani di età compresa tra i 22 e i 29 anni la mortalità aumenta del 47%, mentre il numero di feriti sale del 35%; 
     
  • nell'ultimo anno, la mortalità per gli utenti deboli si riduce del 22%. Tra i motociclisti, si rilevano 22 morti in meno rispetto al 2012 (-35%). mentre tra gli anziani la riduzione è del 24%;
     
  • l’incidentalità ha un impatto peggiore nelle province di Cuneo (con indici di mortalità[i] e lesività[ii] superiori alla media regionale), di Asti e Vercelli (con tassi di mortalità superiori alla media regionale);
     
  • le strade extraurbane restano di gran lunga le più pericolose. Mentre la media regionale conta 2,3 morti ogni 100 incidenti ed 1.4 sulle strade urbane, sulle strade provinciali e statali fuori dall'abitato la proporzione arriva a 5 morti ogni 100 sinistri; 
     
  • i sinistri nelle aree urbane (il 74% del totale) hanno un calo minore (-6% tra il 2012 e il 2013) rispetto a quelli su strade extraurbane (-11% sullo stesso periodo);
     
  • in generale, il 48% delle morti per incidente stradale coinvolge guidatori o passeggeri di autovetture, il 15% motociclisti, il 15% pedoni, il 9% ciclisti, il 5% mezzi pesanti e l’8% altre categorie. Gli utenti deboli sono particolarmente coinvolti in ambito urbano, dove i pedoni rappresentano il 30% delle vittime, i motociclisti il 16% ed i ciclisti il 13%, contro il 36% degli automobilisti;
     
  • il tipo di incidente più frequente è lo scontro frontale-laterale (3.800 casi nel 2013), seguito dal tamponamento e dagli investimenti pedonali. Seguono gli sbandamenti con fuoriuscita del mezzo, che pur rappresentando un minor numero di casi, sono quelli relativamente più pericolosi (51 morti in 1.167 incidenti);
  • diminuisce sensibilmente la mortalità per scontri frontali e frontali-laterali, ma aumenta quella per urti contro ostacoli.  
        

Il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia,  in occasione del convegno "Sicurezza stradale in Piemonte: esperienze a confronto" (24 ottobre 2013, Torino), aveva prodotto degli indicatori degli effetti sulla salute dell’incidentalità stradale,  tratti dalle principali fonti informative (Sistema 118, accessi al PS, ricoveri, schede di mortalità, infortuni sul lavoro,...) . E’ previsto a breve un aggiornamento degli indicatori fino al 2013.

 


[i] numero di morti ogni 100 incidenti

[ii] numero di feriti ogni 100 incidenti

 


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