La produzione di report evidence - based e il trasferimento di conoscenze per i professionisti di promozione della salutea cura di Paola Capra, DorsPubblicato il 17 Maggio 2012Aggiornato il 28 Ottobre 2016Modelli e strumentiMancanza di tempo, carenza di competenze per interpretare i risultati della ricerca scientifica, poca pratica con il linguaggio specialistico di studi randomizzati controllati e revisioni sistematiche: questi sono alcuni dei principali elementi che frenano i professionisti di promozione della salute dall’ applicare le evidenze tratte dalla letteratura alla loro pratica lavorativa quotidiana. I professionisti e gli operatori di promozione della salute, prima di utilizzare la ricerca nella propria attività professionale, vorrebbero assistere alla sperimentazione di nuovi approcci che siano facili e disponibili da emulare Gli stakeholder della promozione della salute suggeriscono l’istituzione di un’agenzia centrale, per esempio un dipartimento sanitario a livello statale, che dovrebbe diventare la principale struttura per il finanziamento, la raccolta, la sintesi e la promozione dei promettenti risultati tratti dalla ricerca scientifica, in un format che sia attraente, di interesse e di richiamo per i professionisti e gli operatori di promozione della salute. In Australia i professionisti di promozione della salute, impegnati all’interno di servizi sanitari di comunità, di cure primarie e di salute della donna sono entusiasti rispetto all’uso di risorse fondate sulle evidenze (evidence-based), per curare ed assistere nel modo più efficace i propri pazienti: tuttavia in pratica spesso sono i primi che queste risorse non le usano. In letteratura sono note e ben documentate le barriere che frenano la comprensione e il concreto utilizzo delle evidenze tratte dalla ricerca (tabella. 1) (Innvaer 2002, Mitton 2007, Jewell 2008) Barriere che ostacolano la comprensione e l’utilizzo di evidenze scientifiche ---------------------------------------------------------------------- Limiti di tempo Mancanza di competenze su come trasferire le evidenze alla pratica Dubbi rispetto alla trasferibilità delle evidenze da un contesto all’altro Sfiducia reciproca e mancanza di contatti personali tra ricercatori, decisori politici e professionisti Alto livello di mobilità nell’ambito dell’organizzazione e differente grado di sensibilizzazione nei confronti delle evidenze nei nuovi membri dello staff Difficoltà di interpretare un linguaggio molto tecnico e specialistico Scarsa qualità delle evidenze Risorse limitate tabella 1 Come rendere più “amichevoli” i prodotti della ricerca scientifica Lo studio Armstrong 2007, per capire i fattori che influenzano l’utilizzo dei risultati tratti dalla ricerca scientifica, da parte dei professionisti di promozione della salute, ha effettuato un’analisi di 6 report pubblicati dal 2000 al 2004 in Australia, dal Victorian Department of Human Services, su temi inerenti gli stili di vita (salute orale, salute degli adolescenti, prevenzione delle cadute, prevenzione degli incidenti nei bambini, immagine del corpo e comunità più sane rispetto a diabete e malattie cardiovascolari). Tutti questi documenti sono considerati fatti bene dal punto di vista dell’accuratezza e della completezza della ricerca, e sono stati prodotti per aiutare i professionisti a implementare nuove tecniche e strategie di promozione della salute. Il gruppo di ricercatori dello studio Armstrong ha avviato una consultazione sui 6 report, nella modalità di interviste e focus group, con circa 50 interlocutori, fra autori dei report, funzionari politici, agenzie di primo piano nella promozione della salute e professionisti di promozione della salute. In seguito il gruppo di ricerca ha effettuato una revisione dei 6 report, per determinare la rispondenza tra lo stile di presentazione delle informazioni contenute nei report e le preferenze espresse dai professionisti di promozione della salute durante la consultazione. I risultati dell’indagine condotta suggeriscono in modo chiaro le caratteristiche che un ideale documento di promozione della salute dovrebbe includere (cfr. tabella 2) Quali sono le caratteristiche che un report di promozione della salute fondato sulle evidenze dovrebbe avere, secondo l’opinione dei professionisti della promozione della salute ------------------------------------------------------------------------------- Riassunti brevi e chiari da affiancare al report completo Aggiornamenti per garantire la validità e l’attualità delle evidenze raccomandate Spiegazioni in linguaggio non scientifico su come utilizzare in modo efficace la risorsa nella pratica Casi studio per illustrare le strategie di pianificazione, implementazione e valutazione Una banca dati ricercabile di articoli e programmi individuati nel processo di revisione delle evidenze Particolare cura della fase di produzione, per garantire che i contenuti siano presentati in modo attraente e vivace Consultazione dei professionisti di promozione della salute in fase di sviluppo dei report e bozza di report definita insieme con i professionisti Presentazione di evidenze rispetto alla fase di implementazione e particolare attenzione alle minoranze e ai gruppi svantaggiati Report identificati come “guida per il professionista di promozione della salute”, con sezioni sulla pianificazione e la valutazione, che esplicitano i legami tra le evidenze scientifiche e le raccomandazioni per le politiche e le prassi Disseminazione attiva con l’ opportunità di esplorare la rilevanza a livello locale tabella 2 I professionisti apprezzano esempi dettagliati (di preferenza di ambito locale) su come altri hanno messo in pratica nuove tecniche e strategie e con che livello di successo. Le risorse sono giudicate più utili se suggeriscono nuovi approcci abbastanza facili da mettere in pratica, se sono aggiornate sulle novità della ricerca e se includono interessanti nuove idee e pratiche promettenti, non necessariamente valutate in termini di impatto o di risultati.Consigli in linguaggio non tecnico su come implementare nuove tecniche e strategie è un elemento importante per i professionisti di promozione della salute, come l’effetto di nuovi approcci su pazienti che rappresentano una minoranza o che sono ai margini della società.Nella lista dei desideri dei professionisti di promozione della salute c’è anche la questione della confezione del prodotto, che deve essere capace di attirare l’attenzione, professionale ed elegante. Una gestione centralizzata Dalla consultazione emerge un chiaro orientamento a favore dell’istituzione di un’agenzia centrale, per esempio un dipartimento sanitario di livello statale, che promuova, in prima persona, l’uso dei risultati tratti dalla ricerca scientifica nella pratica lavorativa quotidiana.Oltre ad occuparsi delle fasi di produzione e di finanziamento della ricerca l’agenzia centrale dovrebbe, in modo sistematico raccogliere, raggruppare, sintetizzare e promuovere i risultati della ricerca in format che possano risultare attraenti e di interesse per i professionisti di promozione della salute.Sebbene i professionisti di promozione della salute supportano il concetto di pratica evidence based, riferiscono che non hanno tempo e capacità di cercare e valutare criticamente le evidenze; inoltre i professionisti osservano che non è efficiente per molte organizzazioni tentare di ricercare e valutare le evidenze, aggiornarle e tradurle in guide pratiche per la progettazione e l’implementazione di interventi: un ente centrale potrebbe assolvere in modo più efficiente e competente a questi compiti.L’agenzia potrebbe anche costruire reti con organizzazioni simili e produrre risorse più “user friendly”, favorevoli per l’utente.Un’altra indicazione suggerita dai partecipanti alla consultazione riguarda l’impiego del “knowledge broker” (mediatore di conoscenza), una figura con competenze ed esperienza sia nel processo di trasferimento delle conoscenze che nella comunicazione, che dovrebbe porsi come intermediario tra chi produce e chi utilizza la conoscenza, per garantire un prodotto rilevante, espresso in un linguaggio appropriato e ritagliato secondo i bisogni degli utenti. Inoltre il mediatore di conoscenza dovrebbe, con adeguati strumenti di formazione costruire competenze, aumentare la capacità delle organizzazioni di utilizzare la ricerca. Le strategie di disseminazione La migliore ricerca può talvolta venire trascurata se manca un piano di disseminazione efficace. I 6 report che vengono discussi nello studio Armstrong 2007 non prevedono dei piani significativi di disseminazione, soprattutto per questioni di budget. E’ necessario, sostengono i partecipanti alla consultazione, definire una dettagliata strategia di disseminazione, che dovrebbe includere metodi attivi, come seminari e presentazioni e metodi passivi, come mezzi di comunicazione a stampa ed elettronici.I professionisti di promozione della salute preferiscono metodi attivi e desiderano essere consultati nello sviluppo di nuovi approcci in promozione della salute. Conclusioni Lo studio Armstrong 2007 valuta una serie di report evidence based pubblicati per i professionisti di promozione della salute; dalla consultazione con portatori di interesse e professionisti in promozione dalla salute sono emerse indicazioni e preferenze sia rispetto al contenuto che alla forma di un ideale documento di promozione della salute fondato sulle evidenze.Sarebbe opportuno che queste indicazioni e preferenze non siano ignorate, per evitare che documenti di valore scientifico non abbiano, nelle azioni politiche e nella pratica lavorativa quotidiana, l’impatto che dovrebbero avere. Riferimenti bibliografici Armstrong R, Waters E, Crockett B and Keleher H. The nature of evidence resources and knowledge translation for health promotion practitioners. Health promotion international 2007; 22 (3): 254-60. Innvaer, S., G. Vist, M. Trommold, and A. Oxman. 2002. Health Policy Makers’ Perceptions of Their Use of Evidence: A Systematic Review.Journal of Health Services and Research Policy 7:239–44. Mitton et al. Knowledge transfer and Exchange: review and sythesis of the literature. The Milbank quarterly 2007; 85 (4): 729-68. Jewell CJ & Bero LA. Developing a good taste in evidence: Facilitators of and hindrances to evidence-informed health policymaking in state government. The Milbank quarterly 2008; 86 (2): 177-208TAG ARTICOLOBARRIERE COMUNICATIVE; EVIDENCE INFORMED DECISION MAKING; KTE; PROMOZIONE DELLA SALUTE;