Non un bicchiere in più: un intervento rivolto a pub e discoteche per limitare l'abuso di alcol. a cura di Rita Longo, Paola Capra - DorsPubblicato il 17 Maggio 2011Aggiornato il 03 Febbraio 2017Sintesi di studi/reviewIL CONTESTO Pub, bar, night club e tutti i locali con autorizzazione a vendere bevande alcoliche sono contesti che svolgono un ruolo importante per la prevenzione dei problemi alcol-correlati.In letteratura, gli studi effettuati nei luoghi in cui si beve indicano gli approcci multicomponenti di livello comunitario, che combinano azioni legislative e di enforcement, la formazione del personale, la presenza di regolamenti interni e l’attivazione della comunità come promettenti, anche se l’evidenza sulla loro efficacia è ancora limitata. Una delle componenti di questi interventi è la formazione ad un servizio di somministrazione responsabile delle bevande alcoliche (Responsible Beverage Service – RBS Projects) che, se obbligatoria favorisce lo sviluppo di abilità nel personale addetto al servizio, con un impatto sulla pratica, diffusa in pub e discoteche, della somministrazione eccessiva di alcol, anche a chi già si trova in uno stato di ebbrezza. IL PROGETTO PAKKA In Finlandia, dal 1995 è in vigore una legislazione sull’alcol che proibisce la vendita di alcolici a clienti già in stato di ebbrezza e attribuisce a chi è addetto alla somministrazione di alcol la responsabilità di far rispettare la legge.In questo contesto si colloca il progetto PAKKA, che oltre ad indirizzarsi ai singoli locali autorizzati alla vendita di bevande alcoliche e ai loro padroni e gestori, nasce con il più ambizioso obiettivo di sviluppare interventi preventivi di comunità, al fine di modificare l’intero contesto sociale di vendita e consumo dell’alcol. PAKKA è un progetto community-based che combina le seguenti azioni:enforcement sulla legislazione vigente, una formazione al servizio responsabile di somministrazione di bevande alcoliche, campagne di informazione e sensibilizzazione, iniziative politiche. E’ stato realizzato dal 2004 al 2007 nella città finlandese di Jyvaskyla, 140.000 abitanti, scelta per la presenza di strutture e gruppi di interesse organizzati che operano attraverso strategie di attivazione della comunità. L’area di controllo, dove non è stato implementato alcun tipo di intervento è stata selezionata in base a caratteristiche demografiche e del mercato dell’alcol simili a quelle di Jyvaskyla. I dati inerenti mortalità e ricoveri ospedalieri alcol-correlati sono, in entrambe le aree scelte, in linea con i dati nazionali In dettaglio il progetto PAKKA ha previsto: la creazione di un gruppo locale di “governo”, e un gruppo di lavoro di attuazione/implementazione, per favorire la cooperazione locale tra gli attori: entrambi i gruppi hanno previsto il coinvolgimento di esponenti delle autorità addette al rilascio delle licenze, polizia locale, operatori della prevenzione, rappresentanti della ristorazione, funzionari comunali, membri dell’università e dei media; un aumento delle visite ispettive da parte delle autorità preposte al fine di rendere più efficace il rispetto della legge; la formazione del personale di pub e bar addetto alla somministrazione di alcolici, attraverso un corso di mezza giornata, su base volontaria, che utilizza tecniche teatrali per fornire informazioni sulla normativa vigente e i metodi di vendita responsabile delle bevande; campagne innovative per influenzare le norme sociali e i valori connessi con la vendita degli alcolici, al fine di sensibilizzare i clienti locali e i giovani adulti rispetto alla partecipazione al progetto; attivazione della comunità per aumentare la consapevolezza generale rispetto ai problemi connessi ai locali autorizzati alla vendita di alcolici e per motivare i gestori ad applicare una serie di misure di riduzione dei problemi alcol-correlati: i mezzi di comunicazione locali e nazionali hanno dato grande risalto al progetto. LA VALUTAZIONE Un disegno di studio prima e dopo con gruppo di intervento e gruppo di controllo è stato predisposto per valutare gli effetti del progetto PAKKA rispetto alla frequenza con cui i locali che dispongono di licenza, selezionati per l’intervento, somministrano le bevande alcoliche a clienti già in stato di ebbrezza. I dati derivano dall’area in cui si è svolto l’intervento (Jyvaskyla) e dall’area di controllo. Nell’autunno del 2004 si è svolta la rilevazione iniziale (baseline study), per documentare la situazione prima della realizzazione del progetto, nell’autunno del 2006 si è svolta la rilevazione finale (lo studio di follow up) per documentare i cambiamenti occorsi a seguito dell’intervento.Il metodo adottato per la raccolta dei dati, spesso usato nella ricerca valutativa prevede il ricorso ad un “finto” cliente: un attore simula ebbrezza e ordina una birra al bancone di uno dei locali scelti; per facilitare la standardizzazione delle rilevazioni prima e dopo intervento la “scena” viene filmata, e un gruppo di esperti valuta accuratamente la persuasività della performance dell’attore. Un ricercatore osserva ogni “scena” sia all’entrata del locale, sia al bancone, e compila un protocollo di studio.I dati sono relativi a locali con “licenza A” (licenza di vendita di tutti i tipi di bevande alcoliche): sono 94, 47 nell’area di intervento e 47 nell’area di controllo, nella fase pre intervento del 2004, sono 100, 52 nell’area di intervento e 48 nell’area di controllo nel follow up del 2006. Il numero differente del follow up rispetto alla rilevazione alla baseline è dovuto al fatto che alcuni locali hanno chiuso altri sono stati aperti. Gli “esperimenti teatrali” si svolgono dal venerdì al sabato, tra le ore 20.00 e le 3.00.Per studiare la significatività statistica dei risultati sono state condotte delle analisi di regressione logica (SPSS). RISULTATIL’outcome preso in esame è il tasso di rifiuto (la percentuale), a servire bevande alcoliche a clienti già in stato di ebbrezza, sia nel 2004, prima dell’intervento che dopo l’intervento, nel 2006, sia nella citta di Jyaskayla (area di intervento), che nella corrispondente area geografica di controllo. A seguito dell’intervento il tasso di rifiuto è aumentato nell’area di intervento (dal 23% al 42%), ma diminuito nell’area di controllo (dal 36% al 27%) ed il dato è statisticamente significativo. Il tasso di rifiuto varia in relazione alle tre tipologie di locali (bar, pub e night club) e alla loro ubicazione geografica: nell’area di intervento, nel 2004 i bar e i pub situati in zone centrali registrano un tasso di rifiuto del 42 % che nel 2006 passa al 55%, mentre i bar e i pub della periferia nel 2004 hanno un tasso del 14% e nel 2006 del 50%. Se il tasso maggiore (55%) riguarda bar e pub del centro, l’ aumento maggiore del tasso è riferito a bar e pub della periferia (dal 14 al 50%, con incremento del 36%). Nell’area di controllo dal 2004 al 2006 il tasso di rifiuto diminuisce in tutti i locali autorizzati. Esistono individuati in letteratura alcuni fattori ambientali che sembrano avere un impatto sull’eccessiva somministrazione di bevande alcoliche: la coda al banco bevande, il sesso e l’età del personale addetto, la generale situazione di ebbrezza della clientela, i tempi della richiesta dell’alcolico (il rifiuto è più probabile nelle prime ore della sera e quando i clienti non sono ancora ubriachi). In riferimento allo studio Warpenius 2010 il tasso di rifiuto è più basso durante le ore più tarde e se è generale la condizione di ebbrezza degli altri clienti presenti; invece il tasso di rifiuto aumenta se è più bassa l’età del personale addetto alla somministrazione delle bevande alcoliche (meno di 30 anni). CONCLUSIONI Il tasso di rifiuto da parte del personale addetto al servizio degli alcolici aumenta nell’area di intervento rispetto all’area di controllo; il maggiore incremento percentuale riguarda i bar della periferia. Tuttavia un’analisi della letteratura esistente indica che gli interventi di formazione ad un servizio responsabile di somministrazione delle bevande alcoliche hanno un impatto limitato sulle pratiche inerenti il servizio e nello specifico sul rifiuto di servire clienti che hanno già bevuto: ma questa azione associata ad elementi di controllo e sorveglianza, ad atti sanzionatori e a campagne di comunicazione sul rispetto della legge e sulla sfida ad una diffusa cultura del bere (in Finlandia vige un certo consenso sociale al bere in modo pesante), in un contesto di mobilitazione della comunità può essere efficace per ridurre la somministrazione di alcol a chi già ha bevuto. Lo studio Warpenius 2010 suggerisce perciò che, combinando in modo sistematico misure di controllo e azioni di mobilitazione della comunità, si incoraggiano i gestori dei locali ad applicare i principi del bere “responsabile”. LIMITI DELLO STUDIO L’intervento è risultato meno efficace nel contesto dei nightclub, dove il tasso di rifiuto a somministrare alcolici a clienti già in stato di ebbrezza è passato dal 7% del 2004 all’8 % del 2006, aumentando di un solo punto percentuale. Il motivo potrebbe essere inerente la difficoltà di cambiare le norme culturali legate al bere: lo stato di intossicazione alcolica è condizione accettabile in Finlandia fra i clienti di un nightclub, in quanto associato al divertimento. è stato effettuato un solo tentativo di acquisto di alcolici in ognuno dei locali scelti per l’intervento, limitando perciò l’analisi del comportamento ad un solo addetto al servizio e ad una sola notte: questo riduce la forza delle conclusioni che rimangono solo indicative. Un fattore di confondimento rispetto alla raccolta dei dati riguarda l’affidabilità dei metodi di misurazione adottati, che non essendo sperimentali sono difficilmente standardizzabili. Il reclutamento di due diversi attori, uno prima dell’intervento (2004) e l’altro dopo l’intervento, per quanto addestrati, ha reso difficile riuscire a simulare lo stesso livello di ebbrezza e riproporlo in modo uguale in ogni locale; allo stesso modo per l’osservatore valutare fattori situazionali in maniera standardizzata. GENERALIZZABILITÀ E TRASFERIBILITÀ Lo studio Warpenius 2010 prende in esame un intervento effettuato in un paese del Nord Europa, un contesto culturale e legislativo specifico, differente dalla realtà dell’Italia; tuttavia quello che merita sottolineare e che potrebbe essere trasferibile è il metodo adottato per la valutazione dell’intervento, anche se si tratta di un metodo che, per la sua realizzazione richiede un alto livello di competenza professionale e costi elevati. Inoltre, per quanto riguarda la fattibilità del programma, è importante durante la sua realizzazione far leva sull’attivazione della comunità attraverso i mezzi di comunicazione, ma soprattutto su una più estesa attività di controllo legislativo effettuata dalle forze dell’ordine. per il rispetto delle norme. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Warpenius K, Holmila M, Mustonen H. Effects of a community intervention to reduce the serving of alcohol to intoxicated patrons. Addiction 2010; 105: 1032-40. TAG ARTICOLOABUSO DI ALCOL; FORMAZIONE; LUOGHI DEL DIVERTIMENTO; PREVENZIONE DELL'ALCOLISMO;