Epidemiologia dei suicidi in Piemonte
a cura di Carlo Mamo (1), Nadia Coggiola (2), Alessio Pitidis (3), Marco Dalmasso (1).

Approccio epidemiologico al problema

I suicidi rappresentano oggi la quattordicesima causa di morte in Europa (13 morti ogni 100.000 abitanti), con un andamento temporale tendenzialmente stabile nell’ultimo decennio (1).

L’Italia è tra i paesi europei a minore tasso di suicidi: 6,7x100.000 (10,6 negli uomini; 2,9 nelle donne) nel 2014, con oltre 4000 morti. Si osservano ampie differenze territoriali: nel nord i tassi sono più alti, centro e isole hanno valori prossimi alla media nazionale, il sud presenta valori inferiori.

La propensione al suicidio è maggiore tra le persone con disturbi mentali e con più basso titolo di studio (2, 3, 4).

La crisi finanziaria che ha interessato l’Europa dal 2008 sembra aver incrementato i suicidi e determinato un deterioramento della salute mentale (5).

Mortalità per suicidi in Piemonte

Sebbene la mortalità per cause violente in Piemonte tenda ad una continua riduzione, il trend di mortalità per suicidi rimane tendenzialmente stazionario. Nel 2014 vi sono stati 400 decessi per suicidio, con un tasso del 10,8 x100.000 negli uomini e 3,2 x100.000 nelle donne. Il tasso di suicidio nella fascia 15-29 anni è di 5 x100.000, e cresce con l’età, arrivando a 16,1 negli ultra75enni. Dal 2009 i suicidi sono la prima causa di morte violenta nella popolazione piemontese.

Non esistono variazioni statisticamente significative dei trend temporali, e non si rileva un’accentuazione del problema correlabile alla crisi economica. Modelli previsionali basati sulla mortalità tra i torinesi e non torinesi morti a Torino hanno rilevato un unico significativo eccesso di suicidi nel 2011, con un riallineamento al trend negli anni successivi (6).   

La distribuzione territoriale dei tassi di mortalità risulta eterogenea. Nel periodo analizzato, la mortalità negli uomini risulta in eccesso nei distretti delle ASL di Biella, Cuneo 1 e Verbania-Cusio-Ossola. Nelle femmine, emerge il territorio dell’ASL Cuneo 1. Nel complesso, l’occorrenza del fenomeno appare maggiore nelle zone di montagna. Analizzando i tassi standardizzati per età nelle diverse ASL per anno, i valori più elevati sono stati raggiunti nell’anno 2013 nelle ASL di Vercelli e Biella, rispettivamente con 16,6 e 16,1 x100.000.

La modalità di suicidio più frequentemente osservata tra gli uomini è rappresentata da “impiccagione, strangolamento e soffocamento” con il 49,5% dei decessi, seguita da “salto da luogo elevato o procurata saltando o posizionandosi davanti ad un oggetto in movimento” e dal “colpo d’arma da fuoco”.

Per quanto riguarda le donne, la modalità più frequente è rappresentata dal “salto da luogo elevato o procurata saltando o posizionandosi davanti ad un oggetto in movimento” con il 38,3% dei decessi, seguita in ordine da “impiccagione, strangolamento e soffocamento”, “annegamento” e “auto-avvelenamento”. Considerando entrambi i sessi, l’impiccagione causa il maggior numero di vittime tra i 50 e i 69 anni, il salto da luogo elevato o posizionandosi davanti ad un oggetto in movimento risultano la modalità più frequente sotto i 29 anni; l’auto-avvelenamento interessa maggiormente la fascia d’età tra i 30 e 49 anni. 

Il suicidio avviene per oltre la metà dei casi nella propria abitazione, senza sostanziali differenze per genere ed età e senza importanti variazioni negli anni.

I tassi di sucidio mostrano un gradiente sociale inverso: nella popolazione torinese, sul periodo 2004-2013, il tasso di suicidio standardizzato per età è pari a 8,8 x 100.000 tra i laureati e a 11,1 x 100.000 tra i soggetti con diploma di scuola superiore, per poi aumentare progressivamente fino a 14,6 x 100.000 tra i soggetti con titolo di scuola elementare o senza titolo.

Spunti per la prevenzione

Recentemente si è riacutizzata l’attenzione dei media sul fenomeno suicidi, specialmente in relazione ai fenomeni di emulazione in cui possono pericolosamente incorrere i più giovani.

È stato dimostrato che il comportamento suicidario è un problema complesso e multifattoriale. Non vi è una singola causa e si sviluppa sempre come conseguenza di un’interazione tra fattori di rischio, associati alla mancanza di fattori protettivi. La comprensione del comportamento suicidario passa quindi attraverso l’analisi e la prevenzione dei fattori di rischio.

Strategie di prevenzione efficaci individuate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono rappresentate dal riconoscimento e trattamento precoce dei disturbi dell’umore, dal ridurre l’accesso a potenziali mezzi quali per esempio armi e sostanze tossiche, e dall’attento monitoraggio delle persone che abbiano manifestato pensieri o comportamenti autolesionistici (7, 8).

In generale, si può affermare che l’impatto dei suicidi sulla mortalità del Piemonte è notevole, si mantiene costante nel tempo, presenta differenze territoriali e sociali.

Autolesioni e suicidi dovrebbero quindi rappresentare un importante problema di salute pubblica.

La presenza di un gradiente sociale della mortalità per suicidio sottolinea l’utilità di programmi per la protezione della salute mentale che favoriscano il riconoscimento e la presa in carico di soggetti ad alto rischio. In parallelo, sarebbe utile investire in interventi di protezione sociale mirati alle situazioni individuali e familiari maggiormente vulnerabili.

Si segnala dunque la necessità di conferire priorità a questi temi nella definizione delle politiche sanitarie anche attraverso la disseminazione delle linee guida e delle strategie per la prevenzione (9).

 

Bibliografia

  1. European Health for All database (HFA Europe). Updated: July 2016. http://data.euro.who.int/hfadb/
  1. I suicidi in Italia. 2012; disponibile all’indirizzo https://www.istat.it/it/archivio/68812
  2. Ministero della Salute. Suicidi - Relazione sullo Stato Sanitario del Paese. 2011, disponibile all’indirizzo http://www.rssp.salute.gov.it/rssp/paginaParagrafoRssp.jsp?sezione=situazione&capitolo=mortalita&id=2680
  3. Suicide. WHO. 2017; disponibile all’indirizzo http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs398/en/
  4. Parmar D, Stavropoulou C, Ioannidis JPA. Health outcomes during the 2008 financial crisis in Europe: systematic literature review. 2016 Sep 6;354:i4588.
  5. Costa G, Marra M, Zengarini N et al. Crisi e salute: dove è approdata la salute dei torinesi dopo la crisi? In: Costa G, Stroscia M, Zengarini N, Demaria M (eds). 40 anni di salute a Torino, spunti per leggere i bisogni e i risultati delle politiche. Milano, Inferenze, 2017.
  6. Public health action for the prevention of suicide: a framework. World Health Organization, 2012. http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/75166/1/9789241503570_eng.pdf
  7. Preventing suicide: A global imperative. World Health Organization, 2014. http://www.who.int/mental_health/suicide-prevention/world_report_2014/en/
  8. Euregenas – European Regions Enforcing Actions Against Suicide. Linee guida per la prevenzione del suicidio. http://www.crempe.net/uploads/2/9/5/3/29530803/euregenas_-_general_guidelines_on_suicide_prevention_ita.pdf

 

 Autori

Carlo Mamo1, Nadia Coggiola2, Alessio Pitidis3, Marco Dalmasso1

 

1Servizio sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3, Regione Piemonte

2Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva, Università degli Studi di Torino

3Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento ambiente e salute, Roma

 


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