Il caregiver. Sogni e bisogni di chi si prende cura
a cura di Rita Longo, Marina Penasso (Dors); Claudia Alonzi, Rosanna D’Ambrosio, Serena Vadrucci (Dipartimento di Prevenzione ASL Città metropolitana di Torino)

Il 12 novembre 2018 si è svolto a Torino il seminario regionale: Prevenzione e caregiver, per promuovere il dibattito e la riflessione tra operatori e utenti sui bisogni di questa categoria di persone “fragili”, evidenziando in contemporanea le strategie “resilienti” e diffondendo le esperienze efficaci esistenti sul territorio.

Il seminario, organizzato dall’ASL Città di Torino con il supporto metodologico e documentale del Dors, aveva la duplice finalità di: favorire il dialogo/l’incontro tra gli operatori sanitari e i rappresentanti delle realtà territoriali (enti locali, consorzi, associazioni, cooperative sociali, …) impegnate in attività/progetti di sostegno e orientamento specifici per i caregiver. Ragionare sui criteri di efficacia e trasferibilità degli interventi in atto o attuabili, con particolare attenzione alle buone/promettenti prassi, favorendone la diffusione all’interno della comunità professionale.

L’evento si colloca all’interno del Piano della Prevenzione 2014 – 2018 della Regione Piemonte. In specifico un’azione del Programma 4, Guadagnare Salute Piemonte, prevede la realizzazione di attività formative con modalità interattive, rivolte agli operatori sanitari, con l’obiettivo di analizzare la fattibilità e l’efficacia di interventi promossi dalla sanità per promuovere il benessere e la salute mentale della cosiddetta utenza fragile.

Per aumentare le possibilità di apprendimento sul campo attraverso un reale coinvolgimento dei partecipanti è stato scelto un metodo interattivo innovativo, denominato “pecha kucha”, ideato da A. Klein e M. Dytham, che prevede l’utilizzo di regole precise per la costruzione e narrazione delle slide, in maniera da aumentarne l’efficacia (altresì denominata “l’arte delle presentazioni concise”).

Il seminario ha visto una partecipazione attiva e “appassionata” da parte di tutti, ognuno coinvolto in base al proprio ruolo: operatore sociale e/o sanitario – caregiver – rappresentante di un’associazione – persona affetta da malattia cronico-degenerativa - … e alla propria esperienza personale, che ha consentito l’emergere condiviso di riflessioni, criticità, opportunità.

Con questo articolo pubblichiamo l’esito della ricerca documentale che Dors ha curato per contestualizzare e definire la figura del caregiver e la sua situazione. L’ampia ricerca include studi/indagini quali-quantitative e risorse on line.

Anticipiamo inoltre alcuni spunti tratti dalle conclusioni dei lavori della giornata seminariale, in attesa della preparazione e pubblicazione del report del seminario, prevista entro i primi sei mesi del 2019.

  • Ci si chiede se si possa davvero parlare di rete dei servizi: sanità – servizi sociali – terzo settore spesso sono mondi separati, lo si vede chiaramente dalla concomitanza di attività erogate e/o dalla difficoltà di collaborazione. Una sanità diffusa a rete deve prevedere una collaborazione coi Comuni.

  • Anche dal punto di vista dei programmi istituzionali non si può prevedere piani di lavoro solo sanitari. Ad esempio il Piano Cronicità lavora per settori, ma una persona diabetica potrebbe avere problemi cardiaci. Solo così si può ”… arrivare prima della cronicità”.

  • Qualcuno ipotizza la creazione di luoghi di prevenzione in cui le persone possano camminare, avere informazioni sulla prevenzione delle cadute, sulla riduzione del fumo, ecc. Qualcun altro fa notare che questi luoghi potrebbero essere rappresentanti dai medici di medicina generale (MMG), possibile riferimento grazie al fatto di avere tutti i dati dell’utenza del territorio.

  • È comune dichiarare la difficoltà di coinvolgimento dei MMG all’interno di progetti aziendali di prevenzione, ecc. La funzionaria del settore Prevenzione e Veterinaria della Regione Piemonte fa presente che l’ente ha inviato una richiesta formale all’Università di Torino per l’inserimento di un modulo formativo sul tema della “promozione della salute stili di vita preventivi” all’interno del percorso di studi di medicina.

  • Le case della salute: un medico di medicina generale della provincia di Torino si interroga su cosa sia stato realmente fatto sul territorio dopo la chiusura dei piccoli ospedali, e fa presente che molte “case” in realtà sono studi di medici associati. Necessaria l’integrazione coi distretti: “Le case devono sapere leggere il territorio … in termini di necessità e opportunità … è questo il vero compito”.

  • Una persona affetta dalla malattia di Parkinson porta con calore la sua esperienza personale: va bene la domiciliarità, ma è anche importante per la persona affetta da una patologia invalidante uscire da casa, essere ad esempio accompagnato a far la spesa: “Da solo non può stare, e in gruppo riceve tanto!”.

  • È indispensabile un piano personalizzato di cure e assistenza: dovrebbe essere preparato insieme al caregiver, inserito all’interno dell’équipe come membro attivo, insieme al paziente/familiare.

  • Molti rappresentanti delle associazioni chiedono un vademecum/manuale pratico per seguire/accompagnare/assistere il familiare.

 

Foto di pixabay.com
Adattamento per il web a cura di Alessandra Suglia - Dors


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