Quando entrano in gioco i Sindaci
a cura di Elisa Valesio, Regione Piemonte - Grazia Bertiglia, Dors

Ordinanze che limitano il gioco d'azzardo

I sindaci storicamente hanno avuto un ruolo rilevante  per la sanità pubblica, e prima dell’istituzione del SSN competeva ai comuni la gestione di gran parte dei servizi di prevenzione e vigilanza, dalle vaccinazioni alla tutela degli ambienti di vita e di lavoro. Anche oggi  hanno il potere di promuovere azioni utili per la prevenzione e promozione della salute, con atti di regolamentazione, divieti, o incentivi grazie  al loro ampio raggio di azione su materie diverse.

In tema di  dipendenze da gioco d’azzardo  nella Regione Piemonte sono state intraprese differenti azioni.  

Il Comune di Verbania già nel 2005 vietava l'uso delle slot machine di mattina; all’epoca venne condannato dal TAR ad un cospicuo   risarcimento (oltre un milione di euro) alla società privata ricorrente. (vedi la notizia)

Più recentemente il Comune di Rivoli con un’ordinanza del Sindaco  disponeva che a decorrere dall’11 giugno 2012 lorario di apertura delle sale pubbliche da gioco autorizzate dal Comune (comprese quelle presso esercizi di somministrazione di alimenti e bevande o circoli privati con attività analoga) fosse limitato ad una fascia oraria con l’obbligo, per l’esercente, di mantenerli spenti e disattivati in orario non compreso nella fascia oraria stabilita.

Contro questa ordinanza alcune società private operanti nel settore e Lottomatica hanno avanzato ricorsi al TAR   ma questa volta l’esito è stato diverso.

Il TAR Piemonte non ha deliberato, ma ha sollevato alla Corte Costituzionale la "questione di legittimità" relativamente alle disposizioni vigenti di legge che non prevedono espressamente la competenza dei Comuni ad adottare atti normativi e provvedimenti volti a limitare l’uso degli apparecchi automatici da gioco

Lo scorso 18 luglio la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza che di fatto riconosce al Sindaco la facoltà di disciplinare gli orari di attivazione di questi apparecchiature di gioco elettronico collocate presso gli esercizi pubblici in virtù della “ potestà degli enti locali in materia di pianificazione e governo del territorio, rispetto alla quale la Costituzione e la legge ordinaria conferiscono al Comune le relative funzioni. “(Corte Costituzionale Sentenza n.  220/2014 ).

Tocca ora al Tar del Piemonte esprimere il suo giudizio, in coerenza con questa pronuncia della Corte Costituzionale.

La recente Sentenza  della Corte Costituzionale  si fonda anche su un precedente  parere espresso dal Consiglio di Stato nel 2012, che  afferma che “l’esercizio del potere di pianificazione non può essere inteso solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, ma deve essere ricostruito come intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo ed armonico del medesimo, che tenga conto sia delle potenzialità edificatorie dei suoli, sia di valori ambientali e paesaggistici, sia di esigenze di tutela della salute e quindi della vita salubre degli abitanti” (Consiglio di Stato, sentenza n. 2710 del 2012, come citato dalla sentenza Corte Costituzionale Sentenza n. 220/2014)

Detto in altri termini, le amministrazioni locali devono governare il loro territorio tenendo conto della salute e del benessere dell’ambiente e della popolazione.

Sarà interessante analizzare i dati per valutare gli esiti concreti di queste azioni di regolamentazione in termini di prevenzione o diminuzione del gioco d’azzardo, ma sono già ben noti i dati sull’esito di queste dipendenze, riconosciute scientificamente e trattate in ambito sanitario come vere e proprie patologie,  e non soltanto come un fatto dannoso per i suoi risvolti economici  e sociali.  

Il Manifesto dei Sindaci contro il gioco d'azzardo

A gennaio 2013 alcune associazioni di Comuni hanno promosso il “Manifesto per la legalità contro il gioco d'azzardo” votato da moltissimi Consigli Comunali in tutta Italia, (vedi qui l'elenco di quelli piemotesi) fra cui in cui  si  dichiara che “occorre modificare la legislazione vigente in modo che venga dato ai Sindaci e alle Giunte comunali un reale potere di controllo sulla diffusione e utilizzo dei numerosi strumenti di gioco sul proprio territorio, non solo per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza, ma in virtù della responsabilità sanitaria che compete ai sindaci consentendo loro di costruire “un sistema di prevenzione sociale” riconosciuto dalla Corte Costituzionale (sentenza n.300/2011) e dal Tar Lombardia, Brescia (Sez. II Sentenza n.1484 del 31 agosto 2012) “

Si ribadisce inoltre che “è necessario che i Comuni possano decidere la distribuzione e la collocazione delle sale gioco e delle slot machine nei territori, definendo le distanze ritenute più idonee dai punti sensibili, e stabilendo l’orario di apertura e di chiusura delle sale gioco e dei bar e altri locali ove siano collocate slot machine e altri apparecchi per il gioco; è necessario che vengano interpellati preventivamente dai Questori per l’installazione di nuovi giochi”

Si conclude quindi con un formale impegno delle Amministrazioni Comunali a “SOSTENERE tutte le iniziative e le attività programmate dall’Amministrazione Comunale finalizzate alla promozione di interventi educativi e d’informazione, culturali, formativi e regolativi per la prevenzione dalla dipendenza del gioco d’azzardo”

Il Manifesto dei Sindaci sollecita azioni legislative e regolamentari specifiche sul gioco d’azzardo e per la prevenzione del gioco patologico a livello nazionale e regionale.

 

La Regione usa l'IRAP per staccare le slot machines

La Regione Piemonte con l'ultima legge regionale finanziaria approvata nel febbraio 2014 ha previsto una serie di misure per la prevenzione ed il contrasto delle forme di dipendenza dal gioco d'azzardo. E’ stato preannunciato dall’Assessore un impegno a breve della Giunta per   definire il piano triennale per prevenire e ridurre il rischio dal gioco d'azzardo patologico (GAP) e per il contrasto alla dipendenza, per promuovere la consapevolezza dei rischi correlati al gioco, salvaguardare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione e dare sostegno al trattamento terapeutico ed il recupero sociale dei soggetti affetti da sindrome da GAP,

Mentre il piano sta per essere predisposto, l'assessore annuncia un’azione diretta della Regione,  che utilizza la leva fiscale: "la normativa regionale approvata  ( Legge finanziaria per l’anno2014, l.r. n. 1 del 5 febbraio 2014 art. 7)  prevede che dal 1° gennaio 2015 per tre anni l'aliquota Irap sia ridotta dello 0,92% per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92% a carico di quegli esercizi nei quali le micidiali macchinette resteranno installate".(All’annuncio i  gestori delle slot machine hanno prontamente – e negativamente  - reagito attraverso i canali della stampa.)

 

Era cosa già nota, ma  questo quadro d’insieme, pur incompleto, mostra chiaramente come  ciò che da sole le politiche del sistema sanitario non possono ottenere, può  essere invece   perseguito con successo dall’alleanza fra tutti gli attori sociali, pubblici e privati, che mettono in gioco strumenti diversi e buone idee in grado di potenziare la prevenzione  e favorire stili di vita salutari  (o almeno scoraggiare quelli meno salutari).

 


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