Il marketing delle sigarette elettroniche e del tabacco riscaldato.
La pubblicità di questi prodotti andrebbe vietata così come lo è quella per le sigarette tradizionali.
a cura di Lidia Fubini, Dors

Una revisione dell’Accademia Nazionale delle Scienze, Ingegneria e Medicina statunitense riporta che le sigarette elettroniche emettono sostanze potenzialmente tossiche come particolato fine, metalli, formaldeide, acroleina, oltre alla nicotina (quando presente). Queste sostanze sono note per causare effetti negativi sulla salute come malattie cardiovascolari e respiratorie e nel lungo periodo potrebbero aumentare il rischio di tumori. Vi sono inoltre prove che negli adolescenti l’uso delle sigarette elettroniche possa aumentare le riacutizzazioni dell'asma e provocare tosse e respiro sibilante.


Per quanto riguarda il tabacco riscaldato, questo emette, tramite aerosol, alcune delle stesse sostanze dannose che sono presenti nel fumo di sigaretta, come composti organici volatili, idrocarburi policiclici aromatici, monossido di carbonio e, naturalmente, nicotina. Per questo motivo, molte società scientifiche ne hanno bocciato l’utilizzo come possibili alternative meno dannose per i fumatori.


Dato che sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato sono disponibili da relativamente pochi anni, non ci sono ancora studi epidemiologici che possano determinare e quantificare (così come è stato nei decenni passati per il fumo di sigaretta) i danni che possono provocare nel lungo periodo.


Attualmente, non è dimostrato, in generale, che questi prodotti possano causare meno danni rispetto al fumo di sigaretta e nemmeno che essi possano facilitare la disassuefazione dal fumo di sigaretta o evitare ricadute. Anzi, uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto Mario Negri ha trovato che in Italia i consumatori di sigarette elettroniche o di prodotti a tabacco riscaldato hanno un rischio maggiore (e non minore) di iniziare a fumare sigarette tradizionali se non fumatori, di ricadere se ex-fumatori, e di continuare a fumare (e quindi di non smettere) se fumatori.


Per quanto attualmente non dimostrato, non è da escludere che l’uso di questi prodotti possa essere meno dannoso dell’uso delle sigarette tradizionali. Esistono inoltre dati scientifici, a tutt’oggi non confermati, che suggeriscono che il processo di disassuefazione sia più facile. Il marketing di questi prodotti punta su questo concetto.
Tuttavia, il marketing spinto da parte dell’industria può incentivarne l’uso anche nei non fumatori: sono descritti numerosi casi di non fumatori che iniziano a utilizzare questi surrogati aumentando la probabilità di diventare dipendenti da nicotina e passando all’utilizzo successivo delle sigarette tradizionali. Ad aggravare la situazione è il fatto che proprio i minorenni ne sono attratti e che potrebbero diventare fumatori proprio grazie a questi device. Per questo sono i minorenni uno dei target preferiti dalle multinazionali: garantiscono introiti sia nell’immediato (con i nuovi device) sia in prospettiva futura (anche con le sigarette).
I social media, particolarmente seguiti dai giovani, gli influencer e le trasmissioni televisive, sono alcune delle principali modalità di promozione utilizzate dalle ditte produttrici.

Sono visibili campagne pubblicitarie raffiguranti soggetti di giovane o giovanissima età con in mano un device per il tabacco riscaldato. La scritta “prodotto destinato esclusivamente a consumatori adulti” che accompagna le foto o i video di questi giovani soggetti, è spesso in caratteri di ridotte dimensioni. Si tratta di una grave scorrettezza che andrebbe affrontata a livello normativo affinché sia impedita la pubblicità di questi prodotti, anche perché, in Italia, la vendita ai minori di sigarette tradizionali, sigarette elettroniche e sigarette a tabacco riscaldato è vietata già da molti anni.
Inoltre, non essendo dimostrata alcuna efficacia delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato nel ridurre il consumo di sigarette tradizionali e non essendo questi prodotti innocui, andrebbero drasticamente ridotti o, meglio, eliminati i benefici fiscali e regolatori di cui godono. Infatti, oltre a non essere giustificabili da un punto di vista di salute pubblica, la loro tassazione agevolata rende questi prodotti maggiormente accessibili soprattutto alla platea dei giovani, oltretutto esposti a pubblicità fuorvianti che andrebbero vietate. Le società scientifiche fanno dunque appello alla politica affinché mostri maggior sensibilità e un atteggiamento etico su questo tema: la salute, in particolare quella dei giovani e degli adulti che saranno, deve essere preservata.

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Messaggi chiave:

  • Non è al momento dimostrato che le sigarette elettroniche e il tabacco da riscaldare non causino danni alla salute poiché i dati di follow up sono ancora insufficienti.
  • Le prove che questi prodotti aiutino il processo di cessazione al fumo sono scarse.
  • La pubblicità di questi prodotti andrebbe vietata così come lo è quella per le sigarette tradizionali.

Photo by CDC on Unsplash


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