Nelle emergenze di sanità pubblica, le prove, gli interventi e le decisioni procedono simultaneamente con conoscenze e raccomandazioni in continuo mutamento. Gli approcci ideali della politica e della pratica basata sull'evidenza non sono risultati idonei ad affrontare le incertezze che sorgono nelle situazioni in continua evoluzione.
Gli effetti psicologici, sociali e neuro-scientifici della pandemia di Covid-19, indagati da un gruppo di ricerca e studio britannico, sono la base concreta per individuare le priorità e le strategie immediate e a lungo termine necessarie per orientare la ricerca e l’azione nel campo della salute mentale.
La straordinaria diffusione della disinformazione durante la pandemia è stata e continua ad essere impressionante. E' riconosciuto, ormai da tempo, quanto una buona comunicazione e una buona salute viaggino di pari passo. E' necessario quindi, investire in interventi e strategie quali l'health literacy, utili a contrastare la cattiva informazione e a facilitare l'accesso a una comunicazione basata sulle evidenze.
L’epidemia di COVID-19 ha dato il via, in modo rapidissimo, ad una delle più grandi campagne sul cambiamento dei comportamenti nella storia della comunicazione della salute. Quali approcci comunicativi sono stati utilizzati? Che cosa funziona e per chi? Una riflessione dal dipartimento di Marketing Sociale della Griffith University, Australia.
La pandemia di coronavirus e le sue conseguenze hanno acceso i riflettori sulla necessità di proteggere la salute mentale delle persone, con un focus sulle strategie di sviluppo della resilienza come elemento cruciale per la gestione dello stress psico-sociale a livello individuale e sociale.