Giovani e ... Sicurezza Stradale ad Alessandria
a cura di Daniela Novelli, Asl Alessandria, Dipartimento di Prevenzione; Carlo Di Pietrantonj, Asl Alessandria, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia; revisione a cura di Mariella Di Pilato e Rita Longo, DoRS

Introduzione

Nell’ambito del Piano di Prevenzione Attiva Incidenti Stradali 2006-2008 e della Conferenza Permanente Sezione Servizi alla Persona e alla Comunità, nella Prefettura di Alessandria, dal 2008 è attivo un gruppo tecnico di lavoro multidisciplinare composto dai rappresentanti di diversi enti e associazioni quali Prefettura, ASL AL, Comune di Alessandria, Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile, ACI, UNASCA (Unione Nazionale Autoscuole), ASCOM e Forze dell’Ordine (Polizia e Carabinieri).

Tale gruppo, denominato Guida e alcol: una rete territoriale di sensibilizzazione, ha coinvolto coloro che, nell’ambito del loro contesto professionale rappresentano un punto di riferimento per la creazione di una rete territoriale di prevenzione degli incidenti stradali connessi al consumo di alcol e sostanze.

Il coinvolgimento di diverse competenze ed esperienze in un unico gruppo di lavoro richiede la condivisione di metodi e linguaggi, pertanto, il primo obiettivo è stato quello di avviare, tramite un corso di formazione, la condivisione di una metodologia e di un linguaggio comune, fra le diverse competenze e conoscenze coinvolte. Al termine della formazione è stata organizzata una conferenza dal titolo GUIDARE CON SPIRITO (ma non con l’alcol).

Nel 2010, il gruppo di lavoro si è riunito per proseguire nell’attività di promozione della sicurezza stradale e definire nuovi obiettivi; fra questi, quello di attivare un percorso formativo rivolto alle scuole professionali della provincia di Alessandria.

La scelta di indirizzare l’intervento a questo gruppo specifico di adolescenti è motivata dal fatto che le scuole professionali non erano ancora state coinvolte in iniziative di promozione della sicurezza stradale; pochi infatti sono gli interventi di prevenzione e di promozione della salute rivolti a questo target. Si presentava quindi l’opportunità di superare uno dei limiti degli interventi di prevenzione di questo tipo, ossia quello di coinvolgere principalmente adolescenti e giovani studenti inseriti nei percorsi scolastici tradizionali, licei e istituti tecnici (Bonino, 2007).

Il progetto ha previsto la formazione degli insegnanti in qualità di “moltiplicatori dell’azione preventiva” e la realizzazione di interventi da parte degli insegnanti con il gruppo classe. Il progetto si inserisce in un contesto territoriale in cui, da anni viene periodicamente realizzato il Progetto Nazionale Scegliere la strada della sicurezza, progetto finalizzato alla prevenzione degli incidenti stradali attraverso il coinvolgimento dei moltiplicatori dell’azione preventiva: operatori sanitari, insegnati e istruttori di autoscuola, forze dell’ordine, insegnanti scolastici che si occupano del patentino, ecc. In questo modo gli insegnanti coinvolti nel progetto possono contare sul sostegno degli operatori sanitari, e sulla rete di professionisti del territorio.

Tutto ciò rende possibile progettare e attivare nuove iniziative, in continuità e in integrazione con quelle precedenti. Un aspetto chiave per aumentare l’efficacia degli interventi di prevenzione è realizzare azioni integrate, multisettoriali e ripetute nel tempo (Bonino, 2007).

Integrare il progetto con le attività già svolte o in corso sul medesimo territorio, in tema di sicurezza stradale ha permesso di raggiungere un più ampio target, di trasmettere messaggi coerenti e condivisi e quindi più efficaci.

 

Il progetto

L'obiettivo generale del progetto è prevenire incidenti stradali connessi al consumo di alcol e sostanze psicoattive nei ragazzi delle Scuole Professionali (secondo e terzo anno) e promuovere in essi comportamenti di guida responsabili.

Il progetto si è articolato in cinque fasi:

a)    progettazione partecipata del progetto da parte del gruppo di lavoro e dei docenti: individuazione dei fattori determinanti della guida in stato di ebbrezza; individuazione delle aree tematiche da approfondire e della metodologia da utilizzare.

b)    formazione degli insegnanti, suddivisa in tre giornate, per la durata di 20 ore, dove gli insegnati hanno sperimentato le unità didattiche che avrebbero proposto alla classe. La formazione ha riguardato la riflessione sui dati e le statistiche relative al consumo di alcol e sostanze tra i giovani; gli effetti del consumo di alcol e sostanze sulla guida; la normativa (Codice della Strada, ecc.); le tecniche di comunicazione e le metodologie d’apprendimento; le indicazioni per l’autoformazione (libri, siti, blog, ecc.). Al termine del corso di formazione è stato consegnato agli insegnanti partecipanti il materiale per la realizzazione dell’intervento nelle classi e il materiale per approfondire il tema trattato.

c)    attuazione degli interventi nelle classi, a cura dei docenti formati, per la durata di due mesi. Ogni insegnante ha effettuato 4-5 interventi di un paio d’ore ciascuno, per un totale di 8-10 ore di intervento in ogni classe. Le unità didattiche hanno previsto diverse attività condotte dall’insegnante, svolte con l’intera classe attraverso una metodologia di tipo attivo-partecipativo. Le attività proposte hanno comportato un coinvolgimento diretto degli studenti e dell’intero gruppo classe nella riflessione, nella rielaborazione e nell’apprendimento di conoscenze nuove e di abilità. All’interno del percorso educativo, il ruolo di protagonisti attivi, condiviso con i propri coetanei, ha facilitato il cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti.

d)    realizzazione di prodotti comunicativi, a cura dei ragazzi. Al termine del percorso, gli adolescenti sono stati invitati a progettare e realizzare, con la supervisione dell’insegnante, un prodotto di gruppo finalizzato a veicolare un messaggio di prevenzione rivolto ai propri pari, sul tema degli incidenti stradali connessi al consumo di alcol/sostanze. Tale fase ha richiesto agli insegnati e agli studenti di dedicare del tempo alla progettazione e produzione di prodotti, come ad esempio video, manifesti, poster, spot, presentazioni power point. Questa fase è stata considerata dagli insegnanti come fondamentale, poiché il “protagonismo giovanile” è risultato utile sia per l’apprendimento individuale, sia per il trasferimento dei messaggi di prevenzione tra pari, che, come ci suggerisce la letteratura (Bonino, 2007), sembra essere l’unico modo per incidere sugli adolescenti, poiché il gruppo dei pari, in quel periodo, riveste una significatività ineguagliabile.

e)    valutazione del progetto. E’ stato valutato fra gli insegnati il gradimento della formazione ricevuta e del progetto complessivo, in termini di adeguatezza della durata, applicabilità nel loro curriculum formativo e percezione dell’interesse suscitato nei ragazzi. Sui destinatari finali è stata eseguita una valutazione prima - dopo relativa all’impatto dell’intervento in classe (aumento di conoscenze, abilità, atteggiamenti), utilizzando i questionari previsti dal programma nazionale Insieme x la Sicurezza, programma di prevenzione degli incidenti stradali di Guadagnare Salute in Adolescenza. 

 

Caratteristiche "forti":

  • La scelta del target: studenti delle scuole professionali. Pochi sono gli interventi di prevenzione e di promozione della salute che si rivolgono agli studenti delle scuole professionali, frequentate spesso da ragazzi che appartengono ad un contesto socio-culturale più povero rispetto alla media dei coetanei, hanno minori capacità di riflessione ed espressione di emozioni, sentimenti e problematiche tipiche della fase di sviluppo, hanno sperimentato diversi insuccessi nella loro carriera scolastica.

    La letteratura (Jessor, 1991; Bonino, Cattelino, Ciairano, 2003) evidenzia come questi ragazzi tendano ad essere maggiormente coinvolti (coinvolgimento medio-alto) in comportamenti a rischio per la salute e il benessere psicosociale, ad esempio guida pericolosa, fumo di spinelli, consumo di alcol, inizio precoce dell'attività sessuale e minore utilizzo di contraccettivi.

    Ne deriva quindi che si tratta di una popolazione con caratteristiche distinte, rispetto ai coetanei frequentanti un percorso scolastico tradizionale (licei e istituti tecnici), verso la quale occorre una particolare attenzione, in fase di elaborazione e implementazione degli interventi di promozione della salute e prevenzione.

 

  • L’adattamento di metodologie e strumenti al target specifico. Sono state fatte delle modifiche rispetto alle modalità e agli strumenti di lavoro con i ragazzi, in considerazione del fatto che gli studenti delle scuole professionali hanno alcune peculiarità (ad esempio tempi di attenzione ridotti e utilizzo di strategie di apprendimento più concrete rispetto a quelle teorico-astratte, ecc.).

 

  • Il consolidamento e il potenziamento della rete territoriale esistente integrandola col settore scolastico.

 

  • Il coinvolgimento degli insegnanti delle scuole professionali nella progettazione della formazione, a partire dall'analisi dei bisogni formativi fino alla realizzazione del kit didattico, costituito da schede descrittive e da strumenti specifici di didattica.

 

  •  La realizzazione degli interventi di prevenzione degli incidenti stradali all'interno del percorso curriculare.

 

  • La progettazione e la realizzazione di un piano di valutazione del progetto che ha previsto una valutazione di gradimento, una valutazione di processo e  una valutazione di impatto, documentate attraverso un report.

 

Alcuni commenti sui risultati

Le scuole che hanno partecipato al progetto sono state 9, con 12 classi coinvolte e un totale di 175 studenti. La ridotta dimensione campionaria non consente di trarre conclusioni definitive riguardo l’efficacia generale del corso; così come la ridotta dimensione campionaria dei sottogruppi, per genere ed età, impedisce di rilevare la possibile relazione fra questi ultimi e l’effetto del corso.

Comunque l’analisi generale delle risposte ai questionari sembra mostrare che il corso ha avuto l’effetto generale di incrementare le conoscenze e demolire qualche “falso mito”; invece per quanto riguarda il blocco di domande volte a indagare la “prudenza” sembra essersi evidenziato un effetto modesto del corso, non statisticamente significativo, in parte certamente dovuto ai motivi espressi sopra; tuttavia l’analisi ha rilevato come importante la differenza fra le risposte dei ragazzi e delle ragazze.

Altre informazioni di tipo qualitativo sono state desunte dagli incontri di supervisione con gli insegnati, avvenuti dopo la formazione (due incontri). Da questi incontri è stato possibile verificare la ricaduta del progetto sugli studenti. In particolar modo è stato riportato dagli insegnanti: un maggior interesse verso le materie d’insegnamento e un maggior livello di disponibilità all’ascolto reciproco tra compagni, una riduzione delle situazioni conflittuali e un miglioramento del clima di classe. Questo è stato confermato anche dalla durata del percorso formativo e dal lavoro svolto sul potenziamento delle life skills, poiché la realizzazione dei prodotti finali ha permesso la partecipazione di tutti gli studenti, consentendo la valorizzazione di ogni competenza individuale.

Tutti gli insegnati coinvolti hanno dichiarato di voler ripetere l’esperienza nel prossimo anno scolastico e di voler tentare di coinvolgere qualche altro collega. Al fine di rendersi più forti nella conduzione delle unità didattiche sperimentate, gli insegnanti hanno chiesto al gruppo di lavoro di poter approfondire le conoscenze sulle metodologie/tecniche della didattica attiva, attraverso incontri di formazione dedicata.

 

Per approfondimenti.

Documenti inseriti in Banca Dati ProSA:

 

Riferimenti:

Daniela Novelli Assistente Sanitaria ASL AL
dnovelli@aslal.it

Carlo Di Pietrantonj Dirigente Analista ASL AL
cdipietrantonj@aslal.it

 

 Bibliografia:

  • Bonino S, Cattelino E, 2007. La prevenzione in adolescenza, Edizioni Erickson.
  • Bonino S, Cattelino E, Ciairano S. 2003. Adolescenti e rischio. Comportamenti, funzioni e fattori di protezione, Giunti Editore.
  • Jessor R, Jessor S L, 1991. Problem behavior and young adult development, Cambridge, Cambridge University Press.


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