A scuola di bicicletta: è utile?
a cura di Paola Capra, Dors

I programmi e i corsi per insegnare a bambini ed adolescenti le competenze utili ad andare in bicicletta e più in generale le norme per comportarsi in modo sicuro sulle strade non riducono il rischio di lesioni, non cambiano i comportamenti e gli atteggiamenti e ottengono risultati controversi riguardo il livello di conoscenze dei giovani partecipanti. In particolare, il dato che emerge in letteratura è la carenza di evidenze di alta qualità che possano dimostrare che la sola formazione dei ciclisti è efficace per la riduzione di incidenti e lesioni. 

 

Gli autori
Sarah A. Richmond (1), Yu Janice Zang (1), Andi Stover (1), Andrew Howard (1, 2, 3, 4), Colin Macarthur (1, 5) 

(1) Department of Child Health Evaluative Sciences, Research Institute, Hospital For Sick Children, Toronto, Canada
(2) Division of Orthopaedic Surgery, Hospital for Sick Children, Toronto, Ontario, Canada
(3) Department of Surgery,University of Toronto, Toronto, Ontario, Canada
(4) Department of Health Policy, Management and Evaluation,University of Toronto,Toronto, Ontario, Canada
(5) Department of Paediatrics, University of Toronto, Toronto, Canada

 La sintesi è tratta dalla revisione sistematica:

Richmond SA, Zhang YJ, Stover A, et al. Prevention of bicycle-related injuries in children and youth: a systematic review of bicycle skills training interventions. Injury prevention Published online first on Nov 21, 2013; doi: 10.1136/injuryprev-2013-040933

 

Qual è l’argomento dello studio

Andare in bicicletta è un popolare mezzo di ricreazione, di attività fisica e di trasporto per bambini e giovani in tutto il mondo. Tuttavia è ancora una delle prime cause di lesioni e di incidenti.

Le strategie più efficaci per prevenire gli incidenti correlati all’uso della bicicletta sono:

  • la promozione dell’uso del casco, sia supportata da interventi legislativi che non legislativi
  • le modifiche ambientali, per esempio l’installazione di piste ciclabili segnalate, sia nel contesto urbano che rurale.

Lo studio Richmond 2013 analizza un’altra strategia: i programmi di educazione e formazione per acquisire competenze da provetti ciclisti.


 Obiettivi e contenuti di questi programmi?

Insegnano a bambini e adolescenti ad acquisire competenze e conoscenze per guidare la bicicletta in modo sicuro   ed indipendente. Alcune attività previste:

  • pedalare in ambiente protetto, lontano dal traffico, per apprendere le competenze di base: indossare il casco in modo corretto, effettuare un controllo della bicicletta, salire in sella alla bicicletta, pedalare senza sbandare, imparare ad usare i freni, fermarsi improvvisamente;
     
  • pedalare su sentieri rurali o nel traffico cittadino, per apprendere competenze più avanzate: fare inversione di marcia, identificare eventuali pericoli, segnalare le proprie intenzioni agli altri utenti della strada, come comportarsi ad un incrocio, svoltare a destra o sinistra, guidare in mezzo alle auto, conoscere i segnali stradali.

Spesso i programmi prevedono moduli di addestramento strutturati su livelli diversi, in base al grado di     competenze insegnate; il passaggio da un livello a quello successivo prevede il rilascio di un certificato, come riconoscimento dei risultati conseguiti.
I programmi possono essere erogati da associazioni private mediante istruttori appositamente formati o venire insegnati a scuola e integrati a livello curriculare.  I programmi possono durare alcune ore o più giorni.

 

Fino ad ora manca una valutazione sistematica dell’efficacia di questi programmi di formazione: l’obiettivo primario della revisione sistematica Richmond 2013 è di determinare l’efficacia dei programmi formativi per acquisire le competenze per andare in bicicletta, rispetto alla prevenzione degli incidenti e delle lesioni, nei ciclisti fino ai 18 anni di età. In seconda istanza viene valutata l’efficacia di questi programmi formativi a cambiare i comportamenti, gli atteggiamenti e le conoscenze dei partecipanti. 

 

Quali sono i risultati dello studio

Relazione tra corsi di formazione per ciclisti e incidenti

Gli studi inclusi nella revisione che considerano la frequenza o la gravità delle lesioni, non riscontrano risultati statisticamente significativi: in sintesi i soli corsi di formazione per acquisire maggiori competenze non sono efficaci a ridurre gli incidenti e le lesioni nei ciclisti, o li riducono solo in minima parte.

Le fonti dei dati sulle lesioni o sono autoriferiti, o sono ricavati da sistemi di sorveglianza sugli incidenti o da statistiche nazionali.

 

Relazione tra corsi di formazione e comportamenti di guida

Gli studi che hanno valutato i comportamenti, hanno misurato l’abilità a compiere una manovra in modo corretto, hanno misurato i miglioramenti dei comportamenti del ciclista dopo la formazione ricevuta, alcuni studi hanno utilizzato dati autoriferiti, altri l’osservazione diretta. I risultati non riscontrano dei cambiamenti significativi a seguito dei corsi di addestramento e se miglioramenti ci sono stati non durano nel tempo.

Inoltre l’addestramento effettuato nel contesto del traffico sembra dare risultati migliori che  l’addestramento esclusivamente in un contesto “protetto”, per esempio un circuito appositamente predisposto; infine sia la formazione svolta in classe con indicazioni concrete sulle norme di sicurezza per il ciclista, sia associare a questo tipo di formazione l’addestramento pratico hanno una ricaduta positiva sul comportamento del ciclista.

 

Relazione tra corsi di formazione e conoscenze

La maggioranza degli studi inclusi nella revisione considera come risultato principale le conoscenze acquisite nei corsi di formazione e lo strumento adottato per la valutazione delle conoscenze è il questionario.

Nel complesso tutti gli studi dimostrano che la partecipazione a corsi di formazione aumenta i livelli di conoscenza, per quanto concerne genericamente il tema della sicurezza del ciclista, anche se il dato non è univoco e omogeneo a tutti gli argomenti che hanno a che fare con i comportamenti inerenti la sicurezza, per esempio l’importanza del rispetto della segnaletica e dell’uso del casco. Per cui è difficile asserire che la formazione è davvero efficace rispetto alle conoscenze dei discenti.

 

Relazione tra corsi di formazione e atteggiamenti sicuri

Solo 2 studi misurano i cambiamenti degli atteggiamenti dei giovani rispetto al guidare una bicicletta  e nessuno dei 2 dimostra che la partecipazione a corsi di formazione abbia portato un qualche cambiamento negli atteggiamenti, orientandoli ad una maggiore sicurezza.   

 

Nella pratica questo studio è importante perché

Alcuni dati

In Italia continua a diminuire il numero degli incidenti stradali e quello dei morti e feriti, anche se la media resta superiore a quella europea, ma continua a crescere invece il numero delle vittime tra i ciclisti. Se infatti, secondo il rapporto Aci – Istat, gli incidenti diminuiscono del 9,2% rispetto al 2011 e i morti del 5,4%, aumentano invece i morti in bicicletta, +2,5% rispetto al 2011 (anno in cui l'aumento rispetto all'anno precedente era stato del 7,2%) e i feriti, +2,7%.

Secondo i dati tratti dal rapporto del Centro Regionale di monitoraggio relativo all’incidentalità di ambito regionale fino all’anno 2012, il Piemonte conferma il trend italiano, dove a fronte di una riduzione del 28% dell’incidentalità totale tra il 2001 e il 2012, gli incidenti che coinvolgono i ciclisti sono cresciuti del 42% e i feriti sono cresciuti del 67%.

Nel contesto di generale riduzione dell’incidentalità stradale, le utenze deboli (pedoni, ciclisti, motociclisti) rappresentano un ambito che ha registrato un andamento meno favorevole, acquisendo progressivo peso sul totale delle vittime dell’incidentalità e quindi rilievo per le politiche di prevenzione.

 

Consigli per i decisori e i professionisti

I decisori per affrontare il problema degli incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti e delle lesioni più o meno gravi che ne sono la conseguenza dovrebbero privilegiare gli interventi per promuovere l’uso del casco, in primis i legislativi e gli interventi ambientali, preferendoli ad altre azioni, per esempio educative e formative.

Tuttavia se sono previsti interventi formativi per insegnare a bambini ed adolescenti le competenze per pedalare in modo sicuro questi dovrebbero:

  • privilegiare una formazione ritagliata sui bisogni, sull’esperienza di guida del mezzo e sull’età del singolo partecipante, organizzando eventualmente sessioni individuali o a piccoli gruppi;
     
  • progettare i corsi in modo partecipato, con la collaborazione attiva di genitori, insegnanti / istruttori e allievi;
     
  • prevedere una fase di sperimentazione delle competenze apprese, in zone urbane con livelli di traffico e di rischio differenti, sotto la supervisione e la guida di un insegnante / istruttore; 
     
  • prevedere la sperimentazione delle competenze apprese lungo percorsi abituali, per esempio il percorso casa – scuola;
     
  • ripetere periodicamente gli interventi perché i comportamenti e le conoscenze acquisite diminuiscono nel tempo;
     
  • affiancare questi interventi alle strategie più efficaci, in un’ottica di integrazione dei ruoli dei diversi attori (per esempio: autorità locali, pianificatori urbanistici, dirigenti scolastici e associazioni).

    

Questioni aperte e indicazioni per le ricerche future

La revisione Richmond 2013 include studi che hanno un modesto livello di qualità (fonti di errori, con molte perdite di partecipanti nella fase di follow-up o addirittura senza riportare una fase di follow-up, privi di controllo di eventuali fattori di confondimento, cioè in grado di condizionare il conseguimento di un certo risultato, dallo stato socio economico dei partecipanti, alla frequenza con cui vanno in bici, al livello di esperienza).

Un altro elemento da considerare è l’eterogeneità degli studi rispetto ai risultati che prendono in esame, con una netta maggioranza che considera le conoscenze, il risultato per valutare l’efficacia  dei corsi di formazione per ciclisti e solo 7 studi che valutano gli effetti dei programmi formativi sugli incidenti e sulle lesioni.  

Fattore da non tralasciare è la varietà dei programmi presi in esame, non tanto riguardo i contenuti ma in merito alla durata e all’età dei destinatari: questo rende molto difficile generalizzare e confrontare i risultati tra gli studi.

 

Come è stato realizzato lo studio

Sono stati consultate 15 banche dati ed è stata condotta anche una ricerca manuale. La strategia di ricerca ha identificato 2874 studi; dopo una serie di successive selezioni gli studi inclusi nella revisione sono stati 25.

10 studi sono stati condotti in USA, 7 nel Regno Unito, 4 in Australia, 2 in Canada, uno in Olanda e uno in Svezia. 

Gli studi inclusi, dovevano rispondere ai seguenti criteri:

  • riferirsi ad una popolazione di bambini e adolescenti, sotto ai 19 anni di età;
     
  • prendere in esame un intervento formativo che includesse l’insegnamento di competenze pratiche per condurre una bicicletta e /o di norme del traffico specifiche per i ciclisti;
     
  • riportare risultati oggettivi e quantificabili: per esempio la frequenza delle lesioni, la gravità della lesioni, i comportamenti del ciclista, le conoscenze sulle norme di sicurezza per il ciclista e sulle regole del traffico, gli atteggiamenti verso l’andare in bicicletta in modo sicuro;
     
  • tutti i disegni di studi dovevano mettere a confronto la situazione prima e dopo un programma di formazione, o avevano un gruppo di confronto.

Non ci sono limiti linguistici né di data. Inoltre la ricerca comprende sia articoli peer reviewed di letteratura scientifica che documenti di letteratura grigia.

 

Per approfondire
 

ACI – Istat. Incidenti stradali in Italia, anno 2012

Mamo C, Dalmasso M, Bianco S. Incidentalità stradale: cambia il profilo degli infortunati
http://www.dors.it/pag.php?idcm=5126

Macpherson A, Spinks A. Bicycle helmet legislation for the uptake of helmet use and prevention of head injuries. Cochrane database of systematic reviews 2008, (3) (solo abstract)

Owen R, Kendrick D, Mulvaney C, Coleman T, Royal S. Non-legislative interventions for the promotion of cycle helmet wearing by children. Cochrane Database of Systematic Reviews 2011, (11) (solo abstract)

Reynolds CC, Harris MA, Teschke K, et al. The impact of transportation infrastructure on bicycling injuries and crashes: a review of the literature. Environmental Health 2009;8:47.


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