Il bordo vertiginoso delle cosea cura di Lidia Fubini, DoRS, Osvaldo Pasqualini, Servizio di Epidemiologia ASL TO3Pubblicato il 16 Febbraio 2015Aggiornato il 02 Settembre 2015Le storieIl progetto “Dall’inchiesta alla storia: costruzione di un repertorio di storie di infortunio sul lavoro” promosso dal Centro di Documentazione per la Promozione della Salute DoRS e dal Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3 in collaborazione con gli operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di Lavoro (SPreSAL) delle ASL piemontesi, è continuato, oltre che con la raccolta delle storie, con la costituzione di un gruppo di lavoro sull’utilizzo delle storie nella sperimentazione di una comunità di pratica. Sono stati realizzati due laboratori “Dalle storie di infortunio alla costituzione di una comunità di pratica”, cui ha partecipato circa la metà degli operatori facenti parte del progetto iniziale. Le giornate constavano di moduli teorici e pratici, durante i quali sono stati esplicitati i criteri di base per la formazione di una comunità di pratica che successivamente sono stati applicati con l’obiettivo di validare le indicazioni per la prevenzione di alcune storie emblematiche. Le comunità di pratica sono state intese secondo il modello di Wenger (1), quindi come gruppi sociali di apprendimento aventi l'obiettivo di produrre conoscenza organizzata e di qualità cui ogni membro abbia libero accesso. Il fine è il miglioramento collettivo delle conoscenze a seguito di un’esperienza di scambio e condivisione. La comunità di pratica tende all'eccellenza e utilizza ciò che di meglio produce ognuno dei collaboratori, puntando ad una condivisione di saperi basata su criteri da costruire insieme. La storia delle folgorazioni è la ventottesima di questo progetto, ma è la prima nella quale le indicazioni per la prevenzione sono state condivise all’interno della comunità di pratica. Proponiamo la lettura del racconto dell'infortunio "Una storia che si ripete", convinti che l’aspetto più importante della narrazione stia nella sua capacità di rivelare il significato degli eventi poiché “la storia rivela il significato di ciò che altrimenti rimarrebbe una sequenza intollerabile di meri eventi […] la narrazione rivela il significato senza commettere l’errore di definirlo […] (2). (1) Étienne Wenger. Comunità di pratica. Apprendimento, significato e identità. Raffaello Cortina Editore. Milano, 2006. (2) Hannah Arendt (Hannover, 1906 – New York, 1975).TAG ARTICOLODOCUMENTAZIONE; EPIDEMIOLOGIA; INFORTUNI SUL LAVORO; NARRAZIONE; PIEMONTE;