Un Piano d’azione nazionale a tutela e supporto dei diritti dell’infanziaa cura di Sonia Scarponi, DorsPubblicato il 17 Novembre 2016Aggiornato il 18 Ottobre 2019Politiche per la saluteIl IV Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e dello sviluppo dei soggetti in età evolutiva (d’ora in poi Piano) è stato predisposto dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia, proposto poi al Consiglio dei Ministri ed infine adottato il 31 Agosto 2016 con decreto del Presidente della Repubblica. La principale finalità del Piano è portare a termine gli impegni assunti dall’Italia in riferimento all’attuazione dei contenuti e dei principi della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, sottoscritta a New York il 20 novembre 1989.Tali principi determinano la cornice di riferimento entro cui fissare le priorità del prossimo biennio e possono essere riassunti nello schema delle tre “P”: provision rights (diritti che prevedono l’accesso a servizi e beni materiali e immateriali, quali il diritto all’educazione e alla salute), protection rights (diritti che riguardano la protezione da situazioni di rischio, quale abuso e maltrattamento), partecipation/promotion rights (diritto del bambino ad avere un ruolo attivo nelle decisioni e scelte che lo coinvolgono).A partire da questi tre principi e dopo aver analizzato i bisogni dell'infanzia e le problematiche emergenti sia a livello nazionale che a livello comunitario e internazionale, il Piano definisce il panorama degli interventi che l'Italia intende mettere in campo nei prossimi due anni.Tale documento si connota pertanto quale strumento programmatico, di indirizzo e di monitoraggio dell’impatto delle politiche adottate e dei progressi raggiunti. Le priorità tematiche di intervento individuate sono quattro: linee di azione a contrasto della povertà dei bambini e delle famiglie, servizi socio-educativi per la prima infanzia e qualità del sistema scolastico, strategie e interventi per l'integrazione scolastica e social, sostegno alla genitorialità, sistema integrato dei servizi e sistema dell'accoglienza. Per ogni linea tematica è stata creata una tabella che identifica gli obiettivi specifici e le azioni/intervento attraverso cui perseguirli. Vengono inoltre individuati: promotori, collaboratori, destinatari finali e risorse per ogni singola azione.Gli interventi e le azioni descritte sono riconducibili a tre tipologie: interventi legislativi: circolari e direttive attuative che impegnano le Amministrazioni centrali, le Regioni e le Province autonome, interventi amministrativi: atti programmatori di competenza delle Amministrazioni centrali, delle Regioni/Province autonome e degli Enti locali, interventi operativi: progetti sperimentali e tavoli di coordinamento che coinvolgono anche realtà del terzo settore. L’integrazione di diverse competenze e la partecipazione di più soggetti sono ritenuti elementi fondamentali per tutte le tipologie di intervento, in un’ottica multifattoriale del benessere infantile.Ed è proprio l’auspicata integrazione tra il livello politico e quello tecnico l’aspetto innovativo di questo Piano, che si concretizza anche attraverso la costituzione di un Coordinamento tecnico-scientifico composto da membri appartenenti a realtà esterne alle Amministrazioni pubbliche.All’Osservatorio nazionale per l’Infanzia sono stati affidati i compiti di monitoraggio e verifica finale del Piano, con gli obiettivi di: valorizzare gli interventi effettuati e i risultati raggiunti a livello nazionale, regionale e locale, rispetto ai bisogni e ai fenomeni emergenti segnalati nel Piano, rilevare dati quantitativi e qualitativi utili per analizzare le condizioni di infanzia e adolescenza, identificare esperienze significative e aree di maggiore criticità in riferimento alle diverse tipologie di azioni individuate nel Piano, fornire un supporto alle attività decisionali, sia a livello locale che nazionale. Rispetto alle risorse economiche a disposizione per l’attuazione degli interventi, nel Piano si sottolinea che la quota di spesa sociale dell’1,3% riservata in Italia a famiglie e minorenni è la più bassa fra i maggiori paesi europei: Germania 11,2%, Francia 7,9%, Regno unito 6,6% e Spagna 5,4%. Si fa quindi esplicito richiamo alla necessità di approvare i livelli essenziali di prestazione (LEP) centrati sui diritti e garantire poi l’esigibilità di tali LEP attraverso adeguata allocazione di risorse strutturali e continuative. In calce a questo articolo, documentazione e approfondimenti su infanzia, salute e equità. Foto: shutterstock.com DOWNLOAD & LINKPiano d’Azione Nazionale per l’Infanzia e l’adolescenza (agosto 2016)Convenzione sui diritti del fanciullo (in lingua francese, novembre 1989)Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo - New York, 20 novembre 1989 (Legge 176 del 27 maggio 1991)Disuguaglianze e prima infanzia. Interventi precoci per un futuro in salute (policy brief - Dors et al., settembre 2016)Prima infanzia e sviluppo in salute (istantanea Dors, n. 5, marzo 2016) I programmi universalistici e di qualità che rispondono ai bisogni della prima infanzia producono migliori e più equi risultati nell’infanzia e anche successivamente nel corso della vita (policy brief, ita, febbraio 2015)Disuguaglianze nella prima infanzia (bibliografia ragionata, Dors, febbraio 2015)TAG ARTICOLOADOLESCENZA; DIRITTI DELL'INFANZIA; INFANZIA; P.R.P. 2014-2018; SCUOLA;