Manuale PNEI e scienza della cura integrata. La terza intervista-recensionea cura di Claudio Tortone - Dors e Mariella Di Pilato, psicologa della salute - DorsPubblicato il 23 Ottobre 2018Aggiornato il 23 Novembre 2018RecensioniIl Manuale Psico Neuro Endocrino Immunologia e scienza della cura integrata (Edra, 2017) (a cura di Francesco e Anna Giulia Bottaccioli, offre un cambio di paradigma nelle scienze e nelle professioni di cura che garantisce un maggiore potere conoscitivo sull’organizzazione della vita umana e una maggiore efficacia nella cura e nella promozione del benessere e della salute delle persone. Per conoscere le iniziative di diffusione del Manuale, si rimanda al sito della Società Italiana di Psico Neuro Endocrino Immunologia – SIPNEI. Il sito dà la possibilità di leggere la prefazione, l’indice e le pagine introduttive del capitolo 8 – La regolazione neuroendocrina - e del capitolo 19 – Le patologie autoimmuni. I link diretti a questi contributi sono disponibili anche in calce al presente articolo. La PNEI è una scienza trans-disciplinare recente - ha appena 30 anni di vita…! - ma propone un nuovo paradigma nella lettura della dimensione della salute nell’uomo: l’organismo umano funziona come un network di sistemi strutturati e interconnessi che influenzano e sono influenzati dalla dimensione psichica. Questo presuppone che le conoscenze e le evidenze scientifiche possano essere più potenti se sono integrate e provenienti da teorie applicate in diversi campi: biologico, psicologico e filosofico,… Questo nuovo approccio aiuta e facilita gli operatori sanitari (in primis i medici, ma non solo loro) nel lavoro di équipe, nella relazione di cura e offre ai promotori della salute e del benessere, dentro alla sanità e nelle comunità locali, strumenti di lettura e pratiche di salute per la “modulazione del network umano a fini preventivi e terapeutici, come l’alimentazione, l’attività fisica, le psicoterapie, la meditazione e altre pratiche comportamentali e di medicina naturale” (dalla Prefazione del Manuale). Abbiamo chiesto ad alcuni colleghi di leggere il Manuale PNEI e scienza della cura integrata per raccogliere le loro impressioni e riflessioni a partire dalla loro pratica professionale. Il terzo incontro è con Mariella Di Pilato, psicologa della salute ed operatrice Dors. Dalla lettura del Manuale quali sono state le sollecitazioni che ti hanno “illuminato” e quali le criticità che hai riscontrato Il Manuale è molto interessante, ricco e approfondito nella sua interezza. Il concetto più stimolante, che richiama l’attenzione intellettuale e professionale fin dalle prime righe, è l’approccio olistico del “prendersi cura”. Come viene raccontato nel primo capitolo una “cura” che prende in considerazione tutte le dimensioni della salute: biologica, psicologica, sociale e anche spirituale, come già l’avevano concepita greci (Diaita= modo di vita) e cinesi (Yangshen= nutrizione della vita) nel V e IV secolo a.C. sollecitando i “curanti” ad occuparsi di aspetti come l’alimentazione, i ritmi naturali (ad esempio il sonno), l’esercizio fisico, l’attività sessuale. Aspetti che per l’attuale Promozione della Salute sono gli “stili di vita” Questo concetto di cura sottintende una visione della Salute che non sia solo assenza della malattia ma contempli il benessere dell’individuo nella dimensione fisica, psichica, sociale e spirituale come affermato solo nel 1948 nella carta costituzionale dell’Organizzazione Mondiale della Salute. L’altra forte sollecitazione proveniente dal manuale è la approfondita trattazione dello Stress, dei suoi meccanismi e delle sue interazioni con tutti gli altri sistemi dell’individuo, nucleo centrale del Manuale. In particolar modo la spiegazione dell’influenza circolare dello Stress sulla psiche e viceversa. Come lo Stress ad esempio causato da eventi di vita critici (come deprivazione materiale, relazionale o emotiva) o traumatici (una perdita, violenze, abusi) crei uno squilibrio fisiologico e strutturale sia nel sistema nervoso centrale che nel sistema immunitario (che, come sottolineato nel testo, non è solo un sistema di difesa verso patogeni esterni, ma fondamentale sistema di regolazione della salute fisica e psichica della persona). E di come questo squilibrio ha effetti sistemici ed è spesso all’origine di diverse psicopatologie ad esempio la depressione, l’ansia, il disturbo post traumatico da stress, ecc. Nella mia formazione di Psicologa della Salute il concetto di salute di riferimento era il modello bio-psico-sociale di Engel, la cui assunzione di base è che ogni condizione di salute o di malattia è la conseguenza dell’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali (Engels, 1977; Schwartz,1982), quindi già un modello articolato e integrato di salute. Questo modello ha contribuito al superamento del modello biomedico tuttavia come i tre sistemi (biologico, psicologico e sociale) fossero connessi fra di loro, soprattutto dal punto di vista dei correlati neurofisiologici sottostanti non era mai stato ben esplorato ed esplicitato. Esplorazione ed esplicitazione invece chiara e scientificamente sostenuta nel Manuale. Una delle principali criticità del nuovo approccio presentato nel Manuale è legata a come declinare operativamente nella pratica clinica o nelle politiche sanitarie gli aspetti e le indicazioni innovative della PNEI, al di là di situazioni di nicchia o di sperimentazione, tenendo conto dell’attuale organizzazione dei servizi e della sostenibilità delle innovazioni proposte. Dal tuo punto di vista, quali sono i contributi del Manuale che possono migliorare la tua pratica professionale? Quali criticità? Da alcuni anni mi occupo di “Interventi precoci per promuovere la salute del bambino” lungo tutto il ciclo di vita. L’approccio che sostiene l’importanza delle prime esperienze del bambino (già dal periodo prenatale) si chiama Early Childhood Development – ECD e afferma che la salute del bambino è determinata da fattori neurobiologici, psicologici, sociali ed economici. Da qui l’importanza di garantire ambienti e relazioni salutari e promuovere esperienze e situazioni per uno sviluppo sano e armonico. Il capitolo V del Manuale, a partire da evidenze e studi scientifici, sottolinea come l’ambiente fisico e affettivo-emotivo influisce sul patrimonio genetico del bambino condizionandone la salute attuale e futura. Nello specifico viene riportato come il fumo materno, l’assunzione di droghe, l’inquinamento atmosferico o uno stile “non accudente” del care-giver lasci la sua impronta in modo duraturo sulla biologia cerebrale del bambino; ciò significa che queste situazioni e comportamenti segnano epigeneticamente il bambino. Le ricerche di epigenetica dimostrano fortunatamente anche che esperienze, situazioni e stimoli positivi sono a loro volta in grado di lasciare un segno, orientando lo sviluppo in senso positivo. Da questo punto di vista gli studi di epigenetica rappresentano ulteriori prove scientifiche a supporto dell’importanza di politiche sanitarie e sociali per salvaguardare la salute del bambino e del nucleo familiare in questa cruciale fase della vita. Vi è un altro aspetto interessante degli studi di epigenetica e riguarda gli effetti di pratiche come la psicoterapia o la meditazione. Le ricerche dimostrano che queste tecniche o pratiche non solo modificano il comportamento con un impatto sui sintomi ma sono capaci di modificare funzioni, strutture del cervello e geni. La psicoterapia e altre tecniche meditative (Yoga, Mindfulness, ecc.) ad esempio funzionano non solo perché aiutano la persona a comprendere propri meccanismi cognitivi, emotivi e di funzionamento psichico e ristrutturano modi nuovi di autoregolazione ma anche perché modificano epigeneticamente alcune molecole chiave come ad esempio il trasportatore della serotonina, neurotrasmettitore che regola l’umore. Quali riflessioni e spazi hai trovato nel Manuale per avere un’attenzione nella tua pratica professionale ad aspetti come l’empowerment delle persone, la promozione del benessere e della salute, la qualità della vita… Un messaggio arriva chiaro e forte dal Manuale: cambiare l’attuale paradigma di cura improntato dal riduzionismo, per andare verso un approccio integrato ed empowerizzante che guardi la persona nella sua interezza. Il Manuale offre diversi temi di riflessione in tal senso. Fra tutti colgo come sfida la proposta di cura integrata di alcune psicopatologie (ad esempio la depressione, i disturbi d’ansia, il disturbo post traumatico da stress) che parta da un’anamnesi che prenda in esame l’insieme dei fattori che determinano la patologia e offra un trattamento che combini indicazioni alimentari, prescrizione di attività fisica, gestione dello stress, psicoterapia e controllo dell’infiammazione attraverso meditazione e tecniche di medicina alternativa. Puoi presentarci la tua storia professionale con alcuni aspetti salienti che la caratterizzano? Sono laureata in Psicologia e specializzata in Psicologia della Salute. Ho lavorato per circa otto anni con bambini disabili e con le loro famiglie. Da dodici anni mi occupo di Promozione della Salute presso il Centro di Documentazione Regionale di Promozione della Salute – DoRS. Svolgo attività come psicoterapeuta da diversi anni. La seconda recensione è stata curata da Claudio Ritossa, medico palliativista e istruttore di protocolli MBSR. La prossima recensione sarà a cura di Claudio Tortone, medico di sanità pubblica, Dors.DOWNLOAD & LINKPer maggiori informazioni sul Manuale PNEI e scienza della cura integrata (Francesco e Anna Giulia Bottaccioli, Edra 2017)Manuale PNEI e scienza della cura integrata - Scarica la prefazione e l'indice completo Manuale PNEI e scienza della cura integrata - pagine estratte dai capitoli n. 8 e 19 Prima recensione a cura di Alessandro Martini - medico di medicina interna presso l’Ospedale Molinette dell’ASO Città della Salute di Torino (Dors, marzo 2018)TAG ARTICOLOEMPOWERMENT; PAZIENTE; PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA;