Il progetto “La Traccia” di Alessandria. Una rete per la vulnerabilità e l'integrazione
I risultati raggiunti, i vantaggi, le criticità, il confronto con il modello operativo di un progetto analogo realizzato nel milanese.
a cura di Marina Fasciolo - CISSACA. Consorzio Servizi Sociali di Alessandria; Daniela Novelli - ASL di Alessandria; Rita Longo e Marina Penasso - Dors

Il progetto ‘La Traccia’: obiettivi e risultati

25 ottobre 2018 - nella sala della Taglieria del Pelo ad Alessandria si svolge il convegno: “Modelli di integrazione socio - sanitaria nella gestione delle problematiche dell’accumulo e del degrado abitativo. Il progetto ‘La Traccia’ si racconta”, organizzato dal Consorzio dei Comuni del territorio alessandrino, dall’Azienda Sanitaria Locale e dal Comune di Alessandria.

 

L’evento ha consentito di condividere con professionisti del settore sociale e sanitario i risultati del progetto La Traccia, finanziato dalla Compagnia di San Paolo.

Il progetto ha coinvolto una rete di istituzioni con il CISSACA (Consorzio intercomunale per la gestione dei servizi socio assistenziali dei comuni dell’Alessandrino) come capofila, realizzato per affrontare i problemi del degrado abitativo e dell’isolamento sociale di persone - spesso anziani e adulti con disabilità - che solitamente vivono in gravi condizioni igieniche, sanitarie e abitative e che possono manifestarsi nel fenomeno dell’“accumulazione seriale”. Il progetto La Traccia è descritto e documentato in ProSa.

Le problematiche e i disagi di questo tipo di utenza richiedono l’attenzione coordinata delle diverse istituzioni competenti ad agire e investono non solo la qualità della vita dei diretti interessati, ma anche quella dei vicini di casa e talora di interi condomini.

L’idea progettuale è nata da interrogativi quali: è possibile intercettare risorse per attivare legami tra cittadini? È possibile attivare reti informali capaci di avviare processi di cambiamento?

Il progetto ha messo a disposizione delle risorse che hanno consentito interventi di sanificazione delle abitazioni e il ripristino di condizioni di vivibilità delle persone coinvolte, permettendo, inoltre, la sperimentazione della figura del “facilitatore naturale”, una figura non professionale che, a seguito di un percorso formativo ad hoc, ha offerto la propria disponibilità per monitorare i beneficiari degli interventi, contrastando il rischio di reiterazione della situazione di partenza.

I facilitatori sono stati individuati tra le persone che hanno offerto la loro disponibilità al CISSACA per aiutare le persone in difficoltà, mettendo a disposizione il loro impegno a favore del prossimo e, attraverso la forma del tirocinio, hanno ricevuto un incentivo economico per l’attività svolta. 

Gli ottimi risultati conseguiti dal progetto sono il frutto della rete istituzionale che è stata creata per la realizzazione di interventi integrati che prevedevano l’interazione tra le competenze proprie di ciascun Ente. Ciò ha consentito:

  • la condivisione da parte di più servizi della complessità dei problemi presentati dall’utenza
  • la comunicazione reciproca delle competenze specifiche
  • la creazione di un linguaggio comune che potesse facilitare anche la comprensione dei rispettivi limiti operativi.  

Il CISSACA, in qualità di capofila, oltre ad occuparsi della direzione del progetto, ha partecipato al percorso di valutazione delle situazioni ed è intervenuto nella presa in carico di situazioni di propria competenza.

Il gruppo di lavoro che si è costituito ha visto la partecipazione dell’ASL di Alessandria (con una Educatrice professionale del SerD, una Assistente Sociale del Centro di Salute Mentale, un’Assistente Sanitaria e due Tecnici della Prevenzione del Servizio di Igiene Pubblica, uno Statistico del Servizio di Epidemiologia - SEREMI, un Veterinario del Servizio Veterinario) e del Comune di Alessandria (incaricati dell’Ufficio Welfare animale, della Polizia Municipale e dell’Agenzia Territoriale Casa).

Ogni referente ha portato al gruppo competenze specifiche ed è intervenuto sia in fase di progettazione, di valutazione e di gestione degli interventi sulla base dei bisogni rilevati:

  • la presenza dello statistico e dell’assistente sanitaria ha consentito la definizione del flusso informativo, la predisposizione di una scheda di segnalazione, utile alla raccolta delle informazioni, e di un database capace di elaborare i dati aggregati per aumentare la conoscenza del fenomeno e riprogettare le azioni
  • la Polizia Municipale ha fornito al gruppo le segnalazioni che sono pervenute al Comune di Alessandria e ha effettuato i sopralluoghi con l’assistente sociale, talvolta in compresenza dei tecnici della Prevenzione
  • l’Ufficio Welfare Animale ha condiviso le segnalazioni che riguardano persone che convivono con animali da compagnia e che versano in condizioni di grave trascuratezza
  • l’Azienda Territoriale per la Casa è stata rappresentata da un geometra per condividere segnalazioni e interventi nelle abitazioni di edilizia popolare
  • la Cooperativa Sociale Coompany & e la Cooperativa Sociale La Ruota, imprese sociali di tipo B, hanno gestito gli interventi di pulizia e sanificazione e il percorso formativo rivolto ai facilitatori, propedeutico all'accompagnamento dei beneficiari.

Alessandria e Milano: due modelli operativi a confronto

Nell’ambito del convegno, i risultati del territorio alessandrino sono stati confrontati con un altro modello di gestione di problematiche analoghe utilizzato dal Comune di Milano e dalla sua Azienda Territoriale Sanitaria (ATS).

In particolare la Dr.ssa Anna Maria Pistoia, funzionaria dell’Area Sicurezza Integrata e Protezione Civile, e il Dr Giovanni Costa, Tecnico della Prevenzione (TPALL) dell’ATS, hanno illustrato ai presenti la procedura di intervento prevista nel Comune di Milano.

Si tratta di un protocollo non scritto attraverso il quale tutti i soggetti istituzionali coinvolti agiscono in sinergia per le proprie competenze.

Il Servizio di Igiene Pubblica della ATS riceve le segnalazioni da parte di organi di vigilanza ed uffici comunali, servizi veterinari amministratori di stabili e privati cittadini. Le segnalazioni vengono attentamente valutate e se inoltrate da Enti o Autorità, corredate da documentazione fotografica e con relazioni esaustive che attestano un reale pericolo per la salute pubblica, il Servizio di Igiene Pubblica comunica al Comune di Milano (Ufficio Igiene dell’Abitato) una tempestiva proposta di ordinanza contingibile ed urgente per il risanamento igienico dell’alloggio.

Se incomplete o trasmesse da privati cittadini, le segnalazioni vengono accertate con il sopralluogo da parte del TPALL dell’ATS, solitamente insieme a Polizia Locale, servizi sociali, personale sanitario dei DSM o servizio veterinario in caso di presenza di animali.

L’Ufficio di Igiene dell’Abitato del Comune di Milano si occupa della redazione del provvedimento Amministrativo di Ordinanza Contingibile ed Urgente ai sensi dell’Art. 50 comma 5 del D. Lgs. 267/2000. Il provvedimento, a firma del Sindaco, ordina alla persona occupante di provvedere alla pulizia e al risanamento dello stesso. Nel momento in cui la persona destinataria del provvedimento non esegue quanto le è stato ordinato, il Comune si sostituisce liberando e pulendo i locali per riportarli ad una adeguata condizione igienica consona alla persona.

La criticità più visibile è l’accompagnamento nel lungo periodo del soggetto accumulatore. Ciò emerge dal fatto che si sono verificati diversi casi di comportamenti recidivi.

Il confronto tra due modelli di gestione - quello alessandrino fondato sul gruppo di lavoro e la prevenzione degli interventi coatti e quello di Milano caratterizzato da procedure rigorose - hanno mostrato la loro complementarietà e la necessità di una contaminazione reciproca per apportare maggiore qualità ed efficacia nelle pratiche di aiuto a persone che vivono condizioni di elevato isolamento sociale e di profondi bisogni di attenzione e cura.

Il convegno si è concluso con l’impegno di mantenere alta la riflessione, la ricerca e l’elaborazione di nuovi saperi all’interno delle comunità professionali per continuare a operare nell’interesse delle persone in difficoltà.

Al termine del convegno è stata donata a ogni partecipante una sfera contenente un brano tratto da romanzi, i cui autori hanno descritto accumulatori e case insalubri, con testi di E.L. Doctorow, I. Calvino, N. Ammanniti, M. Covacich, I.Goncarov.

 

Il contributo documentale di Dors

Nel mese di ottobre 2018, gli operatori di Dors hanno contribuito con una ricerca documentale sul tema, concentrandosi, in particolare, sulla presa in carico, da parte dei servizi sociosanitari, delle situazioni di fragilità, con una attenzione specifica alle persone affette da disposofobia (disturbo da accumulo). La ricerca è stata effettuata in Google Scholar, in siti istituzionali, nelle riviste e nei siti specialistici.

È stato innanzitutto segnalato il Progetto “Co.N.S.E.N.So. (Community Nurse Supporting Elderly in a changing Society) con il Piemonte capofila, che si propone di favorire l’invecchiamento sano ed attivo della popolazione, permettendo agli anziani di vivere a casa il più a lungo possibile, attraverso il sostegno di interventi innovativi e pro-attivi centrati sulla figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità.

Per documentare lo stato dell’arte sono state inoltre rintracciate due indagini.

La prima sull’Assistenza Domiciliare in Italia (ADI) del 2018: chi la fa, come si fa e buone pratiche a cura della Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva. Il rapporto mostra in lieve crescita l’offerta di cure domiciliari agli anziani ma resta ancora un privilegio per pochi.
La seconda indagine, a cura di NNA (Network Non Autosufficienza) è in realtà una sintesi del capitolo “La domiciliarità”, tratto da L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, 6° rapporto 2017/2018.
Sono inoltre stati segnalati progetti, buone pratiche, studi accademici che hanno messo al centro le cure domiciliari agli anziani, le persone affette da disturbi da accumulo (e della cerchia dei loro familiari), comprese quelle persone che hanno come disturbo l’accumulo di animali.

La ricerca documentale effettuata da Dors è stata consegnata ai partecipanti al convegno, ed è stata inserita all’interno degli Atti del convegno, pagg. 20 – 23, allegati a questo articolo.

 


Foto di Andrew Buchanan da Unsplash
Adattamento per il web a cura di Alessandra Suglia, Dors.


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