Salute Pubblica. Potere, empowerment e pratica professionale. Recensione di una giovane assistente socialeNuovo punto di vista sulla traduzione italiana del libro di Glenn Laveracka cura di Erica Spagnuolo, assistente socialePubblicato il 22 Novembre 2019Aggiornato il 19 Dicembre 2019RecensioniLa recensione in breveConoscenza reciprocaEtica della responsabilità(Co)operareLa recensione in breveAbbiamo chiesto a Erica Spagnuolo di leggere il libro di Glenn Laverack - Salute Pubblica. Potere, empowerment e pratica professionale - e condividere con noi le riflessioni che ne sono scaturite. Sono una studentessa del corso di laurea magistrale in politiche e servizi sociali presso l’Università di Torino e mi sto formando alla direzione e al coordinamento di servizi sociali.Ho acquisito l’abilitazione da assistente sociale subito dopo la laurea triennale presso l’Università di Chieti. La mia formazione generale è volta alla promozione del benessere da parte dei cittadini e a lavorare assieme ad essi verso una presa di consapevolezza tale da permettere loro di acquisire un’autonomia per poter fronteggiare nella vita situazioni problematiche. Nella mia formazione, quindi, temi come empowerment e comunità sono molto frequenti. Quindi i contenuti del testo di Glenn Laverack non sono per me nuovi. A mio avviso l’importanza della visione multidisciplinare e trasversale del bisogno, con il fondamentale riferimento all’empowerment all’interno della programmazione in salute pubblica, sono necessari per chi, come me, ha un mandato professionale nella relazione di cura e nella programmazione dei servizi sociali. Durante il mio percorso di specialistica, che sto svolgendo a Torino, ho avuto la possibilità di conoscere i vari servizi offerti dagli operatori che lavorano nel territorio, ben distanti dalla visione molto più improntata ad un’ottica di tipo assistenziale alla quale sono sempre stata abituata nei miei anni di formazione precedente. Avendo studiato altrove è stato per me molto stimolante osservare realtà che abbracciano strategie e paradigmi che mirano ad una visione più comunitaria e di accompagnamento della comunità nell’acquisizione di strumenti per fronteggiare problematiche varie. Conoscenza reciprocaNel percorso di formazione è stato possibile, tramite il mio relatore di tesi, conoscere la realtà di Dors e da subito ho colto l’occasione per ampliare il mio bagaglio di conoscenza e arricchire la mia formazione in una struttura che si occupa di strategie della promozione della salute intesa in senso olistico, di benessere a trecentosessanta gradi. È stato molto stimolante ed interessante per la mia professione ricevere la proposta, da parte del tutor di Dors, di lettura del testo “Salute pubblica. Poter, empowerment e pratica professionale” di Glenn Laverack. Nella lettura ho ritrovato i riferimenti strategici studiati durante il mio percorso universitario. La mancanza di riferimenti empirici e concreti, presenti nel testo, è ad oggi al centro del dibattito accademico per quanto riguarda il percorso di formazione in servizio sociale. La lettura del testo è stata molto piacevole e ho avuto feedback molto positivi. È stato in primis un ripasso delle tematiche che già avevo immagazzinato durante il mio percorso di formazione e in secundis un momento di integrazione e rinforzo delle mie conoscenze con aspetti metodologici pratici. Posso citare alcuni riferimenti ben descritti dall’autore: la peer education, l’health literacy piuttosto che l’importanza di verificare le capacità di comunicazione degli operatori che trova nel testo delle linee guida da utilizzare per appurarne l’effettività. Ritengo il contributo di Laverack ottimo strumento metodologico delle strategie di promozione della salute, ricco di riferimenti tecnico-pratici. L’autore utilizza terminologie accessibili a tutte le professioni e questo rende la comprensione molto dinamica. Uno strumento di riferimento per gli operatori che si occupano del tema della partecipazione comunitaria, ma che può essere rivolta anche ad altri professionisti. Credo sia utile suggerirne la lettura all’interno del panorama universitario in quanto stimola la ricerca del pensiero critico, permette di mettere in discussione il proprio operato e soprattutto di conoscere meglio la funzione e la responsabilità che l’operatore ha nei confronti della comunità intera, permette inoltre di acquisire la vicinanza empatica della complessità del mondo nel quale viviamo, una visione che dovrebbe essere parte di ognuno di noi, ma che oggigiorno pare faticare ad emergere. Un aspetto molto interessante che ho avuto piacere di riscontrare nel testo è l’approccio multidimensionale e multidisciplinare in cui deve esserci necessariamente uno scambio tra operatori di professioni distinte. Una visione, quella di Glenn Laverack, integrata in cui si attinge gli uni dagli altri per migliorare non solo la propria formazione, ma soprattutto per supportare in modo efficace e accogliere le esigenze della comunità. Tutto questo è possibile solo se non sono presenti distanze tra servizi e soprattutto una buona conoscenza delle altrui competenze. Partendo dal presupposto che la richiesta non sempre corrisponde all’effettivo bisogno, si esorta ad una visione trasversale ma soprattutto di apertura e di messa in discussione degli schemi che ognuno di noi ha fatto propri durante il percorso personale e di esperienze. Etica della responsabilitàAnche per me - come per Alessandro Rinaldi che ha curato la precedente recensione del testo di Laverack, pubblicata su dors.it a settembre 2019 - il concetto di potere è stato un valido e interessante argomento di riflessione. Laverack pone l’accento sul potere inteso come fenomeno sociale, distinguendo l’hard power dal soft power. L’autore continua con la descrizione approfondita delle modalità con cui l’operatore può esercitare il suo potere, distinguendone tre varianti: potere-dall’interno, potere-su e potere-con.Proprio nell’ultima variante, potere-con, Glenn Laverack individua il metodo tramite il quale l’operatore utilizza il potere-su intenzionalmente per supportare il potere degli altri e non per “dominarli”. Solo in questo modo, il potere-su si trasforma in potere-con. Tale traslazione del potere si traduce in una piena consapevolezza e nell’aumento del potere-dall’interno da parte della persona.Con lo svilupparsi del potere-dall’interno la persona diventa empowered, da intendere non solo a livello individuale, ma anche di empowerment collettivo, perché le persone sono in relazione. Tutto il processo di massimizzazione delle capacità individuali e accrescimento del potere-dall’interno deve essere supportato ed accompagnato da operatori/counselor, che siano in prima istanza comunicatori e che quindi siano disponibili all’ascolto attivo e siano comprensivi. (Co)operarePer concludere, vorrei sottolineare l’importanza di una formazione multidisciplinare che permetta di acquisire e rendere accessibili a tutte le professioni una visione comunitaria come descritta dall’autore. Ma soprattutto solo tramite la conoscenza dello spaccato professionale di ciascun professionista si potrà arrivare ad un lavoro realmente integrato basato sul rispetto reciproco senza far prevalere il ruolo di uno a scapito di altri. In una società come la nostra in cui è sempre più pressante il senso di individualizzazione e sempre meno presente la sensibilità verso il prossimo, verso il “diverso”, si dovrebbe iniziare a comprendere che l’unico modo che abbiamo per cambiare e migliorare il mondo in cui viviamo è partire da noi stessi, dalle nostre abitudini e stili di vita: cercare di sensibilizzare ad argomenti meno “leggeri” di quelli che ci sottopone la società odierna ed abituare la mente a diventare attiva e responsabilmente critica verso le complessità del mondo. Vi è l’esigenza di rivedere le metodologie tradizionali di intervento e riadattarle alla specificità della società odierna, in cui la comunità diventa parte attiva e portatrice non solo di interessi ma anche di potenzialità. Stiamo assistendo, già da qualche tempo, ad una trasformazione e ad un’innovazione di strategie sempre più comunitarie e ritengo opportuno che si investa parallelamente anche sulla formazione in ambito universitario. Investendo nella formazione universitaria si formeranno operatori con competenze differenti in base alla loro scelta professionale ma con una visione comune e più flessibile. DOWNLOAD & LINKSalute Pubblica: potere, empowerment e pratica professionale. Recensione del libro a cura di Dors, prefazione e capitolo sullo sguardo ai contenutiSalute Pubblica: potere, empowerment e pratica professionale. Le videointerviste ad autore e curatori Il modello di empowerment per la società e la salute: la traduzione integrale in italianoSalute Pubblica: potere, empowerment e pratica professionale. Recensione del libro a cura di Alessandro Rinaldi, medico igienistaAlleanze tra Istituzioni e Terzo Settore: generare empowerment per la salute e l’equitàTAG ARTICOLOEQUITA'; PIANO DI PREVENZIONE; progettazione partecipata; SVILUPPO DI COMUNITÀ;