La comunità di pratica come luogo di prevenzione
L’Istantanea descrive la Comunità di Pratica come un gruppo sociale con l'obiettivo di produrre conoscenza organizzata e di qualità, secondo i criteri coniati da Wenger. Queste comunità favoriscono lo sviluppo d’identità professionale e il senso di appartenenza, e con un processo sociale di apprendimento reciproco, producono nuova conoscenza.
a cura di Lidia Fubini, Luisella Gilardi, Dors

Questa “Istantanea” è rivolta a tutti gli operatori che si vogliono impegnare nel creare spazi lavorativi di condivisione costruttiva.

Le comunità di pratica rappresentano infatti un modello di lavoro in cui gruppi informali di persone che hanno in comune un interesse, una passione per un tema specifico, arricchiscono le proprie conoscenze attraverso una continua interazione, grazie a delle modalità condivise di azione e d’interpretazione della realtà” [Wenger; 2006]. Le comunità di pratica tendono all'eccellenza, a prendere ciò che di meglio produce ognuno dei collaboratori puntando ad una conoscenza da costruire insieme. In queste comunità, gli individui mirano a un apprendimento continuo e hanno consapevolezza delle proprie conoscenze. All'interno della comunità non esiste una gerarchia, i ruoli vengono assunti in base alle competenze ed ai bisogni degli individui. Ogni membro mette a disposizione non solo la conoscenza esplicita, ma anche la conoscenza tacita (implicita). “Ciò che si conosce, ma non si esprime perché non si può o sarebbe inutile farlo…”

Il documento è arricchito di alcuni esempi reperiti nella letteratura scientifica internazionale e dell’esperienza sviluppata in Piemonte, e tutt’ora attiva, costituita dagli operatori dei Servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro.

 


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