Ortoterapia: caratteristiche, ambiti di applicazione e beneficiL’esperienza torinese del “Gruppo terra” nel servizio di NeuroPsichiatriaInfantile dell’ ASL Città di Torinoa cura di Rita Longo, Dors e Valeria Moschese, ASL Città di TorinoPubblicato il 26 Maggio 2020Aggiornato il 25 Giugno 2020Sintesi di studi/reviewPremessaCaratteristiche e benefici del contatto con la natura, documentati in letteraturaContesti di applicazione degli interventi…”nonsoloterapia”Un pò di storia…a livello internazionale, europeo, italianoL'esperienza torineseConclusioniBibliografia, sitografiaPremessaL’ortoterapia, terapia complementare inserita tra le terapie non convenzionali che possono affiancare terapie ufficiali, consiste in attività di giardinaggio, orticoltura, cura delle piante, con l’affiancamento/assistenza di operatori esperti, al fine di ottenere risultati riabilitativo-terapeutici per le persone con disagi/disabilità o che hanno avuto storie di marginalità e svantaggio. Nella pratica i partecipanti manipolano la terra, piantano semi, annaffiano, curano e coltivano prodotti che successivamente possono consumare, scambiare o vendere, apprendendone origine, provenienza e caratteristiche: imparano e crescono attraverso il contatto diretto con “l’elemento naturale” e il dialogo con gli altri portatori di “culture” diverse. Secondo un’indagine condotta da GfK (Growth for knowledge, società di ricerche sociali e indagini di mercato) in 17 Paesi, una persona su tre si dedica settimanalmente al giardinaggio. Il 41 per cento delle famiglie con bambini tra i 6 e i 12 anni adotta infatti il giardinaggio come attività educativa e ricreativa (https://corrierequotidiano.it/ambiente/orto-terapia-molto-piu-di-un-semplice-coltivare-piantiamoci/). Caratteristiche e benefici del contatto con la natura, documentati in letteraturaPrendersi cura delle piante - ortoterapia, terapia orticolturale, ortogiardinoterapia - ha degli effetti benefici sulla mente e sul fisico: vari studi ed esperienze testimoniano infatti un miglioramento dello stato di salute delle persone coinvolte, attraverso le attività nel verde, la coltivazione di piante e ortaggi, la cura delle piante da interno, attività che si basano sulla stimolazione dei sensi e l’esercizio fisico (Staats, 2006). Da tempo è altresì dimostrata la tendenza a preferire ambienti naturali a quelli costruiti - in quanto fonte percepita di benessere personale e collettivo (Laumann et al., 2003), indipendentemente dall’età e dalla cultura di provenienza delle persone. Sono state indagate le varie potenzialità di tali pratiche: lo sviluppo della motricità, dell’orientamento, della capacità organizzativa, della memoria, dell’apprendimento, della concentrazione, dell’autostima, delle competenze relazionali, per citarne solo alcune. I dati scientifici finora raccolti dalla psicologia ambientale riguardo la relazione tra salute e natura, permettono di affermare l’intima connessione tra queste due dimensioni, tanto da ritenere che la presenza di scenari naturali possa accrescere il benessere fisico e psicologico dell’uomo. In tali ricerche il termine “natura” indica una categoria ampia di ambienti naturali e loro caratteristiche, come gli alberi, gli animali e i paesaggi, includendo anche rappresentazioni fotografiche, film e video, data l’importanza dell’esperienza visiva. In particolare, in questo filone spiccano Kaplan R. e Kaplan S. (1989) e Ulrich R. (1983,1984) che hanno elaborato due teorie-guida nell’ambito della ricerca sugli “ambienti rigenerativi”: entrambe si sono incentrate principalmente sulla ricerca di quegli aspetti del contatto con la natura che suscitano risposte cognitive ed emotive di tipo rigenerativo (cioè in grado di promuovere il benessere individuale e collettivo). Kaplan R. e Kaplan S. hanno sviluppato la TRA, acronimo di Teoria della Rigenerazione dell’Attenzione, che descrive il processo con cui la diminuita capacità di dirigere l’attenzione viene stimolata in maniera involontaria da certi elementi caratterizzanti l’esperienza dell’ “immersione” nella natura; Ulrich pone maggiore accento sull’interazione uomo – ambiente, cioè sull’incontro tra certe caratteristiche fisiche dell’ambiente e le aspettative personali. L’ortoterapia si interseca con la letteratura disponibile su tali temi in quanto, seppur nelle diverse tipologie di utenza, luoghi e modalità di intervento, la natura - esemplificata con la pianta - resta l’elemento centrale nella percezione della relazione con il mondo vivente che ci circonda. Il giardino terapeutico, costituito anche da pochi vasi, o da spazi verdi più ampi e strutturati, diventa un’opportunità per conoscere meglio e valorizzare se stessi, attraverso l’attività della “cura”, il movimento fisico, il rilassamento della mente e le nuove esperienze emotive. L’impegno del prendersi cura delle piante si estende alla cura di sé e degli spazi in cui si trascorre il tempo, con beneficio attraverso il contatto diretto (la visita e la sosta nell’orto e nel giardino), indiretto (la vista di un balcone fiorito) o derivante da simulazioni (attraverso riproduzioni fotografiche di paesaggi naturali), con un riverbero alla “cura” delle relazioni con gli altri. Ecco i principali risultati di alcuni studi concernenti l’ambito preventivo: è possibile rilevare una efficacia preventiva rispetto alle dipendenze (alcol, sigarette, cibo non sano), e secondo alcuni autori (Laumann, K., Gärling, T., and Stormark, K. M. , 2003) ci sarebbe un aumento della percezione di benessere negli insegnanti (https://www.childrenandnature.org/international-news-round-up/) secondo una ricerca dell’Università di Exeter, la Fondazione ornitologica britannica e l’università del Queensland le persone che vivono nei pressi di boschi con abbondanza di uccelli, arbusti e alberi sono meno soggetti a cadere in depressione, ansia e stress (estratto dalla banca dati) Altri studi hanno preso in considerazione i risultati clinici: in uno studio dell’American Journal of Public Health (2019) sono state analizzate le condizioni di circa 400 aderenti a un’associazione che da oltre vent’anni promuove gli orti urbani. In esso è stato dimostrato, numeri alla mano, che chi preferisce pomodori e cavolfiori coltivati da sé è in media più magro rispetto ai vicini di casa o ai parenti stretti che non amano zappa e rastrello. Ciò accade perché dedicarsi a un orto, anche se di dimensioni ridotte, comporta movimento, esposizione al sole (e quindi sintesi di vitamina D), socialità, aumento dell’autostima e incremento della quantità di frutta e verdura mangiate Una ricerca pubblicata su Penn Medicine condotta negli Stati Uniti dimostra che passeggiare e fare piccole attività nel verde porta ad un abbassamento della pressione arteriosa Contesti di applicazione degli interventi…”nonsoloterapia”Come abbiamo visto, l’ortoterapia ha nel tempo ampliato il suo ambito di azione, affiancando alla cura/riabilitazione/inclusione sociale della persona l’area della promozione del benessere psico-fisico e l’ambito educativo, in considerazione degli effetti del contatto con la natura a livello di socializzazione, responsabilizzazione, integrazione, autonomia,… L'Ufficio Regionale per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Salute (WHO) ha recentemente pubblicato una Guida per la progettazione partecipata del "verde urbano" (spazio/terreno urbano, pubblico o privato, sul quale si trovi vegetazione, stagni, laghi, ruscelli....), allo scopo di evidenziare i dimostrati nessi tra spazi verdi cittadini e salute della comunità, fornendo raccomandazioni pratico-operative per la progettazione/realizzazione di interventi in tale ambito. Da citare anche il filone della “rigenerazione urbana”, che concerne iniziative di conservazione della bio-diversità e di recupero del verde urbano (es. installazione arnie o creazione orti in parchi cittadini in condizioni di degrado), col coinvolgimento attivo dei cittadini ( in alcuni casi di categorie “fragili”), al fine di promuovere lo sviluppo di reti sociali e solidali, il senso di appartenenza alla comunità, la fiducia nel prossimo, … (http://eurohealthnet-magazine.eu/cities-improving-public-health-with-public-gardens/). Pertanto, i destinatari e i contesti sono molteplici e variegati. Ecco alcune esperienze che esemplificano le possibili applicazioni dell’ortoterapia e di interventi affini. in un ospedale vicino Detroit, i pazienti ricoverati – affiancati da un’esperta di giardinaggio - hanno creato una serra biologica, coltivando vari tipi di ortaggi, che vengono utilizzati per la preparazione dei pasti quotidiani. Il progetto è nato con la finalità di aumentare conoscenze/consapevolezza sui benefici di una alimentazione “sana” per la prevenzione e il trattamento di malattie croniche come l’obesità, attraverso gli strumenti del giardinaggio e della cura dell’orto in un ospedale pediatrico nello Stato dell’Oregon (Legacy Emanuel Medical Center) è stato realizzato un “giardino terapeutico” per i piccoli pazienti, i loro familiari e il personale sanitario, dove poter svolgere attività di cura del verde, passeggiate, ecc. Lo spazio è stato progettato seguendo i criteri dettati dall'Ahta (Associazione Americana di Ortoterapia), che perseguono finalità di inclusione/integrazione, accessibilità, equità, sicurezza (http://www.assiort.it/1/upload/giardini_terapeutici_per_bambini_ahta.pdf) In Francia il collettivo di architetti ed artisti francesi La Valise ha progettato una nuova struttura denominata TERRAform, di cui sono stati realizzati al momento circa un centinaio di esemplari, utilizzati all’interno di progetti di ortoterapia e di giardinaggio per persone con ridotte possibilità di movimento, per promuovere l’integrazione sociale e l’autonomia (https://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/terraform-ortoterapia-disabili/) Le potenzialità educative offerte da un rapporto concreto, libero, spontaneo e creativo con i diversi elementi della natura sono da tempo sperimentate da molti professionisti e istituzioni con la realizzazione di attività didattico-educative all’aria aperta (bosco, giardino, parco, …) con bambini e adolescenti, con l’idea che la costruzione di un legame profondo e partecipato tra infanzia e natura sia una condizione indispensabile per lo sviluppo della persona in senso armonico: un’esperienza pioniera in Italia è il progetto “La scuola nel bosco” di Fondazione Villa Ghigi, cofinanziato dalla regione Emilia Romagna nell’ambito di un bando EU interessante anche la Rete nazionale delle scuole pubbliche all’aperto, nata nel 2016 a partire dalla tradizione di scuole all’aperto del territorio bolognese (https://scuoleallaperto.com/) in Piemonte, il progetto Bimbisvegli di Asti si autodefinisce come “scuola aperta all’aperto”, in cui …”l’ Ambiente, inteso anche in senso relazionale, strutturale, non solo ecologico, è utilizzato in modo funzionale, strumentale e educante”, per perseguire l’obiettivo generale di uno sviluppo armonico del bambino, attraverso una didattica sperimentale di osservazione costante e sperimentazione empirica (www.bimbisvegli.net) Un pò di storia…a livello internazionale, europeo, italianoUtilizzata fin dall’antichità nel mondo orientale, la coltivazione terapeutica e il suo potenziale furono svelati e teorizzati in occidente dallo psichiatra Benjamin Rush (1746 – 1813), considerato “il padre” della psichiatria americana, riformatore dal punto di vista sociale ed educativo. Il medico osservò (1812) che durante le attività di giardinaggio il coinvolgimento dei 5 sensi a tutto campo produceva un forte impatto benefico sulle persone coinvolte nella pratica: riduzione dello stress e dei comportamenti aggressivi, stimolazione di creatività e autostima, potenziamento del coordinamento corporeo e rafforzamento del sistema immunitario. La Terapia viene riconosciuta come disciplina scientifica negli anni ’70, con la fondazione negli Stati Uniti dell’American Horticultural Therapy Association (AHTA). Negli Stati Uniti, pertanto, l’ortoterapia viene praticata da circa 40 anni, con Centri specializzati di fama internazionale, reparti di ortoterapia negli ospedali (ad esempio, Ospedale Universitario di New York), ed esiste una facoltà Universitaria. Sempre negli USA, è nata una rete con sede a Minneapolis che promuove lo sviluppo e l’accessibilità di contesti naturali per i bambini, anche intervenendo a livello politico: Children & Nature Network, il cui sito internet contiene delle interessanti schede infografiche che documentazioni i benefici del contatto con la natura. In Europa l’ortoterapia sta muovendo i primi passi, e non in maniera uniforme nei vari Stati. Ad esempio, nei Paesi anglosassoni essa è inserita in molti progetti riabilitativi, in Francia è sperimentata in ospedali e centri di riabilitazione e così avviene in Germania, Belgio e Olanda. La situazione in Europa è diversa rispetto agli Stati Uniti anche a livello formativo: le strutture eroganti proposte formative per personale qualificato risultano ancora esperienze sporadiche. I corsi-seminari formativi dell'HTS, infatti, vanno proprio nella direzione della specializzazione e del riconoscimento del ruolo professionale. In Italia da pochi anni si sta affrontando il tema in modo scientifico e varie iniziative si stanno promuovendo in ospedali, scuole di agraria, centri di riabilitazione e per disabili e nelle carceri. Numerose strutture sanitarie hanno adibito spazi dedicati all’orticoltura ed al legame terapeutico con la terra, come ad esempio l’istituto dei tumori di Milano, ove è stata realizzata una terrazza terapeutica; l’hospice dell’ospedale Niguarda di Milano, ove è stato ideato il Giardino del vento e della luce; nell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze i piccoli ricoverati possono favorire la guarigione prendendosi cura di una pianta; alla Casa di riposo Città di Asti uno spazio apposito è destinato all’orto. All’interno della scuola di agraria del parco di Monza è attivo dal 2014 un progetto riabilitativo di ortoterapia a cui partecipano giovani provenienti dai Servizi di salute mentale, dai Tribunali e dal carcere minorile, con il coinvolgimento di molti anziani nel ruolo di “volontari” e figure professionali quali terapisti della riabilitazione, agronomi, ecc. Il riferimento teorico dichiarato sono gli studi di Hank Bruce (1, 2). Sul territorio nazionale stanno anche sviluppandosi e/o consolidandosi iniziative di: “orto sociale” : un orto o giardino sociale è un appezzamento di terreno, assegnato solitamente ad associazioni per finalità sociali, persone in condizioni di disagio, anziani, portatori di handicap o semplicemente alla comunità, affinché sia utilizzato come orto “orto didattico”: orti realizzati all’interno delle scuole, con il coinvolgimento di genitori, nonni e insegnanti, al fine di sensibilizzare a una maggiore conoscenza dei cicli naturali, al rispetto per l’ambiente, con ricadute sulle scelte alimentari e sulla socialità intergenerazionale e interculturale (progetto promosso dal Comune di Milano: “Appunti in Città – Giardini scolastici”) Particolarmente attivi i medici per l’ambiente (www.isde.t), insieme ad associazioni locali e nazionali quali Italia Nostra, che stanno promuovendo in tutto il Paese progetti per il recupero di spazi pubblici da adibire a orto, e singoli professionisti che hanno lanciato progetti di varia natura: ad esempio, Alberto Siracusano, psichiatra dell’Università Tor Vergata di Roma, ha inaugurato nel 2014 il Giardino della Mente, all’interno dell’Università stessa, un luogo dedicato alla riabilitazione di gruppo sia mentale che fisica. “Occuparsi di un giardino” ha spiegato Siracusano “significa entrare in relazione con spazi e trasformazioni che consentono di sviluppare due valori fondamentali per la riabilitazione psichiatrica: assumersi delle responsabilità e prendersi cura di sé. E poi significa anche lavorare con le (proprie) radici, seminare, raccogliere” (link). Nel 2005 è nata la Rete italiana delle Fattorie Sociali, esperienze che rappresentano contesti di benessere, di riabilitazione e cura, a partire da spazi non medicalizzati per la cura (le cosiddette “terapie verdi”) e l’inclusione sociale, in sinergia con le specifiche risorse umane e materiali di un territorio. << Con il termine "Agricoltura Sociale" si cerca di definire un insieme molto vario di interventi che uniscono l'attività agricola a quella sociale, con l'obiettivo di produrre allo stesso tempo beni e servizi utili alla collettività. Il tratto caratteristico più importante dell'Agricoltura Sociale risiede non solo e non tanto nelle attività che vengono svolte, quanto nel modo in cui esse prendono forma e si realizzano nei contesti locali. Si tratta, infatti, di esperienze che nascono dalle competenze presenti nel territorio in risposta a esigenze specifiche, determinate in parte dal tessuto locale (presenza o meno di servizi disponibili alla sperimentazione di percorsi diversi dai tradizionali) e in parte dalla forte motivazione che spinge imprenditori, cooperative e associazioni a includere persone che vivono situazioni difficili, attraverso percorsi di inserimento lavorativo, co-terapia, formazione ecc.>> (Fattorie sociali in Sicilia, a cura di S. Cacciola, pag. 5). Nel 2014 nasce finalmente l’Associazione Italiana di Ortoterapia (Ass.I.Ort.), il cui obiettivo è diffondere, attraverso attività formative, censimenti, raccolta di documentazione, ecc., sia le conoscenze sul tema sia le pratiche, nei vari ambiti di impiego della cura/riabilitazione e benessere (http://www.assiort.it/). E’ costituita da professionisti che sviluppano i vari aspetti dell’utilizzo delle pratiche orticolturali e di giardinaggio come strumenti terapeutico-riabilitativi e psicopedagogici. L'esperienza torineseAlla luce di tali premesse, dal 2011 è stata avviata presso il servizio di NeuroPsichiatriaInfantile - NPI Nord dell’ASL Città di Torino l’esperienza di ortoterapia, nell’ambito della riabilitazione, affiancata dal 2017 da un intervento educativo, a favore dei minori afferenti al servizio, con analoghi presupposti. Tali iniziative risultano di interesse per peculiarità e obiettivi: i bambini trattano con un “oggetto vivo”, la pianta, che chiede cura nel suo sviluppo e crescita, consente esperienze soddisfacenti e tangibili dei prodotti ottenuti, e determina un miglioramento ambientale, da pochi vasi a spazi esterni, di cui tutti possono fruire, utenti, operatori e cittadini che entrano in contatto con tale ambito di intervento. Al servizio di NeuroPsichiatriaInfantile afferiscono minori con quadri patologici e disfunzionali di varia eziopatogenesi. Tra questi risaltano per numero, bambini con disturbi di linguaggio e/o di apprendimento a cui spesso si aggiungono difficoltà cognitive di attenzione, di concentrazione ed organizzazione, che influiscono negativamente sul trattamento riabilitativo. Sovente ne conseguono difficoltà relazionali sia con i pari che con gli adulti. Inoltre il contesto di alcuni quartieri in cui si opera è costituito in forte numero da migranti: l’incidenza di stranieri è tra le più alte rispetto alla media cittadina. Tale tipo di intervento ha un’ottica di riduzione delle diseguaglianze, in quanto ha tra i propri principali destinatari i figli degli immigrati; al contempo mira alla valorizzazione di spazi, mediante la coltivazione e la cura, precedentemente incolti Se l’ortoterapia si è rivelata, nell’ambito della riabilitazione, particolarmente adatta al fine di perseguire obiettivi di apertura del bambino disabile e dei suoi genitori verso il mondo esterno, di ripristino delle capacità relazionali e di implementazione nell’utilizzo di nuovi contesti; l’esperienza analoga, con intento educativo, denominata “Gruppo terra”, ha parimenti consentito ai minori vari apprendimenti, il consolidamento di alcune abilità e l’apertura a nuove competenze, Gli aspetti educativi sono stati perseguiti in maniera sinergica e integrata con quelli riabilitativi, in un puntuale raccordo con gli operatori di riferimento, invianti dei casi. Dal punto di vista estetico e sensoriale l’attività connessa con la semina e la cura delle piante, introdotte in seguito negli spazi comuni o poste in vendita, offre la possibilità di ammirare e apprezzare prodotti esteticamente piacevoli, ricevere stimolazioni sensoriali nel confronto tra diversi materiali, odori, forme, consistenze. Vengono attivati i sensi e messo in campo ciò di cui si dispone: in più di un’occasione gli operatori invianti dei piccoli partecipanti ne hanno ricevuta immagine migliore, con più competenze di quante conoscessero. Qualsiasi tipo di difficoltà dei bambini afferenti all’attività del Gruppo terra può passare attraverso la riscoperta delle proprie abilità. La rapidità delle piante nel reagire alle cure, la comparsa di nuove foglie e addirittura di un fiore diviene fonte di motivazione, rafforzando la stima di sé. Inoltre l’ educatrice professionale, conduttrice del gruppo, ha approntato schede con parametri osservativi, per ciascun partecipante, finalizzate alla raccolta di ulteriori elementi di conoscenza. Le schede sono state costruite considerando i riferimenti teorici di R. Trinchero (2015), adattandoli alla realtà dell’esperienza avviata presso la NPI. Sono stati considerati come parametri utili anche quelli relativi alla motricità globale, la motricità fine, e indicatori quali lo spazio, il tempo, l’ordine la memoria. Il Gruppo terra è pertanto una proposta di attività di ortoterapia in cui le esperienze educative collegate alla natura consentono ai bambini partecipanti di sperimentare le proprie conoscenze e abilità, consolidare competenze, apprendere in un contesto non prestazionale, ove il conduttore/educatore professionale accompagna i piccoli nell’attività, con mandato osservativo. I bambini manipolano la terra, piantano semi, ne portano di propria provenienza culturale, scambiano i prodotti, annaffiano, curano, coltivano. Imparano, dialogano, crescono, fanno esperienze. Peculiarità dell’attività, non disponendo la sede del servizio di NPI di un giardino e spazio verde proprio, è stata la scelta di creare un piccolo giardino e orto indoor, ovvero all’interno degli ambienti disponibili, a cui è seguita la disposizione delle piantine prodotte sui balconi del servizio sanitario, oltre all’averne donate diverse ai bambini ed alle loro famiglie, per proseguirne il percorso di cura e crescita. L’attività proposta consente di lasciar crescere l’empatia, e la consapevolezza che, non diversamente dalle piante, anche nelle persone possono crescere lentamente, qualche volta stentare, appassire, maturare rigogliosi, dar frutti, esser ammirati. Dal giardino si può ricevere benessere, in esso si possono ammirare metamorfosi e seguire il trascorrere delle stagioni, nella luce del giorno. Parimenti da casa si possono cercare le semenze, anche tra i cibi che si consumano e, da una finestra, osservare la luna, compagna da tempo immemore nelle fasi della semina e della crescita delle piante. Sono state sinora avviate quattro edizioni del Gruppo terra, che hanno visto la partecipazione di 31 bambini tra i cinque e i nove anni, afferenti all’ambulatorio e, in un primo caso sperimentale, fratelli di un piccolo paziente. Ad essi sono state proposte semplici attività connesse con la terra e la natura (semina, coltivazione, annaffiatura, raccolto) volte alla sperimentazione e libera espressione, attraverso le quali il conduttore educatore professionale potesse osservare i comportamenti, il rispetto delle regole, le competenze, le abilità, l’ascolto; e facilitare l’accrescimento delle conoscenze, anche a favore di altri specialisti invianti, all’interno del servizio di NPI (psicologo, logopedista, neuropsichiatra infantile). L’educatore, mediante schede specifiche di osservazione, raccoglie elementi osservativi e conoscitivi, che concorrono ad una conoscenza più completa del bambino, per descrivere le modifiche comportamentali di questi, e consentire quindi una valutazione di efficacia. Inoltre ci si è forniti di parametri di valutazione che consentissero adeguata verifica del lavoro svolto, per una corretta valutazione di processo. Dall’attività proposta ci si attendeva, come ricadute: la raccolta di elementi conoscitivi sui bambini (utili alla diagnosi dei minori afferenti alla NPI) l’aumento delle abilità su descritte, grazie alla partecipazione ad attività educative la “modellizzazione” dell’intervento, per favorirne la riproducibilità (elemento a favore: modulo privo di costi) il miglioramento dal punto di vista ambientale (si è provveduto ad abbellire due balconi degli spazi ambulatoriali grazie alle piante prodotte, e ci si propone il miglioramento degli spazi interni, con l’ausilio delle piante curate dai partecipanti) la collaborazione con i genitori che, seguendo gli sviluppi dell’attività attraverso i prodotti portati dai bambini al domicilio, potessero contribuire alla cura, attenzione e scambio anche di altre colture, a seconda delle provenienze geografiche l’apertura al territorio circostante, mediante l’invito a frequentare con i genitori parchi e giardini la collaborazione con realtà informali del quartiere, con volontari che curano aree verdi, anche per iniziativa individuale il consolidamento della collaborazione e integrazione con l’attività di ortoterapia/terapia complementare, proposta in altri due ambulatori del medesimo servizio NPI. L’attività si è svolta in moduli di 4/6 incontri, con cadenza regolare nel periodo aprile/giugno e gennaio/marzo; i prodotti finali sono stati proposti in vendita ad un negozio gestito dal personale del comune di Torino, per autofinanziamento. A causa della situazione di emergenza sanitaria da Covid 19, le attività del Gruppo Terra sono state in un primo momento interrotte, e anche la stesura del report, iniziata a febbraio di quest’anno, ha subìto una fase di arresto. Successivamente l’educatrice professionale conduttrice dell’attività si è interrogata su come proseguire: sono state contattate famiglie dei partecipanti, domandando un riferimento email per riprendere e mantenere i contatti, proponendo la possibilità di continuare l’attività avviata, a distanza. La referente del Gruppo ha considerato preferibile in una prima fase lo strumento della scrittura, anche di brevi messaggi - considerando che i bambini fossero già soggetti a una discreta esposizione elettronica a causa delle videolezioni scolastiche e dei giochi elettronici nel tempo libero. Raccolta l’adesione dei genitori si è proceduto all’invio di messaggi di saluti e presentazione dell’attività, a cui i bambini hanno dato seguito, ora nel seguire le fasi lunari, ora cercando semi da piantare, disponibili nell’abitazione, ora riportando la scansione delle attività in opportune tabelle, loro inoltrate. La fase 2 della pandemia di Covid19 comporta per il Gruppo opportunità e limiti da tenere in considerazione per ripensare/adattare l’attività e valutarne la fattibilità. ConclusioniA taluni osservatori appare evidente la relazione tra il degrado ambientale e il disagio esistenziale, accanto al crescente processo di urbanizzazione, motivo di modifica degli stili di vita in buona parte della popolazione. La perdita di connessione con l’ambiente naturale viene considerata causa di malessere psichico, mentre si osserva che le persone coinvolte, in modo diretto ed indiretto nella attività connesse con l’ortoterapia, beneficiano di esse sia come individui che come elementi della comunità a cui appartengono. Anche nella lingua corrente troviamo metafore e richiami all’elemento naturale, come ad esempio “mettere radici”, “potare i rami secchi”, nonché proverbiali (“c’è chi semina e chi miete”, “seminare vento e raccogliere tempesta”, “non tutti i semi ci mettono lo stesso tempo a germinare”) rafforzando l’idea e il legame delle nostre esistenze con l’elemento naturale. L’attività in giardino è anche occasione di prevenzione, stimolando l’abitudine al movimento ed alla vita all’aperto, nonché ad una corretta alimentazione, anche legati alla soddisfazione di produrre da sé il cibo. Il movimento effettuato nelle attività di ortoterapia (per esempio la potatura, la caccia ai parassiti, lo stralcio di erbe, la raccolta dei prodotti) vengono paragonati ad attività fisiche vere e proprie, determinando pertanto un minore rischio di malattie (link). Infine, contestualizzando all’interno dell’attuale situazione di limitazioni imposte dalla pandemia di covid19, ecco un paio di riflessioni: - una delle attività che non hanno risentito del lockdown ma che anzi hanno avuto un’impennata è la creazione e cura di coltivazioni da terrazzo (per quanti hanno la fortuna di possedere uno spazio esterno) e giardini privati, secondo un monitoraggio della Coldiretti che ha seguito l’andamento degli acquisti di semi, piantine, fertilizzanti e strumenti domestici per la coltivazione in supermercati, mercati, punti vendita e vivai (in maggioranza con vendita a domicilio) nei mesi da febbraio ad aprile di quest’anno: ci riferiamo a una attività molto probabilmente finalizzata al recupero di una dimensione di benessere e relax date da tutti quegli aspetti del legame con la natura di cui abbiamo discusso prima (link) - Non tutti coltivano per hobby, però: in molti quartieri “difficili” delle grandi città italiane l’orto ha una funzione sociale di enorme importanza, e per alcune famiglie significa risparmiare rispetto alla spesa alimentare e/o provvedere al proprio sostentamento economico almeno in parte. “E sarebbe ancora più importante in questa fase, in cui si stanno perdendo migliaia di posti di lavoro a causa del Covid-19” – come sostiene la coordinatrice del progetto europeo Sigidmed che mette in rete gli orti urbani romani, le associazioni del territorio e la circoscrizione Comunale Bibliografia, sitografia Baroni, M.R., (1998). 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Blog a cura di Juliet Robertson sulla metodologia delle scuole all’aperto Approfondimenti sulla valenza pedagogica della cura dell’orto, secondo R. Steiner Approfondimento sulla rete nazionale delle scuole pubbliche all’aperto Portale dell’Assiort, Associazione italiana ortoterapia Approfondimento sulle fattorie sociali Approfondimento sulla Teoria della Rigenerazione dell’Attenzione. TAG ARTICOLOBENESSERE SOSTENIBILE; COMUNITA' TERAPEUTICHE; DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA'; PROMOZIONE DELLA SALUTE MENTALE; TERAPIA;