Il capitale sociale: una risorsa per il benessere delle persone e della comunitàa cura di Maurizio Marino, Servizio di Epidemiologia ASL TO3; Claudio Tortone, DorsPubblicato il 14 Gennaio 2013Aggiornato il 21 Settembre 2016DatiIntroduzioneIl Capitale Sociale fa bene alla saluteCosa si intende per Capitale SocialeCome misurare il Capitale Sociale: la proposta del BESBibliografiaPer saperne di più:IntroduzioneIl Capitale Sociale (CS) è entrato a pieno titolo a far parte dei fattori che, secondo la letteratura scientifica, influenzano il benessere e la salute, integrando ed arricchendo il bagaglio di risorse (economiche, culturali, ambientali) che individui e comunità hanno a loro disposizione. Queste prime riflessioni sul concetto di CS vogliono portare all’attenzione dei lettori il dibattito scientifico su questo concetto con le relative ricadute sulle politiche di promozione della salute e sviluppo del benessere individuale e della comunità. Seguiranno nel corso dell’anno alcuni approfondimenti sulla relazione fra CS e i determinanti della salute, con particolare attenzione ai processi partecipativi e di empowerment nella comunità.Il Capitale Sociale fa bene alla saluteI risultati dell’indagine “Is social capital good for health? A European perspective”, condotto sui dati raccolti in 14 Paesi europei, fra cui l’Italia, e recentemente pubblicato dall'Ufficio europeo dell'OMS, mostrano che il CS, ‘definito come l’aspettativa individuale circa la propensione degli altri ad assumere un comportamento cooperativo’, ha un effetto causale positivo sulla salute del singolo e che queste ricadute sono tanto maggiori quanto più alto è il CS comunitario nella regione di appartenenza. A livello europeo si stima che, nei paesi con un livello di CS attorno alla media europea, un aumento del 10 per cento del CS di una persona tipo, possa produrre un aumento di 2,8 punti percentuali della probabilità di essere in buona salute (1). In un articolo della fine degli anni novanta sull’effetto del CS sulla salute individuale e collettiva, I. Kawaci analizza il ruolo che il CS svolge nel funzionamento della vita comunitaria in diversi settori: dalla prevenzione della delinquenza minorile e della criminalità, alla valorizzazione dei percorsi formativi ed educativi dei giovani, alla promozione di politiche partecipative. Il lavoro evidenzia la relazione fra il bagaglio di CS di una comunità, rilevato dalle misure di fiducia e reciprocità nelle indagini sociali, ed il miglioramento degli standard di salute di una determinata zona. Rafforzare il CS nelle comunità può rappresentare una via importante per la riduzione delle diseguaglianze socioeconomiche in materia di salute (2).Cosa si intende per Capitale SocialeNonostante sia entrato a far parte recentemente delle dimensioni legate alle risorse individuali e comunitarie di una società, il concetto di CS ha già oltre un secolo di vita. Erano i primi anni del ‘900 quando lo statunitense Lyda Judson Hanifanil, un riformatore scolastico della Virginia occidentale, in un suo saggio sosteneva che: "il capitale sociale si riferisce a quei beni intangibili che hanno valore più di ogni altro nella vita quotidiana delle persone: precisamente, la buona volontà, l'appartenenza ad organizzazioni, la solidarietà e i rapporti sociali tra individui e famiglie che compongono un'unità sociale" (3). In letteratura il concetto di CS non ha un’interpretazione univoca, ma assume significati differenti a livello teorico ed empirico, che dipendono in particolare dal livello a cui si osservano gli elementi associati al termine: dall’individuale al sociale, dal micro al macro (4). Nel suo saggio sulla concettualizzazione di CS in ambito economico, sociale e politico, Fabio Sabatini, ricercatore presso il Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, definisce il CS come ‘uno stock multidimensionale, costituito dalle caratteristiche della struttura sociale che hanno la capacità di influenzare e coordinare i comportamenti individuali, favorendo l’azione collettiva e permettendo agli agenti di perseguire fini altrimenti irraggiungibili. Lo stock comprende le norme sociali e i valori condivisi, le reti di relazioni interpersonali informali e le organizzazioni volontarie che costituiscono un fattore per la produzione di benessere’ (3). Una rassegna delle principali definizioni teoriche del capitale sociale, consultabile sul sito del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) e dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), riferito al progetto ‘Benessere Equo Sostenibile’ (4), segnala ‘uno spartiacque concettuale’: da un lato le teorie che rappresentano il CS come una risorsa riferita alle reti relazionali e di collaborazione fra gli individui (Bourdieu, Coleman), e dall’altro quelle che pongono l’accento sul complesso di risorse a disposizione della comunità che attestano la qualità della società civile (Putnam, Fukuyama). Nella prima versione, il capitale sociale è formato dalle relazioni sociali di cui dispone l’individuo per meglio perseguire i propri fini; nella seconda, l’accento si sposta dall’individuo alla comunità, dal micro al macro, con implicazioni teoriche ed empiriche importanti (4). Qualunque sia la definizione concettuale cui si fa riferimento, è interessante porre l’accento che, in particolare nelle scienze economiche, il CS sia considerato un fattore produttivo alla stregua del capitale fisico e del capitale umano, tanto da essere ritenuto dalla Banca Mondiale "un vero e proprio strumento di politica economica per combattere la povertà"a (3). In ambito sociologico, l’approfondimento sul concetto di CS si è sviluppato soprattutto nello studio delle reti interpersonali e delle relazioni di aiuto fra individui, famiglie e gruppi sociali. James Coleman, uno dei principali esponenti della sociologia della "scelta razionale"b, in uno dei suoi primi articoli sul tema, fa riferimento a tre diverse forme di CS: gli obblighi e le aspettative che si creano fra gli individui, la disponibilità di canali di informazione e la condivisione di norme sociali (5). Nell’ambito delle scienze politicheil CS viene identificato in particolare con la partecipazione sociale e il livello di fiducia dei cittadini nei confronti delle diverse istituzioni e organizzazioni sociali. Nel saggio del 1993 sulla tradizione civica nelle regioni italiane Robert Putman (6) definisce il CS come ‘la fiducia, le norme che regolano la convivenza e tutti gli elementi che migliorano l’efficienza dell’organizzazione sociale’ (3). Dalla metà degli anni novanta si è sviluppato un filone di ricerca sulla possibilità / capacità dello stato e delle politiche, in particolare di welfare ma non solo, di arricchire e rafforzare il CS attraverso un rapporto di reciprocità fra stato e società civile (7), con applicazioni ed esperienze interessanti anche a livello nazionale, ad esempio riguardo lo sviluppo dell’economia sociale in Emilia Romagna (8). NOTE: [a] La Banca Mondiale nel 1996 ha costituito all’interno del Dipartimento per lo Sviluppo Sociale la Social Capital Initiative (SCI), con l’obiettivo di studiare il ruolo del Capitale Sociale nel processo di sviluppo economico (The World Bank, ‘What is Social Capital’, consultato il 18/12/2012). [b] La teoria della scelta razionale applicata alla sociologia è un insieme di principi secondo i quali l'individuo pondera le proprie scelte in base ad un computo autonomo tra costi e profitti delle conseguenze di tale scelta. (Wikipedia, Teoria della scelta razionale, consultato il 18/12/2012).Come misurare il Capitale Sociale: la proposta del BESIl progetto ‘Benessere Equo Sostenibile – BES’ (4), nato da un’iniziativa del CNEL - ISTAT, si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Prodotto Interno Lordo - PIL”, nella convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Per la selezione degli indicatori che misurano il BES vengono individuate 12 ‘dimensioni’, due delle quali riguardano specificamente il concetto di CS: quello delle ‘Relazioni sociali’ e quello della ‘Politica ed istituzioni’ (3). Oltre all’aspetto innovativo riguardo alle modalità di misurare lo stato di benessere (o ‘sviluppo’) di una determinata società, l’altro elemento di forte interesse di questo progetto è quello di offrire a decisori politici e ricercatori una definizione concettuale ed una misura operativa delle diverse dimensioni considerate, identificando le fonti informative disponibili per misurare le dimensioni stesse. Per quel che riguarda il CS, inteso nella sua accezione di ‘relazioni sociali’, vengono individuati quattro ‘settori’, che specificano l’ambito al quale si riferiscono le risorse legate alla rete relazionale e ‘corrispondono alle principali sfere istituzionali riconducibili alla famiglia, allo Stato, al mercato (“economia sociale”) e alla società civile o terzo settore’ (4). Gli indicatori proposti seguono due diverse ‘linee di produzione’ del dato: la prima individua quelli attualmente già disponibili dalle fonti informative correnti (Censimento, Indagini Multiscopo ISTAT, …), ne definisce le modalità di costruzione e il livello di dettaglio territoriale al quale è possibile fornire il dato; la seconda, a partire dai debiti informativi evidenziati, segnala le possibili aree di sviluppo di indagini conoscitive sul tema del CS, utili ad arricchire e completare il set di indicatori. Allo stesso modo gli indicatori che misurano le componenti del CS relative all’ambito ‘politico istituzionale’, si articolano in tre aree che sono: la partecipazione civica e politica, la fiducia nelle istituzioni e la coesione sociale; le norme e valori condivisi. Anche in questo caso esistono gli indicatori già riproducibili a partire da fonti correnti ed altri che necessitano di un arricchimento delle fonti informative. Va ancora sottolineato che ‘una delle dimensioni del benessere, trasversale ai diversi domini, è quella dell’equità. In diversi ambiti sono state introdotte adeguate covariate per una lettura degli indicatori da questa prospettiva, con particolare riferimento al genere e all’età’ (4). Si tratta di un lavoro in divenire di cui sarà molto interessante seguirne gli sviluppi nel corso dei prossimi mesi, anche alla luce dell’importanza che alcune dimensioni quali quella del CS assumono, in una fase di ridefinizione del ruolo dello stato e delle caratteristiche del welfare a livello europeo e italiano. Come già ricordato nei primi paragrafi, nel corso del 2013 saranno sviluppati alcuni approfondimenti dei temi qui abbozzati, in particolare in riferimento a: Rapporto fra CS e benessere / salute individuale e della comunità Definizioni teoriche ed operative di CS Modalità ed esperienze di ‘misurazione’ del CS Il CS nelle politiche di promozione del benessere e della salute negli individui e nelle comunità locali, con particolare attenzione ai processi partecipativi e di empowerment nella comunità. Bibliografia Rocco L. Suhrcke M, Il capitale sociale fa bene alla salute, in: http://www.ccm-network.it/capitale-sociale-e-salute-LorenzoRocco , consultato il 13/11/2012. Kawachi I, Social Capital and Community Effects on Population and Individual Health, Annals of the New York Academy Sciences; 896:120-30, 1999, US. Sabatini F, Il concetto di capitale sociale nelle scienze sociali. Una rassegna della letteratura economica, sociologica e politologica, Studi e note di Economia, 2/2004, Roma. In http://www.mps.it/nr/rdonlyres/3d04c5e5-624d-4f65-987b-4549ff2fd00b/34252/05sabatini.pdf , consultato il 16/11/2012 Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro e Istituto Nazionale di Statistica, Benessere Equo Sostenibile: misurare e valutare il progresso della società italiana, in: http://www.misuredelbenessere.it/fileadmin/upload/docPdf/Rapporto_relazioni_sociali.pdf , consultato il 17/12/2012. Coleman JS, Social Capital in the Creation of Human Capital, The American Journal of Sociology, Vol. 94, Chicago Journals, 1988 Putnam RD, La tradizione civica nelle regioni italiane, Mondadori, 1996 Ferragina E, Capitale sociale e riforma del welfare, Oxford Management Publishing, 2009, in: http://www.emanueleferragina.com/attachments/002_1. finale 30092009.pdf , consultato il 8/01/2013 Nucleo Valutazione e Verifica Investimenti Pubblici, Un altro Welfare: esperienze generative, Regione Emilia Romagna, 2010, in http://sociale.regione.emilia-romagna.it/documentazione/pubblicazioni/ricerche-e-statistiche/ricerca-welfare.pdf , consultato il 11/01/2013 Per saperne di più:Sul Capitale Sociale: Social Capital Gateway, in : http://www.socialcapitalgateway.org/it , consultato il 16/12/2012 Banca Mondiale, What is Social Capital: consultato il 16/12/2012. Sui Determinanti Sociali della Salute: Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie – CCM, In bella vista: agire sui determinanti sociali della salute, in: http://www.ccm-network.it/node/982 (consultato il 16/12/2012) P. Capra, ‘Il Rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sui determinanti sociali della salute: il ruolo del governo locale’, in: http://www.dors.it/pag_pdf.php?idcm=4794 , (consultato il 10/01/2012) Articoli correlati sul sito DoRS: La progettazione partecipata intersettoriale e con la comunità http://www.dors.it/public/ar54/Prog partecipata.pdf Il progetto italiano per misurare il benessere equo e sostenibile BES http://www.dors.it/pag.php?idcm=4641 Vulnerabilità sociale e democrazia: una sfida aperta http://www.dors.it/pag.php?idcm=4549 Teatro e Salute http://www.dors.it/http://www.dors.it/dl.php?idalleg=959TAG ARTICOLOBENESSERE; CAPITALE SOCIALE;