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» Tema : Partecipazione&Empowerment

L’ascolto del territorio. Esperienze di democrazia partecipativa

Abbiamo intervistato Gian-Luigi Bulsei e Noemi Podestà (Università del Piemonte Orientale) autori del libro "L’ascolto del territorio. Esperienze di democrazia partecipativa (Aracne, 2014)". Il libro illustra quattro interessanti esperienze di partecipazione locale dei cittadini realizzate in Piemonte.


Buone pratiche cercasi: “Giovani=strade sicure” ha ottenuto il riconoscimento di qualità

‘Giovani = strade sicure’, dell’Asl di Alessandria, è tra i primi progetti ad aver ottenuto il riconoscimento di ‘buona pratica’, completando tutti il percorso che vi descriviamo qui di seguito.


Quando entrano in gioco i Sindaci

I Sindaci e le amministrazioni locali possono compiere azioni utili per la salute pubblica e la prevenzione, attraverso politiche non sanitarie in grado di limitare e prevenire il gioco d’azzardo: si presentano alcuni buoni esempi messi in atto in Piemonte dai Sindaci e dall’Amministrazione Regionale.


Healthy Cities
Una città sana è una città che crea e migliora costantemente gli ambienti sociali e fisici, amplia le risorse e le opportunità comunitarie che permettono alle persone di aiutarsi reciprocamente a svolgere tutte le funzioni necessarie alla vita, sviluppandole al meglio. Attraverso il progetto Città Sane l'OMS lavora direttamente con i Governi locali, tramite il suo Centro per la Salute Urbana e la Rete Città Sane, per supportare i Paesi e le singole città nel promuovere il valore e la risorsa della salute e del benessere come bene comune, sviluppare politiche locali favorevoli alla qualità della vita, al benessere e alla salute e di contrasto alle diseguaglianze, per sostenere programmi di prevenzione in collaborazione con la sanità, anticipando le sfide future per la salute.
Fanno parte della Rete più di 1300 città di 30 Paesi europei, ma esistono reti Città Sane anche a livello nazionale, regionale,locale e cittadine.

Una gestione partecipata del bene comune urbano

Il Comune di Bologna adotta il primo regolamento basato su un patto di collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani.


GoodGym. Una palestra itinerante per mantenersi in forma

GoodGym è un’organizzazione londinese che dal 2007 propone ai suoi membri un programma di palestra itinerante per mantenersi in forma, facendo volontariato nella propria comunità. La “palestra buona” offre programmi di allenamento fisico sia individuali sia di gruppo. Chi sceglie i programmi individuali fa jogging, almeno una volta a settimana, fino all’abitazione del proprio “personal trainer” – che di solito è una persona anziana over 65 anni che vive sola - per portargli qualcosa di utile: medicine, giornali o una spesa leggera. Si creano così nuove relazioni tra persone che vivono nella stessa città e possono condividere momenti di compagnia, esperienze di vita e informazioni. E questi appuntamenti ricaricano la motivazione del runner per continuare a correre.
I programmi di gruppo invece – le groups run – prevedono la partecipazione a progetti di riqualificazione del territorio, come realizzare un orto in una scuola, ripulire un’area disagiata, aiutare in un trasloco.


L'iniziativa dunque, oltre a promuovere l'attività fisica, favorisce le alleanze tra i portatori di interesse del settore pubblico e del terzo settore, incoraggia la partecipazione attiva dei destinatari,  valorizza le risorse della comunità locale e crea capitale sociale.


Leggi l'approfondimento a cura di Alessandra Suglia


Gli interventi di comunità per la prevenzione degli incidenti e delle morti alcol-correlate


Il documento dell'O.M.S. Alcohol in the European Union. Consumption, harm and policy approaches fa il punto sulle strategie che la letteratura scientifica ha identificato come efficaci o promettenti per ridurre gli incidenti e le morti alcol-correlate.


Un capitolo è dedicato agli approcci basati sulla comunità (community-based) che si basano su modalità di progettazione bottom-up che “curano” e sollecitano la partecipazione attraverso un processo di condivisione di problemi e di cambiamenti auspicabili, da parte delle persone appartenenti ad un specifico contesto. Questo approccio, piuttosto che focalizzarsi sul singolo individuo o su un ristretto gruppo ad alto rischio, sposta la sua attenzione ad un livello comunitario e sociale. In generale gli interventi di comunità tesi a ridurre i problemi alcol-correlati consistono in: interventi informativi/educativi, azioni di rinforzo sulle norme esistenti, mobilitazione della popolazione per creare iniziative di prevenzione, ecc. I setting di intervento  possono essere: una comunità scolastica, l’ambito del commercio al dettaglio e dei ristoranti o luoghi dove le bevande alcoliche vengono consumate, località di vacanza, comunità nel suo complesso, ecc


Gli studi si sono spesso scontrati con la difficoltà ad avere accesso a dati di buona qualità e a confrontare comunità di intervento con comunità di controllo. Per questo motivo il livello di evidenza di tali interventi è piuttosto debole.


Il contributo propone alcune raccomandazioni:



  • Gli interventi di comunità funzionano meglio quando mobilitano differenti settori della comunità.

  • Per evitare che gli effetti positivi di un intervento di comunità si affievoliscano o spariscano del tutto nel tempo, a conclusione del progetto occorrerebbe prevedere le risorse per mettere “a regime” alcuni interventi di prevenzione, fatti in cooperazione con autorità locali.

  • E’ auspicata una relazione consistente e coordinata tra iniziative locali e nazionali e bisognerebbe porre attenzione nel trasferire specifici programmi sviluppati in un determinato contesto ad altri contesti, poiché il successo di un intervento può essere legato a diversi fattori contesto-specifici (ad es. la consapevolezza di certe comunità, determinate tipologie di consumi, ecc


E' possibile accedere ad una sintesi in italiano del documento completo sul sito dors.




Oltre il pedibus, le Scarpe Blu. La mobilità in città a misura di bambini

“Scarpe blu. Come educare i bambini a muoversi in città in sicurezza e autonomia” è il titolo del libro scritto da Raffaela Mulato e Stephan Riegger - 2013 edizioni la meridiana partenze – per insegnanti, educatori, genitori, studenti e bambini. Dors ha intervistato gli autori.


M'AMI... Un luogo dedicato alle mamme per confrontarsi e condividere risorse

M’ami – Il luogo delle mamme è un’iniziativa promossa dall’ASL TO1 in collaborazione con la Circoscrizione 1, 9 e 10 del Comune di Torino e con il contributo della Compagnia di San Paolo. Obiettivo del progetto è accompagnare le mamme nei primi tre anni di vita del loro bambino e offrire loro uno spazio in cui confrontarsi, trovare informazioni, creare legami e fare rete con la comunità.