“La forza della diversità”: un progetto per prevenire e arginare l'omofobia a scuola e promuovere la resilienza negli adolescenti
a cura di Paolo Bozzato, psicologo psicoterapeuta, Varese e Rita Longo, DoRS Piemonte

Introduzione

L'adolescenza è di per sé un percorso impegnativo e faticoso per via degli adattamenti che richiede a causa dei molteplici cambiamenti fisici, psicologici e relazionali, tuttavia può diventare ancora più difficile in alcune situazioni particolari che richiedono di affrontare ulteriori sfide o disagi. E' il caso, per esempio, dello scoprirsi omosessuali provando le prime emozioni di innamoramento e attrazione per le persone del proprio sesso. 

Nonostante i cambiamenti che stanno avvenendo nella nostra società, lo sviluppo psicologico nella maggior parte degli adolescenti omosessuali è ancora segnato da una dimensione di stress continuativo, macro e micro traumatico, conseguenza di ambienti svalutanti e ostili, episodi di stigmatizzazione e, in alcuni casi, di violenza. Questo fenomeno va sotto il nome di "minority stress" (Meyer, 2003) o stress legato ad una minoranza. La conseguenza principale di tale stress è un maggior rischio di disagio psicosociale: dati recenti mostrano, infatti, che il rischio suicidario negli adolescenti omosessuali è tre volte superiore rispetto a quello dei loro coetanei eterosessuali.

La sfida che vivono quotidianamente gli adolescenti omosessuali è dunque quella di costruirsi un'identità positiva in contesti sociali (famiglia, scuola, vicinato, gruppi informali) che condannano l'omosessualità, considerandola talvolta una malattia, un comportamento contro-natura, un disordine morale, come l'antitesi del vero amore e della famiglia.

 

Il progetto

Gli obiettivi:

Il progetto è stato realizzato da un team di psicologi grazie al sostegno dell'associazione culturale contro le discriminazioni sessuali "Le Rose di Gertrude" di Magenta (MI) e al finanziamento della Fondazione Ticino Olona.  Le finalità principali dell'iniziativa erano:

  1. prevenire ogni forma di discriminazione e omofobia nei confronti degli adolescenti omosessuali (violenze, insulti, minacce, cyberbullismo, ecc.);
  2. promuovere la resilienza individuale e di gruppo, sostenendo la capacità dei ragazzi omosessuali di far fronte ad atteggiamenti e comportamenti omofobi;

Il progetto è stato costruito utilizzando una prospettiva psicosociale anziché individuale, che tiene conto del fatto che poiché lo stigma è fortemente legato al contesto sociale e culturale, è principalmente su questo fronte che bisogna lavorare per ottenere cambiamenti (altrimenti si rischia di bollare come "non resiliente" chi non riesce a far fronte a una situazione di disagio che ha  radici sociali e non individuali).  E' stato svolto in 11 classi del Liceo "Salvatore Quasimodo" di Magenta, in provincia di Milano, e ha coinvolto tutte le componenti della popolazione scolastica: alunni, insegnanti e genitori.

Le attività:

1) "laboratori di classe" con i ragazzi: 3 incontri di 2 ore ciascuno, con varie attività didattico-esperenziali condotte da psicologi, finalizzate a mettere in discussione gli stereotipi più diffusi sull'omosessualità e ad incentivare comprensione empatica e rispetto verso chi ha un'identità di tipo omosessuale. Tra le tecniche impiegate citiamo la lettura di racconti a contenuto simbolico che sono stati analizzati insieme ai ragazzi, test anonimi sui pregiudizi i cui risultati sono stati commentati e discussi in classe e, infine, sessioni di role playing su come affrontare atti di bullismo e discriminazione.

2) corso di formazione con gli insegnanti: il corso (3 incontri di 2 ore ciascuno) aveva come obiettivi:

  • di aiutare gli insegnanti a chiarire i propri dubbi sull'identità e l'orientamento sessuale e diventare consapevoli del legame di questi ultimi con il bullismo;
  • di far apprendere, attraverso attività di gruppo facilitate dallo psicologo le buone pratiche (con riferimento alla letteratura psicologica) per accogliere e far sentire a proprio agio tutti gli adolescenti, eterosessuali e omosessuali, a scuola. In questa cornice, alcune indicazioni operative efficaci: usare in classe un linguaggio di tipo inclusivo, cioè nominare l'omosessualità quando si fa letteratura o educazione alla cittadinanza, quando si analizzano articoli di giornali, si fanno discussioni di classe, ecc.; intervenire nei casi di bullismo a sfondo omofobo, aiutando i ragazzi a diventare più consapevoli dei loro comportamenti, delle loro parole e degli effetti che possono avere sugli altri.

3) Serata di sensibilizzazione per i genitori che ha previsto:

  • presentazione del progetto, delle sue finalità e di come è stato accolto da ragazzi e insegnanti;
  • proiezione del film documentario "Due volte genitori" di Claudio Cipelletti , prodotto dall'Associazione AGEDO (Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali), che racconta il percorso di crescita di alcuni genitori che si confrontano in gruppo in seguito alla scoperta dell'omosessualità di un figlio. Essi riscoprono così  un "nuovo" modo di essere genitori.
  • dibattito in presenza di genitori di Agedo, iniziato dando spazio a chi voleva condividere le emozioni suscitate dal film. Uno psicologo ha risposto alle domande e ai dubbi del pubblico. Il messaggio forte inviato è stato di accogliere il bisogno di accettazione positiva e incondizionata di tutti i figli, eterosessuali e omosessuali, per una crescita sana ed equilibrata della loro personalità.

Alcuni risultati

Il progetto è stato valutato considerando le osservazioni dei conduttori e raccogliendo le impressioni orali e scritte dei partecipanti; sono state utilizzate griglie di rilevazione di tipo qualitativo costruite ad hoc (per gli operatori/conduttori) e questionari di autovalutazione (per i ragazzi).

Si è riusciti a coinvolgere circa 220 ragazzi, i quali hanno apprezzato le attività proposte sia per il loro bisogno di confrontarsi con compagni di classe e psicologi sulla complessità della sessualità umana, sia per la metodologia attiva utilizzata. I laboratori hanno visto, infatti, un'attenzione costante in tutte le classi. Gli studenti hanno dichiarato di aver compreso meglio vissuti e bisogni di chi ha un orientamento di tipo omosessuale e di aver scoperto aspetti sconosciuti di sé, come l'essere talvolta vittima di stereotipi e pregiudizi non fondati. Tutti hanno affermato l'importanza di reagire a comportamenti e atteggiamenti omofobi sia come vittime che come semplici osservatori. Hanno sostenuto, inoltre, di aver imparato a distinguere meglio gli scherzi dalle offese, tenendo conto della percezione dell'altro e non solo della propria. 

Non si è riusciti, invece, a coinvolgere un elevato numero di insegnanti e genitori negli incontri  a loro destinati (circa 10 insegnanti e 20 genitori), ma coloro che vi hanno partecipato hanno espresso opinioni positive, affermando di essersi sentiti sostenuti su "cosa dire" e "cosa fare" in diverse situazioni concrete e anche su come aiutare i ragazzi a crescere sereni e ad avere buoni rapporti con gli altri.

Conclusioni

Ancora oggi realizzare interventi sulle diversità sessuali a scuola non è semplice e gli ostacoli da superare sono notevoli, sia per la particolare configurazione culturale e religiosa del nostro paese sia per le resistenze presenti a scuola nell'accettare progetti che esulano dalla didattica pura. Quello che ci ha aiutato nella realizzazione di questo lavoro è stato prestare attenzione a non attribuire al termine "omosessualità" connotazioni di stampo politico o valoriale, ma proponendo una seria riflessione su basi scientifiche e finalizzate a promuovere la salute e il benessere dei ragazzi.

 

 

Bibliografia

  • A.G.E.D.O. (Associazione di Genitori di Omosessuali), a cura. (2005). Nessuno uguale. Adolescenti e omosessualità: manuale per insegnanti. Divisione Servizi Educativi, Città di Torino.
  • Belling P, Bolter F., Dankmeijer P., Enders M., Graglia M., Kraan K., Stern A., Timmermanns S., Wilhelm W. (2004). Orientarsi nella diversità. Come gli insegnanti e i counselor possono costruire un ambiente accogliente per i giovani lesbiche e gay in un contesto multiculturale.  Ministerium für Gesundheit, Siziales, Frauen und Familie des Landes Nordrehin-Westfalen.
  • Bozzato P., Campini C. (2005). A casa lo fa mamma o papà? L'influenza degli stereotipi di genere sull'identità sessuale dei bambini, Bambini, Junior, 6, p. 40-45.
  • Chiari C., Borghi L. (2009). Psicologia dell'omosessualità. Carocci.
  • Graglia M. (2009). Psicoterapia e omosessualità. Carocci Faber.
  • Meyer, I. H. (2003). Prejudice, social stress, and mental health in lesbian, gay, and bisexual populations: Conceptual issues and research evidence. Psychological Bulletin, 129, 674-697
  • Montano A., Andriola E. (2011). Parlare di omosessualità a scuola. Riflessioni e attività per la scuola secondaria. Erickson.

Riferimenti

Per ulteriori approfondimenti è possibile contattare direttamente il responsabile del progetto:

Paolo Bozzato

 


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