L’organizzazione del lavoro e i problemi di cuorea cura di Luisella Gilardi, DoRSPubblicato il 18 Aprile 2016Aggiornato il 20 Maggio 2016Sintesi di studi/reviewDa sapereRisultati dello studioIndicazioni per Ia praticaCome è stato realizzato lo studioRiferimenti bibliograficiAltri articoli pubblicati da dors sul tema Da sapereIn Europa più della metà dei lavoratori lavora anche durante il week-end e circa uno su cinque fa il turno di notte, soprattutto fra gli uomini. Il lavoro a turni è stato associato ad un aumento di rischio delle malattie cardiovascolari. Può causare problemi legati alla mancanza di sonno, dinamiche famigliari complesse, assunzione di comportamenti non salutari come l’abitudine al fumo o una dieta irregolare, che può portare ad un aumento di peso e di colesterolo nel sangue, fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. La maggior parte degli studi condotti sino ad ora si sono focalizzati sui turni serali, notturni o sulla rotazione. Tuttavia l’evidenza è scarsa per l’intera gamma dei turni lavorativi. Non è ancora stata stabilita una relazione certa tra il lavoro su turni che non comprenda la sera o la notte e il rischio di eventi cardiovascolari. Un altro fattore importante è quello dell’età, invecchiando i lavoratori sono più vulnerabili all’impatto negativo del lavoro organizzato su turni. E’ sempre più probabile, inoltre, ed è vero nell’est della Finlandia dove è stato realizzato lo studio che molti lavoratori abbiano avuto nel corso della loro vita problemi cardiovascolari. L’obiettivo dello studio è dunque quello di analizzare la relazione tra tutti i tipi di turni lavorativi e l’incidenza di infarto acuto del miocardio in una popolazione di uomini tra i 42 e i 60 anni al baseline che avevano avuto e non avevano avuto una cardiopatia ischemica negli anni precedenti.Risultati dello studioLo studio ha coinvolto 1891 uomini che sono stati seguiti per 20 anni, è iniziato nel 1984. Fra i 1565 uomini che non avevano avuto cardiopatie ischemiche al baseline, si sono verificati 335 casi di infarto acuto del miocardio (incidenza annuale del 1,1%) mentre fra i 326 uomini che avevano avuto in precedenza cardiopatie ischemiche si sono verificati 142 casi di infarto acuto del miocardio (incidenza annuale del 2,6%). Il 35% di essi svolge un lavoro su turni, incluso il lavoro durante il week end, la sera, la notte, turni che cambiano, due turni, turni irregolari e trasferte di lavoro. E’ stata osservata una relazione positiva tra il lavoro che comporta trasferte (almeno tre notti a settimana fuori casa) e l’infarto acuto del miocardio (hazard ratio 2,45; 95% CI 1,08 a 5,59) solo tra coloro che avevamo avuto una cardiopatia ischemica. Non è stata riscontrata alcuna associazione significativa tra altre tipologie di lavoro su turni e l’incidenza di infarto acuto del miocardio.Indicazioni per Ia praticaLo studio ha riscontrato nuove e convincenti evidenze che mostrano come l’associazione tra i turni lavorativi e l’incidenza dell’infarto del miocardio può variare a seconda della popolazione lavorativa. E’ il primo studio in cui il lavoro che comporta trasferte frequenti è identificato come singolo fattore di rischio per l’outcome in esame, in particolare per i lavoratori con un pregresso episodio di cardiopatia ischemica. E’ quindi necessario proteggere questa fascia di popolazione più fragile anche in considerazione del fatto che la stessa è destinata, a causa delle modifiche dell’età pensionabile, ad invecchiare.Come è stato realizzato lo studio1891 uomini di età compresa tra i 42 e i 60 anni al baseline, inclusi nello studio prospettico di coorte “Kuopio Ischemic Heart Disease Risk Factor Study”, sono stati seguiti per 20 anni. Sono state raccolte informazioni riguardo l’orario e i turni di lavoro, le loro caratteristiche socio- demografiche, comportamentali e psicologiche. Inoltre sono stati esaminati alcuni parametri biologici e test per la funzionalità respiratoria. E’ stato usato il modello proporzionale di rischio di Cox con l’aggiustamento per le variabili demografiche, biologiche, comportamentali e psicologiche.Riferimenti bibliograficiWang A, Arah OA, Kauhanen J, Krause N. Shift work and 20-year incidence of acute myocardial infarction: results from the Kuopio Ischemic Heart Disease Risk Factor Study. Occup Environ Med. 2016 Mar 31. Vyas MV, Garg AX, Iansavichus AV, et al. Shift work and vascular events: systematic review and meta-analysis. BMJ 2012;345:e4800 Altri articoli pubblicati da dors sul tema Chi lavora di più e su turni, si ammala di più? I turni lavorativi che alterano i ritmi circadiani sono stati valutati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.TAG ARTICOLOLAVORO A TURNI; MALATTIE CARDIOVASCOLARI; ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO;