E tu, ci credi?
Rumors, stigma e teorie del complotto ai tempi del Covid-19
a cura di Eleonora Tosco, Dors

Introduzione

Il termine infodemia, definito come "una sovrabbondanza di informazioni - alcune veritiere e altre no - che rendono difficile per le persone trovare fonti informative affidabili e le risposte ai loro bisogni conoscitivi” è stato coniato per descrivere l’insieme di rumors, stigmatizzazioni e teorie del complotto che nascono e si diffondono durante le emergenze sanitarie[1].

Durante l'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo nel 2019, la disinformazione era legata alla violenza, alla diffidenza, ai disordini sociali, e agli attacchi mirati contro gli operatori sanitari[2] . Durante la SARS, l'epidemia scoppiata in Cina nel 2002-2003, la paura e l'ansia di contrarre la malattia hanno causato uno stigma sociale nei confronti delle persone asiatiche[3]. Le persone stigmatizzate spesso non ricorrono ai servizi sanitari e alle cure mediche, possono contrarre la malattia senza che gli venga diagnosticata e contribuire quindi al diffondersi dell'epidemia attraverso la trasmissione del virus all’interno delle comunità di appartenenza[4].

Il Segretario generale dell'ONU ha descritto l’infodemia relativa al COVID-19 come un nemico globale [5]da combattere. In effetti, a livello mondiale, si è assistito, e si assiste tutt’ora a una circolazione incessante di rumors, stigma e teorie del complotto legati al Coronavirus. [6]

Le emergenze sanitarie a livello mondiale rappresentano periodi di forte stress per le persone e le comunità. Gestire i rumors, dissipare la disinformazione e le teorie del complotto, e mitigare la paura e lo stigma diretto verso le persone e i luoghi colpiti, sono azioni fondamentali per fronteggiare e controllare la pandemia. Le agenzie sanitarie internazionali, tra cui l'OMS, hanno riconosciuto nell’infodemia una minaccia potente e raccomandano, quindi, un monitoraggio sistematico dei rumors e delle teorie del complotto e la messa in atto di misure di controllo[7] della disinformazione.

L’individuazione, la valutazione e la risposta ai rumors, allo stigma e alle teorie del complotto e il loro impatto sulla salute pubblica rappresentano una sfida importante in tempo di pandemia.

 

 

Lo studio

Un team di sociologi, medici ed epidemiologi ha raccolto e analizzato le segnalazioni relative all’infodemia legate al COVID-19 tra il 31 dicembre 2019 e il 5 aprile 2020. Il team ha esaminato un'ampia gamma di fonti, tra cui i siti web delle agenzie di fact checking, Facebook, Twitter, i siti web delle emittenti televisive, e i giornali online. Per la raccolta dei dati è stato utilizzato un software open-source (https://www.r-project.org/).

L’analisi si è concentrata su tre elementi che contribuiscono all’infodemia: i rumors, lo stigma, le teorie del complotto. I rumors sono notizie che circolano insistentemente, in maniera più o meno confusa , senza però ricevere conferme o verifiche ufficiali. Lo stigma è un processo costruito socialmente attraverso il quale una persona o un gruppo di persone sperimentano la discriminazione e la svalutazione personale all’interno della società. Le teorie del complotto consistono in narrazioni derivanti dalla convinzione che un individuo o un gruppo di persone agiscono in segreto per raggiungere obiettivi malevoli.

I tre elementi caratterizzanti l’infodemia, sono stati poi associati ai quattro temi indicati dall’'OMS relativi al Covid-19: la causa della malattia, la malattia, la cura e la prevenzione. A questi temi si è aggiunto quello della violenza fisica e/o verbale all’interno della comunità e nei servizi sanitari.

I risultati

Sono state rintracciate 2.311 segnalazioni relative all’infodemia sul COVID-19 in 25 lingue da 87 paesi. Di queste, 2.049 (89%) delle segnalazioni sono state classificate come rumors, 182 (7,8%) teorie del complotto, e 82 (3,5%) stigmatizzazioni. Lo studio ha identificato tre ondate di infodemie tra gennaio 2020 e il 5 aprile 2020. La prima ondata è stata tra il 21 gennaio e il 13 febbraio, la seconda ondata è stata tra il 14 febbraio e il 7 marzo, e la terza ondata è stata tra l'8 e il 31 marzo 2020.

Tra tutte le categorie di informazioni tracciate, il 24% erano relative alla malattia, alla trasmissione e alla mortalità; il 21% alla prevenzione; il 19% al trattamento e alla cura; il 15% alla causa di malattia, compresa l'origine; l'1% alla violenza; e il 20% varie. La maggior parte dei rumors, delle stigmatizzazioni e delle teorie del complotto sono state rintracciate in India, Stati Uniti, Cina, Spagna, Indonesia e Brasile.

Tra le tre categorie che contribuiscono all’infodemia quella dei rumors è stata la più diffusa. Il volume dei rumors è aumentato da febbraio ed è continuato fino alla fine del periodo di studio, con un picco a metà marzo 2020.

La maggior parte dei rumors rintracciati erano legati al virus di COVID-19, alla sua trasmissione e alla mortalità, seguiti dalle misure di prevenzione e di controllo delle infezioni. Mangiare l'aglio, mantenere la gola umida, evitare cibo piccante, e assumere le vitamine C e D per aiutare a prevenire la malattia, sono alcuni esempi delle "voci di corridoio" circolate. Per quanto riguarda le cure si sono diffusi rumors sui trattamenti fai da te diversi a seconda del paese di provenienza: bere soluzioni di clorite di sodio con acido citrico, candeggina, alcool nel mondo occidentale, tè e urina di mucca o sterco in India, urina di cammello con calce in Arabia Saudita e infusi di piante medicinali in Africa.[8]

Per quanto riguarda lo stigma in diversi paesi, le persone, compresi gli operatori sanitari, sono stati maltrattati fisicamente o insultati o hanno subito discriminazioni da parte dei loro padroni di casa e dei vicini. Secondo un colloquio con un medico del Guardian[9] "molti medici hanno hanno deciso di trascorrere le loro giornate e nottate nelle stanze degli ospedali perché non hanno potuto ritornare alle loro case o non hanno potuto ottenere degli appartamenti di appoggio vicini agli ospedali a causa dell'ostilità della gente”. In Australia, un operatore sanitario di etnia cinese è stato stigmatizzato all’interno dell’ospedale presso cui prestava servizio. Secondo la testimonianza di un’infermiera,[10] "Lui (paziente caucasico di sesso maschile) ha allungato la mano in direzione del medico come per stringerla per poi dirgli: "Probabilmente non dovrei stringere la tua perché potresti avere il coronavirus".

Mentre il virus si diffondeva in diversi paesi, circolavano diverse testimonianze di persone di origine asiatica che stavano sperimentando la stigmatizzazione e il senso di colpa. Il Covid-19 è stato definito, soprattutto nelle prime settimane della sua comparsa come il "virus cinese" o "virus Wuhan". Nel primo periodo della pandemia sono stati diversi gli episodi di violenze verbali e attacchi fisici a sfondo razziale contro i cinesi. In Ucraina, la popolazione locale ha bloccato la strada e scagliato pietre contro gli autobus che trasportavano 82 passeggeri evacuati da Wuhan. Il presente studio ha individuato 26 episodi di stigma legato alla violenza.

Ci sono stati anche alcuni casi di suicidio dovuti al senso di colpa e di vergogna per aver contratto il virus e per la paura di averlo trasmesso ai propri cari.

Dall'inizio dell’epidemia di COVID-19, sono circolate molte teorie del complotto, nate soprattutto in Cina, Iran, Russia, Regno Unito e Stati Uniti, e poi diffuse a livello globale. Una delle più famose è quella secondo cui il COVID-19 è un'arma biologica progettata in laboratorio da agenzie internazionali. Alcune di queste teorie vedono nel Covid-19 uno strumento messo a punto dagli Stati Uniti per indebolire economicamente la Cina[11]. Altre teorie, invece, sostengono che il virus sia stato prodotto in un laboratorio cinese all’interno di un programma di guerra biologica voluto dalla Cina[12]. Sono emerse anche teorie cospirative riguardanti lo sviluppo di un vaccino o di un farmaco per guarire dal COVID-19. Una delle prime teorie ha postulato che un vaccino contro questo virus era già stato inventato, e questa pandemia è stata progettata in laboratorio per permetterne le vendite del farmaco a livello planetario[13]. In Medio Oriente, alcuni funzionari governativi hanno identificato la pandemia come una cospirazione contro la cultura e l'onore di alcune città religiose in Iran.[14] Un'altra teoria circolante sui social media è che questa pandemia è stata voluta dai governi e dai poteri forti per controllare le vite delle persone e limitare le loro libertà.

Purtroppo, durante le crisi che coinvolgono la salute pubblica, le persone tendono a credere di più alle bufale e alle cattive informazioni che alla scienza per tutta una serie di ragioni, in primis la paura della malattia e della morte e il clima generale di incertezza. Il Covid-19 rende la battaglia alla disinformazione ancora più ostica perché la stessa scienza non è ancora arrivata a una verità condivisa e definitiva sulle caratteristiche del virus, sulla sua diffusione e sulla prevenzione. 

Riflessioni conclusive

I rumors, lo stigma e le teorie del complotto hanno il potere di diminuire la fiducia delle  persone e delle comunità nei confronti dei governi e delle istituzioni. Spesso la disinformazione si maschera da credibile e affidabile e può avere conseguenze importanti sulla salute delle persone. Ad esempio, un mito popolare che il consumo di l'alcol altamente concentrato potrebbe disinfettare il corpo e uccidere il virus è circolato in diverse parti del mondo.[15] In seguito a questa disinformazione, circa 800 persone sono morte, mentre 5.876 sono state ricoverate in ospedale e 60 hanno sviluppato una cecità completa dopo aver bevuto metanolo come cura per il coronavirus.[16] Dicerie simili hanno portato alla morte di 30 persone in Turchia.[17] Allo stesso modo, in Qatar, due persone che erano in buona salute sono morte per aver ingerito disinfettante per superfici e gel per mani a base di alcool.

In India, 12 persone, tra cui cinque bambini, si sono gravemente ammalate dopo aver bevuto un liquore a base di semi tossici di Datura (pianta di ummetta nel linguaggio locale) come cura per il coronavirus. Le vittime avrebbero guardato un video su un social media in cui si consigliava di ingerire i semi di Datura per ottenere l'immunità contro il COVID-19.  La disinformazione non colpisce solo i singoli individui ma anche i gruppi e le organizzazioni. In una chiesa in Corea del Sud, è stata spruzzata un’acqua salata nella bocca dei partecipanti alla funzione, ritenendola efficace contro il Covid-19, provocando più di 100 infezioni da Covid-19 per non aver disinfettato l’erogatore a spruzzo della contenitore dell’acqua tra un individuo e l’altro.[18] Pratiche simili sono state osservate in altre chiese ortodosse nel mondo.[19]

La stigmatizzazione e il timore di essere discriminati potrebbero aver contribuito al diffondersi dell’infezione nei servizi sanitari in Asia meridionale. Le persone con COVID-19 hanno taciuto dei sintomi e del loro stato di salute facendosi visitare all’interno degli ospedali con la conseguenza di aver infettato molti operatori sanitari privi dei necessari dispositivi di protezione personale [20]. Per timore dello stigma sociale e di essere discriminate all’interno delle proprie comunità, in India molte persone non si sono sottoposte allo screening per individuare il Covid-19, diffondendo ulteriormente il virus.[21]

Durante la pandemia di Covid-19 sono stati frequenti gli episodi di violenze verbali e fisiche contro le persone di origine asiatica, il personale sanitario coinvolto nella gestione dei pazienti infetti e gli stessi malati, soprattutto in relazione alla paura del contagio. [22]

Rumors, stigma e teorie del complotto non rappresentano una novità legata al Covid-19. Durante la prima fase di diffusione dell’epidemia di HIV, la voce circolante sul fatto che l’HIV fosse un’invenzione e il suo trattamento altamente tossico per gli esseri umani, ha portato molte persone a rifiutare le terapie antiretrovirali in Sud Africa. Inoltre, la promozione da parte del governo di farmaci tradizionali per curare il virus ha alimentato la trasmissione verticale dell'HIV nelle comunità e portato alla morte di più di 300.000 persone.[23] Studi precedenti hanno anche documentato teorie cospirative associate al virus Zika[24], tra cui il fatto che fosse un'arma biologica, bufala che ha circolato sui social media durante il 2015-2016.

Infine, ci sono i ben documentati problemi di disinformazione legati all’Ebola: le finte cure, gli operatori sanitari che deliberatamente diffondevano il virus e l’idea che l’Ebola fosse una bufala montata ad arte. Le teorie del complotto e la disinformazione possono sicuramente aver reso difficile se non impossibile comunicare con le persone sulla corretta gestione dell’epidemia e sulle misure di prevenzione da mettere in atto.

La diffusione di rumors, stigmatizzazioni e teorie del complotto non ha conseguenze solo gli individui, ma  anche a il livello sociale, sistema sanitario compreso. Le voci su un possibile lockdown mondiale, diffuse in diversi paesi del mondo all’inizio della pandemia di Covid-19, hanno scatenato il cosiddetto panico d’acquisto che ha fatto salire i prezzi, e beni essenziali come le mascherine, i disinfettanti per le mani e la carta igienica sono risultati fuori dalla portata di molte persone. L'estrema scarsità dell'offerta di mascherine, gel disinfettanti e dispositivi di protezione come i camici e gli occhiali per il personale sanitario, possono aver contribuito alla trasmissione del COVID-19 all’interno delle abitazioni e negli ospedali in diversi paesi del mondo nelle prime settimane della pandemia.[25]

Ricerche precedenti hanno dimostrato che gli interventi di salute pubblica volti a promuovere la lotta alla disinformazione e il contrasto delle bufale hanno il potenziale di cambiare la percezione e i comportamenti di salute delle persone. [26] Attualmente, l'OMS e le altre istituzioni sanitarie contrastano la disinformazione sui social media definendola come un insieme di miti da sfatare. [27] L'approccio all'infodemia da parte delle Istituzioni e delle organizzazioni a tutela della salute pubblica è stato criticato da alcuni perché ritenuto "lontano" dai reali bisogni informativi delle persone, non divulgando in modo accessibile le prove scientifiche di contrasto ai miti, ignorando i contesti di diffusione della disinformazione e, di conseguenza non coinvolgendo gli individui nel processo di lotta alla disinformazione e alle teorie del complotto.[28]

La fiducia tra gli operatori sanitari e le comunità colpite dal Covid-19 è essenziale per affrontare la crisi pandemica. Tuttavia, alcune teorie del complotto  possono portare le persone a non fidarsi delle Istituzioni e dei professionisti della salute, e questo clima di sfiducia può avere un impatto significativo sui comportamenti di salute individuali e collettivi e sulla gestione efficace dell’epidemia dal punto di vista della prevenzione e della cura.

In conclusione, la disinformazione alimentata da rumors, stigma e teorie del complotto, può avere conseguenze potenzialmente gravi sulla salute pubblica se ritenuta più credibile rispetto alle evidenze scientifiche. I governi e le agenzie di salute pubblica hanno il dovere di rintracciare e monitorare la diffusione della disinformazione in modo da poter sviluppare interventi e messaggi di prevenzione e di comunicazione del rischio adeguati e credibili e sviluppando sinergie e partnership con il mondo dei social media per arrivare con le informazioni in modo più diretto e accessibile alle persone. 

Esempi di rumors, stigma e teorie del complotto rintracciati nello studio

Rumors (Dicerie, Voci di corridoio)

"Il nuovo coronavirus è nelle nuvole"; "Il Coronavirus è un'influenza che arriva dai serpenti"; "Gli animali da compagnia sono la fonte del coronavirus"; "Il nuovo ceppo del coronavirus è un tipo di rabbia"; "Epidemia di coronavirus nel bestiame"; "Le uova di pollame sono contaminate da coronavirus"; "Biscotti, riso e toro rosso cinese sono stati contaminati dal virus"; "Mangiare zuppa di pipistrello è la causa scatenante dell'epidemia"; "COVID-19 trovato nelle arance"; "Il Coronavirus arriva da merci importate"; "Il cellulare può trasmettere il coronavirus"; "La comune influenza è stata ribattezzata coronavirus"; "Mangiare aglio può curare il coronavirus"; "Bere la candeggina può uccidere il virus"; "Bere alcolici può uccidere il virus"; "I gargarismi con aceto e acqua di rose o aceto e sale possono uccidere il virus in gola"; "Bere urina di mucca e sterco di mucca può curare il coronavirus"; "Soluzioni d'argento liquido possono curare il coronavirus"; "Indossare calze riscaldate, applicare semi di senapesul corpo e spalmare grasso d'oca sul petto sono trattamenti efficaci contro il coronavirus"; "Mantenere la gola umida, evitare il cibo piccante e assumere vitamina C può prevenire la malattia"; "Evitare cibi e bevande freddi o conservati, come gelati e frullati, può prevenire le infezioni"; "Spruzzare cloro su tutto il corpo può prevenire l'infezione da coronavirus"; "L'olio di sesamo può prevenire l'infezione da coronavirus"; "Il bagno nelle pietre di granito può prevenire l'infezione da coronavirus"; "La lattuga di mare può prevenire l'infezione da coronavirus"; "L'assunzione di vitamina C può prevenire l'infezione da coronavirus"; "La vitamina D può prevenire l'infezione da coronavirus"; "Mangiare Centella asiatica può prevenire l'infezione da coronavirus"; "Le bevande contenenti menta o salice bianco e spezie come zafferano, curcuma e cannella rinforzerebbero i polmoni e il sistema immunitario contro il virus"; "Sciacquare la bocca con una soluzione di acqua salata previene l'infezione da nuovi focolai di virus"; "Non trattenete la sete perché una volta che la membrana della vostra gola si è asciugata, il virus invaderà nel vostro corpo entro 10 minuti"; "Applicando gelatina di petrolio intorno alle narici si proteggono le narici da pericolosi inquinanti atmosferici"; "Il coronavirus può essere diagnosticato con dei test fai da te"; "La cannabis aumenta l'immunità contro il nuovo coronavirus"; "Il lavaggio frequente dei vestiti può ridurre la trasmissione".

Teorie del complotto

"Il coronavirus è un virus creato in laboratorio, generato accidentalmente o deliberatamente, rilasciato nell'area di Wuhan e del mercato degli animali"; "L'epidemia di COVID-2019 è stata pianificata"; "Si tratta di un'arma biologica finanziata dalla fondazione Bill & Melinda Gates per la vendita di ulteriori vaccini"; "E’ un’arma biologica prodotta dalla CIA"; "Il presidente Donald Trump ha preso di mira la città con il coronavirus per danneggiare la sua cultura e il suo onore in Iran"; Il virus è un tentativo di "guerra economica contro la Cina""; "Gli ebrei d'America guidano le guerre d'America"; "Questa epidemia è frutto del terrorismo sanitario"; "I sionisti sono contro la sicurezza regionale"; Dietro la creazione e la diffusione del mortale coronavirus ci sono gli Stati Uniti e Israele alleati in una  guerra economica e psicologica contro la Cina; "Questa epidemia è uno sistema di controllo della popolazione"; "Tom Cotton ha affermato che il COVID-19 è stato prodotto in un laboratorio biologico cinese"; "Rush Limbaugh sostiene che l'intero COVID-19 è una cospirazione contro Trump per screditarlo alle prossime elezioni”; "Esistono già nuovi vaccini contro il coronavirus"; "I vaccini contro la polmonite sono efficaci contro il coronavirus di Wuhan"; "Israele ha inviato un vaccino alla città di Wuhan per i pazienti infettati dal coronavirus".

Stigma

"I cinesi sono incivili"; "I cinesi sono bioterroristi"; "Un giornale francese con il titolo 'Yellow Alert' ha etichettato un'immagine di una donna asiatica con una maschera"; "I cinesi diffondono nel mondo il loro coronavirus"; "Ogni malattia arriva dalla Cina"; "Le abitudini alimentari cinesi hanno causato COVID-19".

 

[Traduzione e adattamento in italiano dell'articolo di Saiful Islam et al., COVID-19–Related Infodemic and Its Impact on Public Health: A Global Social Media Analysis, The American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, agosto 2020]

Bibliografia

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