Scuola: i dati sui contagi durante il lockdown e le regole per il nuovo anno
Cosa si è imparato dai dati sul contagio a scuola durante il lockdown e quali regole servono per ripartire
a cura di Luisella Gilardi, Grazia Bertiglia, DoRS

Premessa

L’UNESCO stima che più del 60% degli studenti nel mondo abbia interrotto il proprio corso di studi durante la pandemia di Covid 19, sospensione che ha avuto e avrà risvolti importanti sullo sviluppo sociale, psicologico e educativo dei giovani, soprattutto se appartenenti a famiglie svantaggiate come già ampiamente sottolineato in editoriali e articoli di importanti riviste (1, 2, 3).

Perché le scuole sono state chiuse

Come ogni genitore sa, i bambini piccoli sono particolarmente suscettibili alle infezioni respiratorie oltre a essere veicoli per la loro diffusione. Intuizione supportata da evidenze scientifiche rafforzate durante la pandemia influenzale H1N1 del 2009. Molti studi hanno dimostrato il ruolo cruciale che hanno giocato nella sua diffusione. Di fronte alla prospettiva di una devastante pandemia di COVID-19, è stato naturale che i responsabili politici abbiano deciso di chiudere le scuole per rallentare o impedire la trasmissione.

Ma, come abbiamo ormai compreso dai dati epidemiologici, i bambini se infettati hanno sintomi molto lievi, possono, tuttavia, essere veicoli di infezione verso soggetti più fragili.

I dati sul contagio a scuola

Fra i pochi studi, citiamo quello di Kristine Macartney e colleghi (4) realizzato nel Nuovo Galles del Sud, una regione dell’Australia, dove le scuole e le strutture per l’infanzia sono rimaste aperte anche se la frequenza era molto limitata durante il picco dell’ondata epidemica.  Nel periodo in studio (25 gennaio – 10 aprile) erano in vigore le regole del distanziamento fisico e quelle igieniche fondamentali, oltre a misure di chiusura temporanea della scuola e quarantena laddove presenti casi positivi.

Lo studio ha identificato 27 casi primari in 25 scuole (15 scuole primarie e secondarie e 10 strutture per l’infanzia); di questi 15 erano parte dello staff scolastico e 12 studenti; tutti avevano frequentato la scuola mentre erano infetti. L’inchiesta epidemiologica ha individuato 1448 contatti, la metà dei quali sono stati sottoposti a tampone; 18 persone sono risultate positive con un tasso di attacco[1] pari a 1,2% (18/1448).

Cinque casi secondari (tre bambini; due adulti) sono stati identificati in tre scuole (tasso di attacco 0,5%; 5/914).  Non si è avuto alcun contagio in nove strutture per l’infanzia. Tuttavia in una di queste, si è sviluppato un focolaio importante con il contagio di sei adulti e sette bambini (tasso di attacco 35,1%; 13/37). Dei 18 casi secondari, cinque erano asintomatici.

Un secondo studio è stato condotto in Irlanda, dove le scuole sono state chiuse il 12 marzo allo scoppio dei primi focolai (5); è uno studio di coorte retrospettivo, in cui sono stati identificati sei casi positivi tra alunni e insegnanti che hanno frequentato la scuola prima della chiusura, nessuno di loro aveva contratto l’infezione a scuola. L’indagine epidemiologica ha accertato 924 contatti tra i bambini e 101 tra gli adulti nel setting scolastico, nessuno di loro ha sviluppato successivamente l’infezione.

Due studi realizzati in Francia nel dipartimento di OISE (Nord di Parigi) sede di uno degli importanti focolai francesi, hanno coinvolto studenti e personale scolastico di una scuola superiore e primaria della zona.  Il primo è uno studio di corte retrospettivo (6) ed ha 661 partecipanti di cui 326 studenti e personale scolastico (insegnanti e non) di una scuola superiore e 345 tra genitori, fratelli o sorelle.

I partecipanti hanno compilato un questionario e si sono sottoposti ad un test sierologico.  171 persone sono risultate positive al test, con un tasso d’attacco dell’infezione pari a 25,9%.

Nel gruppo degli studenti, insegnanti e del personale scolastico tale indicatore era: 38,3%; 43,4% e 59,3% rispettivamente; più elevato rispetto a quello riscontrato tra i genitori, fratelli e sorelle (11.4% e 10.2% rispettivamente).

Il tasso di letalità era 0, mentre quello di ospedalizzazione del 5,3% con un gradiente verso le età più avanzate. 

Gli stessi autori hanno eseguito uno studio, analogo al primo, coinvolgendo studenti della scuola primaria, insegnanti e personale scolastico (7). Lo studio prevedeva, anche in questo caso, la compilazione del questionario e l’esame sierologico; per un totale di 1340 partecipanti. Il tasso di attacco dell’infezione era di 45/510 (8,8%), 3/42 (7,1%), 1/28 (3,6%), 76/641 (11,9%) e 14/119 (11,8%) tra gli studenti, insegnanti, personale scolastico, genitori e parenti rispettivamente.

Si sottolinea che entrambi gli studi non sono ancora stati pubblicati, al momento (settembre 2020) è disponibile solo una versione pre-print.

Come mette in luce l’editoriale di Edmund pubblicato il 3 agosto su “The Lancet Child and Adolescent Health” (8), il contrasto tra i tassi di infezione nelle scuole secondarie e primarie potrebbe rivelarsi importante; anche il contact tracing della Corea del Sud ha evidenziato come il tasso di infezione tra i famigliari sia più basso se il caso indice ha meno di dieci anni (9). Sembra che l’adolescenza sia il momento in cui i giovani hanno la stessa capacità di infezione degli adulti.

[1] Il tasso di attacco (attack rate) può essere considerato un caso particolare di incidenza, che trova applicazione quando l'esposizione al determinante (o ai determinanti) di malattia è avvenuta per breve durata, e di solito su popolazioni chiuse, o ben definite e a numerosità limitata.

La scuola italiana riparte così

In Italia proprio la scuola è stata il primo ambito a reagire di fronte al Covid-19:  il 1 febbraio di fronte agli studenti cinesi  che rientravano dalle vacanze per il  capodanno cinese veniva  emessa la prima circolare del Ministero della sanità per il controllo dei casi e dei contatti di questa nuova malattia.

Dopo la fase di chiusura, il Decreto Legislativo del 19 maggio 2020 convertito in legge a luglio ha definito le misure economiche per adeguare strutture e attrezzature alle esigenze di protezione sanitaria e, nel mese di agosto sono state definite le regole per la riapertura delle scuole.

I documenti principali sono: il DPCM del 7 agosto, art 1,c.6 lettera r) e Allegato 18  e i protocolli d’intesa del MIUR del 6 e del 14 agosto(cosiddetto protocollo 0-6)  redatti sulla base delle indicazioni del comitato tecnico scientifico . 

Come per gli altri contesti di vita sociale, tutti si basano su tre principi: 

1. distanziamento sociale: flussi di ingresso e uscita, circolazione nei corridoi, distanziamento dei banchi, distanziamento nelle altre aree della scuola, rimodulazione orari, didattica/riunioni anche con modalità a distanza;

2. rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti: igienizzazione di tutti gli ambienti e delle attrezzature e materiali, frequenti ricambi dell’aria, utilizzo di mascherine e guanti e relative regole di smaltimento;

3. capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari: rientrano in questa misura sia i test sierologici proposti a tutto il personale della scuola, sia il sistema di allerta sui rialzi di temperatura, a cura di famiglie e istituti scolastici; sia l’utilizzo dell’app Immuni. 

Nel rapporto ISS 58-2020 (aggiornato al 28 agosto) si specificano nei dettagli quali siano le misure da prendere e da parte di chi: è qui che si definisce la necessità di un “referente covid” in ogni  scuola,  la misurazione quotidiana della temperatura prima di uscire di casa, il sistema di allerta incardinato sui medici di base e pediatri che contattano i Servizi di igiene per effettuare i test diagnostici. 

Gli uffici scolastici regionali hanno diffuso capillarmente nelle scuole le indicazioni e lo stesso hanno fatto le Regioni rispetto ai servizi di prevenzione e medici di famiglia.

Va detto inoltre che la ripartenza della scuola pone ulteriori sfide in parte affrontate: gestione dei trasporti, accoglienza stranieri e viaggi all’estero, rimodulazione dei tempi di vita e di lavoro, accesso alle tecnologie informatiche, sostegno alle lavoratrici madri. Sia il ministero della salute che quello dell’istruzione hanno raccolto le indicazioni per gestire la riapertura dell’anno scolastico in sezioni web dedicate costantemente aggiornate e diffuse con campagne informative. Segnaliamo  fra l'altro l'infografica multilingue, particolarmente utile per comunicare con le famiglie dei bimbi stranieri. (vai in calce per accedere ai siti istituzionali e ai principali documenti). 

Conclusioni

La chiusura delle scuole al manifestarsi dei primi focolai è stata una scelta corretta, date le scarne e frammentarie informazioni sul virus disponibili in quel momento.

Oggi si sa un po’ più, è dunque possibile come viene anche sottolineato nell’editoriale di Edmund, riaprire le scuole a condizione che siano in atto misure come il tracciamento dei contatti, la quarantena e la possibilità di una chiusura temporanea, oltre a quelle di ventilazione continua dei locali, distanziamento fisico, igieniche di base e uso dei dispositivi di protezione individuale e la scuola italiana si è mossa in questa direzione.

E’ una sfida che la società e i governi di tutto il mondo devono accettare, cercando soluzioni che consentano a bambini e giovani adulti di tornare all'istruzione a tempo pieno nel modo più sicuro e rapido possibile.

Sarà necessario proseguire gli studi epidemiologici per comprendere il fenomeno e poter migliorare le capacità di risposta: a questo riguardo anche il documento dell’ISS, al capitolo 4, prospetta gli obiettivi specifici di studio delle infezioni da SARS Cov- 2 nel nostro sistema scolastico, anche attraverso un sistema integrato di  flussi informativi sanitari e scolastici.

Bibliografia

  1. Armitage R, Nellums LB. Considering inequalities in the school closure response to COVID-19. Lancet Glob Health. 2020 Mar 26. pii:
    S2214-109X(20)30116-9. doi: 10.1016/S2214-109X(20)30116-9.
  2. Poletti Michele , Raballo Andrea . Letter to the editor: Evidence on school closure and children’s social contact: useful for coronavirus disease (COVID-19)?. Euro Surveill. 2020;25(17):pii=2000758. https://doi.org/10.2807/1560-7917.ES.2020.25.17.2000758
  3. Van Lancker W, Parolin Z. COVID-19, school closures, and child poverty: a social crisis in the makingLancet Public Health. 2020;5(5):e243-e244. 
  4. Macartney K, Quinn HE, Pillsbury AJ, et al. Transmission of SARS-CoV-2 in Australian educational settings: a prospective cohort study [published online ahead of print, 2020 Aug 3]. Lancet Child Adolesc Health. 2020;S2352-4642(20)30251-0. doi:10.1016/S2352-4642(20)30251-0
  5. Heavey L, Casey G, Kelly C, Kelly D, McDarby G. No evidence of secondary transmission of COVID-19 from children attending school in Ireland, 2020. Euro Surveill. 2020;25(21):2000903. doi:10.2807/1560-7917.ES.2020.25.21.2000903
  6. Fontanet A, Tondeur L, Madec Y, et al. Cluster of COVID-19 in northern France: A retrospective cohort study. medRxiv 2020; published online April 23. https://doi.org/10.1101/2020.04.18.20071134 (preprint).
  7. Fontanet A, Grant R, Tondeur L, et al. SARS-CoV-2 infection in primary schools in northern France: a retrospective cohort study in an area of high transmission. medRxiv 2020; published online June 29. https://doi.org/10.1101/2020.06.25.20140178 (preprint)
  8. Edmunds WJ. Finding a path to reopen schools during the COVID-19 pandemic [published online ahead of print, 2020 Aug 3]. Lancet Child Adolesc Health. 2020;S2352-4642(20)30249-2. doi:10.1016/S2352-4642(20)30249-2
  9.  Park YJ, Choe YJ, Park O, et al. Contact tracing during coronavirus disease outbreak, South Korea, 2020.Emerg Infect Dis. 2020; (published online July 16.) https://doi:10.3201/eid2610.201315

Siti e documenti normativi

Ministero Istruzione: rientriamo a scuola    Ministero Salute: covid e rientro a scuola    Siti degli Uffici scolastici regionali

Protocolli  Ministero Istruzione:  Riapertura in sicurezza (6.8.2020)    Sicurezza 0-6 (14 agosto 2020)

DPCM 7 agosto 2020 aggiornato a settembre, (stralcio scuola)

Rapporto Istituto Superiore di Sanità 58-2020 - Indicazioni per le scuole

INFOGRAFICA multilingue   rientriamo a scuola in sicurezza 

REGIONE PIEMONTE: Decreto  27.8.2020- scuole dell'infanzia;   Decreto  9.9.2020 riapertura scuole ;  Linee Guida scuole Piemonte


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