Un Ulivo per ricordare e celebrare la vita
a cura di Claudio Tortone - Dors, Pino Fiumanò - Gruppo SaluteArte dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino

Il progetto

Ancora oggi provo un profondo disagio emotivo
per non essere stata in grado, forse,
di fare abbastanza se non tenere quelle mani strette tra le mie
e dare calore umano di cui tutti abbiamo bisogno.
Vorrei dare voce al dolore che sta urlando dentro di me.

una professionista sanitaria

Le parole di un amico sono ancora per me come miele curativo:
"Verrà il giorno, quando lo deciderai tu,
che bagnerai ancora una volta l'ulivo della memoria,
per celebrare una vita, per ricordare un amore".
un familiare

 


 

Il giardino dell'ospedale. Una targa che ricorda quanto successo con il Covid-19. Mani che dissetano un Ulivo. Pazienti, famigliari e operatori sanitari, la comunità dei curanti e dei curati. Un rito collettivo che si rinnova simbolicamente e umanamente. Il dono di un libro di testimonianze. Un ospedale che promuove la salute e l'umanizzazione delle cure, la comunità dei curanti e curati, istituzioni, organizzazioni e persone del territorio cittadino che celebrano la morte e la vita, accogliendo la sofferenza.

La seconda edizione del Rito Laico, organizzato dall'AO Ordine Mauriziano di Torino, è stata celebrata il 2 luglio 2021.

“Esattamente un anno dopo, famigliari, pazienti, sanitari, il mondo della cultura e dell'arte sono insieme per celebrare la vita, quella vita che continua, quella resurrezione in tempo di pandemia a cui siamo chiamati per ricostruire la comunità”.

Con queste parole si apre il libro che raccoglie le testimonianze scritte (oltre 40) dei protagonisti che hanno vissuto in prima persona il periodo più duro, quello relativo al 2020, perché inaspettato e spiazzante con il carico di dolore e sofferenza che ha portato.

Attorno all'Ulivo - messo a dimora nel 2 luglio 2020 e dissetato con cura e delicatezza nel tempo e tutti insieme un anno dopo, nel 2 luglio 2021 - le persone si sono nuovamente incontrate per ricordare i propri cari e pazienti e per raccogliere nuovi significati.

“Il Covid-19 ci ha insegnato – sottolinea Maurizio Dall'Acqua, Direttore Generale - il significato di alcune parole: il LIMITE di uno sviluppo spasmodico e basato sulla produzione e profitto, anche in Sanità...; la COMUNITA'... siamo comunità... dipendiamo gli uni dagli altri compresa la comunità dei curanti e curati...; la CURA... abbiamo scoperto con grande forza il lato umano della cura...”.

 

Il libro Un Ulivo per ricordare e celebrare la vita non contiene solo le testimonianze, raccolte attraverso un approccio narrativo, ma anche sguardi diversi, interdisciplinari, professionali e umani per riflettere sulla vicenda professionale e umana.

“Tutto questo non poteva essere dimenticato, non poteva cadere nel silenzio.” scrive Marco Aime, professore di antropologia culturale all'Università di Genova.

“Perché un rituale? Perché ogni comunità, piccola o grande che sia, ha bisogno di condividere una memoria comune e siccome tendiamo a dimenticare, occorre che qualcosa tenga vivo quel ricordo. Per questo ogni rituale deve essere necessariamente collettivo. Ciò che conta è che gli individui siano riuniti, che si provino sentimenti comuni e che questi si esprimano in atti comuni, in gesti significativi, che rimandino alla stessa idea... Il rito è più evocativo che significativo, è più importante il suo valore simbolico, che il suo senso... Ne abbiamo parlato, discusso ed è da quelle conversazioni che è nata l'idea dell'Ulivo, la pianta della speranza per eccellenza.”

Nella postfazione “Avere cura del benessere delle persone nella sofferenza del lutto” a cura di DoRS si intrecciano fili di riflessione dipanati dalla bioetica (Silvano Santoro), dalla psicologia (Rita Longo) e dalla sanità pubblica nella prospettiva della promozione della salute (Claudio Tortone).

“Questa è Etica della Cura. L'attitudine ad integrare, nella pratica sanitaria, competenza tecnica e sensibilità umana; un appello alle persone a prendersi cura reciprocamente del destino dell'altro in modo responsabile in un processo di reazione alla vulnerabilità.” “Quello registrato durante la pandemia è il peggior tipo di lutto secondo gli psicologi... Vengono a mancare tutte le componenti psicologiche che normalmente danno significato e aiutano ad accettare ed elaborare il lutto coloro che stanno per andare altrove ma soprattutto coloro che restano”... Il rito aiuta ad esprimere la sofferenza... offre e permette di creare significato.” “Tutte queste evidenze e raccomandazioni sono umanamente e concretamente visibili e tangibili nel progetto del Rito Laico e si riverberano in una rinnovata sensibilità e pratica della relazione tra curanti e curati.” (la postfazione integrale e l'introduzione– inserire allegato)

Alla realizzazione del Rito Laico hanno contribuito e partecipato circa 350 pazienti, famigliari e caregiver; 150 operatori sanitari e numerosi partner territoriali e istituzionali: Conservatorio G. Verdi di Torino, Associazione Humana Medicina, Casa Editrice Golem, Fondazione Specchio dei Tempi – La Stampa, Lions Club, Social and Community Theatre Centre UniTo, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari di UniTo, Dipartimento di Scienze Politiche – Corso di Antropologia Culturale Università di Genova, DoRS Regione Piemonte.

 

Il Rito Laico è stato presentato in occasione della 28° Conferenza Internazionale degli Ospedali e dei Servizi Sanitari che Promuovono Salute (12 ottobre, Parigi – online) dedicata sullo sviluppo di sistemi di management delle cure orientati alla salute, equità e sostenibilità. Il progetto torinese (video e presentazione) è stato apprezzato per l'originalità nell'utilizzare la dimensione artistica nel leggere e interpretare i tempi.
La scelta della metodologia del Teatro Sociale e di Comunità (scheda metodologica) coniugata con la strategia e le cinque azioni della Promozione della Salute (Carta di Ottawa, OMS 1986) ha permesso al gruppo SaluteArte dell'Ospedale Mauriziano di attivare un processo partecipativo e a rete con soggetti plurimi nella costruzione e realizzazione di un rito collettivo ricco di simboli e segni. È stata un'interpretazione artistica e performativa dei valori, principi e standard di accreditamento della Rete degli Ospedali e Servizi Sanitari che Promuovono Salute (Rete italiana HPH&HS - http://www.hphitalia.net/), cui l'AO Ordine Mauriziano aderisce.

Domandiamo a Pino Fiumanò, coordinatore del gruppo SaluteArte (https://www.salutearte.it/) dell'AO Ordine Mauriziano di Torino: e il futuro? come vi state preparando per il prossimo Rito Laico del 2 luglio 2022?

Con la seconda edizione del Rito laico di quest'anno si è aperta la riflessione del gruppo SaluteArte, condivisa col Direttore Generale, sulla continuità da dare all'iniziativa nel tempo a venire. Siamo partiti dalla considerazione che quel luogo, quel giardino, ora ha assunto per tutti noi, per la comunità, un significato "particolare". È diventato il segno visibile di una comunità di curanti che ha riscoperto il bisogno di ritrovarsi insieme per prendersi cura di sè e degli altri e a questo dedicare un tempo e uno spazio appropriato.

Da qui nasce il ragionamento sul significato di "giardino", luogo della bellezza, della vita, della fragilità di cui prendersi cura e che diventa al tempo stesso luogo e spazio di cura per sè e per la comunità.

Il prossimo anno lavoreremo quindi alla trasformazione del giardino del Rito in un giardino "parlante" che sappia raccontare a chi lo attraverserà cosa è "CURA". Lo faremo attraverso un processo partecipato a cui parteciperanno oltre che la comunità mauriziana anche altre istituzioni e rappresentanti del mondo della cultura e dell'arte del territorio, fra cui ricordiamo DoRS Regione Piemonte, Michelangelo Pistoletto della Cittadellarte Biella, Alessandra Rossi Ghiglione del Social and Community Theatre Centre UniTo. Sarà un progetto secondo la metodologia di Teatro Sociale e di Comunità che vede fra le sue azioni principali un laboratorio teatrale al quale sono chiamati a partecipare attivamente i sanitari dell'ospedale e parenti. Si lavorerà al tema della cura: cosa è CURA, cura di sè e cura dell'altro. L'esito del laboratorio sarà comunicato all'interno di un convegno dal titolo “Healing garden: il giardino parlante, raccontare la cura”. E sarà a partire da quelle riflessioni condivise con la comunità che ri-progetteremo il giardino parlante mauriziano che si inaugurerà con un'azione performativa il 2 luglio 2022 all'interno del terzo appuntamento con Rito laico.

 

Il libro e informazioni sulle altre progettualità, in corso e precedenti, possono essere richieste direttamente a gfiumano@mauriziano.it, referente del gruppo SaluteArte.

Risorse consultabili

Video spot Rito Laico 2021 (con sottotitoli in inglese, 2:46)

 

Video spot1 Rito Laico 2021 (2:10)

Video spot2 Rito Laico 2021 (2:10)

Video breve Rito Laico 2021 (10:10)

Video lungo Rito Laico 2021 (1:10:46)

 

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 Foto articolo: Immagine di copertina del libro 'Un Ulivo per ricordare e celebrare la vita'


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