Per una salute mentale di comunità: l’advocacy di cittadini e associazioni per stimolare le istituzionia cura di Rita Longo, DorsPubblicato il 21 Luglio 2022Aggiornato il 21 Luglio 2022RaccomandazioniIl progetto “Salute mentale e advocacy nelle comunità”, promosso dal Coripe Piemonte - Consorzio per la Ricerca e l’Istruzione Permanente in Economia, con il sostegno economico della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha visto come azione finale l’organizzazione di un seminario tematico l’8 giugno e la pubblicazione del libro "ADVOCACY PER LA SALUTE MENTALE: una guida pratica per cittadine e cittadini, associazioni e istituzioni", in fase di catalogazione presso la Biblioteca di DoRS. Il libro prende spunto da un recente documento dell’Organizzazione Mondiale della Salute sul tema. DoRS ha partecipato on line, e ha provato a sintetizzare i principali concetti chiave emersi: la salute mentale considerata come branca specialistica della medicina e “letta” attraverso un approccio intrinsecamente riduzionistico, è ben diversa dalla salute mentale come tema/problema di sanità pubblica e di partecipazione comunitaria, che poggia su un approccio bio-psico-sociale; la salute mentale non può più essere ambito/competenza esclusiva della psichiatria: cura e trattamento rappresentano “un pezzo” di un quadro più ampio e complesso, che concerne la quotidianità e la qualità di vita all’interno della famiglia e della comunità, che sono protagonisti e portatori di interesse al pari di medico e utente; Il concetto di salute mentale di comunità assegna un ruolo di protagonista consapevole/informato/critico a tutti gli stakeholder (utenti, familiari, operatori e istituzioni pubbliche), dando valore in particolare all’esperienza delle persone con problemi di salute mentale, usando perciò il loro punto di vista per parlare di benessere sociale e clinico, sofferenza, guarigione (recovery), e può essere riassunto attraverso tre parole: diritti umani, libertà, dignità delle persone con disabilità psicofisica. le ricerche sulla qualità delle cure in salute mentale stanno prendendo sempre più in considerazione il problema dell’inappropriatezza delle prescrizioni farmacologiche, orientando servizi, operatori e utenti verso il “deprescribing”, ossia la riduzione dell’uso di farmaci, nell’ottica di un necessario cambiamento a livello di cultura e prassi, per la riduzione di approcci inutili o potenzialmente dannosi Il ruolo del terzo settore è fondamentale: i movimenti sociali devono essere uniti e portare avanti con forza le richieste per tutelare la salute mentale e il benessere, i cittadini/utenti/famiglie devono diventare consapevoli dei propri bisogni e diritti, lottando per cambiare quel che non funziona, in alleanza con gli operatori sanitari, per un reale miglioramento dei servizi ed efficacia delle cure l’advocacy “dal basso” ha l’obiettivo di promuovere/tutelare la salute mentale, difendere i diritti degli utenti e lo sviluppo di un servizio pubblico “capace”, stimolare il livello pubblico-istituzionale, sostenere l’idea di un dialogo tra i diversi attori coinvolti condividendo regole definite Importante valorizzare il ruolo e riconoscere le competenze acquisite degli “esperti per esperienza” (ESP), persone che hanno/hanno avuto esperienze di disagio psichico, hanno affrontato un percorso di cura e – laddove possibile - di guarigione personale, che possono fare advocacy - sensibilizzando e coinvolgendo l’opinione pubblica, supportare i pari – utilizzando lo stesso linguaggio, aiutare gli operatori – fungendo da intermediari. E' disponibile un resoconto dettagliato dell’incontro a questo indirizzo. DOWNLOAD & LINKIl resoconto dettagliato dell’incontro in formato PDFWorld Health Organization. (2019). Advocacy for mental health, disability and human rights: WHO QualityRights guidance moduleSeminario tematico dell'8giugno 2022TAG ARTICOLOP.R.P 2020-2025; PROMOZIONE DELLA SALUTE MENTALE; PRP;