La Fondazione lombarda Soleterre sta seguendo 91 persone, beneficiarie del Fondo Nazionale per il supporto psicologico Covid-19: ex pazienti, operatori sanitari impegnati nella prima linea, persone che hanno perso un familiare, persone che hanno perso il lavoro o la casa a causa della pandemia, donne che durante il lockdown hanno visto esplodere episodi di violenza domestica. Tra i sintomi "trasversali" di disagio psicologico piu' comuni emersi ci sono depressione (il 23% in misura moderata e il 40% in misura grave); ansia (il 37% in misura moderata e il 32% in misura grave); rabbia (il 25% in misura moderata e il 23% in misura grave); alterazioni del sonno (il 17% in misura moderata e il 22% in misura grave) e uso di sostanze (37% in misura grave).
Il presidente della Fondazione avverte: “Si potrebbe ipotizzare, come inizia ad emergere in letteratura, una sindrome da stress Covid-19 caratterizzata da effetti duraturi del trauma relazionale che si riattiva ad ogni ondata in cui il virus riprende forza e trasforma radicalmente il mondo in cui tutti noi viviamo. Dai primi dati emersi un terzo dei pazienti mostra disturbi da stress post traumatico gravi o molto gravi che significa vivere con ricorrenti e involontari ricordi spiacevoli dell'evento traumatico, che spesso non lasciano dormire la notte, che agiscono come se l'evento traumatico si stesse ripresentando. Tali sintomi minacciano la concentrazione e attivano sensi di colpa che si dirigono su se' o sugli altri. Il tutto con un persistente stato emotivo negativo”.
La pandemia Covid-19 ha avuto un profondo impatto sui nostri sistemi di vita e, più in generale, sull'organizzazione economica e politica del nostro Paese. La significativa perdita di vite umane, l'interruzione delle attività economiche, il blocco, sono una indubbia minaccia per il nostro benessere. Piuttosto importante è stato l'impatto del confino sulle famiglie e in modo marcato sulle donne, favorendo le forme più disparate di abuso. In questo scenario, la violenza di genere non si aggiunge alla lista degli effetti sulla vita, ma piuttosto esprime quella dimensione della vita - spesso lasciata nell'ombra - che riflette percorsi di uguaglianza soffocata e diritti spesso negati alle donne. In effetti, la violenza di genere è un'espressione della disuguaglianza tra donne e uomini resa chiara dall'epidemia di COVID-19. Pertanto, la lotta contro la violenza di genere rimane una sfida per il ventunesimo secolo. Il documento si propone di esplorare due questioni chiave: la disuguaglianza di genere e l'interconnessione tra la riproduzione e la sfera di produzione, concentrandosi sulle disuguaglianze e le vulnerabilità preesistenti nelle esperienze di vita delle donne.
MOFFA, G. & CHIRIVÌ, M. (2020). La violenza di genere confinata tra le pareti domestiche durante il lockdown. Culture e Studi del Sociale, 5 (2), 559-567.
La pandemia COVID-19 e le relative misure di contenimento - principalmente allontanamento e isolamento fisico - stanno avendo conseguenze dannose sulla salute mentale della popolazione generale in tutto il mondo. In particolare, la frustrazione, la solitudine e le preoccupazioni per il futuro sono reazioni comuni e rappresentano fattori di rischio ben noti per diversi disturbi mentali, tra cui ansia, disturbi affettivi e da stress post-traumatico. La stragrande maggioranza degli studi disponibili è stata condotta in Cina, dove è iniziata la pandemia. L'Italia è stata duramente colpita dalla pandemia e il contesto socio-culturale è completamente diverso dai paesi dell'Est. Pertanto, vi è la necessità di studi metodologicamente rigorosi volti a valutare l'impatto del COVID-19 e delle misure di quarantena sulla salute mentale della popolazione italiana. I risultat dello studioi aiuteranno a sviluppare interventi appropriati per la gestione delle conseguenze psicosociali della pandemia. La "sperimentazione COVID-IT-salute mentale" è una sperimentazione nazionale, multicentrica, trasversale, senza scopo di lucro, basata sulla popolazione che ha i seguenti obiettivi: a) valutare l'impatto della pandemia COVID-19 e delle sue misure di contenimento sulla salute mentale della popolazione italiana; b) identificare le principali aree a cui mirare con interventi di supporto a lungo termine per le diverse categorie di persone esposte alla pandemia. I dati saranno raccolti attraverso una piattaforma web utilizzando strumenti di valutazione convalidati. I partecipanti saranno suddivisi in quattro gruppi: a) Gruppo 1: gruppo di quarantena COVID-19. Questo gruppo include la popolazione generale che è messa in quarantena ma non isolata, cioè quelle non direttamente esposte al contagio né in contatto con individui positivi al COVID-19; b) Gruppo 2: gruppo positivi al COVID-19, che comprende persone isolate esposte direttamente / indirettamente al virus; c) Gruppo 3: gruppo di personale sanitario COVID-19, che comprende professionisti sanitari di prima e seconda linea; d) Gruppo 4 - COVID-19 salute mentale, che include gli utenti dei servizi di salute mentale e tutti coloro a cui era già stato diagnosticato un disturbo mentale. I servizi di salute mentale in tutto il mondo non sono ancora preparati a gestire le conseguenze a breve e lungo termine della pandemia. È necessario avere un quadro chiaro dell'impatto che questo nuovo fattore di stress avrà sulla salute mentale e sul benessere al fine di sviluppare e diffondere interventi appropriati per la popolazione generale e per gli altri gruppi a rischio.
Giallonardo V, Sampogna G, Del Vecchio V, et al. The Impact of Quarantine and Physical Distancing Following COVID-19 on Mental Health: Study Protocol of a Multicentric Italian Population Trial. Front Psychiatry. 2020;11:533. Published 2020 Jun 5. doi:10.3389/fpsyt.2020.00533
Questo mese inauguriamo un ciclo di interviste ad autori e autrici dell'Osservatorio Impatto Covid-19 piemontese per diffondere e rendere accessibili, anche alla comunità non scientifica, i risultati dei loro lavori.
Il 3 agosto scorso sono stati presentati i primi risultati dell'indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 realizzata dal Ministero della Salute e l'Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana.
Dors pubblica, a corredo del documento con i risultati provvisori dell'indagine, il commento del Professor Giuseppe Costa del Servizio di Epidemiologia dell'ASL TO relativo ai dati piemontesi.
Registrazione del Webinar "Covid-19: gli effetti della pandemia, dell'isolamento sociale e del lockdown sulla salute mentale degli italiani" che si è tenuto lunedì 27 luglio 2020; evento moderato dall'onorevole Beatrice Lorenzin e organizzato da Edra in partnership con il Centro Studi Americani.
«Oggi si stima che i 264 milioni di persone affette da depressione nel mondo siano raddoppiati: siamo passati dal 6% del totale di persone con depressione, al 13%. Questo perché siamo di fronte a un impatto senza precedenti nella storia recente sulla struttura economica e sociale globale, paragonabili forse solo al periodo dell'immediato dopoguerra». Così, Ranieri Guerra, Assistant Director-General for Strategic Initiatives dell'Oms, ha commentato il tema del webinar ". Poi ha aggiunto: «Per quanto concerne il mondo della salute mentale, l'Oms ha un sito dedicato con indicatori, articoli, problematiche da tutto il mondo, che ci fa capire cosa è accaduto e a cosa dobbiamo essere preparati».
Guerra ha evidenziato che «a oggi siamo a 16milioni e mezzo di casi registrati e 700mila morti classificati nel mondo (sicuramente sottostimati). Le soluzioni per l'Italia, dove lo studio della patologia è stato particolarmente dettagliato e ha accompagnato le operazioni di contenimento e controllo, sono state innovative, complesse e articolate, sia per la gestione della patologia in sè, sia per quanto riguarda la sociopatologia, inevitabilmente collegata con le rigide misure di controllo, quarantena e isolamento, con la sospensione delle relazioni sociali, scolastiche e comunitarie, che hanno allo stesso tempo permesso di mettere in sicurezza il capitale umano del Paese, con gli eccellenti risultati di contenimento che si continuano a osservare». Poi la previsione di una nuova possibile ondata: «Questo è il bimestre a bassissima circolazione del virus in cui dobbiamo lavorare di più per prepararci all'arrivo dell'autunno, il periodo delle elezioni regionali, dell'inizio delle scuole e dell'influenza stagionale, oltre che, naturalmente, della ripresa auspicata delle attività ordinarie. In Italia non siamo stati investiti dalla ondata di ritorno della prima fase epidemica. La capacità del servizio sanitario di identificare e tracciare casi e contatti è migliorata enormemente come la competenza clinica e la disponibilità di equipaggiamenti, farmaci e presidi. Mi auguro che continui così, anche se guardando alla situazione globale, non possiamo essere così ottimisti come altri colleghi in Italia». Il professor Alberto Siracusano, direttore Uoc Psichiatria e Psicologia clinica - Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma, ha paragonato il Covid-19 a «una bomba nucleare le cui radiazioni hanno colpito le persone in modo diverso. Chi era più vicino ed è stato colpito subito e direttamente dalla malattia; chi invece era più lontano, oggi presenta gli effetti di questa radiazione». Poi ha parlato degli effetti su bambini e giovani, molti dei quali oggi sfidano tutte le regole sulla sicurezza: «Questa "ignoranza" dipende da noi che non siamo stati in grado di trasmettere dei principi educativi relativi alla sicurezza», e ha concluso: «I rischi per il benessere psichico potranno derivare oltre che dal deficit economico, dalla povertà vitale, perdita qualitativa dei sistemi affettivi e valoriali». Sempre di fragilità nei ragazzi e nei bambini ha parlato Ernesto Caffo, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile - Università di Modena e Reggio Emilia e presidente di Telefono Azzurro: «È stata un'esperienza complessa quella che bambini e i ragazzi hanno vissuto e, per molti già in difficoltà, il lockdown ha portato grande sofferenza che sta emergendo ora e che si può tradurre in violenza verso i coetanei e disagio, abuso di alcolici o di altre sostanze». Armando Piccinni, presidente Fondazione Brf, professore straordinario Unicamillus Roma ha citato uno studio condotto proprio sui più giovani: «Come fondazione abbiamo messo in piedi uno studio con diverse province toscane in collaborazione con il Miur su studenti dalla prima media alla quinta liceo, sulle dipendenze comportamentali, soprattutto sulla dipendenza digitale. I dati lasciano senza parole: un fenomeno che emerge in particolare è la food addiction. Chi aveva questa tendenza, l'ha incrementata durante il lockdown. C'è stato un incremento anche dell'uso di sostante stupefacenti e di alcool, tema connesso a violenza domestica».
La rivista La Salute Umana del Centro Sperimentale per la Promozione della Salute dell’Università di Perugia lancia una call per raccogliere e mappare innovazione educative nell’ambito della promozione della salute a scuola a partire dall’emergenza sanitaria ed educative. Posticipo della scadenza al 10 dicembre.
La SIP (Società Italiana di Psichiatria) ha prospettato un aumento, nei prossimi mesi, di trecentomila persone affette da disturbi mentali. Il più diffuso è lo stress post traumatico a seguito della pandemia da Covid-19. Analizziamo come gli esperti del settore suggeriscano di affrontare questo stato di crisi.
Il mondo post covid non sarà più quello di prima. Anche la promozione della salute deve cambiare. È necessario pensare a politiche della salute innovative, prioritariamente nell’area della prevenzione e della promozione della salute. Per avviarsi senza indugio su questo percorso può essere utile cominciare a fare un elenco di cosa abbiamo imparato dalla pandemia.
Come promuovere la partecipazione giovanile anche ai tempi del lockdown? E’ possibile proseguire con i progetti già avviati con i ragazzi pur restando a casa? Benedetta Chiavegatti, assistente sanitaria del servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e responsabile del programma "Food Game" di Ats Città Metropolitana di Milano, ci racconta la sua esperienza in merito.
Durante eventi epidemici vi è un elevato rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione, comportamenti auto-ed etero-aggressivi. Le misure di contrasto si associano a maggior rischio di abuso di alcool e sostanze, violenza domestica, e abusi sui minori. Aumentano inoltre vari fattori di rischio psicosociale come stress economico, disoccupazione, lutto, perdita del ruolo e del lavoro, rottura delle relazioni. Viene qui proposto un programma strutturato, manualizzato, basato su interventi fondati su evidenze e su una metodologia di valutazione standardizzata con strumenti integrabili nella routine clinica dei Dipartimenti di Salute Mentale. Il programma, elaborato sulla base di principi e modelli proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Inter Agency Standing Committee e dal West China Hospital, ha carattere globale poiché è diretto sia alla popolazione generale che alle persone ad alto rischio, come i soccorritori e le persone con particolare vulnerabilità bio-psico-sociale.
Istituto Superiore di Sanità. Indicazioni di un programma di intervento dei Dipartimenti di Salute Mentale per la gestione dell’impatto dell’epidemia COVID-19 sulla salute mentale. Versione del 6 maggio 2020.Gruppo di lavoro ISS Salute mentale ed emergenza COVID-19 2020, iv, 23 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 23/2020
Sono numerosi i metodi di analisi e i test resi disponibili durante i mesi in cui il nostro sistema sanitario sta affrontando l'emergenza della pandemia Covid-19. Dors tenta di rispondere in modo divulgativo alle domande più frequenti su test e risultati.
Durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate al numero 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le donne che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%).
La promozione della salute può essere più importante che mai nei momenti di crisi come quello generato dalla pandemia da covid 19. Abbiamo condotto una ricerca rapida di letteratura per provare a capire come.
Nelle situazioni di crisi come quella che il mondo sta affrontando attualmente con la diffusione del Covid-19 emerge l’importanza della comunicazione del rischio come strumento per gestire l’emergenza e orientarsi nell’incertezza.
Disporre di dati quanto più precisi e completi e appliccare le migliori tecniche di analisi è oggi il bisogno piu' sentito per supportare scientificamente le scelte dei decisori. Analizziamo gli aspetti di gestione dei dati personali e presentiamo la Survey appena promossa da Ministero e Istat per gestire questa fase di emergenza.
Opuscolo del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi. La guida fornisce consigli e informazioni utili sviluppando in particolare i seguenti punti: Gestire lo stress e sviluppare resilienza; Riscoprire le proprie risorse; Dare dignità a ogni aspetto della giornata; Gestire le emozioni negative; Aprire la mente all’altro… vicino; Applicare il minimalismo digitale; Lavorare da casa, come riorganizzare le proprie abitudini quotidiane; Non dimenticare l’attività fisica; Socializza, adesso hai tempo per farlo; Ascoltare i bambini; Gli adolescenti; E gli anziani; Un occhio di riguardo alla coppia; Non dimenticare il tempo per il riposo; Provare ad imparare nuove abitudini; Non vivere solo di Coronavirus; Riflettere sulla gestione della paura; Ma anche smettere di pensare ad essa; Sforzarsi di trovare qualche aspetto positivo; Dove posso trovare supporto psicologico?
Sezione del sito del CNOP Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi che contiene utile materiale divulgativo e scientifico per la gestione dello stress e del'ansia. In particolare : un pieghevole vademecum multilingue; l'accesso alla Biblioteca Digitale Mondiale dell'Unesco; una guida anti-stress per i cittadini; materiali prodotti dalle associazioni e società scientifiche; materiali prodotti dagli Ordini territoriali.
Facciamo il punto su due aspetti di gestione dei trattamenti di dati personali nell’emergenza Covid-19: l’uso dei dati per la ricerca epidemiologica a supporto delle decisioni delle autorità e la tracciatura dei movimenti delle persone affette e dei loro contatti tramite app. PARTE PRIMA: LE APP - aggiornamento con l'autorizzazione del Garante Privacy per l'APP Immuni
L’OMS lo scorso 14 aprile ha aggiornato la strategia globale per rispondere alla pandemia da COVID-19. Il documento ha l’obiettivo di aiutare a guidare la risposta a livello nazionale e subnazionale. Dors ha tradotto e contestualizzato all’Italia le 6 condizioni che l’OMS considera necessarie per passare alla fase 2.
La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), il presidente di Federfarma e il presidente di Assofarm hanno firmato questa mattina un protocollo d’intesa per potenziare l’informazione per le donne vittime di violenza domestica e/o stalking durante l’emergenza Coronavirus.
L’obiettivo è essere accanto alle donne in questo momento, fornendo loro tutte le informazioni necessarie per chiedere aiuto e denunciare la violenza in sicurezza. Le farmacie presenti sul territorio nazionale riceveranno materiale informativo che consentirà alle donne di accedere alle prime indicazioni utili per prevenire ed affrontare in modo efficace eventuali situazioni di violenza o stalking da parte maschile. A questo scopo sono state predisposte delle linee guida informative, che saranno rese disponibili nelle farmacie. In particolare, sarà rafforzata la diffusione, anche attraverso l’esposizione di un cartello, del numero verde antiviolenza 1522, attivo h24, già oggetto in queste settimane di una campagna di comunicazione promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Campagna social “Libera puoi”, promossa dal Dipartimento per le Pari opportunità a sostegno delle donne vittime di violenza durante l'emergenza causata dall’epidemia da Covid19. L’obiettivo è promuovere il numero 1522, attivo h24, e far conoscere l’app “1522”, disponibile su IOS e Android, che consente alle donne di chattare con le operatrici e chiedere aiuto e informazioni in sicurezza, senza correre il rischio ulteriore di essere ascoltate dai loro aggressori.
Sono due i progetti messi in campo dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS per dare supporto psicologico agli operatori sanitari impegnati nella lotta contro il Coronavirus. “Resilienza Covid19” è un progetto ideato da psichiatri e da psicologi del Gemelli per dare supporto a tutti gli operatori sanitari italiani, attraverso una linea telefonica dedicata (attiva 7 giorni su 7 dalle 9 alle 18) o via email. “Non sei solo” è invece il progetto ideato dal Servizio di Psicologia Clinica del Gemelli per supportare il personale sanitario del Policlinico, impegnato nell’emergenza Covid19.
Indagine del Consiglio Nazionale delle Ricerche su atteggiamenti e comportamenti della popolazione nell'emergenza Covid-19 in relazione al "distanziamento sociale". Lo scopo è di analizzare gli atteggiamenti e i comportamenti della popolazione dovuti al "distanziamento sociale", per valutarne le conseguenze e i correttivi nel breve e medio periodo, per arginare l'insorgenza di stati critici a livello psicofisico prodotti dall'assenza di lavoro e socialità. Da un team di studiosi è stato sviluppato un questionario on line.
L’attività è articolata in quattro aree d’indagine. La prima riguarda le informazioni socio-anagrafiche dei rispondenti. La seconda, Interazione e devianza nel distanziamento/avvicinamento sociale, rileva i mutamenti nell’interazione sociale e le conseguenti forme di devianza e disagio dovute sia al distanziamento sia al contatto protratto degli individui conviventi. La terza, Fiducia e opinioni, riguarda la valutazione dell’operato pubblico e i livelli di fiducia relazionale e sistemica. La quarta, Emozioni e disagio, analizza la valutazione del sé, le emozioni primarie e gli stereotipi connessi all’emergenza sanitaria.
I Centri Antiviolenza della rete D.i.Re si sono organizzati per rispondere all’emergenza COVID-19 e alle disposizioni emanate dal governo con l’istituzione della zona rossa a livello nazionale, in modo da non lasciare sole le donne che hanno subito violenza.
L'attuale diffusione del coronavirus rende necessaria la prescrizione della quarantena di massa, per motivi di sanità pubblica. Diventa necessaria la rapida produzione di sintesi di evidenze per i policy makers, e di indicazioni per gli operatori e la popolazione al fine di adottare la modalità più corretta per arginare l’impatto psicologico negativo.
Per contrastare la disinformazione e la cattiva comunicazione è necessario fare riferimento a fonti informative accreditate e scientificamente attendibili. Dors propone una lista di risorse e documenti in cui reperire corrette e aggiornate evidenze sul tema