Una gestione partecipata del bene comune urbano
a cura di Alessandro Coppo, Dors Piemonte

Si stanno diffondendo in Italia forme di collaborazione e gestione condivisa dei beni comuni urbani (risorse materiali e immateriali, che i cittadini e l’Amministrazione riconoscono essere funzionali al benessere individuale e collettivo). In più territori, attraverso la stesura di regole e di meccanismi di cogestione, si può così assistere alla ridefinizione dei rapporti tra cittadini e istituzioni locali fondati sul principio della sussidiarietà orizzontale (art. 118, 114 comma 2 e 117 comma 6 Costituzione).

Il Comune di Bologna ha adottato in questo senso il primo regolamento sulla collaborazione fra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, strumento ideato all’interno di un progetto (http://www.cittabenicomuni.it/bologna/) che coinvolge Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà, il Centro Antartide, il Comune di Bologna e la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. e presentato il 22 febbraio 2014 all’interno del convegno "Regole nuove in comune, per un'amministrazione condivisa”.

Il regolamento si basa sul modello dell’amministrazione condivisa, un patto di collaborazione tra cittadini e Amministrazione che si ispira ai principi di fiducia reciproca, pubblicità e trasparenza, responsabilità, inclusività e apertura, sostenibilità, proporzionalità, adeguatezza e differenziazione, informalità e autonomia civica. “L’intervento di cura e di rigenerazione dei beni comuni urbani, inteso quale concreta manifestazione della partecipazione alla vita della comunità e strumento per il pieno sviluppo della persona umana” si legge nel documento “è aperto a tutti, senza necessità di ulteriore titolo di legittimazione”. Si specifica che il “patto di collaborazione è lo strumento con cui Comune e cittadini attivi concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni”, e ancora che la “collaborazione con i cittadini attivi può prevedere differenti livelli di intensità dell’intervento condiviso sugli spazi pubblici e sugli edifici, ed in particolare: la cura occasionale, la cura costante e continuativa, la gestione condivisa e la rigenerazione”. Si tratta quindi di un codice che regola una tendenza dei cittadini (o almeno di una parte consistente di essi) a partecipare allo sviluppo collettivo, propensione che può essere ostacolata o, al contrario, stimolata e agevolata. Alcuni esempi nati dall’esperienza bolognese: 1) un gruppo di cittadini si è attivato per la pulizia dei muri dai graffiti, 2) si è costituito un gruppo, formato da un’associazione di migranti e da alcuni residenti, che gestirà apertura, chiusura, presidio e manutenzione di un giardino pubblico, 3) un terzo gruppo ha ideato un progetto educativo per le scuole sul tema della legalità. Si tratta di attività che possono essere facilmente rintracciate anche in altri contesti urbani. Il passo ulteriore qui compiuto parte dalla constatazione che per far nascere, crescere e sostenere esperienze di questo tipo sia necessario da una parte adottare strumenti in grado di vedere, valorizzare e autorizzare le energie dei cittadini, e dall’altra mettere in relazione queste risorse con gli obiettivi più ampi che la comunità persegue, ad esempio il miglioramento delle condizioni di vita, la promozione della solidarietà, l’incremento della salute e del benessere. Il regolamento adottato dal Comune di Bologna è dunque un dispositivo organizzativo il cui obiettivo è facilitare il rapporto e la collaborazione tra i cittadini e la pubblica amministrazione nella cura della città attraverso regole pratiche e semplici. Un mezzo per riconoscere e organizzare le risorse informali, potremmo anche dire il capitale sociale, presenti nella comunità. E’ allora possibile individuare in tale strumento un sistema per gestire la partecipazione, e per favorire indirettamente lo sviluppo dei legami sociali e della fiducia tra i cittadini.  

Sui temi della partecipazione e dell’empowerment dei cittadini in relazione alla salute è stata allestita un’area focus dedicata all’interno del sito DoRS.

Sul rapporto tra capitale sociale, fiducia e benessere leggi il contributo  di Maurizio Marino.

Sulla gestione dei beni comuni attraverso pratiche di cittadinanza attiva leggi anche l’esperienza di spazio comune nel contributo  di Boris Zobel.


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