Mangiare a scuolaa cura di Simonetta Lingua - Dors, Alessia Toldo - Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio Politecnico e Università di TorinoPubblicato il 11 Aprile 2016Aggiornato il 18 Ottobre 2019RecensioniProspettive integrate per un’agenda del ciboIl convegno Mangiare a scuola ha rappresentato un momento di valorizzazione e ulteriore sviluppo di un processo partecipato (Nutrire Torino Metropolitana) avviato nel 2015 per costruire un’Agenda Metropolitana del Cibo e creare un orizzonte più strutturato di politiche del cibo e pianificazione dei sistemi alimentari.I molti protagonisti hanno potuto condividere esperienze e punti di vista differenti, hanno colto l’occasione per presentare lo stato dell’arte su questo tema, per valorizzare le buone prassi e per definire prospettive integrate per un’agenda del cibo.In particolare le istituzioni scolastiche, quali interlocutori privilegiati tra i diversi enti coinvolti, possono offrire un ambiente fondamentale del lavoro per la salute e il successo formativo come Scuole che Promuovono Salute.Infatti una scuola che orienta, non solo i curricula ma l’organizzazione dell’intera comunità scolastica verso la promozione di stili di vita sani e attivi, rappresenta il contesto favorevole perché gli studenti sviluppino le conoscenze, le abilità e le abitudini necessarie per vivere in modo salutare e attivo anche in età adulta.Dunque un approccio globale alla scuola, in cui vi è coerenza tra le politiche della scuola e le pratiche che promuovono l’integrazione sociale e l’impegno a livello educativo, facilita realmente i risultati in termini di apprendimento, aumenta il benessere emotivo e riduce i comportamenti a rischio per la salute.Lo sguardo d’insieme, presentato in questa occasione, definisce quindi, in un’ottica integrata, l’importanza dell’esperienza piemontese, in cui riflessioni e proposte vengono rilette dalla città metropolitana e rilanciate per il futuro. Vai ai materiali del convegno. Buone prassiDi seguito sono descritte in modo più approfondito alcune delle esperienze presentate durante il convegno che costituiscono sia la cornice delle politiche alimentari integrate sia le buone prassi che si inscrivono all’interno di un percorso intersettoriale di partecipazione dei diversi protagonisti.Nutrire Torino MetropolitanaNutrire Torino Metropolitana - NTM, organizzato e guidato da Città metropolitana e Università di Torino di Torino, raccoglie, integra e valorizza l’eredità di tutte le esperienze locali e sovralocali che hanno ricadute dirette e indirette sul cibo verso una politica alimentare territorializzata e partecipata, capace di mettere a sistema dimensioni, attori e politiche settoriali del cibo per costruire visioni olistiche e condivise.La prima fase di questo percorso è stata strutturata in un ciclo di 3 incontri partecipati, secondo una logica il più possibile inclusiva in rapporto agli obiettivi da raggiungere e alle attività previste.Il risultato è un elenco di otto temi di lavoro, convalidati e gerarchizzati da tutti i partecipanti al processo, da intendersi come possibili ambiti concreti di azione per lo sviluppo futuro del sistema alimentare metropolitano.Gli otto temi di lavoro sono: educazione e formazione; informazione e conoscenza; distribuzione e piattaforme logistiche; public procurement (ovvero, acquisti pubblici); semplificazione; premi e incentivi alla qualità; pianificazione territoriale; nuove forme di governance.In questo elenco, i temi dell’educazione alimentare e del public procurement sono stati individuati come priorità. In quest’ottica, Città metropolitana e Università di Torino hanno orientato energie e risorse sulla ristorazione collettiva scolastica, ambito in cui gli interventi sugli stili di vita e le abitudini alimentari e gli acquisti pubblici rappresentano due aree in grado di valorizzarsi vicendevolmente, dando origini a preziose, e necessarie, sinergie. Atlante del ciboL’Atlante del cibo di Torino Metropolitana è un progetto interateneo che coinvolge l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino e l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.L’Atlante è una metodologia di analisi, rappresentazione e comunicazione del sistema alimentare, articolato per fasi della filiera e alle diverse scale, in termini di: componenti del sistema: risorse, attori, flussi di materia ed energia, relazioni, politiche, progetti; dimensioni del cibo: salute, cultura, ambiente, economia, giustizia; ambiti e obiettivi di policy: sviluppo economico, giustizia sociale, sostenibilità ambientale, trasmissione di saperi. L’Atlante si propone di: produrre nuova conoscenza relativa al sistema alimentare metropolitano; aumentare la visibilità del sistema e delle sue dinamiche; supportare le pubbliche amministrazioni nella costruzione e attuazione di politiche alimentari e nella gestione ordinaria del sistema; incrementare la consapevolezza, la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini; offrire uno strumento di interazione; attivare meccanismi di integrazione e cooperazione fra progetti, iniziative e attività legate al sistema del cibo. In questo quadro, l’Università ha avviato una ricerca strutturata sullo stato dell’arte delle mense scolastiche dell’obbligo e del pre-obbligo dei comuni metropolitani. La ricerca ha risposto in primo luogo al bisogno di conoscere, poiché l’assenza di conoscenza viene individuata dalla letteratura scientifica come una delle principali barriere al procurement sostenibile (Morgan e Morley, 2014) (1).Nello specifico, l’indagine ha cercato di valutare se e quanto i servizi di ristorazione scolastica e, in particolare, i capitolati d’appalto, rappresentino strumenti di territorializzazione del sistema alimentare. Nella prospettiva di “geografi”, infatti, è a partire dalla ricostruzione di un rapporto virtuoso con il territorio e con le sue specificità e dal riavvicinamento tra la produzione e il consumo che si possono gettare le basi necessarie per un orizzonte di maggiore sostenibilità, giustizia sociale e dinamicità economica di un sistema alimentare.In questa direzione, è stata impostata un’indagine multimetodo che attraverso l’analisi di capitolati, la somministrazione di questionari e interviste (2) ha valutato il rapporto fra mense scolastiche e sostenibilità ambientale, giustizia sociale, rilocalizzatone dell’approvvigionamento e cambiamento degli stili di vita attraverso l’educazione alimentare.Quest’ultimo ambito è, senza dubbio, quello su cui i capitolati dei comuni metropolitani e più in generale l’organizzazione dei servizi di refezione incidono maggiormente, rivelando comunque margini di miglioramento che sottendono un grande potenziale di azione. Basti pensare a come 46 Comuni inseriscono nei loro capitolati l’educazione alimentare come prerequisito e 67 come criterio di premialità. Inoltre, ben 86 questionari confermano l’esistenza di progetti continuativi di educazione alimentare nelle scuole, capaci di coinvolgere non solo i bambini e i ragazzi, ma anche le famiglie e gli insegnanti, soprattutto sui temi della qualità alimentare e della sostenibilità ambientale.La ricerca evidenzia come la relazione fra mensa scolastica, salute ed educazione alimentare rappresenti un rapporto virtuoso su cui molto è stato fatto, soprattutto dai singoli comuni, ma su cui è fondamentale continuare a investire risorse ed energie. Il menù l’ho fatto io“Il menù l’ho fatto io” è un progetto sulla ristorazione scolastica del Comune di Torino, nato per coinvolgere bambini, docenti, famiglie e commissioni mensa in un percorso di educazione alimentare e di consumo consapevole in una dimensione di sostenibilità ambientale pensato per le scuole primarie della città di Torino.L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Politiche Educative della Città di Torino con la collaborazione di Provincia di Torino, DoRS Regione Piemonte, MIUR, Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, Dipartimento di Prevenzione dell’ASL TO1. Il percorso, della durata di un intero anno scolastico, è offerto ad alcune Scuole della città invitandole ad affrontare, con punti di vista diversi, la mensa scolastica come occasione per riflettere su alcuni temi legati all’alimentazione collettiva: il benessere e la promozione della salute legati ai comportamenti alimentari; imparare a riconoscere le proprie esigenze nutrizionali; saper riconoscere e praticare corretti stili di vita; conoscere i principi di un consumo consapevole per capire cosa sono le filiere alimentari, i prodotti locali e quale impatto può avere la produzione alimentare sull’ambiente. Ma l’obiettivo principale del progetto è fornire ai bambini, e attraverso di loro a tutta la comunità della scuola, gli strumenti per conoscere la propria mensa scolastica e avere la possibilità di partecipare attivamente all’elaborazione del menù, di “essere presi sul serio” in relazione alle proprie scelte alimentari.Un “menù partecipato” quindi, proposto direttamente dai bambini, capace anche di coniugare gli aspetti della salute con quelli ecologici e che contribuisca a migliorare il gradimento dei pasti consumati in tutte le Scuole di Torino, poiché le scelte validate, sono offerte in maniera omogenea a tutti i bambini che sul territorio cittadino usufruiscono del servizio mensa.Nelle scuole primarie dunque l’educazione alimentare, facendo leva sul protagonismo e il coinvolgimento dei bambini, può diventare un cardine strutturale del percorso didattico, una vera e propria "policy" degli Istituti Scolastici e non solo un’esperienza occasionale. Liberi di scegliereÈ il titolo provvisorio di un percorso didattico di alimentazione sostenibile con gli studenti e gli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado per riscrivere e applicare i capitolati d’offerta dei distributori automatici di alimenti e bevande e dei bar (e eventuali mense) interni agli Istituti scolastici. Questo percorso è proposto dalla Città Metropolitana di Torino, dall’Università di Torino, dall’Ufficio Scolastico provinciale di Torino, da DoRS Regione Piemonte e dalla Consulta degli studenti.Si ritiene infatti strategico avviare una riflessione sulla qualità degli alimenti offerti nelle scuole secondarie di secondo grado, tenuto conto della fase delicata che gli adolescenti attraversano e del ruolo strategico che può esercitare il rapporto con il cibo. Infatti le scuole secondarie di secondo grado normalmente ospitano bar, distributori automatici di alimenti e talvolta mense che offrono cibi non sempre appropriati per una corretta alimentazione.L'obiettivo é la riscrittura dei capitolati, insieme ai ragazzi e a tutti gli attori coinvolti. La possibilità di costruire un confronto aperto e permanente sul cibo offerto a scuola che coinvolga tutti gli attori, rimettendo al centro del processo i ragazzi, che devono essere considerati soggetti autonomi, pur nella complessità delle responsabilità in gioco è la sfida del futuro in una scuola che sempre più valorizza le competenze di un cittadino consapevole.Vai ai materiali del convegno. Note(1) Morgan K, Morley A (2014), The public plate. “Harnessing the power of purchase”, in Marsden T, Morley A (a cura di), Sustainable Food Systems. Building a New Paradigm, Routledge, London and New York, pp. 84-102(2) Sono stati analizzati 217 capitolati, 137 questionari e 15 interviste fra tecnici, Assessori e Sindaci, aziende di ristorazione e distributori.DOWNLOAD & LINKLinee guida nazionali della ristorazione scolastica (2010)Raccolta di Documenti ufficiali per una Scuola che Promuove SalutePolitichePiemonte. Nutrire le città: verso una politica alimentare metropolitana (numero 27, luglio 2014)PolitichePiemonte. Pluralismi alimentari a Torino (numero 36, agosto 2015)TAG ARTICOLOALIMENTI; HEALTH PROMOTING SCHOOL; P.R.P. 2014-2018; PROMOZIONE DELLA SALUTE NELLE SCUOLE; RISTORAZIONE COLLETTIVA;