IMMUNI o no?l’APP IMMUNI per il contact tracking del COVID-19: come funziona, qual’è la sua utilità, quali garanzie dà per la protezione dei dati.a cura di Grazia Bertiglia, DorsPubblicato il 24 Giugno 2020Aggiornato il 22 Luglio 2020RecensioniIntroduzioneCome funziona?Quali possibilità di avere errori o informazioni false?Quali rischi, quali costi, quale riuso dei dati?Ci sono garanzie davvero sufficienti per la nostra privacy? Ma funzionerà davvero? E se non la scaricano tutti? Meglio adottare altri mezzi per fermare il virus? Altri approfondimenti interessanti sul temaIntroduzioneLa tecnologia delle APP ci accompagna in ogni momento della nostra vita, ci permette contatti con i nostri cari quando siamo a distanza, ci indica la strada quando viaggiamo, ci ricorda gli appuntamenti, ci permette di gestire i nostri soldi… ci fa divertire e ci dà le informazioni che ci interessano, dalla ricetta di cucina alla finanza… ma di fronte all’APP Immuni c’è chi ha espresso timori e dubbi sulla sua utilità. Al 20 giugno è stata scaricata da oltre 3,3 milioni di persone, secondo quanto comunicato dalla ministra Pisano. Certamente è un numero ancora limitato di utenti, ma la campagna pubblicitaria di lancio è ancora in corso. Per fronteggiare la pandemia altre Nazioni (non in Europa) hanno messo in atto misure di controllo molto penetranti e la stampa occidentale, oltre che i social media, hanno analizzato questi scenari sottolineandone i rischi per la libertà delle persone. Fra i tanti segnaliamo in calce due articoli pubblicati dalla rivista Internazionale: il primo di aprile è tratto dal Financial Times di marzo 2020; il secondo, di giugno, dà conto della situazione delle APP di tracciamento in Europa e nei Paesi asiatici e mostra, fra l'altro , la diversa attitudine ad aderire a questi sistemi. In Europa ogni Paese ha adottato il proprio sistema: è inevitabile in un quadro normativo in cui vi è solamente un potere di indirizzo dell’Unione Europea in materia sanitaria, mentre le azioni sono decise a livello statale. Il grado di adesione e i dati che vengono trattati variano, ma è comune denominatore a livello europeo l'adesione volontaria dei soggetti. Proviamo a fare il punto, suggerendo alcune notizie e informazioni disponibili e di fonte attendibile sull’APP IMMUNI.Come funziona? Il sito ufficiale riporta le informazioni dettagliate, per gli addetti ai lavori, in inglese (immuni-documentation) e, nelle FAQ, spiega piu’ semplicemente il meccanismo di funzionamento per il quale Immuni riesce a determinare che è avvenuto un contatto fra due utenti, ma non sa chi siano i due utenti o dove si siano incontrati, con un esempio. (Le FAQ sono accessibibil anche direttamente dall'applicazione sulllo smartphone). “Consideriamo l’esempio di Alice e Marco, due ipotetici utenti. Una volta installata da Alice, l’app fa sì che il suo smartphone emetta continuativamente un segnale Bluetooth Low Energy che include un codice casuale. Lo stesso vale per Marco. Quando Alice si avvicina a Marco, gli smartphone dei due utenti registrano nella propria memoria il codice casuale dell’altro, tenendo quindi traccia di quel contatto. Registrano anche quanto è durato il contatto e a che distanza erano i due smartphone approssimativamente. I codici sono generati del tutto casualmente, senza contenere alcuna informazione sul dispositivo o l’utente. Inoltre, sono modificati diverse volte ogni ora, in modo da proteggere ulteriormente la privacy degli utenti. Supponiamo che, successivamente, Marco risulti positivo al SARS-CoV-2. Con l’aiuto di un operatore sanitario, Marco potrà caricare su un server delle chiavi crittografiche dalle quali è possibile derivare i suoi codici casuali. Per ogni utente, l’app scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche inviate dagli utenti che sono risultati positivi al virus. L’app usa queste chiavi per derivare i loro codici casuali e controlla se qualcuno di quei codici corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. In questo caso, l’app di Alice troverà il codice casuale di Marco, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, se sì, avvertirà Alice.” La sperimentazione avviata in quattro regioni ha consentito, nel mese di giugno, di valutare il funzionamento concreto e migliorare il sistema con alcuni aggiornamenti. Le FAQ illustrano inoltre quali tipi di smartphone possano installare l’APP Immuni e come la tecnologia adottata comporti consumi di batteria abbastanza limitati. Altre informazioni sono disponibili sul sito del Ministero dell’Innovazione tecnologia (Immuni- tutto quello che c'è da sapere) Quali possibilità di avere errori o informazioni false?Il sistema prevede che l’allerta sui contatti sia lanciata dall'interessato , con la mediazione e il controllo dell'operatore sanitario che comunica la diagnosi; la procedura prevista prevede anche l'utilizzo di un codice OTP e impedisce che vengano messi in atto “scherzi” di cattivo gusto con la diffusione di informazioni false. Non c’è la geolocalizzazione dei segnali, quindi non sarà possibile (nè agli utenti nè al sistema) individuare dove c’è stato il contatto. Ci sarà invece un indice di rischio, che permette di capire qual è il grado di pericolo. I contatti sono tracciati quando si permane a poca distanza (meno di due metri) per un certo periodo (almeno 15 minuti). Quali rischi, quali costi, quale riuso dei dati?L’APP è completamente gratuita. Il giorno precedente al suo rilascio sono state inviate delle mail false che, con un virus informatico, bloccavano il cellulare agli ignari che le hanno scaricate, chiedendo un riscatto: questo insegna che i truffatori sono sempre pronti! E APP Immuni, non ne è….immune. Sta all’utente, come sempre, essere accorto. (vai alla notizia della truffa sul sito della Polizia Postale) Riguardo alla possibilità di riuso dei dati, comunque anonimi, bisogna sapere che essi sono gestiti da soggetti pubblici in Italia e che tutti, sia se sono salvati sul dispositivo sia sul server, saranno cancellati non appena non saranno più necessari e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020. I dati sono raccolti dal Ministero della Salute che li utilizzerà solo per contenere l’epidemia del COVID-19 o per la ricerca scientifica.Ci sono garanzie davvero sufficienti per la nostra privacy? Nessun dato personale (= dato riconducibile a una persona identificata o identificabile) viene chiesto da IMMUNI; non si acquisiscono dati di geolocalizzazione dei cellulari, anche se il gps è attivo. Il Garante italiano si è espresso sin dall’inizio della pandemia sulla necessità di salvaguardare tutti i diritti previsti dal Regolamento Europeo, pur nella situazione di emergenza; Le prescrizioni e il parere espresso sull’ APP Immuni e il suo impatto sono dettagliate nel Provvedimento di autorizzazione del Garante - 1° giugno 2020 e nel documento relativo alla valutazione di impatto emesso il 3 giugno. Si segnalano inoltre i documenti del Board europeo riguardo alle app di tracciamento dei contatti, del 15 aprile 2020 e del 17 giugno 2020, e le Linee-guida sull'uso dei dati di localizzazione e degli strumenti per il tracciamento dei contatti nel contesto dell’emergenza legata al COVID-19 adottate il 21 aprile 2020. Se da un lato è auspicabile che nei prossimi mesi si giunga a un sistema condiviso fra i vari Stati membri, la raccomandazione è di garantire che le APP di tracciamento siano attivabili su base volontaria ed offrano adeguate garanzie per la protezione dei dati nel passaggio da uno Stato all’altro. L’esperienza italiana è sicuramente un buon esempio sul piano della tutela della privacy.Ma funzionerà davvero? E se non la scaricano tutti? Qualsiasi community funziona meglio se si è in tanti. Ma se siamo pochi a utilizzare l'APP Immuni, sarà comunque utile. Sopra una soglia del 56-60% di persone che la utilizzano gli informatici sostengono che da sola basterebbe a gestire la traccia dei contagi e l’autoisolamento dei contatti. Al di sotto di questa soglia fornisce comunque informazioni a chi l’avrà installata e metterà a disposizione dei servizi sanitari e epidemiologici i suoi dati di tracciamento in caso di contatto potenzialmente contagioso. Questo aumenterà l’informazione sulla circolazione del virus nelle province, permettendo al sistema di attrezzarsi in tempo per eventuali necessità legate a nuovi focolai e di indirizzare al meglio le risorse. Sarà inoltre un utile banco di prova per la gestione di dati su larga scala secondo modalità rispettose della privacy, da parte di autorità pubbliche. Meglio adottare altri mezzi per fermare il virus? TTT (test-trace-treat), tamponi a tappeto, test sierologici, indagini epidemiologiche, di fronte al nuovo virus sono state messe in atto strategie molteplici per riuscire a circoscriverlo e contenerlo. Come insegna la storia l’isolamento dei casi, la consapevolezza delle persone, comportamenti individuali corretti sono l’arma più efficace, quando non è disponibile un vaccino. L’App IMMUNI è uno degli strumenti, utile se combinato con le altre strategie. Da solo probabilmente non basta: il requisito tecnologico (occorre avere uno smartphone su cui scaricare l’APP) e l’esclusione della fascia d’età fino a 14 anni limitano il numero di soggetti potenzialmente coinvolti. Poca consapevolezza e diffidenza riguardo alle nuove tecnologie sono altri fattori che limitano la sua diffusione capillare. Attenzione e adesione di ciascuno a mettere in atto comportamenti sicuri, per sé e per gli altri, sono uno strumento potente. L'educazione alla salute per tutti, continua e capillare, sin da piccoli è quindi ciò che va fatto, e un’APP come IMMUNI può essere uno degli strumenti, letteralmente a portata di mano, di una larga fetta di popolazione per veicolare questi messaggi.Altri approfondimenti interessanti sul tema tutte le FAQ di Immuni un approfondimento su Agenda Digitale: Immuni: come funziona l'app italiana contro il coronavirus un articolo documentato su immuni e non solo : Disinformazione e Coronavirus di Carola Frediani su Guerradirete,Maggio 2020 l'articolo di Y.N. Harari apparso su Intermazionale ad Aprile 2020, tratto dal Financial Times di Marzo l'articolo di L.Melissari,publbicato si Internazionale a Giugno 2020 sul confronto delle APP di contact tracing il precedente articolo apparso sul sito dors ad aprile 2020 su privacy e Covid-19: le app TAG ARTICOLOCOVID19; MALATTIE INFETTIVE; PREVENZIONE E CONTROLLO; PRIVACY; TUTELA DELLA RISERVATEZZA;