Salute Pubblica. Potere, empowerment e pratica professionale. Recensione di una giovane sociologa
Nuovo punto di vista sulla traduzione italiana del libro di Glenn Laverack
a cura di Mara Grasso, Dors

La recensione in breve

Sono laureata magistrale in “Sociologia e ricerca sociale” e attualmente ho una borsa di studio con il Centro di Documentazione DoRS. Da sempre mi sono interessata delle disuguaglianze sociali in atto nella società per comprenderne sia le cause, a livello di sistema e struttura sociale, e sia le conseguenze, a livello di opportunità e di vincoli nel corso di vita delle persone. La salute è un fattore fondamentale e le disuguaglianze di salute sono influenzate da disparità educative, economiche, abitative, sociali e ambientali che, a loro volta, condizionano le opportunità di vita del soggetto. Il testo di Glenn Laverack, “Salute pubblica. Potere, empowerment e pratica professionale”, è stata per me una lettura davvero interessante e stimolante poiché ha al centro la promozione della salute, il cui obiettivo principale è la riduzione delle disuguaglianze sociali e di salute per garantire a tutti le stesse opportunità di benessere e di prevenzione e cura delle malattie.

In particolare, l’autore affronta le tematiche relative all’empowerment nei programmi di salute, con uno sguardo anche alle popolazioni migranti, non limitandosi soltanto ad enunciare teorie o elaborati ma proponendo concretamente delle attività e delle pratiche da adottare affinché l’intero processo di promozione della salute, coinvolgendo sia gli operatori e sia i cittadini, sia empowering, ossia preveda che tutti i soggetti siano attivi, e non passivi, e abbiano quindi maggiore consapevolezza critica e possano esercitare controllo e potere sulla propria situazione di salute in modo autonomo.

 

 

Approccio al tema

L’intero processo di promozione della salute non è osservato da Laverack da un solo punto di vista ma da quello di tutti gli attori coinvolti. Vi è uno sguardo di insieme, per cui il soggetto non è mai considerato come singolo ma è sempre inserito all’interno di un contesto di riferimento e in relazione con altri soggetti di azione. I soggetti, infatti, sono inseriti in un determinato contesto culturale, politico, sociale e storico di riferimento che determina, insieme al contesto famigliare e al capitale culturale e sociale di cui sono portatori, un insieme di opportunità e vincoli. Gli individui, a loro volta, possono influenzare con la loro agency questa struttura e l’influenza è reciproca: il contesto influenza il singolo che, a sua volta, ha margini di azione per influenzare il contesto. La salute, inoltre, non è un sistema a sé stante ma è inserito nel medesimo contesto di influenza ed è quindi opportuno prendere in considerazione il contesto e il paese di riferimento per poter applicare le strategie migliori, così come viene suggerito anche dall’autore. All’interno di questo sistema si possono differenziare tre livelli di azione e di interazione sociale: micro, meso e macro. Il livello micro è basato sui singoli individui; il livello meso è basato sulle associazioni e sulle organizzazioni di più individui; infine, la dimensione macro è basata sulle grandi configurazioni della società nel suo insieme. Laverack, nel libro, propone la distinzione dell’empowerment basata su livelli: il livello individuale, fondamentale e propedeutico per tutti quelli successivi; il livello familiare, di piccole unità sociali; il livello organizzativo, di organizzazioni a gestione democratica; il livello di comunità, che implica l’interazione tra le precedenti forme. In particolare, l’empowerment della comunità viene inteso come un continuum: dall’azione personale, all’azione dei piccoli gruppi, che poi si trasformano in organizzazioni della comunità, che instaurano tra di loro delle partnership, per infine produrre un’azione sociale e politica. Tutti i livelli e tutti gli attori sono fondamentali e sono coinvolti per produrre un cambiamento nell’approccio ai programmi di salute.

 

 

Le relazioni e il capitale sociale

Tra i suddetti livelli di azione intercorrono continue connessioni ed influenze. Le reti, ossia i legami e le relazioni di un individuo, costituiscono il suo capitale sociale. Le relazioni infatti veicolano informazioni e permettono agli individui di avere accesso ad una serie di risorse e allo scambio di queste. Tutto il processo che mira ad accrescere l’empowerment parte da una specifica relazione, quella tra operatore e cittadino e ha al centro una particolare risorsa: il potere. Il potere, infatti, tema trasversale a tutto il libro, è inteso da Laverack come un’opportunità e non solo come una possibilità di esercitare sopraffazione. L’autore, infatti, partendo dalla constatazione che il potere non sia equamente distribuito all’interno delle relazioni di cura sanitarie, offre spunti di riflessione su come renderlo meno sbilanciato e più equo. Le differenze tra gli operatori e i cittadini ci sono, ma questo non vuol dire che le persone non possano comunque essere autonome nel processo di cura. Il potere da perseguire è il “potere-con” e il potere a somma non zero: tutti acquisiscono potere senza che qualcuno ne debba rimanere sprovvisto. È quindi necessario partire dalla discrezionalità dell’operatore, che deve riconoscere la natura del proprio ruolo, inteso come facilitatore, e del proprio potere, con la disponibilità a trasformarlo e a cederne un po’ affinché il paziente sia autonomo e libero di scegliere. L’obiettivo è che si venga a creare una relazione di cura paritaria con al centro il paziente e l’ascolto dei suoi bisogni, tramite l’utilizzo di un linguaggio che sia chiaro e comprensibile, per raggiungere l’empowerment, ossia la capacità di

“Assumere il controllo sulla propria salute, sul proprio benessere e sulla gestione della malattia e di partecipare alle decisioni che riguardano le cure” (pag. 66).

Tuttavia, non dipende tutto dall’operatore ma tra i due attori intercorre un ruolo reciproco: l’operatore facilita il cambiamento e il paziente lo identifica e lo mette in atto. Solo quando viene raggiunto l’empowerment individuale, che non viene trasmesso in modo passivo ma deve essere conquistato dall’individuo anche attraverso l’health literacy, ossia la costruzione di fiducia e di abilità che rende le persone capaci di accedere e utilizzare le informazioni per migliorare il loro stato di salute, l’individuo può farsi promotore di un’azione a livello di gruppo, tramite le relazioni organizzate che si instaurano tra più pazienti per scambiare informazioni, supporto e promuovere dei cambiamenti. Laverack ha, a tal proposito, elaborato una serie di tecniche per rendere maggiormente efficaci le azioni dei gruppi e per accrescerne la consapevolezza critica. Il livello successivo riguarda l’ampliamento della struttura dei gruppi per creare delle organizzazioni di comunità. Queste dovrebbero instaurare delle partnership tra più organizzazioni per fare rete e acquisire una posizione più forte per, infine, produrre un cambiamento a livello di sistema politico e sociale e affrontare le disuguaglianze nella vita delle persone, promuovendo benessere e modificando delle situazioni percepite come ingiuste. Tutti i passaggi che avvengono lungo il continuum dell’empowerment di comunità si basano sulle relazioni che si instaurano tra le persone e tra i gruppi e dalle informazioni e dalle risorse che veicolano.

 

 

L'importanza del contesto

Sebbene l’empowerment individuale e di comunità siano fondamentali, non è possibile pensare che tutto il cambiamento possa avvenire a livello di singoli soggetti e delle comunità, senza il coinvolgimento della struttura di riferimento. È necessario che ci sia anche un cambio di approccio da parte del sistema sanitario affinché il processo di promozione della salute sia orientato all’empowerment e quindi ad una maggiore ripartizione del potere fra tutti i soggetti coinvolti. E’ importante che questi obiettivi siano inseriti nella programmazione da parte delle istituzioni e delle organizzazioni governative e sanitarie, nazionali e internazionali. Solo dopo questa legittimazione si potrà effettivamente far adottare da parte dei singoli operatori sanitari le pratiche indicate da Laverack per rendere questi soggetti i principali promotori dell’empowerment individuale e di comunità. Inoltre, è necessario ripensare nel complesso la progettazione e l’attuazione dei programmi di salute. Infatti, i programmi di salute tradizionalmente attuati tramite l’approccio top-down, che prevede la gestione del processo dall’alto, da parte degli operatori, non si sono rivelati sempre efficaci poiché non sono riusciti a coinvolgere le popolazioni emarginate, non hanno utilizzato una comunicazione efficace e non hanno consentito l’attuazione di un approccio empowering e bottom up, che prevedesse cioè l’ascolto dei bisogni delle comunità per la progettazione dell’intervento. Come strategia dovrebbe essere attuata quella de il parallel-tracking, ossia un affiancamento ed un’integrazione del programma di salute di tipo top-down con un processo di empowerment che parte dai bisogni che provengono dalla comunità. Inoltre, tutte le fasi del programma di salute dovrebbero prevedere il coinvolgimento della comunità e dei partecipanti, dalla fase di progettazione, a quella della definizione degli obiettivi, allo sviluppo di un approccio strategico, alla gestione ed implementazione del programma e infine alla valutazione dello stesso. Proprio quest’ultimo passaggio merita un’attenzione particolare, in quanto Laverack non ha soltanto elaborato una progettazione dei programmi di salute basati sull’empowerment di comunità ma ha anche studiato un approccio per poi poterlo misurare. L’autore ha pensato al processo completo: dalla definizione del contesto e dello stato dell’arte, alla progettazione di attività pratiche e concrete per rendere tutti i livelli dell’azione più empowered ed infine alla valutazione del processo e del raggiungimento dell’obiettivo tramite l’approccio per domini. È un percorso molto impegnativo ma il processo di empowerment, che prevede la partecipazione dei soggetti, la costruzione delle competenze e della consapevolezza critica da parte della comunità, garantisce maggiori possibilità di successo dei programmi di salute, in quanto sono basati sul coinvolgimento e sui legami sociali alla base di una comunità e i benefici prodotti sono maggiori e diffusi.

 

 

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