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Cambiare le norme di genere discriminatorie per prevenire la violenza

 L’iniziativa Spotlight è una delle principali azioni mirate, per porre fine a tutte le forme di violenza contro donne e ragazze entro il 2030. Attraverso il partenariato tra Unione Europea e Nazioni Unite si cerca di rispondere a tutte le forme di violenza femminile, con un particolare focus sulla violenza domestica e familiare, alla violenza sessuale e di genere e a tutte le pratiche dannose contro le donne: femminicidio, tratta di esseri umani e sfruttamento sessuale e lavorativo delle donne. Nell'ambito dell'iniziativa “Spotlight”, l'UNICEF, insieme ai partner UNFPA, UNDP, UN Women e Unione Europea, si concentra non solo sulla risposta alle forme di violenza, ma anche sul loro sradicamento.


L’UNICEF, con “Spotlight” lavora per creare un ambiente protettivo, affrontando le norme sociali e responsabilizzando i più vulnerabili con strategie di protezione personale.


The Spotlight Initiative - Working together with the European Union to eradicate violence against women and girls


https://www.unicef.org/eu/spotlight-initiative


 


 


Salute mentale perinatale e pandemia

Prove crescenti suggeriscono che durante la pandemia di COVID-19, l'ansia e la depressione durante il periodo perinatale sono aumentate. Lo scopo dello studio è stimare la prevalenza del rischio di depressione e ansia materna tra le donne che frequentano 18 centri sanitari in Italia durante la pandemia SARS-COV-2 e indagare i rischi psicosociali e i fattori protettivi associati. Si è articolato in una fase retrospettiva (2019, 2020 e primi nove mesi del 2021) e in una fase prospettica (iniziata a novembre 2021 e tuttora in corso), che hanno esaminato rispettivamente 12.479 e 2349 donne, per un totale di 14.828 donne nel periodo perinatale. Per valutare il rischio di ansia e depressione, sono stati utilizzati il General Anxiety Disorder-7 (GAD-7), l'Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) e un modulo ad hoc per raccogliere le variabili sociodemografiche. Nello studio prospettico, l'età media delle donne è di 31 (range 18-52) anni. I risultati hanno mostrato che la percentuale di donne con punteggio EPDS ≥9 è aumentata dall'11,6% nel 2019 al 25,5% nel periodo che va da novembre 2021 ad aprile 2022. Nei modelli di regressione logistica, le variabili associate al rischio di depressione a un livello ≤ 0,01 include avere problemi economici (OR 2,16) e non poter contare sul sostegno di parenti o amici (OR 2,36). Avere lo status professionale di casalinga è un rischio minore (OR 0,52). Quelli associati al rischio di ansia includono l'essere italiani (OR 2.97), avere un'istruzione inferiore a quella della scuola secondaria (OR 0.47), avere alcuni o molti problemi economici (OR 2.87), non poter contare sul sostegno di parenti o amici (OR 2.48), e non aver frequentato un corso prenatale (OR 1.41). I dati di questa indagine potrebbero essere utili per determinare l'impatto della pandemia SARS-COV-2 sulle donne e per stabilire un programma di screening con criteri comuni e uniformemente applicati che siano coerenti con i programmi nazionali e internazionali di salute mentale delle donne.


Camoni, L.; Mirabella, F.; Gigantesco, A.; Brescianini, S.; Ferri, M.; Palumbo, G.; Calamandrei, G.; on behalf of the Perinatal Mental Health Network. The Impact of the COVID-19 Pandemic on Women’s Perinatal Mental Health: Preliminary Data on the Risk of Perinatal Depression/Anxiety from a National Survey in Italy. Int. J. Environ. Res. Public Health 2022, 19, 14822. https://doi.org/10.3390/ijerph192214822


METEOR: una survey su burnout e salute mentale degli operatori sanitari

La pagina web METEOR presenta una survey su burnout, salute mentale, soddisfazione lavorativa e abbandono/fuga lavorativa di operatori sanitari, in particolare ospedalieri.


Obiettivi generali di METEOR:



  • Migliorare le conoscenze scientifiche sul mantenimento del posto di lavoro per gli operatori sanitari nei paesi dell'UE

  • Identificare e analizzare i principali predittori di mantenimento del lavoro in 4 paesi europei (Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Italia)

  • Sviluppare raccomandazioni politiche basate sull'evidenza attraverso il coinvolgimento continuo delle parti interessate e workshop interattivi di co-creazione

  • Presenta tutti i risultati di quanto sopra in una cassetta degli attrezzi online facilmente accessibile e ricercabile per più parti interessate.


 



Image: Pixabay/Total shape https://totalshape.com/



 


Rapporto salute mentale (Anno 2021)

Il Rapporto è un’analisi a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) riferiti all’anno 2021. Nell’introduzione è riportato l’oggetto, la finalità nonché una sintesi della dimensione del fenomeno e dei principali risultati. Nella prima parte del volume sono delineati i tratti principali dei servizi di salute mentale anche in relazione alle strategie degli organismi internazionali. Il Capitolo 2 si apre con una breve presentazione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) e più specificatamente del Sistema Informativo Salute Mentale (SISM) che costituisce la principale fonte informativa utilizzata per la redazione del Rapporto. Il capitolo si conclude con una descrizione del processo di trasmissione e acquisizione dei dati al sistema informativo e delle attività del gruppo di lavoro interistituzionale SISM.


Nella seconda parte si fornisce un approfondimento concernente la completezza e la qualità dei dati rappresentati (Capitolo 4). Nei capitoli successivi si riporta una panoramica delle strutture che offrono assistenza per la salute mentale, suddivise per setting assistenziale (Capitolo 5) e del personale in servizio nelle strutture psichiatriche pubbliche e private accreditate (Capitolo 6). Successivamente sono presentati i principali dati di attività relativi alla prevalenza ed incidenza dell’utenza trattata dai servizi di salute mentale (Capitolo 7) e all’assistenza erogata nei differenti setting assistenziali (Capitoli 8, 9, 10). La seconda sezione termina con l’approfondimento riguardo il livello di continuità della cura dopo la dimissione dal ricovero (Capitolo 11) sul modello del “Continuity of care after discharge” (WHO, Mental Health Atlas – Questionnaire).


La terza parte del Rapporto ha l’obiettivo di completare il quadro delineato tramite la rilevazione del Sistema Informativo Salute Mentale (SISM), offrendo al lettore una panoramica delle evidenze emerse da ulteriori fonti informative (Capitolo 12).


La quarta parte è dedicata alla rappresentazione grafica di un selezionato numero di indicatori che descrivono le risorse a disposizione, l’utenza trattata, l’attività ospedaliera e territoriale di ogni regione.


Il volume è accompagnato da un’appendice contenente ulteriori tabelle e rappresentazioni grafiche non presenti all’interno dei capitoli.


L’UTENZA


Gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2021 ammontano a 778.737 unità. Gli utenti sono di sesso femminile nel 53,6% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (67,3%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 annimentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (47,1% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75anni (5,6% nei maschi e 9,0% nelle femmine). Nel 2021 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno (utenti al primo contatto) con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 289.871 unità di cui il 94,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 274.804 unità). 


LE PATOLOGIE


I tassi degli utenti trattati per gruppo diagnostico si evidenziano importanti differenze legate al genere. I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (25,6 per 10.000 abitanti nei maschi e 43,5 per 10.000 abitanti nelle femmine)


 Il consumo dei Farmaci


Sono state considerate le seguenti categorie di farmaco: antidepressivi, antipsicotici e litio erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta.


IN REGIME DI ASSISTENZA CONVENZIONATA


Per la categoria degli Antidepressivi la spesa lorda complessiva è di oltre 398 milioni di euro con un numero di confezioni pari quasi a 37 milioni. Per la categoria degli Antipsicotici la spesa lorda complessiva è superiore a 84 milioni di euro con un numero di confezioni che supera i 6 milioni. Per la categoria Litio la spesa lorda complessiva è di circa 3,8 milioni di euro con un numero di confezioni pari a 881.069. 


IN DISTRIBUZIONE DIRETTA


Per la categoria degli Antidepressivi la spesa lorda complessiva è pari a 826.631 euro con un numero di confezioni pari a 485.465. Per la categoria degli Antipsicotici la spesa lorda complessiva è pari a circa 77 milioni di euro con un numero di confezioni pari a 6,8 milioni. Per la categoria Litio la spesa lorda complessiva è di 51.701 euro con un numero di confezioni pari a 22.243.


Europa: voce unica contro la violenza di genere?

Non esistono, a livello europeo, regole uniche per affrontare la violenza di genere o un’interpretazione e strutture giuridiche universali per trattarla. È condivisa però la nozione per cui i dati sulla portata del fenomeno siano sottostimati e le donne, le ragazze e le bambine sono sproporzionatamente più colpite da atti violenti fisici e/o psicologici. Molto spesso in ambienti domestici.


L’Unione europea lavora da anni per trovare una soluzione comunitaria e offrire un terreno normativo unico. Al momento i 27 sono vincolati dalla direttiva che istituisce norme in materia di diritti e assistenza delle vittime di reato (2012/29/EU) e da quella sull’ordine di protezione europeo (2011/99/EU). I membri che l’hanno ratificata, poi, sono tenuti al rispetto delle richieste della Convenzione di Istanbul, orientata specificamente a trattare la violenza contro le donne, il cui livello di implementazione offre un quadro della situazione attuale degli stati in tema di lotta alla violenza di genere.






 Nonostante gli sforzi profusi e a causa del sovrapporsi delle crisi in atto, dal Covid, alla guerra alle emergenze energetico-climatiche, non per tutti i membri del blocco il tema rappresenta una priorità. Un segnale importante verso una maggiore coesione di azioni però, è stata la pubblicazione in marzo del piano della Commissione per armonizzare la criminalizzazione della violenza contro le donne. Il progetto punta a garantire limiti minimi di pena per reati di violenza sessuale (8 anni) e mutilazione genitale (5 anni). A migliore l’accesso alla giustizia e supporto per le vittime, assicurando il coordinamento tra i servizi. E mira a rendere illegale abusi e reati online.

 

(Fonte: Mosca MP,  L'Europa cerca una voce unica contro la violenza di genere, Il Sole 24 Ore, 25 novembre 2022)

 







L’impatto delle violenze di genere e familiari sui minori

La violenza domestica contro le donne sono cresciute durante la pandemia. Quando presenti, ne sono vittima anche i minori, costretti ad assistere e spesso a subirle direttamente. Un quadro drammatico, in cui è importante il ruolo di tutele legali e centri antiviolenza.


Questi i numeri: 16.272 chiamate da vittime al 1522 nel 2021: +3,6% sul 2020 e +88,2% sul 2019.


Le chiamate da vittime sono cresciute nel 94% delle province rispetto a prima della pandemia.


La tendenza alla crescita è segnalata anche da altre fonti, come gli accessi al pronto soccorso.


Le conseguenze più frequenti tra i minori che assistono sono inquietudine e aggressività.


Oltre il 50% delle vittime di violenza hanno figli: il 51% nel 2021 e il 54% nei primi 3 mesi del 2022. A loro volta, circa la metà delle vittime con figli è genitore di un minore di 18 anni.


I dati mostrano chiaramente che i ragazzi nella stragrande maggioranza dei casi assistono alle violenze e in diversi casi ne sono vittima in prima persona.


Intervenire nel contrasto delle violenze di genere e domestiche richiede un complesso coordinato di interventi. Dalla possibilità di segnalazione e consulenza, attraverso il numero verde dedicato, alle strutture rivolte all'accoglienza delle donne che escono da una situazione di violenza, spesso con i propri figli.


Alcune situazioni richiedono un intervento particolare, come previsto dalla legge 4 del 2018 che tutela gli orfani a causa di crimini domestici. Giovani ai quali vengono riconosciute tutele processuali ed economiche, come il diritto al patrocinio gratuito a spese dello Stato, la possibilità di modificare il proprio cognome o quella di accedere alla pensione di reversibilità oltre a borse di studio, finanziamenti per il reinserimento lavorativo e per l'assistenza psicologica e sanitaria.


La prevenzione passa anche da un investimento educativo sulla parità e il rispetto di genere.


È evidente l'urgenza di intervenire e sulla prevenzione facendo un vero e proprio investimento educativo che miri a trasmettere a bambini e ragazzi tutti gli strumenti per essere parte attiva del contrasto alla violenza di genere.


 (Fonte: Openpolis. L’impatto delle violenze di genere e familiari sui minori, 22 novembre 2022


Giovani e violenza di genere:: “Gli adulti non ci ascoltano”

Il 74% dei giovani crede che studenti e studentesse vittime di violenza non vengano presi sul serio dagli adulti. A denunciarlo è l’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes e OneDay Group che ha coinvolto più di 10.000 ragazze e ragazzi delle community di ScuolaZoo di cui fanno parte ragazze e ragazzi tra i 15 e i 19 anni di tutta Italia.


Un vero e proprio atto di accusa al mondo degli adulti visto lo scenario in cui si muovono le nuove generazioni: ben tre giovani su dieci ha infatti dichiarato di aver assistito a un episodio di violenza di genere. Il 46% a violenza psicologica, il 24% a violenza fisica, il 20% a violenza in rete, il 10% a episodi di violenza sessuale.


Un dato preoccupante emerge anche dalle risposte sul contesto in cui si è assistito a episodi di violenza: al primo posto, con il 44% delle risposte, c’è la scuola, luogo che dovrebbe essere deputato alla crescita e alla sicurezza personale. In seconda battuta seguono i social (28%): gli spazi virtuali continuano a essere luoghi pressocché privi di controllo, pieni di pericoli reali. Al terzo posto ci sono la famiglia o la coppia (22%) e infine lo sport (6%).


Nonostante emerga dal sondaggio che le ragazze e i ragazzi siano circondati da diverse forme di violenza dimostrano comunque una grande sensibilità al tema e una forte volontà di cambiamento. Quasi 9 giovani su 10 ritengono che in Italia ci sia discriminazione di genere. Tra questi il 90% ritiene che il contributo dei maschi nella risoluzione del problema sia fondamentale (57%) o importante (30%).


I dati del Dossier indifesa 2022 di Terre des Hommes:dicono che sono 15 milioni le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni che hanno subìto rapporti sessuali contro la loro volontà da parte del proprio partner o fidanzato.


Nel report emerge il dramma della violenza in rete: “l’80% delle immagini che riguardano casi di abusi sessuali su minori ritraggono ragazzine tra gli 11 e i 13 anni. Il 58% delle giovani donne e adolescenti sono state molestate online subendo diverse forme di violenza come violenza verbale, body shaming, minacce di stupro e violenze fisiche” avverte Unfpa (United Nations Population Fund).


 


Sebbene queste forme di violenza inizino solitamente tra i 14 e i 16 anni alcune ragazze hanno denunciato i primi episodi di questa forma di violenza già a partire dagli 8 anni: la situazione si aggrava ancora di più per le ragazze che appartengono a minoranze etniche, alla comunità LGBTQIA+, per coloro che hanno una disabilità.


Infine, riguardo all’esistenza di discriminazione di genere nel nostro Paese, secondo i dati del Global Gender Gap Index del World Economic Forum che misura in 146 Paesi il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, l’Italia risulta quest’anno 63esima, dietro a Paesi come Zambia e Uganda.


(Fonte: Terre de Hommes, Giovani e violenza di genere:: “Gli adulti non ci ascoltano”, 21 novembre 2022


Violenze e molestie nei luoghi di lavoro. Quali tutele per le lavoratrici?

In occasione del 25 Novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, DoRS fa il punto su violenze e molestie nei luoghi di lavoro, soffermandosi sulla Convenzione dell’OIL, Organizzazione Internazionale del Lavoro, sul suo recepimento in Italia attraverso la Legge 15 gennaio 2021, n. 4 e su come possano fare le lavoratrici per tutelarsi e denunciare.


Valutazione dei programmi psicosociali per prevenire la violenza sessuale durante l'adolescenza

La violenza sessuale è un problema di salute pubblica che colpisce gli adolescenti a livello globale. Non è stata finora condotta alcuna metanalisi dei programmi di prevenzione della violenza sessuale adolescenziale. Obiettivo dei ricercatori è stato condurre una revisione sistematica e una metanalisi per valutare l'efficacia dei programmi psicosociali per prevenire la violenza sessuale durante l'adolescenza. Gli articoli sottoposti a revisione sono stati ricercati fino a dicembre 2021. Gli studi inclusi erano studi clinici randomizzati che valutavano l'efficacia di un programma di prevenzione psicosociale mirato alla violenza sessuale e somministrato ad adolescenti di età compresa tra 10 e 19 anni. L'evidenza ha suggerito che i programmi di prevenzione erano associati alla riduzione della violenza sessuale adolescenziale, specialmente quando implementati a scuola con gli adolescenti più grandi.


 Piolanti A, Jouriles EN, Foran HM. Assessment of Psychosocial Programs to Prevent Sexual Violence During Adolescence: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Netw Open. 2022;5(11):e2240895. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.40895


Percezione nelle notizie di femminicidio

 


Ricercatori dell’Università di Groningen (Paesi Bassi), in collaborazione con l’Università di Pavia, hanno messo a punto un algoritmo in grado di predire l’effetto che la scelta delle parole di un articolo può avere su un lettore, determinandone il punto di vista sull’argomento trattato (a titolo esemplificativo, usare il termine “morta” è diverso da usare il termine “uccisa” e questa scelta orienta in modi differenti la percezione del lettore sull’argomento).


Espressioni linguistiche diverse possono concettualizzare lo stesso evento da diversi punti di vista enfatizzando alcune cose rispetto ad altre.  Lo studio indaga in che modo le espressioni legate alla violenza di genere influenzano il lettore su chi percepisce come responsabile. Prendendo le mosse da una precedente ricerca psicolinguistica è stata condotta una rilevazione su larga scala sulla percezione delle descrizioni tratte da un corpus di giornali italiani. Nel complesso, viene dimostrato come scelte linguistiche diverse innescano differenti percezioni di responsabilità e che tali concezioni possono essere modellate automaticamente.


I giudizi che i ricercatori hanno raccolto confermano i risultati del lavoro precedente sull'impatto di specifiche costruzioni grammaticali e semantiche e le percezioni che attivano nei lettori.


Gosse Minnema, Sara Gemelli, Chiara Zanchi, Tommaso Caselli, Malvina Nissim. Dead or Murdered? Predicting Responsibility Perception in Femicide News Reports, AACL-IJCNLP 2022


Medici di Medicina Generale e Psicologi lavorano insieme

Il libro, indirizzato ai professionisti delle cure primarie, offre strumenti teorici e pratici per realizzare un nuovo dispositivo di promozione e cura della salute che prende le mosse dal progetto quinquennale Medico&PsicologoInsieme e ha come fine di integrare il sapere medico e il sapere psicologico.


Diritti dell’infanzia e della gioventù transgender


Il 23 settembre 2022, al termine del Congresso conclusivo a Lisbona, Agedo e  altre associazioni parte di ENP (European Network of Parents) hanno presentato al Parlamento il “Manifesto dei Genitori, con la richiesta ai legislatori europei che vengano garantiti i diritti dell’infanzia e della gioventù transgender.


Negli ultimi anni è avvenuto un "cambiamento di paradigma" negli approcci alla assistenza delle giovani persone transgender (inclusa l'assistenza sanitaria e le pratiche genitoriali) e ci si è allontanati dai modelli riparativi e patologizzanti, tendendo verso un approccio affermativo. Questa infanzia e gioventù sta meglio fisicamente, psicologicamente e socialmente se sostenuta dai genitori e/o dalle persone che forniscono assistenza. Genitori e persone che forniscono assistenza hanno iniziato a unirsi in associazioni e gruppi di sostegno per lottare insieme per i diritti de* loro ragazz*.


Le associazioni che fanno parte di ENP – e cioé Agedo (Italia), Ampgyl, (Spagna) Amplos (Portogallo), Drachma (Malta), Izadji (Serbia) – hanno allargato la platea alle associazioni di genitori di altri Paesi europei, allo scopo di rafforzare le richieste rivolte nel Manifesto ai legislatori europei. Erano presenti infatti anche genitori da Bosnia-Erzegovina, Croazia, Germania, Islanda Irlanda, Lituania. Presente anche l’associazione italiana GenderLens, su invito di Agedo.


Un numero sempre crescente di bambini e giovani transgender in Europa chiede accesso alle cure necessarie all’affermazione del genere e il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione“, si afferma nel Manifesto. “Chiediamo a tutti voi, responsabili e politici, di proporre azioni coraggiose che possano trasformare la vita delle giovani persone transgender in Europa”.


Si segnalano, oltre al Manifesto dei Genitori, due interessanti video sul tema che sono il prodotto di un progetto europeo finanziato nell'ambito del programma Horizon e con finanziamenti EU.


“Abbracciami e sentirai lo stesso calore” è il titolo del video prodotto da Agedo all’interno del progetto.  Sette genitori raccontano con intense testimonianze il percorso de* figl* verso l’affermazione della loro identità di genere, compiuto insieme a tutta la famiglia.Realizzato dal regista Claudio Cipelletti, già regista di Due volte genitori nel 2008, il video è stato presentato per la prima volta al Congresso conclusivo del Progetto a Lisbona, settembre 2022 ottenendo un grande successo. Abbracciami e sentirai lo stesso calore - YouTube


Nel corso del terzo Webinar del progetto, a giugno 2022, la pediatra Alessandra Foglianese parla delle difficoltà incontrate dai bambini transgender quando vengono accompagnati ad una visita pediatrica e non vengono visti, riconosciuti e rispettati come sarebbe doveroso fare da parte dei medici. Non si tratta di un atto di benevolenza ma di un atto dovuto, perché i diritti vanno garantiti anche ai più piccoli, e non farlo costituisce una sorta di maltrattamento. Alessandra Foglianese, pediatra presso il Policlinico di Bari, ha presentato queste istanze insieme ad Agedo nel corso del progetto “Let’s change the pace” di ENP, co-finanziato da Erasmus + dell’Unione Europea. Dott ssa Alessandra Foglianese I diritti dei bambini con varianza di genere - YouTube


L'interiorizzazione dei miti d'amore romantici come fattore di rischio per la violenza di genere

La violenza contro le donne è un problema di salute globale e un fenomeno multifattoriale generalmente attribuito al fatto di vivere in un contesto culturale patriarcale.


È stata condotta una revisione sistematica e una metanalisi nei seguenti database: PubMed, CINAHL, PsycINFO, Scopus, LILACS, MEDES, Web of Science, CUIDEN, ENFISPO, IBECS, Dialnet e Cuidatge. Criteri di inclusione: disegno quantitativo, popolazione spagnola, lingua spagnola, inglese, portoghese e/o francese, nessun limite di tempo e uso dei miti sulla scala dell'amore. I dati sono stati raccolti e analizzati da luglio a ottobre 2020. Sono stati identificati un totale di 146 record, di cui, dopo aver applicato i criteri di ammissibilità, sono stati inclusi 12 studi e 6 hanno soddisfatto i criteri per la metanalisi.


I miti più accettati erano quelli relativi all'idealizzazione dell'amore: la passione eterna, il matrimonio, l'onnipotenza e i miti di corrispondenza perfetta. I miti meno accettati erano quelli della coppia, della gelosia e del legame amore-maltrattamento. Uomini e donne accettavano i miti in modo simile, sebbene i primi mostrassero una maggiore partecipazione verso la gelosia e il maltrattamento amoroso.


Lo studio fornisce una prospettiva attuale sulle credenze riguardanti i miti d'amore che possono essere un fattore condizionante nelle relazioni amorose e un fattore di rischio per la violenza di genere. La scommessa è sull'educazione preventiva e sulla socializzazione a tutti i livelli, nonché sulla decostruzione del concetto di amore romantico e dei suoi miti per favorire una sana ed egualitaria relazione.


Jiménez-Picón, N., Romero-Martín, M., Romero-Castillo, R. et al. Internalization of the Romantic Love Myths as a Risk Factor for Gender Violence: a Systematic Review and Meta-Analysis. Sex Res Soc Policy (2022). https://doi.org/10.1007/s13178-022-00747-2


Terapie miste e telefoni cellulari per migliorare la salute delle donne vittime di violenza di genere

È stato condotto un case study con un gruppo di donne vittime di violenza di genere (n = 39) con l'obiettivo di valutare un intervento psicoterapeutico misto. I risultati mostrano che le terapie miste con messaggi di testo mobili combinate con le terapie di gruppo faccia a faccia hanno migliorato significativamente la salute di queste donne. Gli stati d'animo e i sintomi della depressione sono stati misurati con un questionario sulla salute personale e si sono evoluti positivamente. La maggior parte delle donne ha affermato che i messaggi hanno aiutato a migliorare il loro umore (91,6%), la propria salute generale (83,3%) e che le ha fatte sentire più connesse al proprio ambiente sociale (80,6%). È stato inoltre osservato che l'aderenza ai farmaci per ogni donna è migliorata. Con terapie miste e telefoni cellulari, i professionisti dei servizi sociali possono incorporare la tecnologia nelle pratiche quotidiane e offrire un'attenzione personalizzata e una consulenza quotidiana alle vittime della violenza di genere.


García Y, Ferrás C. Blended Therapies and Mobile Phones for Improving the Health of Female Victims of Gender Violence. Healthcare. 2022; 10(3):445. https://doi.org/10.3390/healthcare10030445


Servizio di salute mentale: “Fitwalking, camminata che cura”

Viene descritto il progetto elaborato da un gruppo di infermieri del Servizio territoriale per la salute mentale di Torino.


Il fitwalking, che tradotto significa “camminare per il benessere” si concretizza come un’attività gestita da tutor specificatamente formati, e come valore aggiunto portatori di competenze cliniche e assistenziali. Qualche anno fa l’ASL Città di Torino ha formato tutor capaci di investire sulla salute.


Le persone affette da disturbi della salute mentale, presentano inevitabilmente un aumentato del tasso di mortalità e una maggiore prevalenza delle patologie fisiche croniche, rispetto alla popolazione generale. Questi fenomeni risultano correlati sia all’assunzione prolungata di farmaci sia alla presenza di altri fattori di rischio quali:  stili di vita non salutari (fumo, alcool, dieta, sedentarietà); inadeguata cura di sé;  scarsa integrazione sociale e affettiva; difficoltà a riconoscere, cercare ed ottenere aiuto medico; bassa compliance ai trattamenti.


Si è dimostrato infatti, che esiste una stretta correlazione tra disturbi psichiatrici come la schizofrenia e lo sviluppo di una disfunzione metabolica.


 Il movimento promuove un migliore funzionamento, dal punto di vista organico, e incide positivamente sulla qualità di vita, sullo stato di salute e sul benessere globale delle persone. Gli studi sottolineano che gli effetti benefici vengono potenziati dallo svolgimento di un’attività fisica costante, regolare e crescente in termini di intensità e durata. Altri dati evidence based dimostrano anche che l’attività fisica nei pazienti con diagnosi di spettro psichiatrico ha impatto positivo sia su stati depressivi o di deflessione dell’umore, sia sui livelli di stress, ansia, frustrazione e relazioni interpersonali. Si rende quindi necessario impostare programmi di prevenzione e cura attraverso un insieme di attività, azioni ed interventi attuati con il fine di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie o ritardarne le complicanze, secondo la triade terapeutica “farmaco-dieta-esercizio fisico” prevista dalla letteratura scientifica nei casi di molte malattie croniche definite esercizio-sensibili.


L’indagine ha evidenziato un significativo miglioramento dei parametri antopometrici, valori ematochimici e del funzionamento globale e sociale del paziente, in linea con i risultati di molti studi presenti in letteratura. Le persone che hanno smesso di praticare l’attività fisica, come progettata, sono state accompagnate ad un’attività di fitwalking con attività fisica più moderata, con un taglio quasi esclusivamente socializzante e di contatto con la natura.


Roberto Brisichella, Mirella Dalia, Federica Favario, Anna Myszka, Marco Pastore. “Fitwalking, camminata che cura”. Promozione della salute attraverso l’attività fisica nell’ambito del servizio di salute mentale. L’infermiere, 2022;59:4, 8 - 13


Raccomandazioni sugli screening per la cura della depressione e per la riduzione del rischio suicidario negli adolescenti

La Task Force del Servizio di Prevenzione degli Stati Uniti (USPSTF - United States Prevention Services Task Force) ha aggiornato le Raccomandazioni del 2014 e del 2016 a seguito di una revisione sistematica (Viswanathan M; Wallace I; Middleton JC, et alche ha analizzato i potenziali benefici/danni e l'accuratezza degli screening, e i potenziali benefici e danni delle terapie/cure per la depressione e degli interventi di contrasto del rischio suicidario, rivolti a ragazzi e adolescenti nel setting delle cure primarie.


 I risultati della revisione sono:
- una evidenza moderata riguardo a un chiaro beneficio derivante dall'effettuazione degli screening per la rilevazione di un disturbo depressivo negli adolescenti 12 - 18enni
- una evidenza insufficiente per quanto riguarda l'utilità degli screening per ridurre il rischio suicidario nei bambini di 11 anni o più giovani (che non permette di identificare benefici o danni potenziali)

Alla luce di questi risultati, l'USPSTF raccomanda perciò l'utilizzo di screening per la rilevazione di segni di disturbi depressivo maggiore negli adolescenti 12 - 18 anni. Questa Raccomandazione riguarda ragazzi e adolescenti che non hanno una diagnosi di disturbo mentale né mostrano sintomi/segni di depressione o di rischio suicidario. Inoltre, è specifica per gli screening della depressione maggiore e non è applicabile ad altri disturbi depressivi come la depressione minore o distimia.


 Esistono molti tipi di strumenti/screening usati nel setting sanitario per l'identificazione della depressione nei ragazzi e negli adolescenti; al di là delle differenze (n di items, rempo di compilazione, ecc) si raccomanda il completamento della fase diagnostica con un colloquio o intervista, così come l'effettuazione di un follow up, l'adeguata preparazione del personale clinico rispetto alla conoscenza/applicazione di cure/terapie evidence-based, l'adozione dell'approccio del "collaborative care" nel setting di cure primarie e in quello clinico.


Per quanto riguarda il rischio suicidario, l' USPSTF raccomanda l'utilizzo di screening in tutti gli adolescenti, evidenziando contemporaneamente, però, che alcuni elementi possono aiutare già a individuare i ragazzi ad elevato rischio: rischio depressivo dovuto a una combinazione di fattori genetici, biologici, ambientali (quali ad esempio storia familiare di depressione, un precedente episodio di depressione o altri problemi comportamentali o mentali), fattori individuali (ad esempio età, sesso, identità di genere, orientamento sessuale, ecc), fattori di rischio psicosociale (abuso o trascuratezza infantile, esposizione ad eventi traumatici, fenomeni di bullismo, eventi di vita avversi, esposizione precoce allo stress, relazioni genitoriali caratterizzate da insicurezza, maltrattamento).


I danni potenziali dell'utilizzo di screening per il rischio suicidario nei bambini sotto i 12 anni, e per la diagnosi di depressione maggiore nei bambini e negli adolescenti di ogni età, riguardano i risultati "falsi positivi" che comportano trattamenti non necessari e correlati costi economici, etichettamento/stiigma, carico di ansia. Gli interventi psicologici sono quelli con i probabili danni minimi, mentre alcuni interventi farmacologici (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono stati associati specificamente ad un aumento del rischio suicidario nei bambini.


Il documento si conclude con i riferimenti di ulteriori Raccomandazioni da parte di altri autorevoli enti americani, in particolare la Community Preventive Services Task Force suggerisce l'utilizzo dei programmi terapeutici e riabilitativi cognitivo-comportamentali (1), nel setting scuola, in modalità individuale e gruppale, efficaci nel ridurre i sintomi di depressione e di ansia (2), e ancora più efficaci nel ridurre il rischio di autolesionismo nei ragazzi esposti ad eventi traumatici (3); viene altresì consigliata l'adozione di un approccio di "collaborative care" per la gestione dei disturbi depressivi (4).


  1 (https://www.thecommunityguide.org/findings/mental-health-targeted-school-based-cognitive-behavioral-therapy-programs-reduce-depression-anxiety-symptoms).


 2 (https://www.thecommunityguide.org/findings/violence-psychological-harm-traumatic-events-among-children-and-adolescents-cognitive-individual).


3 (https://www.thecommunityguide.org/findings/violence-psychological-harm-traumatic-events-among-children-and-adolescents-cognitive-group).


4 (https://www.thecommunityguide.org/findings/mental-health-and-mental-illness-collaborative-care-management-depressive-disorders).


Revisione sistematica:

Viswanathan  M, Wallace  IF, Cook Middleton  J,  et al.  Screening for depression and suicide risk in children and adolescents: updated evidence report and systematic review for the US Preventive Services Task Force.   JAMA. Published online October 11, 2022.

La violenza di genere: prevenzione e contrasto. Percorsi di consapevolezza

Registrazione video del Seminario “La violenza di genere: prevenzione e contrasto. Percorsi di consapevolezza”, organizzato dal CUG Inapp ('Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche) il 28 settembre 2022.


Nel corso del seminario viene presentato il percorso formativo progettato dal CUG, che prevede un ciclo di 5 incontri rivolti al personale dell’Istituto, con l’obiettivo di analizzare e condividere il fenomeno della violenza di genere considerando il contesto nazionale e internazionale di riferimento, la definizione della violenza di genere, il ruolo di pregiudizi e stereotipi nel suo diffondersi, le discriminazioni agite nel mondo del lavoro, i possibili percorsi di uscita dalla violenza.


Rapporto annuale D.i.Re: dati 2021 sulle donne accolte dai Centri antiviolenza della rete

È stato pubblicato il rapporto annuale in cui vengono presentati i risultati della rilevazione dei dati sulle donne accolte dai Centri antiviolenza della rete D.i.Re fino al 31 dicembre 2021. Hanno partecipato alla rilevazione 81 su 82 associazioni aderenti a D.i.Re nel 2021 per un totale di 106 su 108 Centri antiviolenza. L’indagine è stata curata da Sigrid Pisanu e Paola Sdao. Nel rapporto vengono dettagliati i dati numerici di accesso ai servizi offerti dai centri antiviolenza, le tipologie di servizi erogati, le risorse finanziarie sul territorio, le forme di violenza, l’ospitalità e le case rifugio.


Nell’anno 2021 sono state accolte complessivamente 20.711 donne di cui 14.565 sono donne “nuove”. Nell’anno 2020 le donne accolte erano 20.015 di cui 13.390 “nuove”. Pertanto, si registra un incremento di 696 contatti totali, pari al 3,5%, e un incremento di 1.175 contatti nuovi, pari all’8,8%.


 


Effetti degli interventi di emancipazione economica sul rischio di violenza di genere

L'emancipazione economica delle donne è una componente essenziale degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Non solo è fine a se stesso, ma è stato ulteriormente promosso per il suo potenziale di creare esternalità positive, inclusa la riduzione della violenza del partner intimo (IPV).


Tuttavia, il legame tra l'emancipazione economica e il rischio di IPV rimane teoricamente ambiguo.


La teoria della dipendenza coniugale prevede che le donne con maggiori risorse finanziarie detengano un potere contrattuale più elevato e siano in una posizione migliore per lasciare relazioni potenzialmente di abuso. Al contrario, la teoria delle risorse postula che un aumento delle risorse finanziarie delle donne possa entrare in conflitto con i ruoli di genere tradizionali, il che potrebbe spingere il proprio partner a riaffermare il proprio status attraverso mezzi violenti.


Alla luce di questo dibattito, è stata condotta una metanalisi di 19 studi randomizzati e controllati per valutare l'impatto degli interventi di responsabilizzazione economica sull'IPV. Sulla base di una dimensione totale del campione di 44.772 partecipanti e di una solida stima della varianza, la metanalisi mostra che l'emancipazione economica delle donne era associata a una significativa riduzione della misura aggregata dell'IPV emotivo, sessuale e fisico.


Sono state ulteriormente documentate prove provvisorie che suggeriscono che questi effetti possono essere amplificati quando in tali programmi è inclusa una formazione aggiuntiva sulla sensibilizzazione di genere.


Nonostante gli effetti complessivamente positivi, alcuni studi inclusi hanno riportato aumenti dell'IPV, principalmente sotto forma di partner che esercitano il controllo del comportamento e il dominio sulle risorse finanziarie. I risultati sottolineano quindi la necessità di dare priorità alla sicurezza delle donne nel processo di progettazione di programmi di emancipazione economica e di monitorare da vicino il potenziale rischio di conflitto e violenza all'interno delle famiglie dei beneficiari.


Eggers Del Campo I & Steinert JI. (2020). The effect of female economic empowerment interventions on the risk of intimate partner violence: A systematic review and meta-analysis. Trauma, Violence & Abuse.


Effetti della mHealth sulla salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri

Obiettivo della revisione sistematica era di indagare i ruoli della salute mobile, o mHealth, nella salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri. A tale scopo è  stata condotta una ricerca sistematica in database e letteratura grigia


 Sono state condotte due ricerche per includere articoli di ricerca originali pubblicati in inglese fino al 15 novembre 2021.


La maggior parte degli studi ha riportato risultati contrastanti sui ruoli degli interventi di mHealth nella salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri; mHealth ha migliorato l'autogestione, l'accettazione della gravidanza/maternità e il supporto sociale, mentre sono stati osservati risultati contrastanti per ansia e sintomi depressivi, stress percepito, benessere mentale, coping e autoefficacia.


 Le donne incinte e le madri provenienti da popolazioni vulnerabili hanno beneficiato dell'uso della mHealth per migliorare la propria salute psicosociale.


I risultati suggeriscono che la mHealth ha il potenziale per migliorare l'autogestione, l'accettazione della gravidanza/maternità e il supporto sociale. La mHealth può anche essere uno strumento utile per raggiungere le donne incinte e le madri vulnerabili con ostacoli all'informazione sanitaria e facilitare l'accesso ai servizi sanitari. Tuttavia, l'elevata eterogeneità ha limitato la certezza dell'evidenza di questi risultati. Pertanto, gli studi futuri dovrebbero identificare il contesto in cui la mHealth potrebbe essere più efficace.


Sakamoto JL, Carandang RR, Kharel M, Shibanuma A, Yarotskaya E, Basargina M, et al. (2022). Effects of mHealth on the psychosocial health of pregnant women and mothers: A systematic review. BMJ Open, 12(2), e056807.


 


La salute mentale a livello globale: Report 2022 dell’Organizzazione Mondiale della Salute

Il Report vuole ispirare e orientare l’incontestabile e urgente trasformazione necessaria per garantire a tutti una migliore salute mentale, promuovendo un approccio multisettoriale, e rivolgendosi principalmente ai decision-makers del settore sanità, quali i ministri della salute e altri partner del settore che si occupano dello sviluppo delle politiche inerenti la salute mentale e della programmazione/gestione dei sistemi e servizi di salute mentale.


 


  


Efficacia degli interventi psicologici nella prevenzione della depressione postpartum nelle donne non depresse

La depressione postpartum (PPD) è uno dei disturbi più comuni dopo il parto. Questa revisione sistematica e metanalisi mirava a valutare l'efficacia degli interventi psicologici nella prevenzione della PPD nelle donne non depresse. Sono state seguite le linee guida PRISMA. Sono stati selezionati studi randomizzati controllati (RCT) condotti con donne in gravidanza o postpartum (fino a 12 mesi) che non erano depresse al basale. Sono state incluse 4958 partecipanti provenienti da quattro continenti. Gli interventi psicologici hanno pochissima efficacia nel prevenire la PPD nelle donne non depresse, sebbene questa efficacia sia maggiore negli interventi incentrati sulle donne primipare. Sono necessari ulteriori RCT con un basso rischio di bias e interventi più efficaci.


Martin-Gomez C, Moreno-Peral P, Bellon JA, Conejo-Ceron S, Campos-Paino H, Gomez-Gomez I, et al. (2022). Effectiveness of psychological interventions in preventing postpartum depression in non-depressed women: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Psychological Medicine, 1-13


Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022 che si celebra il 10 ottobre, riportiamo la dichiarazione fatta in merito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che punta i riflettori sulla necessità di rendere la salute mentale e il benessere per tutti una priorità globale.


Ascoltare musica come rimedio dell'insonnia negli adulti

L'insonnia è un problema comune nella società moderna. È associata a una ridotta qualità della vita e a menomazioni nella salute fisica e mentale. L'ascolto della musica è ampiamente usato come aiuto per dormire, ma non è chiaro se possa effettivamente migliorare l'insonnia negli adulti. Questa Cochrane Review è un aggiornamento di una revisione pubblicata nel 2015.


Sono stati inclusi 13 studi (otto studi nuovi a questo aggiornamento) che comprendono 1007 partecipanti. Gli studi hanno esaminato l'effetto dell'ascolto quotidiano di musica preregistrata, per 25-60 minuti, per un periodo da tre giorni a tre mesi. 



 I risultati della metanalisi suggeriscono che l'ascolto della musica può avere un effetto benefico da moderato a grande sulla qualità del sonno in diverse popolazioni che hanno sintomi di insonnia.  Le misure soggettive di questi risultati suggeriscono che i partecipanti possono sperimentare miglioramenti nella latenza di insorgenza del sonno, nel tempo di sonno totale e nell'efficienza del sonno con l'intervento musicale con ampi intervalli di confidenza che vanno da piccole a grandi dimensioni di effetto. Poiché gli studi riportano informazioni limitate sulla natura dei problemi di sonno dei partecipanti, non è possibile trarre conclusioni in merito all'effetto sui sottotipi di insonnia come difficoltà con l'inizio del sonno, mantenimento del sonno o sonno non ristoratore. 


Jespersen KV, Pando-Naude V, Koenig J, Jennum P, Vuust P. Listening to music for insomnia in adults. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 8. Art. No.: CD010459.


 




Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio

In occasione del 10 settembre, Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, DoRS propone alcuni dati sul fenomeno a livello mondiale e locale, con un affondo sulla drammatica situazione degli eventi suicidari in carcere, dove, negli ultimi anni, si è registrata una crescita delle morti per questa causa.


Strategie per affrontare lo stress e l'ansia durante la transizione alla menopausa

Il passaggio alla menopausa è spesso accompagnato da sintomi psico-vegetativi, inclusi sintomi di stress e ansia. Identificare lo stress e l'ansia e intervenire tempestivamente può avere un enorme impatto sulla salute pubblica. Gli operatori sanitari come ostetrici-ginecologi o medici di famiglia svolgono un ruolo fondamentale nella diagnosi, prevenzione e trattamento di sintomi o disturbi di stress e ansia, poiché spesso rappresentano il principale contatto medico delle donne durante la transizione alla menopausa. Tuttavia, spesso non si sentono sicuri nell'identificare e curare i problemi di salute mentale. Lo scopo di questa revisione era riassumere le conoscenze attuali (dal 2010) provenienti da studi randomizzati controllati, revisioni sistematiche e meta-analisi sulle opzioni diagnostiche e terapeutiche e fornire algoritmi decisionali clinici. La letteratura recente suggerisce trattamenti farmacologici, cognitivo comportamentali (sono disponibili diversi interventi psicologici per la riduzione dello stress).e complementari. La scelta su quale trattamento utilizzare dovrebbe essere discussa con la paziente.


Stute P, Lozza-Fiacco S. Strategies to cope with stress and anxiety during the menopausal transition. Maturitas. 2022 Aug 3;166:1-13. doi: 10.1016/j.maturitas.2022.07.015. Epub ahead of print. PMID: 35964446.


Affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale: una revisione sistematica

L'affaticamento da "compassione" è il risultato di fattori di stress unici inerenti al lavoro di cura. La fatica della "compassione" ha evidenti costi emotivi e fisici e un impatto significativo sull'assunzione e sulla fidelizzazione del personale.


La revisione è la prima a valutare la letteratura quantitativa sull'affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale. La ricerca sull'affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale non ha tenuto conto finora, in modo accurato, del rapporto di cura unico tra infermiere e paziente. L'istruzione basata sulle competenze, una forte leadership dell'infermiere di salute mentale, culture organizzative positive, supervisione clinica e riflessione insieme a strategie individuali di cura di sé possono mitigare l'affaticamento della "compassione".


Sono urgentemente necessarie risorse per l'istruzione e lo sviluppo della forza lavoro che affronti la fatica della "compassione" negli infermieri di salute mentale. Sono necessari interventi che affrontino le esigenze fisiche, cognitive ed emotive del lavoro di cura per garantire che gli infermieri di salute mentale abbiano la capacità di fornire un'assistenza compassionevole sostenibile ai pazienti.


Marshman C, Hansen A, Munro I. Compassion fatigue in mental health nurses: A systematic review. J Psychiatr Ment Health Nurs. 2022 Aug;29(4):529-543. doi: 10.1111/jpm.12812. Epub 2021 Dec 28. PMID: 34874593.


Efficacia degli interventi di "Mindfulness" a scuola: I risultati del Progetto Myriad

Recentemente è stata pubblicata una serie di studi sugli interventi universali di mindfulness a scuola, come risultato di otto anni di lavoro coordinati da un gruppo di ricerca britannico, nell’ambito del Progetto Myriad (My Resilience in Adolescence – La mia resilienza in adolescenza) rivolto a comprendere come promuovere la salute mentale e il benessere di adolescenti. Il progetto, finanziato da Wellcome Trust, ha coinvolto complessivamente 85 scuole del Regno Unito, con oltre 650 insegnanti e un campione rappresentativo di oltre 8.000 ragazze e ragazzi di età compresa tra 11 e 16 anni.


I risultati del progetto sono stati analizzati e commentati in sette articoli scientifici pubblicati il 12 luglio sulla rivista scientifica British Medical Journal – Evidence Based Mental Health.


Gli studi sono stati articolati in modo da esaminare: a) il confronto tra gli effetti di un intervento di mindfulness in classe e la programmazione usuale comprendente lezioni su temi psicologici; b) l’impatto a un anno dall’intervento sul benessere psicologico, includendo aspetti emotivi e cognitivi; c) gli effetti differenziati nei sottogruppi (insegnanti, adolescenti in buona salute psicologica e adolescenti con difficoltà psicologiche clinicamente rilevanti) e il ruolo di altri mediatori; d) un eventuale beneficio differenziale dell’intervento durante la pandemia.


Applicato alle scuole, il programma di Mindfulness del progetto Myriad è stato rivolto all’insegnamento della consapevolezza, dell’accettazione di sé e della resilienza attraverso una serie di sessioni psicoeducative tenute in classe e di esercizi da praticare a casa. I contenuti sono stati adattati in modo da affrontare l’adolescenza nella sua evoluzione tipica e nella psicopatologia. L’obiettivo era di introdurre ragazze e ragazzi ad abilità di controllo dell’attenzione e di autoregolazione emotiva, cognitiva e comportamentale, attraverso indicazioni da applicare nella vita quotidiana.


Le conclusioni generali che si possono trarre dal complesso dei risultati prodotti dal Progetto Myriad sugli interventi di mindfulness sono che: a) hanno potenzialmente dei benefici per alcune fasce di età adolescenziale ma non per la prima adolescenza; 2) possono portare a benefici cognitivi ed emotivi; 3) hanno un’efficacia di breve durata; 4) hanno un effetto iatrogeno negli adolescenti con disturbi psicopatologici e quindi sono controindicati per questi ragazzi e ragazze.


Metitieri T. Mindulness, gli interventi a scuola sono realmente efficaci? I risultati del Progetto Myriad, Valigia Blu, 26 luglio 2022


 


 


Progetto Myriad (My Resilience in Adolescence)

I problemi di salute mentale sono una delle principali cause mondiali di cattiva salute, che colpiscono centinaia di milioni di persone in tutto il mondo ogni anno e causano impatti sociali ed economici significativi. Questi problemi spesso iniziano nell'adolescenza. Lo sviluppo di interventi efficaci a sostegno della salute mentale è una delle principali priorità della salute pubblica. Il progetto MYRIAD (MY Resilience In ADolescence) si è chiesto come si possa sostenere al meglio la salute mentale dei giovani di età compresa tra 11 e 16 anni. Lavori precedenti avevano dimostrato che l'allenamento alla consapevolezza (MT) è efficace negli adulti. Si voleva ricercare se fosse efficace anche negli adolescenti. In particolare, si voleva sapere se la formazione alla consapevolezza (mindfulness) nelle scuole fosse un modo efficace, conveniente e accessibile per promuovere la salute mentale e il benessere nell'adolescenza. Il progetto MYRIAD ha coinvolto più di 28.000 bambini, 650 insegnanti e 100 scuole.


Il progetto MYRIAD, testando attentamente gli effetti di un breve intervento di mindfulness sugli adolescenti, ha scoperto che non ha alcun impatto sulla prevenzione dei problemi di salute mentale o sulla promozione del benessere. Al fine di migliorare il benessere dei giovani, è probabile che si debba apportare cambiamenti sistemici più ampi nelle scuole che insegnino loro nuove abilità di coping e supportino il personale per creare ambienti in cui i giovani si sentano apprezzati e rispettati.


 


L'impatto della "mindfulness" nella prima adolescenza sulla salute mentale durante la pandemia di COVID-19

Ricerche precedenti allo studio suggerivano che l'allenamento alla consapevolezza (MT) fosse efficace nel migliorare la salute mentale nei giovani. MT si propone di lavorare migliorando il controllo esecutivo in contesti carichi di affettività. Tuttavia, non è chiaro se la MT migliori tale controllo nei giovani. MT sembra mitigare le difficoltà di salute mentale durante i periodi di stress, ma qualsiasi effetto attenuante contro le difficoltà legate al COVID rimane non esaminato. Obiettivo dello studio era valutare se la MT (intervento) rispetto alla psicoeducazione (Psy-Ed; controllo), implementata nelle classi del doposcuola 1.migliora il controllo esecutivo affettivo; 2. mitiga gli impatti negativi sulla salute mentale della pandemia di COVID-19. Lo studio ha visto coinvolti 460 studenti di età compresa tra 11 e 16 anni: MT (N=235), Psy-Ed (N=225). I risultati non hanno fornito prove che la versione di MT utilizzata i abbia migliorato il controllo esecutivo affettivo dopo l'allenamento o mitigato le conseguenze negative sulla salute mentale della pandemia COVID-19 rispetto a Psy-Ed. Non sono stati segnalati eventi avversi. Non ci sono quindi prove che la MT migliori il controllo affettivo o la salute mentale dei giovani durante i periodi di stress.


 







 


I benefici per la salute della scrittura autobiografica: una prospettiva interdisciplinare

Un ampio corpus di prove sperimentali nelle scienze empiriche mostra che scrivere di esperienze di vita può essere benefico per la salute mentale e fisica. Mentre i dati empirici riguardanti i benefici per la salute degli interventi di scrittura sono stati raccolti in numerosi studi di psicologia e biomedicina, questa letteratura è rimasta quasi del tutto scollegata dagli studi umanistici e neuropsicologici cognitivi. In questo articol si esamina la letteratura sugli interventi di scrittura psicologici e biomedici e si collegano questi risultati alle opinioni della filosofia, della neuropsicologia cognitiva e della narratologia.Si sostiene, in particolare, che il concetto narratologico di conflitto può essere applicato per risolvere modelli di risultati empirici apparentemente contrastanti negli studi psicologici. Più in generale,si afferma  che una prospettiva interdisciplinare possa fornire una base teorica più ampia per comprendere i processi psicologici, alla base dei benefici per la salute della scrittura autobiografica e fornire indicazioni per la ricerca futura in psicologia e biomedicina.


Valtonen J. The Health Benefits of Autobiographical Writing: An Interdisciplinary Perspective. J Med Humanit. 2021 Dec;42(4):1-19.


Il teatro dei lettori come approccio all'educazione basato sull'arte

Le metodologie educative basate sull'arte sono state implementate nell'assistenza infermieristica e in altre discipline sanitarie per promuovere approcci centrati sull'assistenza alla persona. "Readers Theatre" è stato applicato come strumento per promuovere approcci alla cura compassionevoli e olistici.  "Readers Theatre" è una forma di dramma che richiede ai partecipanti di leggere ad alta voce una narrazione sceneggiata per il pubblico. Obiettivo della review è di esaminare la letteratura esistente sulle esperienze di studenti adulti ed educatori nell'utilizzo del "Readers Theatre" e la sua potenziale idoneità per la formazione degli infermieri. La domanda era: "Quali sono le esperienze di apprendimento degli studenti adulti e le esperienze di insegnamento degli educatori nell'adozione del Readers Theatre?" Sono stati selezionati 31 studi e sono stati individuati quattro temi all'interno della revisione: 1) principi e caratteristiche; 2) consapevolezza, comprensione, cura ed empatia; 3) collaborazione interdisciplinare, educazione interdisciplinare e diffusione delle conoscenze; e 4) promuovere le competenze degli studenti. Le conclusioni affermano che il "Readers Theatre" ha il potenziale per essere utilizzato all'interno di un curriculum infermieristico, e in particolare in corsi teorici e sostanziali in classe, attraverso l'apprendimento di gruppo attivo, nella fase applicativa dell'acquisizione della conoscenza.


Nazilla Khanlou, Luz Maria Vazquez, Attia Khan, Brenda Orazietti, Grace Ross, Readers Theatre as an arts-based approach to education: A scoping review on experiences of adult learners and educators, Nurse Education Today, Volume 116, 2022, 105440, ISSN 0260-6917


Efficacia degli interventi artistici per ridurre lo stigma relativo alla salute mentale tra i giovani

La revisone con metanalisi indaga se gli interventi artistici siano efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale tra i giovani e, in tal caso, quali forme d'arte specifiche, durata e componenti legati allo stigma abbiano successo. METODI: Cinquantasette studi hanno soddisfatto i  criteri di inclusione (n = 41.621). Gli interventi che utilizzano più forme d'arte sono efficaci nel migliorare il comportamento nei confronti delle persone con problemi di salute mentale. Nessuno studio ha riportato esiti negativi o danni non intenzionali. Non sono stati segnalati studi da paesi a basso e medio reddito. Gli autori concordano sul fatto che glii interventi artistici sono efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale, seppure in piccola misura. Gli interventi che impiegano più forme d'arte insieme rispetto agli studi che impiegano film, teatro o giochi di ruolo sono probabilmente più efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale.


Gaiha SM, Salisbury TT, Usmani S, Koschorke M, Raman U, & Petticrew M. (2021). Effectiveness of arts interventions to reduce mental-health-related stigma among youth: A systematic review and meta-analysis. BMC Psychiatry21(1), 364.


Il teatro come risposta allo stress di infermieri, operatori sanitari e parenti delle persone curate durante la pandemia

Si tratta di uno studio qualitativo descrittivo condotto secondo la metodologia del Teatro Sociale e di Comunità con il coinvolgimento delle reti interne: Direzioni, gruppi infermieristici e sanitari e partenariato esterno (antropologi, psicologi, artisti


Cinquecento persone sono state coinvolte in due eventi in cui hanno condiviso storie di operatori sanitari e famiglie dei pazienti.


L'esperienza ha creato le condizioni per l'uso strutturato della metodologia al fine di rafforzare le competenze di vita negli operatori sanitari per la gestione degli eventi, che genera alti livelli di stress lavorativo.


Implicazioni infermieristiche: Riflessione sull'importanza di dare voce e condividere le esperienze nelle comunità multiprofessionali e sociali per dare senso al senso etico e umano del proprio agire nella relazione di cura.


Costamagna G, Fiumano' G, Trentalange A, Laezza A, Dall'Acqua M. Social and community theatre as a response to the stress experienced by nurses, health professionals, and the relatives of those treated during the pandemic: the experience of the Mauriziano Hospital. Prof Inferm. 2021 Oct-Dec;74(4):263.


Interventi basati sull’empowerment per ridurre la violenza domestica

L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza domestica contro le donne un grave problema di salute e stima che, a livello globale, più del 30% delle donne l’abbia subita. La prevalenza della violenza domestica nelle diverse aree del mondo varia dal 15% al 75% a seconda della definizione e della percezione della violenza. La violenza domestica è una conseguenza della mancanza di potere, emancipazione e uguaglianza di genere nelle società. I ricercatori, recentemente, hanno proposto vari approcci interventistici che coinvolgono l'empowerment per ridurre la violenza domestica contro le donne. Questa revisione sistematica ha studiato l'impatto degli approcci interventistici sulla prevenzione della violenza domestica contro le donne attraverso l'empowerment.


I risultati hanno indicato che gli interventi economici in combinazione con altri basati sulla comunicazione e i programmi basati sulla comunità sono efficaci nel ridurre il rischio di violenza domestica. Per quanto attiene agli interventi di natura economica, sono risultati efficaci quelli basati sulla responsabilizzazione delle donne rispetto alla loro capacità economica.  Promuovere la comunicazione interpersonale, le abilità e il rafforzamento dell'autosufficienza sono efficaci nel ridurre la violenza. L'empowerment si concentra nell'aumentare la sicurezza di una donna, migliorando il suo potere decisionale, i suoi problemi di comunicazione. Ogni donna dovrebbe sapere cosa è meglio per lei e il personale infermieristico può fungere da facilitatore nel processo decisionale. Le strategie di emancipazione delle donne sono più efficaci quando includono politiche e strategie macroeconomiche che riflettano il contesto culturale della società.


Zahra Kiani, Masoumeh Simbar, Farzaneh Rashidi Fakari, Samiyeh Kazemi, Vida Ghasemi, Nasrin Azimi, Tahereh Mokhtariyan, Shahin Bazzazian, A systematic review: Empowerment interventions to reduce domestic violence? Aggression and Violent Behavior, Volume 58, 2021, 101585, ISSN 1359


Un programma teatrale per prevenire la violenza di genere: Evidenze dall'Australia

"You the Man" è un programma teatrale che contribuisce agli sforzi di prevenzione della violenza nell'ambito della comunità. Il programma, che necessita di un singolo attore e oggetti di scena minimi, consiste in uno spettacolo di 30-35 minuti sulla violenza del partner intimo e l'aggressione sessuale, seguita da una tavola rotonda post-esibizione moderata che include il personale delle agenzie di supporto locali.


Lo studio ha valutato che i programmi basati sul teatro possono influenzare positivamente gli atteggiamenti in relazione alla violenza di genere e aumentare la conoscenza dei partecipanti sui modi sicuri per intervenire.


Beth R Crisp, Ann Taket, Using a theatre-based programme to prevent gender-based violence: evidence from Australia, Health Promotion International, 2022, daac025


Interventi comunitari per il miglioramento della salute mentale nei bambini e negli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito

Un numero senza precedenti di persone in tutto il mondo sta subendo uno sfollamento forzato a causa di eventi naturali o causati dall'uomo. Più del 50% dei rifugiati nel mondo sono bambini o adolescenti. Oltre alle sfide di stabilirsi in un nuovo paese, molti hanno assistito o vissuto eventi traumatici. Pertanto, i bambini e gli adolescenti rifugiati sono a rischio di sviluppare problemi di salute mentale come il disturbo da stress post-traumatico e richiedono un sostegno adeguato ed efficace all'interno delle comunità.


Obietti della revisione: Valutare l'efficacia e l'accettabilità degli interventi comunitari (solo RCT) rispetto ai controlli (nessun trattamento, lista d'attesa, trattamento alternativo) per prevenire e curare i problemi di salute mentale (depressione grave, ansia, disturbo da stress post-traumatico, disagio psicologico) e il miglioramento della salute mentale nei bambini e negli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito.


Sebbene gli interventi basati sulla comunità possano essere efficaci per la salute mentale in varie popolazioni, non sono state trovate prove che suggeriscano che tali interventi possano promuovere la salute mentale o prevenire o curare le condizioni di salute mentale tra i bambini e gli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito. Alcune delle maggiori lacune nell'evidenza includono l'assenza di RCT statisticamente in grado di rilevare effetti moderati, valutazioni di interventi per il trattamento di condizioni di salute mentale diagnosticate e valutazioni che includano esiti relativi all'accettabilità degli interventi.


Soltan F, Cristofalo D, Marshall D, Purgato M, Taddese H, Vanderbloemen L, Barbui C, Uphoff E. Community‐based interventions for improving mental health in refugee children and adolescents in high‐income countries. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 5. Art. No.: CD013657. DOI: 10.1002/14651858.CD013657.pub2. Accessed 29 July 2022.


Interventi per la salute mentale basati sulla tecnologia per le vittime di violenza domestica durante la pandemia





La violenza domestica è una minaccia alla dignità umana e alla salute pubblica. L'evidenza mostra che la violenza domestica erode la salute personale e pubblica, generando problemi e sfide per la salute mentale per tutta la vita. Ad aggravare ulteriormente la situazione, il COVID-19 e la povertà conseguente alla pandemia non solo hanno peggiorato la violenza domestica, ma hanno anche interrotto i servizi di salute mentale per le vittime di violenza domestica. Le soluzioni sanitarie basate sulla tecnologia possono superare i vincoli fisici posti dalla pandemia e offrire un supporto tempestivo per affrontare i problemi di salute mentale delle vittime di violenza. Esiste però una carenza di ricerca in letteratura. Per colmare il gap di ricerca, lo studio ha  esaminato soluzioni basate sulla tecnologia per migliorare la salute mentale.  La ricerca si è concentrata su quattro temi: violenza domestica, salute mentale, interventi basati sulla tecnologia, e COVID-19. I risultati mostrano che è stata proposta un'ampia gamma di soluzioni basate sulla tecnologia per affrontare la salute mentale delle vittime di violenza domestica durante la pandemia di COVID-19.In termini di livelli di influenza sociale ed ecologica, la maggior parte degli interventi è stata sviluppata a livello individuale, in contrapposizione a quello comunitario o a livello sociale, ponendo di fatto la responsabilità sanitaria sulle vittime piuttosto che sul governo e sui funzionari sanitari. Inoltre, la maggior parte degli articoli non ha affrontato i rischi associati all'utilizzo di interventi basati sulla tecnologia (ad es. problemi di privacy) o alla navigazione nell'ambiente online (ad es. cyberstalking). Nel complesso, i  risultati evidenziano la necessità di maggiori sforzi di ricerca sul tema Sebbene gli interventi basati sulla tecnologia abbiano un grande potenziale di risoluzione di problemi di salute mentale delle vittime di violenza domestica, i rischi associati a queste soluzioni sanitarie dovrebbero essere ampiamente riconosciuti e affrontati.

  


 Su Z, Cheshmehzangi A, McDonnell D, Chen H, Ahmad J, Šegalo S, da Veiga CP. Technology-Based Mental Health Interventions for Domestic Violence Victims Amid COVID-19. Int J Environ Res Public Health. 2022 Apr 3;19(7):4286. doi: 10.3390/ijerph19074286. PMID: 35409967; PMCID: PMC8998837.


 








 

Violenza di genere durante la pandemia di COVID-19: una mini-revisione
La mini-review esamina il modello di aumento dei casi di violenza di genere e le conseguenti problematiche psicologiche e sociali durante la pandemia e tenta di creare consapevolezza, avviando un discorso che sollecita un cambiamento nella risposta, nei confronti delle vittime della violenza di genere. Il documento suggerisce misure per mitigare i problemi derivanti dalla violenza di genere durante la quarantena.

 

Mittal S, Singh T. Gender-Based Violence During COVID-19 Pandemic: A Mini-Review. Front Glob Womens Health. 2020 Sep 8;1:4. doi: 10.3389/fgwh.2020.00004. PMID: 34816149; PMCID: PMC8594031.

Interventi per ridurre la violenza del partner intimo e la violenza sessuale negli stati in conflitto e postbellici e durante altre crisi umanitarie
La violenza sessuale e la violenza del partner intimo sono esacerbate da conflitti armati e altre crisi umanitarie. Questa revisione sistematica narrativa sugli interventi per ridurre il rischio e l'incidenza della violenza sessuale e intima del partner in conflitti, post-conflitti e altre crisi umanitarie, aggiorna e amplia una revisione pubblicata nel 2013. I 18 documenti, che descrivono 16 studi, sono stati intrapresi in contesti di conflitto/post-conflitto in 12 paesi. Sono state segnalate sei tipologie di intervento: i) personale; ii) mobilitazione comunitaria; iii) norme sociali; iv) responsabilizzazione economica; v) delega; e vi) le risposte delle sopravvissutie, le più comuni sono l'empowerment economico (n = 7) e gli interventi sulle norme sociali di genere (n = 6). Interventi combinati sono stati riportati in nove documenti. Sono state trovate prove di migliori risultati di salute mentale per alcuni interventi di emancipazione economica, norme sociali e interventi sui sopravvissuti. Per tutti i tipi di intervento sono state identificate alcune prove di riduzione del rischio di violenza sessuale e di violenza da parte del partner. Studi qualitativi suggeriscono che le esperienze di connessione sociale sono importanti per le donne che partecipano alla programmazione per affrontare la violenza sessuale e intima del partner. Gli interventi con strategie multiple sembrano dare buoni risultati

 

Spangaro J, Toole-Anstey C, MacPhail CL, Rambaldini-Gooding DC, Keevers L, Garcia-Moreno C. The impact of interventions to reduce risk and incidence of intimate partner violence and sexual violence in conflict and post-conflict states and other humanitarian crises in low and middle income countries: a systematic review. Confl Health. 2021 Nov 24;15(1):86. doi: 10.1186/s13031-021-00417-x. PMID: 34819111; PMCID: PMC8611888.

Interventi basati sul Web e mHealth per la prevenzione della vittimizzazione della violenza del partner intimo

Le tecnologie mobili per la salute (mHealth) sono sempre più utilizzate nella programmazione sanitaria, inclusa la prevenzione della violenza da parte dei partner (IPV) per ottimizzare lo screening, la diffusione dell'istruzione e i collegamenti all'assistenza tramite la telemedicina. Sono stati valutati sistematicamente gli attuali interventi basati sul Web e mHealth, che includono metodi di consegna basati sul Web o su dispositivi mobili per la prevenzione della vittimizzazione IPV primaria, secondaria e terziaria. Le prove di efficacia rispetto agli approcci convenzionali di prevenzione dell'IPV sono limitate. Uno dei principali punti di forza della programmazione della prevenzione dell'IPV mHealth è la capacità di adattare gli interventi alle esigenze delle singole vittime senza ingenti spese di risorse umane da parte dei fornitori.


Anderson EJ, Krause KC, Meyer Krause C, Welter A, McClelland DJ, Garcia DO, Ernst K, Lopez EC, Koss MP. Web-Based and mHealth Interventions for Intimate Partner Violence Victimization Prevention: A Systematic Review. Trauma Violence Abuse. 2021 Oct;22(4):870-884. doi: 10.1177/1524838019888889. Epub 2019 Nov 19. PMID: 31742475.


Contesti cumulativi di vulnerabilità alla violenza intima del partner tra donne con disabilità, donne anziane e donne immigrate
Alcuni gruppi di donne sono più vulnerabili alla violenza del partner intimo (IPV) a causa di rischi e/o esperienze particolari: donne con disabilità, donne anziane e donne immigrate (DEI). Troppo spesso la loro realtà passa inosservata, soprattutto per chi appartiene a più di uno di questi gruppi. In questa revisione della letteratura, i ricercatori hanno utilizzato un approccio intersezionale per documentare le somiglianze e le differenze nel modo in cui le donne DEI sperimentano l'IPV, in termini di forme e conseguenze, nonché di fattori di rischio correlati, teorie esplicative e strategie di prevenzione.

 

Sasseville N, Maurice P, Montminy L, Hassan G, St-Pierre É. Cumulative Contexts of Vulnerability to Intimate Partner Violence Among Women With Disabilities, Elderly Women, and Immigrant Women: Prevalence, Risk Factors, Explanatory Theories, and Prevention. Trauma Violence Abuse. 2022 Jan;23(1):88-100. doi: 10.1177/1524838020925773. Epub 2020 May 26. PMID: 32452296.

Valutazioni a distanza degli interventi sulla violenza contro le donne e le ragazze
Sebbene i programmi e le politiche per combattere la violenza contro le donne e le ragazze (VAWG) siano aumentati nell'ultimo decennio, vi è una scarsità di prove sull'efficacia di questi interventi. Per espandere questa base di prove, i ricercatori utilizzano sempre di più la raccolta dati a distanza (RDC), inclusi sondaggi online, applicazioni mobili e interviste telefoniche, nelle loro valutazioni.  La revisione  esamina le valutazioni remote degli interventi VAWG per descrivere il panorama dei metodi RDC, riflettere sulla sicurezza e su considerazioni etiche e offrire le migliori pratiche per RDC nella ricerca VAWG.

Seff I, Vahedi L, McNelly S, Kormawa E, Stark L. Remote evaluations of violence against women and girls interventions: a rapid scoping review of tools, ethics and safety. BMJ Glob Health. 2021 Sep;6(9):e006780. doi: 10.1136/bmjgh-2021-006780. PMID: 34489330; PMCID: PMC8422319.


 


Esperienze di cyber-bullismo e rischio di suicidio in pre-adolescenza

Un recente studio americano ha coinvolto più di 10.000 adolescenti di età compresa tra i 10 e i 13 anni, vittime di esperienze di cyber-bullismo. E' emersa una correlazione con il rischio di suicidio, in particolare quando agli episodi di cyber-bullismo si affiancavano altre situazioni, ad esempio il perpetrarsi anche offline degli atti aggressivi da parte dei pari.
Lo studio suggerisce pertanto che identificare le esperienze di cyber-bullismo in maniera tempestiva può aiutare i professionisti sanitari a stratificare il rischio suicidario e impostare in maniera adeguata le strategie di prevenzione del suicidio in adolescenza.


Arnon S, Brunstein Klomek A, Visoki E, et al. Association of Cyberbullying Experiences and Perpetration With Suicidality in Early Adolescence. JAMA Netw Open. 2022;5(6):e2218746.


 


Resilienza degli operatori ospedalieri durante la pandemia: un programma standardizzato

Uno studio pilota dell'Università di Seattle ha valutato la fattibilità e adeguatezza di un programma basato sul coaching di gruppo, mirato alla riduzione dello stress e all'aumento delle competenze di resilienza, realizzato all'interno di un ospedale durante la pandemia di COVID-19.


Oggetto dello studio è stato il follow up del programma, da settembre 2020 ad aprile 2021, a cui hanno partecipato 153 operatori ospedalieri, sanitari e non, che al termine del programma hanno espresso elevati livelli di soddisfazione, capacità di tenere a mente quanto appreso, motivazione alla frequenza. Inoltre, le misurazioni effettuate attraverso scale validate hanno dato come risultato un aumento di resilienza percepita, e una riduzione di stress, ansia, burn-out.


Pertanto, programmi validati di rinforzo/sviluppo delle competenze di resilienza possono migliorare gli esiti di salute mentale negli operatori che lavorano in ospedale. 


Nello specifico si tratta del Promoting Resilience in Stress Management Program (PRISM), un programma standardizzato di coaching di gruppo di 6 settimane, sviluppato orginariamento per adolescenti e giovani adulti con malattie croniche, adattato agli operatori sanitari e allo staff ospedaliero ("PRISM at Work") * e alla situazione pandemica (erogato attraverso video).


 Yi-Frazier JP, O’Donnell MB, Adhikari EA, et al. Assessment of Resilience Training for Hospital Employees in the Era of COVID-19. JAMA Netw Open. 2022;5(7):e2220677


 


Report 2022 di MEDSCAPE su Burnout e depressione nei medici USA

Da fine giugno a fine settembre 2021 sono stati intervistati circa 13.000 medici statunitensi di varie discipline/specialità, riguardo alla propria salute mentale e al burnout derivante dall'esperienza pandemica di questi ultimi 2 anni.
Durante il I anno di pandemia di covid19 i tassi di burnout - definito come stress di lunga durata, legato alla situazione lavorativa, con conseguenti esaurimento, cinismo, fuga dalle responsabilità, mancanza di realizzazione personale - si erano mantenuti stabili, nel 2021 però c'è stato un incremento elevato soprattutto tra i medici del pronto soccorso (dal 43% al 60%).


I medici hanno raccontato di aver utilizzato strategie di fronteggiamento quali: praticare attività ed esercizio fisico (48%), autoisolarsi dalle famiglie (45%), l'alimentarsi con "cibo spazzatura" (35%), e bere (24%).
Per quanto riguarda le altre categorie di medici, l'impatto del ritorno al lavoro post lockdown, e lo stress correlato al covid, lo staff numericamente ridotto, e l'ansia per la salute dei propri familiari ha contribuito a un tasso di burnout più alto rispetto a quello del primo anno di pandemia, quando la quarantena aveva temporaneamente chiuso gli ambulatori e i presidi sanitari.


 


 


Come contrastare le disuguaglianze nell'accesso si servizi sanitari per le persone LGBTQ+

Un recente studio della Rete LGBTQ Health and Human Services del Connecticut  ha indagato i bisogni di salute della popolazione LGBTQ+, rilevando che circa il 60% di utenti sono preoccupati rispetto all'assistenza sanitaria. Le disuguaglianze riguardanti le persone LGBTQ+ sono ben documentate: la paura di essere discriminati/e, esperienza negative presso gli studi e ambulatori medici, il rifiuto di assistenza/terapia nei confronti di queste persone influenza l'accesso ai servizi, per usufruire di pratiche potenzialmente salvavita, ad esempio gli screening preventivi. Tra le modalità discriminatorie rilevate più frequentemente ci sono il rifiuto palesemente dichiarato di "occuparsi di transgender", e l'intenzionale errore nell'usare il pronome lui/lei parlando del paziente con lo staff medico-infermieristico - azioni che hanno delle conseguenze a livello fisico e psichico per queste persone. Tra le soluzioni proposte, una formazione sulle abilità di comunicazione e ascolto per tutto lo staff sanitario, amministrativi compresi: ..."chiedere al/la paziente informazioni personali, conoscere la sua vita (compreso l'orientamento sessuale), dimostra attenzione verso l'altro/a, aiuta a contrastare i pregiudizi, orienta verso i reali bisogni individuali, anzichè ridurlo solamente a un coacervo di sintomi".


 


Salute e benessere delle persone LGBTQ+: un sito dedicato

Sezione del SITO dell'Office of Disease Prevention and Health Promotion (ODPHP) dedicato alla salute, benessere, sicurezza delle persone lesbiche, gay, bisex, transgender. Articolato in Obiettivi, Interventi, Risorse, banche dati nazionali (USA), articoli e documenti di vario genere.


 


I dati Istat e la violenza di genere in Italia

DoRS rendiconta in merito alla nuova legge che ha per oggetto le rilevazioni statistiche sulla violenza di genere e presenta, in sintesi, il report Istat (2020-2021) sulle prestazioni e i servizi offerti dalle Case rifugio e dai Centri antiviolenza.


WHO: Rapporto mondiale sulla salute mentale

La salute mentale è di fondamentale importanza per tutti, ovunque. In tutto il mondo i bisogni di salute mentale sono elevati ma le risposte sono insufficienti e inadeguate. Il Rapporto mondiale sulla salute mentale, attingendo alle ultime prove disponibili, mettendo in mostra esempi di buone pratiche da tutto il mondo e dando voce all'esperienza vissuta dalle persone, mette in evidenza perché e dove il cambiamento è più necessario e come può essere raggiunto al meglio. Invita tutte le parti interessate a lavorare insieme per approfondire il valore e l'impegno dato alla salute mentale, rimodellare gli ambienti che influenzano la salute mentale e rafforzare i sistemi che si prendono cura della salute mentale.


Le condizioni di salute mentale sono molto comuni in tutti i paesi del mondo. La maggior parte delle società e la maggior parte dei sistemi sanitari e sociali trascura la salute mentale e non fornisce assistenza e supporto alle persone. Il risultato è che milioni di persone in tutto il mondo ne soffrono in silenzio, subiscono violazioni dei diritti umani o ne risentono negativamente nella loro vita quotidiana. Il Rapporto sostiene una trasformazione della salute mentale e dimostra che ciò è possibile. Utilizzando i risultati della ricerca e della pratica, esplora diverse opzioni per approfondire il valore e l’impegno che diamo per la salute mentale, per rimodellare ambienti che influenzano la salute mentale e sviluppare e rafforzare la comunità e i servizi di salute mentale. Utilizzando esempi di cambiamento positivo da tutto il mondo, il Rapporto mostra che ogni Paese, indipendentemente dalla sua situazione, ha molte opportunità per migliorare notevolmente la salute mentale per adulti e bambini.


 


Telefono Rosa Piemonte: Report annuale 2021

È stato pubblicato il report riassuntivo delle attività e iniziative realizzate da Telefono Rosa Piemonte nel corso del 2021.


Nel 2021 sono state 744 le donne accolte e 5.017 i contatti on line e social; ben 30 le ragazze minori di 16 anni di età e 173 le giovani donne tra i 16 e i 29 anni. Una violenza sempre più precoce o, forse, anche una maggiore consapevolezza delle più giovani. Vengono segnalati inoltre 279 figli vittime di violenza assistita e 145 anche di violenza diretta. 


 


La salute mentale: crisi nazionale, non solo in America

 


In una recente intervista pubblicata su JAMA, Sterling Ransone Jr, presidente dell' Accademia americana dei medici di famiglia (American Academy of Family Physicians), ha evidenziato la situazione critica in cui si trova la popolazione rispetto ai problemi di salute mentale, a partire da fonti e dati ufficiali.


Secondo quanto riportato su un documento strategico/Statement della Casa Bianca di marzo 2022 incentrato sulla "crisi nazionale nella salute mentale" (https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2022/03/01/fact-sheet-president-biden-to-announce-strategy-to-address-our-national-mental-health-crisis-as-part-of-unity-agenda-in-his-first-state-of-the-union/), negli USA 2 persone su 5 presentano sintomi ansioso-depressivi, e 1 studente di scuola media superiore su 3 riferisce una persistente tristezza o senso di disperazione: i tassi di depressione e ansia erano già elevati prima della pandemia di COVID-19, ma - si legge nello Statement "il trauma, il dolore, i lutti e l'isolamento hanno portato la popolazione a un punto di rottura". 


Vari studi hanno infatti documentato che dopo il picco pandemico sono aumentate le visite effettuate nei dipartimenti di salute mentale in situazioni di urgenza, soprattutto per quanto riguarda i giovani e le persone appartenenti a comunità etniche minoritarie, e si è abbassata l'età dei giovani che necessitano di un ricovero in reparto psichiatrico.


Ecco perchè enti autorevoli quali l' American Academy of Pediatrics, l' American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, e il Children’s Hospital Association hanno dichiarato la salute mentale una emergenza nazionale.


 Tra le cause identificate:


-il divario tra le risorse professionali presenti e la richiesta di assistenza/cure di salute mentale da parte soprattutto dei giovani (negli USA si stima che ci siano 14 psichiatri specializzati nell'età evolutiva per 100.000 adolescenti, e in alcuni Stati neppure uno psichiatra)


- la scarsa integrazione tra settori diversi della medicina e i diversi professionisti


- la scarsa attenzione alla prevenzione in ambito comunitario


 


Tra le possibili azioni da intraprendere, secondo l'APA - American Psychological Association:



- ampliamento della forza lavoro dei professionisti della salute mentale in termini di numero e di tipologia
- telemedicina
- migliore integrazione dei professionisti clinici della salute mentale all'interno delle èquipe di cure primarie e dei contesti comunitari quali ad esempio le scuole, secondo il Collaborative Care Model
- realizzazione di iniziative rivolte alla popolazione community-based, a scopo preventivo e in risposta ai bisogni locali
- modifiche a livello organizzativo per supportare meglio i clinici all'interno del luogo di lavoro


- programmi formativi e tirocini sul campo per gli studenti universitario per aumentare le conoscenze rispetto alle diverse sfaccettature della salute mentale in età evolutiva: viene citato ad es. CAPIE, il programma di eccellenza dell'Università californiana San Diego / cattedra di psichiatria del bambino e dell'adolescente (che prevede tra le varie cose un project work nel setting comunitario e la creazione di una mentorship intergenerazionale) https://psychiatry.ucsd.edu/education-training/medical-student-high-school-programs/child-adolescent-psychiatry-inclusive-excellence/about/index.html)


- sostegno ai medici di famiglia e ai professionisti delle cure primarie nella gestione dei problemi comuni di salute mentale (ad es. ansia generalizzata, depressione, insonnia, problemi comportamentali), che durante la pandemia si sono già trovati ad intensificare del 71% la quantità del tempo dedicato ai loro pazienti per problematiche di salute mentale, spesso correlate a problemi fisici quali ad esempio ridotta attenzione in situazioni di cardiopatie e patologie croniche


 - cure integrate di salute mentale, con l'integrazione tra medici di base e psichiatri per le situazioni complesse quali ad esempio la schizofrenia, anche al fine di decongestionare i servizi sanitari


Kuehn BM. Clinician Shortage Exacerbates Pandemic-Fueled “Mental Health Crisis”. JAMA. 2022;327(22):2179–2181. doi:10.1001/jama.2022.8661


 


 


Qualità della telemedicina durante la pandemia di COVID-19

Un'indagine ha coinvolto 866 medici afferenti alla salute mentale, alle cure primarie e agli ambulatori specialistici a cui è stato chiesto di valutare la qualità dell'assistenza/cura realizzata attraverso la tele-medicina; gli interventi video in remoto sono stati percepiti come validi, e utilizzati in maniera preferenziale rispetto alle telefonate, soprattutto con utenti con problemi di salute mentale. 


Gli autori concludono con l'invito a realizzare maggiori ricerche sull'impatto e l'efficacia della modalità di intervento tele-medica e sulle possibilità di miglioramento.


 Connolly SL, Miller CJ, Gifford AL, Charness ME. Perceptions and Use of Telehealth Among Mental Health, Primary, and Specialty Care Clinicians During the COVID-19 PandemicJAMA Netw Open. 2022;5(6):e2216401.


 


Disparità di genere per le donne medico
Il "carico cognitivo" (Sweller, 1991) è la quantità di memoria utilizzata per governare i molteplici compiti in ambito lavorativo, domestico e sociale con l'attenzione necessaria, ed è distinto dal "carico emotivo" richiesto per gestire le risposte emotive in famiglia o nel luogo di lavoro. Entrambi sono stati individuati come fattori chiave nel burn out dei medici.
Un fenomeno misconosciuto riguarda il contributo particolarmente elevato di questi fattori sul burn out delle donne medico, che testimonia l'esistenza di una disparità di genere: questa disparità potrebbe derivare dalla necessità per le donne di dover fungere spesso come "sistema operativo" perennemente e contemporaneamente funzionante in famiglia e al lavoro.

A ciò contribuiscono fattori socio-culturali e politici che amplificano - a livello istituzionale e organizzativo - il carico cognitivo e quello emotivo per le donne medico (un'indagine ospedaliera sull'impatto negativo degli adempimenti amministrativi rispetto al tempo/qualità delle visite mediche era molto più elevato per le donne, ed era correlato alle aspettative dei colleghi di genere maschile).

E' stato inoltre dimostrato che il lavoro clinico comporta un carico emotivo maggiore tra le donne: uno studio ha rilevato che le donne medico trascorrono più tempo coi pazienti (16% in più rispetto ai colleghi di genere maschile), in parte spiegato dall'aspettativa dei pazienti concernente la maggiore attitudine psicosociale del genere femminile: quando una professionista donna ha davanti qualcuno che si aspetta di essere rassicurato ed incoraggiato, può sperimentare una certa pressione psicologica e di conseguenza impegnare un carico emotivo maggiore nel luogo di lavoro. Empatia e supporto sono comunque elementi centrali dell'approccio centrato sul paziente, dimostrato empiricamente come garanzia di cura di elevata qualità, e dovrebbero essere competenze di ogni medico a prescindere dal genere sessuale.

 


Nadkarni A, Biswas J. Gender Disparity in Cognitive Load and Emotional Labor—Threats to Women Physician BurnoutJAMA Psychiatry. Published online June 08, 2022.



Salute mentale e cambiamenti climatici: Policy Brief

Il mondo sta affrontando un'incredibile crisi climatica. Il cambiamento climatico esacerba molti fattori di rischio sociali, ambientali ed economici per problemi di salute mentale e benessere psicosociale. Eppure, nonostante questo impatto, in molti paesi esistono anche grandi divari tra i bisogni di salute mentale e la disponibilità e l'accessibilità dei sistemi e dei servizi di salute mentale per affrontarli. In risposta a queste sfide, l'OMS ha sviluppato un documento politico che descrive le interconnessioni tra cambiamento climatico e salute mentale e fornisce cinque raccomandazioni chiave sui potenziali approcci per affrontare gli impatti sulla salute mentale della crisi climatica: integrare le considerazioni sul clima con i programmi di salute mentale; integrare il sostegno alla salute mentale con l’azione climatica; costruire su impegni globali; sviluppare approcci basati sulla comunità per ridurre le vulnerabilità; colmare il grande gap di finanziamento esistente per la salute mentale e il supporto psicosociale.


Un approccio olistico alla salute mentale

Il 4 e 5 maggio 2022 si è svolta la prima riunione della WHO European & pan european Mental Health Coalition (https://www.euro.who.int/en/health-topics/health-policy/european-programme-of-work/flagship-initiatives/the-pan-european-mental-health-coalition), a cui hanno partecipato circa 150 persone; si tratta di una coalizione promossa dall’OMS a settembre dello scorso anno, per affrontare la drammatica situazione della salute mentale e orientare i Paesi EU attraverso proposte di azioni (work package) e individuazione di strategie/processi per rispondere ai bisogni di salute mentale inascoltati/irrisolti.


 La MH Coalition è inoltre una delle 4 iniziative del Programma di lavoro dell’Europa, rappresentando una strategia per perseguire il benessere tra tutti i Paesi EU.


 Il dott. Hans P. Kluge, direttore dell’OMS sezione Europa, ha aperto i lavori con una dichiarazione chiara e incisiva.


https://www.euro.who.int/en/media-centre/sections/statements/2022/statement-first-meeting-of-the-whoeurope-mental-health-coalition-from-debate-to-action


 Le condizioni riguardanti la salute mentale sono altamente preoccupanti:
- Depressione e ansia continuano ad essere i principali fattori che contribuiscono al burden disease
- circa 130.000 persone si suicidano ogni anno nella Regione Europea
- solo una parte delle persone in situazioni di sofferenza psichica ricevono un aiuto adeguato da parte dei servizi sanitari
- c’è una evidente assenza di interventi preventivi e aumenta sempre più lo stigma nei confronti della malattia mentale


 La pandemia e la guerra Russia – Ucraina stanno aggravando la situazione, portando conseguenze senza precedenti sulla salute mentale di milioni di persone.


E’ aumentata la richiesta di servizi di salute mentale e contemporaneamente si sono ridotte le possibilità di accesso, anche a causa dell’ enorme flusso di migranti e rifugiati con bisogni e situazioni che metteranno ancora più a dura prova il sistema, nonostante la mobilitazione di esperti in supporto psicosociale da parte delle autorità nazionali dei Paesi limitrofi.


 Ma la salute mentale è un’area complessa e pervasiva, di cui i sistemi sanitari devono occuparsi con uno sguardo globale, tenendo conto della necessità di:
- enti che si occupino di educazione e istruzione, organizzazioni del lavoro, organismi internazionali locali e non governativi che creino e rinforzino strutture, sistemi, politiche, in maniera congiunta
- individui competenti e con esperienza di problemi di salute mentale che possano guidare, orientare e dar forma a riforme e modifiche in tutti i segmenti della società
- dati basati su indicatori condivisi che misurino ogni singolo aspetto


 Le azioni programmate (working package) e i processi della Coalizione serviranno per suggerire opportunità agli Stati Membri, per raggiungere l’obiettivo di salute principale: una copertura sanitaria universale, con la salute mentale come nucleo centrale. Ecco perché la MH Coalition è una delle 4 iniziative del Programma di lavoro dell’Europa, rappresentando una strategia per perseguire il benessere tra tutti i Paesi EU.


 


Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi










 

Indagine per capire gli effetti della pandemia sul neurosviluppo e sulla salute mentale di bambini e adolescenti e gli effetti delle misure governative, attuate per contenere l'emergenza.


La ricerca è durata un anno e proseguirà per altri due, coinvolgendo fino a 35.000 minorenni dai 6 ai 18 anni ..Per realizzarla sono stati ascoltati oltre 90 esperti tra neuropsichiatri infantili, pediatri, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti e docenti.


Tra le emergenze segnalate:  disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo, alterazioni del ritmo sonno-veglia e ritiro sociale. In ambito educativo disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico. È stato inoltre riportato un aumento delle richieste d’aiuto per l’uso di sostanze psicoattive, cannabinoidi e alcool, mentre i minori migranti non accompagnati hanno manifestato difficoltà nella gestione dell’isolamento e della quarantena nelle strutture di accoglienza.


Gli esperti hanno definito questo stato di cose una vera e propria “emergenza salute mentale”. Vi è stato un aumento esponenziale delle  richieste di aiuto che hanno fatto emergere carenze e ritardi strutturali. Bambini, ragazzi e famiglie si sono trovati spesso costretti a rivolgersi ai privati con impegni economici rilevanti e difficilmente sostenibili, che hanno aumentato le disuguaglianze. Allo stesso tempo il lockdown ha fatto scoprire il potenziale della telemedicina applicata alla salute mentale.


Occorre investire rapidamente in formazione degli operatori e in tecnologie specifiche per assistere bambini e ragazzi. I problemi connessi al neurosviluppo e alla salute mentale, che hanno ricevuto insufficienti risposte, rischiano di subire un processo di cronicizzazione di disagio mentale su vastissima scala.


L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce la centralità della salute mentale nella vita degli individui. In particolare, in relazione all’attuale periodo storico, viene sottolineato che la salute mentale necessita di una considerazione al pari di quella fisica. Sono considerate fondamentali le azioni di programmazioneprevenzione e cura che superino frammentarietà regionale e locale. L'offerta di servizi deve rispondere, quindi, ad una vision globale che si declini a livello territoriale tramite una rete ben strutturata e coordinata tra tutti i sistemi che si occupano di infanzia, adolescenza e famiglia, inclusi il settore educativo e il terzo settore in una logica di welfare circolare e sussidiario. La fase post-pandemica può essere utilizzata come occasione di miglioramento del sistema di monitoraggio, prevenzione, cura e assistenza delle persone di minore età, fortemente messi sotto sforzo negli ultimi mesi.



 


Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere

Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 120 del 24 maggio la legge recante "Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere". L'obiettivo è quello di "garantire un flusso informativo adeguato per cadenza e contenuti sulla violenza di genere contro le donne al fine di progettare adeguate politiche di prevenzione e contrasto e di assicurare un effettivo monitoraggio del fenomeno".


La presidenza del Consiglio dei Ministri per la conduzione di indagini campionarie si avvale dei dati e delle rilevazioni effettuate dall'Istat e dal Sistan. Dovranno realizzare, ogni tre anni un'indagine campionaria interamente dedicata alla violenza contro le donne che produca stime anche sulla parte sommersa dei diversi tipi di violenza, "ossia violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, anche alla presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime, e atti persecutori in riferimento a comportamenti che costituiscono o contribuiscono a costituire reato, fino al livello regionale".


Indagine ISTAT su discriminazione in ambito lavorativo per la persone LGBT+

l’Istat sta partecipando a un progetto, tutt'ora in corso, finanziato dal Fondo EU, in collaborazione con UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, sul tema delle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ e le diversity policies attuate negli ambienti lavorativi dalle imprese.
Il progetto prevede 4 tipologie di indagine, riferite a imprese, stakeholder e differenti gruppi di popolazione LGBT+. 
L’indagine sul diversity management nelle imprese si è svolta a fine 2019 e i risultati sono stati pubblicati a novembre 2020.
Delle tre rilevazioni indirizzate alle persone LGBT+, la prima ha riguardato le persone in unione civile o già in unione, si è conclusa nel 2021: i risultati sono stati diffusi a marzo di quest’anno; le altre due indagini, dedicate rispettivamente alle persone LGBT+ che non sono in unione civile e non lo sono state in passato, e alle persone transgender, sono tuttora in corso di realizzazione.


 I risultati della prima indagine sono stati pubblicati sotto forma di Report, dal titolo:  DIVERSITÀ LGBT+ E AMBITO LAVORATIVO: UN QUADRO D’INSIEME


Contiene un'analisi delle statistiche su inclusione e diversità LGBT+ per gli anni 2019, 2020 e 2021, una versione sintetica è scaricabile al seguente LINK: https://unar.it/portale/documents/20125/0/REPORT+LGBT%2B_2019_2021.pdf/c4bcc94e-2758-53fe-d912-4d56192eef6c?t=1652787352872


UNA SINTESI DEI RISULTATI DEL REPORT:


Secondo i dati dell’“Indagine sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle "persone LGBT+ in unione civile o unite in passato” realizzata nel 2020-2021, il 26% delle persone che si dichiarano omosessuali o bisessuali afferma che il proprio orientamento sessuale ha rappresentato uno svantaggio nel corso della vita lavorativa in almeno uno dei tre ambiti considerati (retribuzione, avanzamenti di carriera, riconoscimento delle capacità professionali).


Il 12,6% non si è presentato a un colloquio di lavoro o non ha fatto domanda poiché pensava che l’ambiente lavorativo sarebbe stato ostile al suo orientamento sessuale. Questi dati sono riferibili solamente a una piccola parte della popolazione LGBT+ (le persone in unione civile o già in unione), il segmento più propenso a vivere il proprio orientamento sessuale in una dimensione pubblica.


Per quanto riguarda le diversity policies, nel 2019 solo il 5,1% delle imprese con almeno 50 dipendenti dell’Industria e dei Servizi ha adottato almeno una misura, non obbligatoria per legge, volta a favorire l’inclusione dei lavoratori LGBT+. La quota sale al 14,6% tra le imprese con almeno 500 dipendenti. Le misure più diffuse sono quelle destinate ai lavoratori transgender, in particolare la presenza di servizi igienici, spogliatoi, ecc. che consentano un utilizzo coerente con la propria identità di genere (3,3% delle imprese). 


Stakeholder e persone LGBT+ in unione civile o ex-unite, intervistate nell’ambito del progetto, ritengono fondamentale un cambiamento culturale: sostengono siano necessarie attività di formazione sulle tematiche LGBT+ dedicate a differenti attori (datori di lavoro, operatori sanitari, insegnanti, dipendenti pubblici, ecc.), ma soprattutto iniziative più generali di educazione, informazione e sensibilizzazione da realizzarsi anche nelle scuole.
Un ampio accordo viene espresso in favore di una legge nazionale contro l’omolesbobitransfobia, sui diritti per le famiglie LGBT+, tra cui il riconoscimento legale di entrambi i genitori per i figli di coppie omogenitoriali. Viene inoltre segnalata la carenza di leggi e iniziative a favore delle persone transgender, non binarie e intersessuali.


 


Impatto della pandemia di COVID-19 sulla salute mentale della popolazione LGBTQIA+

Il 17 maggio è la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. DoRS, per l’occasione, ha preparato un articolo per indagare l’impatto della pandemia di COVID-19 sul benessere psicologico e sociale delle persone LGBTQIA+. La pandemia di COVID-19 e le strategie di contenimento della trasmissione del virus hanno comportato conseguenze potenzialmente negative in termini di benessere psicologico e sociale in tutta la popolazione, in particolare per le popolazioni vulnerabili, tra cui le persone LGBTQIA+, già gravate dal peso di condizioni sociali avverse o precarie e stigmatizzanti.


La violenza di genere e il ruolo del medico di famiglia

Più della metà delle donne vittime di femminicidio è uccisa dal proprio partner, che in quasi 8 casi su 10 abitava con la donna.

Sono dati della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, che ha provato ad analizzare il fenomeno in Italia soffermandosi anche sul ruolo del medico, in particolare su quello dei medici di famiglia: dall’indagine è emerso infatti che molte donne avevano confidato solo a loro gli atteggiamenti vessatori subiti.


Nel percorso sanitario delle vittime di violenza un ruolo centrale e decisivo dovrebbe essere assunto dai medici di famiglia, in particolare nei piccoli centri, ai fini di individuare i segnali di rischio per la vita delle donne.


 


Rapporto salute mentale

 


Il Rapporto rappresenta un’analisi a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) riferiti all’anno 2020.


In sintesi:


Sono 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici. I pazienti di sesso femminile sono il 53,6%.


La composizione per età: un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69,0%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine).


Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.


Negli uomini le patologie maggiormente segnalate sono disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale;


nelle donne disturbi affettivi, nevrotici e depressivi, in quest’ultimo caso il doppio rispetto agli uomini;


8.299.120 di prestazioni erogate nel 2020, il 79,6% in sede, 8,9% a domicilio;


pari a 10.594.206 le giornate di presenza presso strutture residenziali, 1.032.170 gli accessi alle strutture semiresidenziali;


84.491 le dimissioni dalle strutture psichiatriche ospedaliere pubbliche e private;


1.130.499 giornate di degenza;


al 13,5% le riammissioni non programmate entro 30 giorni nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, riammissioni non programmate a 7 giorni il 7,5%;


5.398 i trattamenti sanitari obbligatori nei SPDC, ovvero il 7,1% dei ricoveri nei reparti psichiatrici;


421.208 gli accessi in Pronto Soccorso, il 3,2% del totale degli accessi al pronto soccorso e il 53% esita in ricovero;


nel 2020 spesi 391 milioni di euro in assistenza convenzionata per antidepressivi, 77 milioni per antipsicotici, 3,6 milioni per Litio.


 


 


Prima le signore! Percorsi di sensibilizzazione sulla salute delle donne

Progetto per promuovere percorsi di sensibilizzazione sulla salute delle donne tra le nuove generazioni. 


L’iniziativa, promossa dal Comune di Bologna - Unità Salute e Città Sana, si propone di avvicinare, senza paure e superstizioni, le studentesse e gli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado alla prevenzione del tumore al seno, attraverso incontri e performance teatrali.


La danza contro la depressione

Nel Bergamasco è andato in scena uno spettacolo per sensibilizzare sulle malattie mentali e il disagio ideato dalla scienziata Annamaria Cattaneo, responsabile del Laboratorio di Psichiatria Biologica dell’Istituto IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, e dalla coreografa bulgara Zvetomira Todorova.     


Sii è affrontato il tema della salute mentale attraverso il balletto classico e contemporaneo, in uno show che ha tratteggiato temi importanti quali la depressione in gravidanza e in adolescenza, il cyber bullismo e l'emarginazione. 


L’evento ha previsto una prima parte dedicata agli esperti del settore medico scientifico  che, dal palco, hanno approfondito le diverse aree di competenza.


Progettazione e attuazione di interventi per prevenire la violenza contro donne e ragazze. Cosa funziona?

La violenza intima del partner (IPV) ha un impatto ampio e duraturo sulla salute mentale delle donne, quindi una prevenzione efficace è fondamentale.


Una revisione di 96 valutazioni rigorose degli interventi per il loro impatto sulla violenza contro donne e ragazze (per lo più IPV) ha rilevato che diversi approcci di intervento erano efficaci.


Tuttavia, non tutte le valutazioni di un "approccio di successo" hanno mostrato successo nella riduzione dell'IPV.


Per capire cos'altro influisce sul successo, sono stati analizzati i resoconti dei professionisti e la documentazione della progettazione e dell'attuazione di diciassette interventi valutati nell'ambito di What Works to Prevent Violence against Women and Girls (VAWG). Sono state identificate alcune caratteristiche di tutti gli interventi di successo tra cui:


un intervento rigorosamente pianificato con una solida teoria del cambiamento (ToC), in sintonia con il contesto locale;


sostegno alle sopravvissute;


lavorare con donne e uomini;


disporre di personale e volontari sufficienti, ben selezionati, formati e supportati.


Quattro caratteristiche erano necessarie per il successo  per l'approccio di intervento:


attività di gruppo di genere e responsabilizzazione sociale e promozione di relazioni interpersonali positive;


metodi di apprendimento partecipativo, sottolineando l'empowerment, la riflessione critica e le capacità comunicative;


manuali di facile utilizzo attentamente progettati e seguiti sistematicamente;


quando si lavora con i bambini, avere un design adatto all'età con tempo per l'apprendimento e una pedagogia coinvolgente.


Questa analisi fornisce al campo della prevenzione dell'IPV informazioni critiche per migliorare l'impatto degli interventi di gruppo e di comunità nella prevenzione dell'IPV e, attraverso questo, rafforzare la salute mentale delle donne.


Jewkes R, Willan S, Heise L, Washington L, Shai N, Kerr-Wilson A, Gibbs A, Stern E, Christofides N. Elements of the Design and Implementation of Interventions to Prevent Violence against Women and Girls Associated with Success: Reflections from the What Works to Prevent Violence against Women and Girls? Global Programme. Int J Environ Res Public Health. 2021 Nov 19;18(22):12129.


I benefici psicologici e fisiologici delle arti

Il ruolo delle arti nella guarigione ha una lunga storia. Dai primi segni rupestri e dai rituali di performance di guarigione, le arti sono state utilizzate per rappresentare, comunicare ed elevare l'esperienza umana. In riconoscimento del potere delle arti di migliorare il benessere, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un rapporto sulle prove per le arti nel miglioramento della salute e del benessere (Fancourt e Finn, 2019). Inoltre, l'OMS ha lanciato ufficialmente il proprio programma artistico e sanitario, organizzando eventi, sostenendo la ricerca e sensibilizzando (Arti e Salute). 


 Nell’editoriale, gli studi sono stati organizzati con un'enfasi sui benefici della pratica artistica per gli individui e i gruppi in contesti specifici come scuole, musei, ospedali, strutture per l'assistenza agli anziani e centri comunitari. Sono presenti anche studi che combinano diverse forme di pratiche artistiche . La raccolta di studi afferma il valore delle arti nell'affrontare e comunicare i problemi di salute e nel migliorare la qualità della vita, rafforzando ulteriormente così la necessità di quadri nazionali, come quelli sviluppati nel Regno Unito (Arts for Health and Wellbeing) e in Australia (National Arts and Wellbeing, Health Framework), per migliorare il profilo delle arti e della salute e promuovere una migliore integrazione della pratica artistica tra strutture e agenzie. Data la gamma di metodi utilizzati, la raccolta offre anche importanti tabelle di marcia su come misurare l'impatto delle arti sul benessere e rafforza la necessità di dedicare fondi a ulteriori ricerche in questo settore.


Karkou V, Sajnani N, Orkibi H, Groarke JM, Czamanski-Cohen J, Panero ME, Drake J, Jola C, Baker FA. Editorial: The Psychological and Physiological Benefits of the Arts. Front Psychol. 2022 Mar 8


L'influenza della leadership e dell'empowerment sul burnout degli infermieri

Gli infermieri in burnout continuano ad aumentare con conseguenti impatti negativi sull'ambiente di lavoro infermieristico, sui risultati sui pazienti e sul mantenimento di infermieri qualificati. I leader infermieristici sono essenziali nello sviluppo e nella promozione di ambienti di lavoro positivi che mantengano una forza lavoro autorizzata e motivata. La ricerca indica che gli stili di leadership positivi e relazionali possono migliorare la soddisfazione sul lavoro, l'impegno organizzativo e la fidelizzazione degli infermieri riducendo contemporaneamente l'esaurimento emotivo e il burnout.


Hall VP, White KM, Morrison J. The Influence of Leadership Style and Nurse Empowerment on Burnout. Nurs Clin North Am. 2022 Mar;57(1):131-141.


Percezione della violenza di genere fra gli adolescenti spagnoli





Contesto: la violenza di genere tra gli adolescenti è un problema globale. Nel contesto della sanità pubblica, gli infermieri svolgono un ruolo importante.

 

Obiettivo: lo scopo di questo studio era determinare la consapevolezza, le informazioni e le convinzioni riguardo alla violenza di genere negli adolescenti e identificare i loro bisogni educativi.

 

Partecipanti e ambiente: sono stati utilizzati i dati di uno studio condotto dal Centro spagnolo per la ricerca sociologica e dall'Ufficio governativo per la violenza di genere nel 2013. Il campione conteneva 698 adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni.

Metodi: questa è un'analisi secondaria di un'indagine sui dati. Vengono seguite le linee guida per il rafforzamento della segnalazione degli studi osservazionali in epidemiologia. Sono state analizzate le variabili sociodemografiche e sette temi di interesse: disuguaglianza di genere, relazioni intime, definizione di abuso, identificazione di abuso, consapevolezza dei casi di abuso nelle donne e reti di supporto informali e formali.

 

 

Risultati: i risultati mostrano che gli adolescenti sono ben informati, sono consapevoli delle reti di supporto informali e formali, usano la parola "rispetto", identificano gli abusi e li considerano inaccettabili e ritengono che la copertura mediatica sia utile per dare visibilità alla violenza di genere. Non sono state riscontrate differenze significative di genere, classe sociale o istruzione e la loro idea di amore romantico rimane intatta.

 

Conclusioni: I ricercatori concludono che, in Spagna, la consapevolezza degli adolescenti sulla violenza di genere è fortemente influenzata da fattori ambientali e culturali. Interventi formali come l'educazione sanitaria fornita da professionisti infermieristici nelle scuole o dalla comunità più ampia possono avere un effetto positivo sulla salute degli adolescenti. Gli infermieri di assistenza primaria dovrebbero utilizzare questi risultati per supportare lo sviluppo di programmi di promozione della salute per i giovani adulti.

 

Rodríguez-Borrego MA, Rodríguez-Muñoz PM, López-Soto PJ, Carmona-Torres JM. Perceptions of Gender Violence in Spanish Adolescents. J Forensic Nurs. 2022 Apr 1.





 

 









Spazi verdi e blu e salute mentale: nuove prove e prospettive di azione

Una pubblicazione WHO contenente la descrizione e sintesi di due recenti review sistematiche che indagano quali caratteristiche e tipologie di spazi verdi e spazi blu urbani siano maggiormente efficaci nel promuovere/migliorare la salute mentale della popolazione. 


La prima review sistematica ha incluso 134 studi (55 studi trasversali/longitudinali, 67 studi sperimentali, 12 studi qualitativi, con vari tipi di target ad es. bambini, anziani, studenti, impiegati, popolazione generale, campioni clinici, studenti) e conferma in generale la correlazione positiva in termini di beneficio tra spazi verdi - progettati ad hoc e informali/spontanei - urbani e periferici  e la salute mentale, a breve e a lungo termine, in particolare per quel che riguarda la dimensione affettivo-emotiva, lo stress fisiologico, la percezione di benessere soggettivo. Questo risultato vale per qualsiasi tipo di verde (parchi, boschi, giardini, orti urbani, viali alberati, prati, ecc.): i confronti effettuati non permettono di individuare se un particolare tipo di spazio verde o specifiche caratteristiche degli spazi sono migliori di altri/e. Alcuni studi evidenziano che fattori quali l'accessibilità e l'esposizione/luminosità, le differenze geografiche/contestuali e individuali/gruppali potrebbero giustificare i risultati così eterogenei. D'altro canto, segnalano comunque che gli spazi verdi, di qualsiasi tipo essi siano, possono contribuire a migliorare la qualità di vita e il benessere psico-fisico delle comunità cittadine, in particolare dei gruppi vulnerabili, contrastando contemporaneamente l'urbanizzazione crescente e i cambiamenti climatici. Gli autori incoraggiano a effettuare nuove ricerche per individuare e incrociare tipologie di bisogni e di target, e tipologia di spazio verde, per poter formulare della Raccomandazioni che orientino i programmi politici  (una progettazione evidence-based) e le prassi operative (specifici esiti di salute per specifici target).


La seconda review review ha incluso 25 studi (7 studi trasversali/longitudinali, 12 studi sperimentali e 6 studi qualitativi), di cui il più "vecchio" risale al 2013. Le categorie di spazi blu urbani studiati: l'ambiente costiero (sabbioso e roccioso), le acque interne (fiumi, laghi, stagni, canali, ma anche le lagune e i bacini di acque salmastre), l'ambiente marino (ad esempio la barriera corallina). 
Gli studi hanno rilevato effetti benefici degli spazi blu urbani, sia a livello di benessere generale, sia in particolare - come per gli spazi verdi urbani - a livello di stress fisiologico e stato affettivo-emotivo, anche a livello terapeutico. Per quanto riguarda le tipologie, è meno facile individuare delle evidenti associazioni positive tra salute mentale e acque interne, rispetto all'ambiente costiero. Tra le caratteristiche individuate: la prospettiva visiva "aperta", la fluidità dell'acqua, la percezione di sicurezza. 


 


 


 


Salute mentale e ambiente: riportare la natura nella vita delle persone

Il contatto con la natura può avere degli effetti positivi enormi sulla salute mentale delle persone, secondo un numero sempre maggiore di studi e ricerche. Di contro, il degrado ambientale, inclusi il cambiamento climatico e l'inquinamento, rappresentano una grave minaccia al nostro benessere e al nostro equilibrio emotivo. A partire da un documento preliminare  dell'Institute for European Environmental Policy - IEEP (Istituto europeo di politica ambientale) e dell' Institute for Global Health  - ISGlobal (Istituto per la Salute Mondiale) di Barcellona, questo Policy Brief fornisce Raccomandazioni di decision-makers che spingono a riflettere sui legami tra la salute mentale e la regolamentazione dello stato dell'ambiente naturale da parte dei programmi politici, in particolare nel contesto della crisi pandemica di COVID-19.


 


Prevenire la violenza contro le donne attraverso l'istruzione

Pubblicazione, a cura della Divisione Violenza contro le Donne del Consiglio d’ Europa, sul ruolo dell'istruzione formale e informale nella prevenzione della violenza contro le donne e della violenza domestica. Fa parte di una serie di approfondimenti di articoli della Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Offre una guida sull'attuazione dell'articolo 14 della Convenzione di Istanbul, che richiede agli Stati di includere - nei programmi di studio e per i gruppi di età che ritengono appropriati - materiale didattico su questioni quali la parità tra donne e uomini, ruoli di genere non stereotipati, rispetto reciproco, risoluzione non violenta dei conflitti nelle relazioni interpersonali, violenza di genere contro le donne e diritto all'integrità personale. Sulla base di promettenti pratiche educative nazionali, offre idee a responsabili politici, professionisti dell'istruzione, operatori giovanili e altri professionisti su come incoraggiare le generazioni più giovani a difendere l'uguaglianza di genere e aiutare a contrastare la violenza contro le donne.


Esamina le iniziative intraprese dalle strutture educative informali (sportive, culturali e ricreative) per promuovere tali principi e discute argomenti chiave come il coinvolgimento di ragazzi e uomini come partner nella lotta alla violenza contro donne e ragazze, l'importanza dell'alfabetizzazione digitale e delle iniziative educative guidate da ONG.


Il documento si conclude con un elenco di controllo che dovrebbe aiutare nella progettazione e nell'attuazione di misure legislative, politiche e pratiche per attuare l'articolo 14.


Garantire la non discriminazione nella risposta alla violenza contro le donne

Pubblicazione che spiega come garantire l'attuazione non discriminatoria delle misure contro la violenza contro le donne e la violenza domestica, sulla base della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Offre una guida sull'attuazione dell'articolo 4, paragrafo 3, che richiede che tutte le misure, in particolare quelle a tutela dei diritti delle vittime, siano garantite senza discriminazioni per nessun motivo. Questa disposizione si basa sulla comprensione che le donne che sono o potrebbero essere a rischio di discriminazione intersezionale come le donne con disabilità, le donne anziane, le donne appartenenti a minoranze nazionali o etniche, o le donne lesbiche, bisessuali, transgender e intersessuali (LBTI) possono affrontare ulteriori ostacoli all'accesso alla protezione, al sostegno e alla giustizia.


Sulla base di promettenti legislazioni, politiche e pratiche nazionali, offre idee ai responsabili politici e ai professionisti della giustizia, delle forze dell'ordine, dei settori psicosociali, medici e di altri settori pertinenti su come rispondere in modo adeguato alla violenza di genere contro le donne al fine di ridurre le barriere nella ricerca di aiuto, sostegno e giustizia. Il documento mette al centro la partecipazione delle donne alla progettazione e all'attuazione di tali misure, al fine di catturare le loro esperienze e contribuire alla loro responsabilizzazione.


Il documento si conclude con un elenco di controllo che dovrebbe aiutare nella progettazione e nell'attuazione delle misure legislative, politiche e pratiche per attuare l'articolo 4, paragrafo 3.


Salute mentale, i dati 2020 sui pazienti e sui servizi di assistenza

Sono 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020. I pazienti di sesso femminile sono il 53,6%.


La composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69,0%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine).


Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.


Questi alcuni dati contenuti nel Rapporto sulla salute mentale 2020, rilevazione, istituita dal decreto del Ministro della salute 15 ottobre 2010, e che costituisce, a livello nazionale, la più ricca fonte di informazioni sugli interventi sanitari e socio-sanitari dell’assistenza alle persone adulte con problemi di salute mentale e alle loro famiglie. (Fonte Ministero della Salute)


Conoscere per decidere. L’attuazione del Piano Nazionale sulla violenza di genere contro le donne attraverso i dati

Il 23 marzo, si è svolto, in modalità virtuale organizzato dall'ISTAT, il convegno scientifico dal titolo “Conoscere per decidere. L’attuazione del Piano Nazionale sulla violenza di genere contro le donne attraverso i dati”.


 L’evento è stato  l’occasione per presentare i principali esiti dell’Accordo di collaborazione tra l’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità, siglato nel 2017, con la finalità di costruire il sistema integrato di raccolta ed elaborazione dati, previsto dal Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere.


 Nel corso dell’incontro, alla presenza di relatori istituzionali, esperti ed esponenti del mondo delle associazioni, è stato illustrato lo stato dell’arte della misurazione della violenza contro le donne.


Vivere con la sclerosi multipla

Il libro descrive un progetto di ricerca e di intervento psicologico per persone che hanno ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla da meno di tre anni e che hanno un livello di disabilità lieve e medio.


Associazione fra interventi musicali e qualità della vita correlata alla salute

 Gli autori si chiedono se gli interventi musicali (ascolto e produzione musica) producono dei cambiamenti positivi a livello di qualità di vita associata allo stato di salute.


La review e metanalisi sistematica di 26 studi ha coinvolto 779 persone, per le quali gli interventi che utilizzavano la musica erano associati a cambiamenti statisticamente e clinicamente significativi attraverso rilevazioni pre e post intervento, sia quando gli interventi musicali affiancavano il trattamento principale sia quando rappresentavano la terapia principale. 


Questi risultati confermano le conclusioni di precedenti review.


 McCrary JM, Altenmüller E, Kretschmer C, Scholz DS. Association of Music Interventions With Health-Related Quality of Life: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Netw Open. 2022;5(3)


Interventi psicologici "task-shared" per la depressione: revisione con metanalisi

 Gli autori si chiedono quali siano gli esiti e i fattori moderatori a livello di depressione che possono essere associati a interventi psicologici denominati "task-shared", cioè effettuati da operatori non professionisti, nei Paesi a medio e basso reddito. I risultati evidenziano che questo tipo di interventi è associato in maniera significativa a una ampia riduzione - anche a livello di gravità - della sintomatologia depressiva, e a un aumento della capacità reattiva e della possibilità di remissione. Viene perciò consigliato l'utilizzo di questo tipo di interventi, con l'accortezza dell'adattamento in base alle caratteristiche individuali.


Karyotaki E, Araya R, Kessler RC, et al. Association of Task-Shared Psychological Interventions With Depression Outcomes in Low- and Middle-Income Countries: A Systematic Review and Individual Patient Data Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online March 23, 2022.


La prevenzione degli episodi di violenza sulle lavoratrici della sanità

In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2021 è stato organizzato, sotto l'egida del Ministero della Salute, il convegno “La prevenzione degli episodi di violenza sulle lavoratrici della sanità” che ha visto la partecipazione delle principali Federazioni degli ordini professionali.


Si è parlato del fenomeno della violenza sulle operatrici sanitarie sulla base dei dati Inail, dello stato dell’arte della legge 14 agosto 2020 n. 113 e delle azioni di prevenzione degli episodi di violenza sulle donne.


Adulti con depressione: interventi per migliorare i risultati in termini di recovery

 


I fattori socio-economici sono associati a un aumento della prevalenza della depressione, ma poco si sa della loro associazione con la prognosi - legame che potrebbe aiutare a migliorare la gestione clinica di questo disturbo.


Perciò, la Review sistematica indaga l'esistenza di una associazione/correlazione tra i fattori socio-economici e gli esiti degli interventi terapeutici per la depressione.


Sono stati inclusi 9 studi che hanno coinvolto 4.864 partecipanti con svantaggio socio-economico per condizione lavorativa e abitativa, rilevando una prognosi peggiore - a prescindere dal tipo di trattamento e nonostante gli adeguamenti/aggiustamenti terapeutici in base ai fattori prognostici. Poco significativa, invece, la correlazione con il livello di istruzione e le difficoltà economiche.


Ne deriva che le informazioni sullo stato occupazionale e sulla situazione abitativa delle persone affette da depressione può orientare il trattamento e facilitare il ricorso a un supporto di tipo professionale; inoltre, approcciare i bisogni legati alla casa e al lavoro può aiutare i pazienti a impegnarsi maggiormente all'interno di un percorso terapeutico e a raggiungere risultati migliori in termini di recovery.


Buckman JEJ, Saunders R, Stott J, et al. Socioeconomic Indicators of Treatment Prognosis for Adults With Depression: A Systematic Review and Individual Patient Data Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online March 09, 2022. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.0100


Rimuovere gli ostacoli nell'accesso ai servizi per migliorare la salute mentale materno-infantile

Durante la pandemia di COVID-19 lo stress psicologico del periodo perinatale è aumentato. Una revisione sistematica (81 studi, 132.917 partecipanti comprendenti donne incinte o che avevano appena partorito) ha evidenziato l'aumento della prevalenza del disturbo ansioso-depressivo dal 20 al 64% durante la pandemia (Iyengar  U, Jaiprakash  B, Haitsuka  H, Kim  S, 2021). Uno studio statunitense trasversale su larga scala ha confermato questi risultati, rilevando livelli clinici di depressione al 36% nelle donne nel periodo perinatale (in gravidanza o con un bimbo fino a 6 mesi: fonte ISS-Epidentro), più elevati rispetto alla prevalenza stimata pre-pandemia dall'11 al 17%. I cambiamenti inerenti la cura/assistenza pre e perinatale, conclusa la mancanza di supporto durante il parto e nella successiva fase di recupero, possono aver contribuito ad aumentare la percezione dello stress. Le donne che hanno partorito durante la pandemia hanno reagito al parto/nascita con una risposta elevata ad uno stress acuto, correlata all'aumento di sintomi da disturbo post traumatico da stress e problemi riguardanti l'allattamento e l'attaccamento (sviluppo del legame, emotivamente significativo, con la figura principale di accudimento: teoria di Bowlby, 1983).


L'articolo esamina le possibili conseguenze sulla salute mentale delle donne e lo sviluppo del bebè durante il periodo perinatale, ed evidenzia le disuguaglianze provocate da "barriere strutturali" (quali, ad esempio, la ridotta accessibilità ai servizi da parte di donne con status socio-economico svantaggiato o appartenenti a minoranze etniche e linguistiche) da eliminare per ridurre lo stress psicologico delle neo mamme e migliorare la salute mentale materno-infantile.


Shuffrey LC, Thomason ME, Brito NH. Improving Perinatal Maternal Mental Health Starts With Addressing Structural Inequities. JAMA Psychiatry. Published online March 09, 2022. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.0097


Salute mentale dei giovani LGBTQ durante il COVID-19

Sebbene siano riconosciuti gli impatti negativi del COVID-19 sulla salute mentale globale dei giovani e dei giovani adulti, è stata prestata meno attenzione ai giovani LGBTQ, una popolazione storicamente trascurata nell'assistenza sanitaria, nelle politiche e nella ricerca, nonostante l'evidenza di elevati bisogni di salute mentale insoddisfatti. Sfortunatamente, è probabile che la pandemia abbia effetti negativi di vasta portata sulla salute e sul benessere delle persone LGBTQ.


Prima del COVID-19, i giovani LGBTQ sopportavano un carico sproporzionato di problemi di salute mentale, con la loro identità sessuale e di genere come fattori di rischio per vittimizzazione, traumi, discriminazione e abusi. Inoltre, i giovani LGBTQ, in particolare i giovani non binari e transgender, sono a rischio più elevato di depressione, suicidio, uso di sostanze e ansia. Le misure di controllo del COVID-19, come blocchi, lavoro da casa, chiusura delle scuole e apprendimento a distanza, potrebbero aver esacerbato questi disturbi mentali. Sebbene le conoscenze sull'impatto a lungo termine del COVID-19 sulla salute mentale dei giovani LGBTQ siano ancora in evoluzione, la ricerca preliminare suggerisce che i giovani LGBTQ siano colpiti in modo sproporzionato dalla pandemia. Inoltre, i giovani LGBTQ che vivono in case senza supporto sono vulnerabili agli abusi, non si sentono sicuri di esprimersi o sono tagliati fuori dai coetanei. Dall'inizio della pandemia di COVID-19, oltre il 50% dei giovani delle minoranze sessuali e di genere negli Stati Uniti ha segnalato un aumento di ansia o sintomi depressivi. I fattori che possono determinare tali risultati sono l'isolamento dai sistemi di supporto, l'assenza di supporto familiare e le interruzioni dei servizi sanitari. La mancanza di sostegno familiare è particolarmente allarmante dato che i giovani LGBTQ che subiscono il rifiuto dei genitori sono a maggior rischio di suicidio e depressione. Sebbene si sappia meno sui giovani transgender, la ricerca prima di COVID-19 suggerisce che i giovani transgender sperimentino tassi più elevati di rifiuto dei genitori rispetto ai giovani cisgender.


 Inoltre, i giovani con identità intersezionali, come i neri, gli indigeni e le persone di colore (BIPOC), le persone con uno status socioeconomico basso e i giovani LGBTQ senza fissa dimora, sono particolarmente vulnerabili durante la pandemia. Anche i giovani LGBTQ BIPOC e con uno status socioeconomico basso possono avere accesso ridotto ai servizi a causa delle barriere risultanti dalla combinazione della loro identità sessuale e di genere, etnia e status socioeconomico.  È quindi urgente affrontare il bilancio sproporzionato di COVID-19 sui giovani LGBTQ.


 Fondamentalmente, la pandemia ha interrotto i servizi di salute mentale in un momento in cui la necessità di tali servizi è aumentata, con i giovani e i servizi scolastici particolarmente colpiti.


Operatori sanitari, ricercatori, insegnanti, responsabili politici e membri della comunità hanno tutti un ruolo nel sostenere la salute mentale dei giovani LGBTQ. In primo luogo, gli operatori sanitari hanno bisogno di una formazione sulle cure e sui problemi unici che i giovani LGBTQ potrebbero dover affrontare a causa dell'impatto della pandemia di COVID-19. La formazione dovrebbe essere intersezionale e includere argomenti come lo sviluppo dell'identità, un linguaggio non stigmatizzante e le preoccupazioni e le esigenze specifiche dei giovani LGBTQ. Gli operatori sanitari dovrebbero continuare a fornire servizi di telemedicina riservati ai giovani che non hanno accesso ai servizi di persona pur riconoscendo i potenziali problemi di privacy per i giovani che vivono in ambienti non sicuri o scomodi. In secondo luogo, i dirigenti scolastici e gli amministratori devono fornire e promuovere spazi sicuri e inclusivi per i giovani LGBTQ quando tornano a scuola, inclusa la fornitura di salute mentale di persona e di servizi online. In terzo luogo, le politiche e gli interventi basati sull'evidenza dovrebbero includere il linguaggio e le questioni specifiche per LGBTQ e aumentare l'accesso ai servizi convenienti e affermativi. È anche essenziale affrontare le barriere strutturali, comprese le istituzioni e le politiche prevenute e discriminatorie. 


Infine, nella ricerca sanitaria continua a persistere un divario di conoscenze sulle questioni relative ai giovani LGBTQ. Gli studi dovrebbero essere progettati in modo migliore per catturare in modo accurato e completo la salute e il benessere dei giovani LGBTQ. La salute mentale dei giovani LGBTQ è una questione globale e la ricerca dovrebbe riflettere e indagare sulle esperienze dei giovani LGBTQ nei paesi a basso e medio reddito. I ricercatori dovrebbe collaborare con le popolazioni LGBTQ e gli esperti di salute LGBTQ e fornire opzioni per rivelare l'orientamento sessuale e di genere durante la raccolta di dati sociodemografici. Gli studi dovrebbero mirare a comprendere in modo completo le esigenze diverse e in evoluzione dei giovani LGBTQ mentre affrontano la pandemia; una migliore ricerca informa meglio le politiche per migliorare la salute e il benessere dei giovani LGBTQ. Bisogna creare spazi che promuovano la resilienza e l'azione per i giovani LGBTQ nelle  comunità e istituzioni.


Ormiston CK, Williams F. LGBTQ youth mental health during COVID-19: unmet needs in public health and policy. Lancet (London, England). 2022 Feb;399(10324):501-503. 


Video brevi “sociali” riducono gli atteggiamenti transfobici e lo stigma negli adolescenti

La transfobia e lo stigma continuano a minare la salute mentale di adolescenti con diversi orientamenti sessuali (lett. GENDER DIVERSE).


 Uno studio clinico randomizzato ha esaminato l’utilità di interventi video volti alla riduzione della transfobia e dello stigma associato alla depressione e al rinforzo della motivazione trattamentale nei giovani: i brevi video “a contenuto sociale”, di 110 secondi circa, sono interpretati da un protagonista transgender che racconta la propria storia di gestione della depressione e “superamento” attraverso la ricerca di aiuto.


Lo studio ha coinvolto 1.098 adolescenti, rilevando nel solo gruppo sperimentale (oggetto dell’intervento) un cambiamento significativo nell’ atteggiamento verso i giovani transgender. In entrambi i gruppi, inoltre, si è verificata una riduzione significativa dello stigma associato alla depressione. Sembra perciò che i video brevi di contenuto sociale siano efficaci nel ridurre gli atteggiamenti transfobici e lo stigma della depressione tra gli adolescenti, nonché nell’aumentare la motivazione alla ricerca di aiuto professionale. Personificare, individuare e e dare un volto/una voce all’esperienza di giovani transgender fa sì che gli altri adolescenti – soprattutto di orientamento cisgender od eterosessuale – possano sviluppare capacità empatiche verso le vite dei giovani pari spesso marginalizzati e stigmatizzati.


 Transgender:  aggettivo "che descrive una persona il cui senso di identità personale e di genere non corrisponde al proprio sesso di nascita, o che non è conforme alle nozioni convenzionali di sesso e genere (dizionario Oxford Language)


 Cisgender: persona che si sente a proprio agio con il sesso e il genere che gli sono stati attribuiti alla nascita


 Amsalem D, Halloran J, Penque B, Celentano J, Martin A. Effect of a Brief Social Contact Video on Transphobia and Depression-Related Stigma Among AdolescentsA Randomized Clinical TrialJAMA Netw Open. 2022;5(2):e220376. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.0376


 


Rapporto sulla violenza di genere su donne rifugiate e migranti durante la pandemia

La ricerca di Unicef si è proposta di studiare lo specifico impatto della pandemia sulla sicurezza e sul benessere delle ragazze e delle donne rifugiate e migranti in Italia. La ricerca si è concentrata su ragazze e donne rifugiate e migranti per via dell’intersezionalità delle vulnerabilità legate al loro genere e al loro status migratorio. I risultati mostrano che la pandemia ha peggiorato le già precarie condizioni economiche e di benessere psicosociale delle ragazze e delle donne rifugiate e migranti in Italia. Le misure di distanziamento sociale hanno aumentato il senso di solitudine percepito da chi, a fronte del percorso migratorio, può contare solo su limitate reti di supporto familiari e amicali. In particolare, le ragazze adolescenti, le giovani donne e le madri hanno riferito un aumento dei livelli di stress causato da una combinazione di fattori preesistenti e nuovi, tra cui le misure di distanziamento sociale, l’interruzione o il rallentamento delle opportunità di apprendimento, l’aumento delle responsabilità nella cura dei figli, la riduzione delle risorse per provvedere alla famiglia a causa delle gravi difficoltà economiche.



Lo studio ha rivelato che le misure di contenimento di COVID-19 (come le restrizioni di movimento e il distanziamento sociale) e l’impatto socio-economico della pandemia hanno aumentato i rischi di violenza di genere per le ragazze e le donne rifugiate e migranti, sia negli spazi abitativi che negli spazi pubblici, aggravando le molteplici vulnerabilità preesistenti e creandone di nuove. La maggior parte dei/delle partecipanti ha ritenuto che la pandemia abbia esacerbato i principali fattori scatenanti della violenza, tra cui la coesistenza forzata in spazi piccoli e/o sovraffollati, il sostegno sociale limitato, le difficoltà economiche e la precarietà lavorativa, il rallentamento delle opportunità di apprendimento, la xenofobia e l’aumento della tensione sociale alimentata dall’emergenza sanitaria. Le ragazze adolescenti e le giovani donne sono state particolarmente esposte a episodi di molestie e discriminazione per strada.


 


I risultati mostrano anche che la pandemia ha ostacolato l’invio tempestivo a servizi specializzati delle persone sopravvissute a violenza di genere che vivono in strutture di accoglienza, così come le procedure per mitigare il rischio di violenza di genere all’interno di alcune di queste strutture, come risultato della riduzione del personale, di condizioni abitative sovraffollate e della privacy limitata.


Lo studio indica che la pandemia non solo ha esacerbato gli ostacoli che le ragazze e le donne rifugiate e migranti già affrontavano nell’accedere ai servizi di contrasto alla violenza di genere, ma ne ha anche creati di nuovi. Come risultato delle restrizioni legate al COVID-19, molti servizi sono stati ridotti o hanno dovuto ricorrere a modalità operative da remoto, il che ha creato ulteriori difficoltà per le ragazze e le donne rifugiate e migranti in cerca di aiuto, dato il loro limitato accesso a strumenti tecnologici e digitali e a spazi privati, e a causa di diffuse barriere linguistiche. Diverse ragazze adolescenti e giovani donne hanno riferito di una limitata consapevolezza dei servizi disponibili durante la pandemia e della difficoltà nel tenere il passo con i cambiamenti dei regolamenti relativi alle modalità di fruizione e agli orari di apertura dei servizi.


Da questo studio sono emerse tre raccomandazioni chiave:
- Dare priorità allo sviluppo e l’attuazione di meccanismi di prevenzione e mitigazione della violenza di genere e promuovere l’empowerment di ragazze e donne rifugiate e migranti.
- Promuovere l’accesso inclusivo e sicuro ai servizi di contrasto alla violenza di genere per le ragazze e donne
rifugiate e migranti, e rafforzare la capacità di questi servizi di rispondere ai loro bisogni specifici.
- Rafforzare la preparazione e la capacità di adattamento dei servizi di contrasto alla violenza di genere a livello
locale e centrale per assicurare la tempestiva presa in carico in caso di crisi future.


Otto marzo 2022: Giornata Internazionale della Donna. Eventi in giro per il mondo

La Giornata Internazionale della donna si celebra ogni anno l'8 marzo per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze che le donne subiscono in ogni Paese. Nell'articolo una sintesi delle principali iniziative, internazionali e locali, per la Giornata.  


Teoria del cambiamento: gli aumenti dell'empowerment genitoriale sono associati a pratiche genitoriali più sane legate al peso?

L'empowerment correlato alla salute dei genitori è definito come il processo attraverso il quale i genitori realizzano il controllo sulla loro situazione di vita e agiscono per promuovere uno stile di vita più sano. Per decenni, i ricercatori hanno descritto il potenziale teorico dell'empowerment negli sforzi di promozione della salute, sebbene pochi abbiano esaminato empiricamente questa relazione ipotizzata. Lo studio è uno dei primi a esaminare la relazione tra l'empowerment dei genitori e le pratiche genitoriali con un peso sano (cioè cibo, attività fisica, sonno e genitorialità mediatica), come meccanismo per la promozione della salute della prima infanzia negli ambienti della comunità.


Metodi: i genitori a basso reddito di bambini in età prescolare che frequentavano Head Start nella Greater Boston tra l'autunno 2017 e la primavera 2019 sono stati invitati a completare un sondaggio nell'autunno e nella primavera di ogni anno scolastico (n = 578 con due sondaggi e n = 45 con quattro). L'empowerment dei genitori e le pratiche genitoriali con un peso sano sono state valutate utilizzando sondaggi convalidati. È stato utilizzato un approccio multilivello per stimare i cambiamenti nel punteggio delle pratiche genitoriali con peso sano in base ai cambiamenti nel punteggio dell'empowerment genitoriale.


Un aumento dell'empowerment genitoriale è stato associato a un aumento delle pratiche genitoriali più sane.


L’empowerment dei genitori può essere un obiettivo importante negli interventi per prevenire l'obesità nei bambini provenienti da famiglie a basso reddito.


Gago CM, Jurkowski J, Beckerman-Hsu JP, Aftosmes-Tobio A, Figueroa R, Oddleifson C, Mattei J, Kenney EL, Haneuse S, Davison KK. Exploring a theory of change: Are increases in parental empowerment associated with healthier weight-related parenting practices? Soc Sci Med. 2022 Jan 31;296:114761.


interventi salutogenici tra gli anziani residenti in comunità: una revisione sistematica e una metanalisi

La salutogenesi è un orientamento che promuove la salute e il senso di coerenza (SOC) ed è un fattore di coping vitale associato alla qualità della vita (QOL) e all'autoefficacia. Sebbene gli interventi salutogenici abbiano mostrato il potenziale per migliorare i risultati sulla salute, l'applicazione dei concetti salutogenici e l'efficacia su SOC, QOL e autoefficacia tra gli anziani che vivono in comunità sono poco chiare. La revisione mirava a consolidare le prove sugli approcci salutogenici e valutare l'efficacia degli interventi salutogenici su SOC, QOL e autoefficacia negli anziani che vivono in comunità.


Laddove la metanalisi non era possibile, si è ricorsi alla sintesi narrativa. Nella revisione sono stati inclusi otto studi che hanno coinvolto 1201 anziani. L'analisi dei sottogruppi su SOC ha mostrato effetti significativi a favore di interventi salutogenici utilizzando il modello di autogestione potenziante o approcci basati su punti di forza/risorse. Tuttavia, i risultati sono stati contrastanti per l'approccio basato sulla riflessione. Non sono stati trovati effetti significativi a favore degli interventi salutogenici sugli esiti della QOL. È stata osservata un'elevata eterogeneità per il risultato sull'autoefficacia. Si è scoperto che due processi di rafforzamento del SOC, responsabilizzazione e riflessione, sono potenzialmente alla base dei meccanismi di intervento su base salutogenica. I futuri interventi salutogenici dovrebbero impiegare progetti longitudinali e standardizzazione sull'erogazione dell'intervento, utilizzando un duplice percorso attraverso l'empowerment e la riflessione.


Edmund Kit Mun Chow, Betsy Seah, Janice Jia Ying Chan, Wenru Wang, Salutogenic-based interventions among community-dwelling older adults: a systematic review and meta-analysis, Health Promotion International, 2022;, daac007


Teatro e Covid-19

La tesi si propone di indagare le modalità di interazione, presenti e passate, all’interno del contesto teatrale, al fine di produrre soluzioni progettuali nel campo dell’interaction design. Queste ambiranno a garantire la salute dei sog - getti coinvolti durante la performance e a per - mettere loro di conservare, se non addirittura amplificare, le proprie modalità di interazione e comunicazione. L’obiettivo è quello di tutelare e valorizzare un’arte come il teatro che, già prima della pan - demia, soffriva di grandi difficoltà economiche e di partecipazione del pubblico e che, con il lockdown, ha dovuto affrontare enormi proble - matiche a causa della sua essenziale natura sociale. La tesi si concluderà quindi con l’individuazio - ne di nuovi scenari di interazione, rappresen - tazione e interpretazione che siano in grado di accogliere elementi della tradizione declinati in modo innovativo e sicuro.


Tesi di laurea magistrale 2020-2021. Gianantonio Vecelli. Teatro e Covid-19. La pandemia come impulso per la progettazione di una nuova esperienza di interazione. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Design sistemico


La generazione del Covid: gli effetti della pandemia sulla salute mentale dei giovani

La rivista Horizon – The EU Research & Innovation Magazine ha pubblicato un articolo in cui si evidenzia che numerosi studi hanno osservato un forte aumento dei tassi di depressione, ansia, solitudine e tentativi di suicidi tra i giovani europei, a causa di coprifuoco e chiusure dovute alla pandemia di Covid-19.


 


Nell’articolo, inoltre, vengono illustrati brevemente alcuni progetti finanziati dall’UE che si occupano di tale emergenza.


 



  • Il progetto di ricerca RISE si concentra sulla prevenzione dei problemi legati alla salute mentale dei bambini ed evidenzia come siano i comportamenti di tipo aggressivo quelli più facili da osservare. Eppure la maggior parte dei giovani non si comporta male ma, invece, nasconde i propri sentimenti, difficili da osservare e facilmente trascurati. Ciò significa che i tassi segnalati di problemi di salute mentale tra i giovani europei sono probabilmente una sottostima.


 



  • Il progetto PROSOCIAL ha realizzato e somministrato questionari a più di 600 adolescenti a Rotterdam chiedendo loro lo stato del loro umore e le esperienze quotidiane. I risultati hanno mostrato che con il progredire della pandemia, i tassi di tensione aumentavano mentre il vigore diminuiva. Queste tendenze non si sono attenuate nemmeno durante la tregua dai blocchi e da altre restrizioni, ad esempio durante l'estate. Prima della pandemia c'era circa il 10-20% dei bambini che soffrivano di problemi di malattia mentale. Ora, negli ultimi due anni, sembra che salirà al 20-25%.


 



  • Il progetto HEY BABY, invece, mira a valutare i percorsi di promozione della resilienza per le famiglie, affette da un enorme stress dovuto anche agli effetti economici del Covid, tra cui la riduzione del reddito e la perdita di posti di lavoro. HEY BABY ha anche rivelato un relativo aumento globale della violenza in famiglia, sia nei confronti del partner che nei bambini. Tutto ciò aggrava direttamente i problemi di malattia mentale dei minori, causando inoltre l'aumento del cyberbullismo.


 



  • Il progetto UPRIGHT si basa sull’assunto che la resilienza può essere insegnata, soprattutto ai giovani prima che incontrino problemi seri. Ciò consentirebbe a bambini e adolescenti di prosperare meglio nella maggior parte delle situazioni ed evitare lo sviluppo di malattie mentali come risposta a eventi stressanti.


Effetti della pandemia sulle disuguaglianze sanitarie e sulla salute mentale





Scopo dell'articolo è esaminare gli effetti della pandemia di COVID-19 sulle disuguaglianze sanitarie e sui disturbi mentali e analizzare le politiche pubbliche più efficaci per contenerli. Il COVID-19, oltre a causare la peggiore crisi sanitaria dalla seconda guerra mondiale, ha generato una grave recessione economica e un aumento della disoccupazione. Le classi socioeconomiche più povere sono state le più colpite dalle infezioni e dai decessi causati dal virus SARS-CoV-2 a causa delle disuguaglianze nelle condizioni lavorative, abitative e dell'area di residenza, fattori psicosociali e accesso ineguale all'assistenza sanitaria. La crisi pandemica, oltre a causare problemi psichiatrici e neurologici nelle persone ricoverate in ospedale, sembra aver aumentato il rischio di problemi psicologici attraverso vari meccanismi come il distanziamento sociale, la perdita di una persona cara, la disoccupazione e le difficoltà economiche. In molti paesi, tuttavia, nel 2020 non si è registrato un aumento significativo dei suicidi e si sono addirittura registrate tendenze temporali decrescenti. È possibile che la crisi, oltre a creare stress e isolamento sociale, abbia promosso reciprocità, aiuto interpersonale e maggiore motivazione a prendersi cura della propria salute. Le politiche più efficaci per ridurre la mortalità da COVID-19 hanno il potenziale di limitare il la maggior parte degli effetti negativi della pandemia sulle disuguaglianze sanitarie e sulla salute mentale. Grazie a vigorosi interventi preventivi sul territorio, basati su testare, rintracciare, isolare, i Paesi che hanno gestito al meglio la pandemia hanno evitato lockdown prolungati e ripetuti, tutelato la salute pubblica e l'economia. Tuttavia, sono necessarie misure di protezione sociale più vigorose a favore delle popolazioni più colpite dalla crisi sanitaria e dai suoi effetti socioeconomici. Questa pandemia offre l'opportunità di apprendere lezioni sulla tutela della salute pubblica e sottolinea la necessità di adottare un modello sindemico orientato alla prevenzione.

 

De Vogli, Roberto & Buio, Maria & De Falco, Rossella. (2021). Effects of the COVID-19 pandemic on health inequalities and mental health: effective public policies. Epidemiologia e prevenzione. 45. 588-597.

 






 

Impatto della perdita perinatale sulla salute mentale: una revisione sistematica con metanalisi





La perdita perinatale può rappresentare un rischio significativo per la salute mentale materna. Esistono dati limitati sulla forza dell'associazione tra perdita perinatale e successivi disturbi comuni di salute mentale (CMHD) come ansia, depressione e sintomi post-traumatici (PTS). Una revisione sistematica e una metanalisi hanno identificato studi con gruppi di controllo, pubblicati tra gennaio 1995 e marzo 2020 che riportano esiti di salute mentale convalidati a seguito di perdita perinatale. Sono stati identificato 29 studi provenienti da 17 Paesi, che rappresentano un campione di perdita perinatale (n = 31.072) e un gruppo di controllo di donne che non hanno subito perdite (n = 1.261.517). Sono state confrontate le probabilità di un aumento della CMHD in entrambi i gruppi.  I risultati confermano che i livelli di ansia e depressione a seguito di perdita perinatale sono significativamente elevati rispetto ai controlli "nessuna perdita". Sono stati segnalati anche tassi elevati di depressione e ansia per coloro che hanno subito la perdita durante le fasi successive della gravidanza. Valutare la salute mentale dopo la perdita è una priorità per la salute materna.

 

Herbert D, Young K, Pietrusińska M, MacBeth A. The mental health impact of perinatal loss: A systematic review and meta-analysis. J Affect Disord. 2022 Jan 15;297:118-129. 

 





 










 

Interventi scolastici per migliorare l'alfabetizzazione e ridurre lo stigma sulla salute mentale: una revisione sistematica

La prevalenza in costante aumento dei disturbi mentali nei bambini e negli adolescenti si presenta come una sfida per la salute pubblica, soprattutto in considerazione del peso sanitario, sociale ed economico dei disturbi mentali. Gli interventi scolastici volti a migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e a ridurre lo stigma hanno il potenziale per prevenire i disturbi mentali e promuovere il benessere mentale, riducendo così il carico dei disturbi mentali. La revisione ha identificato e sintetizzato prove sull'efficacia degli interventi scolastici progettati per migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma. Sono stati inclusi studi randomizzati controllati (RCT) che hanno valutato l'efficacia o il rapporto costo-efficacia dell'intervento scolastico volto a migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma per bambini e giovani di età compresa tra 4 e 18 anni. Sono stati identificati 21 studi che descrivono 20 interventi di salute mentale unici a livello scolastico. Nel complesso, ci sono prove moderate che suggeriscono che gli interventi di salute mentale a scuola possono essere efficaci nel migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma  definito come atteggiamenti e convinzioni riguardo ai disturbi mentali. Tuttavia, ci sono meno prove della loro efficacia a lungo termine, poiché la maggior parte degli studi non includeva follow-up. 


Ma KKY, Anderson JK, Burn AM. Review: School-based interventions to improve mental health literacy and reduce mental health stigma - a systematic review. Child Adolesc Ment Health. 2022 Jan 10. 


L'uso dei social media e il suo impatto sulla salute mentale degli adolescenti: una revisione

Le revisioni della letteratura su come l'uso dei social media influenzi la salute mentale degli adolescenti si sono accumulate a un ritmo senza precedenti negli ultimi tempi. Tuttavia, manca ancora un'integrazione di livello superiore delle prove. La revisione degli studi pubblicati tra il 2019 e la metà del 2021 vuole colmare questa lacuna. La ricerca ha prodotto venticinque recensioni: sette metanalisi, nove revisioni sistematiche e nove narrative. I risultati hanno mostrato che la maggior parte degli studi ha interpretato le associazioni tra l'uso dei social media e la salute mentale come "deboli" o "incoerenti", mentre alcune hanno qualificato le stesse associazioni come "sostanziali" e "dannose". Vengono riassunte le lacune identificate negli studi, fornendo una spiegazione per le interpretazioni divergenti e suggerendo diverse strade per la ricerca futura.


Patti M. Valkenburg, Adrian Meier, Ine Beyens, Social media use and its impact on adolescent mental health: An umbrella review of the evidence, Current Opinion in Psychology, Volume 44, 2022,
Pages 58-68,


 


La salute mentale dei giovani e i danni dei media

Dal 2020 non è stato attuato alcun intervento sistematico di prevenzione interno alle scuole rispetto alla salute mentale, che erano e rimangono un luogo di esacerbazione del rischio di disturbi mentali e condotte suicidarie per studenti e studentesse più vulnerabili.


Quella che vediamo ripetuta in questi giorni è una vera e propria ridefinizione del tema, successiva alla sua semplificazione, che sta producendo una narrazione irresponsabile sui suicidi nei più giovani non priva di conseguenze.


Gli errori nella copertura mediatica in tema di suicidio ne determinano l’incremento, inducendo emulazione (quando ne vengono forniti tutti i dettagli) e normalizzazione (quando viene presentato come una via accettabile di risoluzione dei problemi).


Fonte: Metitieri T. La salute mentale dei giovani e i danni del sensazionalismo mediatico.“valigia blu” 18 gennaio 2022


Interventi abitativi per le donne che subiscono violenza dai partner: una revisione sistematica

La revisione ha indagato sugli effetti degli interventi abitativi sul benessere fisico, psicosociale ed economico delle donne vittime di violenza da parte del partner attraverso 34 studi.


La maggior parte degli studi ha valutato i risultati degli interventi sui rifugi (18 studi [53%]) o sui rifugi più qualche altra programmazione (otto [24%]). I restanti otto studi hanno valutato soluzioni abitative a lungo termine. Non vi era alcuna evidenza di svantaggi a seguito di qualsiasi intervento sugli alloggi. L'evidenza dei benefici è stata più forte per i risultati di salute mentale, l'intenzione di lasciare il partner, la sicurezza percepita e lo stress correlato al partner. 


Esistono prove promettenti sul continuum dei servizi di alloggio IPV per le donne, soprattutto in termini di esiti prossimali, come salute mentale, intenzione di lasciare il partner, sicurezza e stress abitativo. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche di qualità superiore, in particolare su soluzioni abitative a lungo termine e al di fuori degli Stati Uniti.


Yakubovich, Alexa R et al. Housing interventions for women experiencing intimate partner violence: a systematic review. The Lancet Public Health, Volume 7, Issue 1, e23 - e35


Rapporto dell’Osservatorio regionale contro la violenza di genere (Emilia Romagna)

Quarto report dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, che prende in esame l’andamento del fenomeno della violenza maschile contro le donne nel contesto della Regione Emilia-Romagna, analizzando i servizi esistenti e la domanda di accesso ad essi, riferiti all’anno 2020.


 Viene presentata nel primo capitolo, aggiornata al 2020, la mappatura dei servizi, cui si affianca il dettaglio dei finanziamenti erogati suddivisi per provincia, e una ricognizione delle attività realizzate dai distretti socio-sanitari.


Segue una parte dedicata alle iniziative regionali sul piano culturale e di sensibilizzazione. A questi si aggiunge una rilevazione delle attività messe in campo dalle associazioni di migranti, rivolte alle donne, durante la pandemia.


La terza parte contiene una serie di informazioni e dati rispetto al fenomeno. Si riportano i dati di accesso delle donne ai servizi della rete di Emergenza. L’analisi di quest’anno si svolge su un duplice fronte: sia quello degli accessi, come in precedenza, sia quello dei casi accertati.


Il report rileva poi i dati delle donne accolte nei Cenri Antiviolenza della Regione ed ospitate nelle Case rifugio, con due approfondimenti: il primo considera le richieste di aiuto durante la pandemia al numero di pubblica utilità 1522 contro la violenza sulle donne e lo stalking; il secondo approfondimento è frutto di una rilevazione sperimentale, promossa dall’ISTAT cui hanno partecipato 22 Centri del territorio, riguardante i percorsi di uscita dalla violenza iniziati nel corso del 2020. Seguono, ancora come in precedenza, i dati di accesso degli uomini che si sono rivolti ai Centri per comportamenti violenti. Il testo si conclude quindi con una analisi delle risorse e delle criticità rilevate nelle azioni di contrasto alla violenza di genere e di supporto alle donne nel contesto della pandemia da Covid-19 e nelle varie fasi di gestione dell’emergenza.


Partner intimo e prevenzione primaria della violenza sessuale tra i giovani: una revisione sistematica

La violenza intima del partner e la violenza sessuale sono diffuse e spesso si verificano all'inizio della vita. La revisione sistematica esamina l'efficacia degli interventi per la prevenzione primaria della violenza del partner intimo e della violenza sessuale tra i giovani.


Gli studi sono stati identificati da 2 precedenti revisioni sistematiche e da una ricerca aggiornata (gennaio 2012-giugno 2016). Sono stati implementati studi inclusi tra i giovani, condotti in paesi ad alto reddito e mirati a prevenire o ridurre la perpetrazione di violenze da parte del partner intimo o violenze sessuali. Nel 2016-2017 sono stati utilizzati i metodi della Guida ai servizi preventivi comunitari (Community Guide).


Un totale di 28 studi ha soddisfatto i criteri di inclusione e qualità dell'esecuzione. Gli interventi hanno utilizzato combinazioni di insegnamento di abilità relazionali sane, promozione di norme sociali per la protezione dalla violenza o creazione di ambienti protettivi. Complessivamente, 18 studi hanno riportato risultati favorevoli.


In conclusione gli interventi per la prevenzione primaria della violenza del partner intimo e della violenza sessuale si sono rilevati efficaci. I risultati possono aiutare i ricercatori, il personale scolastico, la sanità pubblica e altri decisori sulle strategie efficaci per prevenire la violenza del partner intimo e la violenza sessuale tra i giovani.


La violenza di genere nell'UE. Le misure per eliminarla

L'UE sta adottando varie misure per eliminare la violenza di genere e quella domestica.


Nell'UE 1 donna su 3 ha subito violenza fisica e/o sessuale fin dall'età di 15 anni.


La maggior parte dei paesi dell'UE dispone di leggi per contrastare la violenza basata sul genere o sull'orientamento sessuale. Tuttavia, l'assenza di una definizione unica e di regole comuni, impedisce che venga affrontarla in modo efficace. Per questo il Parlamento europeo è tornato più volte a chiedere una normativa europea a riguardo.


L’articolo illustra le norme specifiche poste in essere e ancora in fase di discussione per sanzionare la violenza di genere compresa la cyberviolenza.


Cure universali gratuite per la salute mentale in Danimarca, grazie alle linee guida nazionali

Il Ministero della Salute danese ha sviluppato delle linee guida nazionali per una vasta serie di condizioni psichiatriche, le quali si basano su revisioni sistematiche e meta-analisi: l’attività dei servizi è perciò orientata dall’Evidence-based Medicine (EBM).


Nelle linee guida nazionali vengono raccomandati alcuni trattamenti, descritti in maniera dettagliata, e articolati in programmi per specifici gruppi di popolazione (bambini, adolescenti, ….)


Attualmente ci sono 15 programmi riguardanti la schizofrenia, il disturbo bipolare, sintomi ansiosi, depressione, disturbi del comportamento alimentare, il disturbo post traumatico da stress, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD), raccomandati per adulti, adolescenti e bambini con problematiche psichiatriche, e organizzati in cosiddetti “pacchetti” a livello delle singole regioni, con caratteristiche e durata specifiche.


Questi interventi sono erogati dal settore salute mentale del servizio sanitario pubblico, che decide le metodologie organizzative in base alla situazione locale (ad esempio setting di gruppo o individuale, collaborazione con il settore privato, attivazione del servizio di cure primarie e/o del medico di base per i casi di depressione lieve, ecc), e si occupa del monitoraggio e della valutazione inserendo i dati – prettamente qualitativi - su una piattaforma nazionale.
Tra il 2010 e il 2020 il numero di pazienti in trattamento presso i servizi è aumentato del 28% grazie all’accesso facilitato dalle indicazioni delle linee guida.


Nordentoft M, Krantz MF, Hageman I. Right-Based Mental Health Care—Advantages of Tax-Financed Universal Mental Health CareLessons From DenmarkJAMA Psychiatry. 2022;79(1):7–8. doi:10.1001/jamapsychiatry.2021.3167