Le strategie di empowerment per la salute tracciate dal documento dell’OMS Salute 2020 e dal Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018
a cura di Alessandro Coppo, Dors

Introduzione

Il documento Salute 2020, che riassume la strategia politica per la salute approvata dai 53 Paesi della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 , disegnano una cornice innovativa per orientare gli sforzi per prevenire le condizioni di malattia e disabilità e per promuovere la salute e il benessere della popolazione.

Entrambi i documenti utilizzano la dimensione del coinvolgimento sia per aumentare i livelli di collaborazione tra le organizzazioni, sia per ridisegnare un nuovo rapporto tra la persona e la salute. In essi sono considerati vincenti, sostenibili ed eticamente appropriati gli approcci che mirano a fare in modo che gli individui e la comunità acquisiscano un maggior controllo nelle scelte che hanno un impatto sulla salute, sposando appieno la definizione di “empowerment” offerta dal glossario OMS della Promozione della salute  del 1998. In questa cornice rientrano sia le decisioni a livello individuale, come l’adozione di un particolare stile di vita, sia le scelte prese al di fuori della sfera personale, come le politiche e i piani locali che possono avere un impatto sulla salute. Risulta dunque necessario che gli individui e le comunità sviluppino competenze specifiche e abbiano accesso a informazioni, risorse e opportunità per poter aver voce e influenzare i fattori che condizionano la salute e il benessere. Gli interventi devono in questo senso mirare ad accrescere la partecipazione dei soggetti e delle organizzazioni. In Health 2020 spicca la necessità di chiamare all’azione organizzazioni che possono influenzare direttamente o indirettamente la salute: la scuola, l’agricoltura, il turismo, l’urbanistica, i trasporti, lo sport, organizzazioni coinvolte nella salvaguardia dell’ambiente fino a tutto il terzo settore. Questo approccio richiama la proposta già tracciata dal documento europeo Salute in tutte le politiche, dove, per raggiungere obiettivi di salute, viene suggerita l’adozione di una strategia che mira ad abbracciare settori tradizionalmente lontani dall’ambito strettamente sanitario.

L’empowerment nel PNP

Tra i principi del PNP 2014-2018 troviamo la necessità non solo di “prevenire una o un limitato numero di condizioni patologiche, ma (anche) di creare nella comunità e nei suoi membri un livello di competenza (…) che mantenga o migliori il controllo della salute.” Ciò trova declinazione operativa nei macro obiettivi. Il Piano consiglia ad esempio di adottare tra le strategie di comunità per prevenire le Malattie Croniche Non Trasmissibili (MCNT) il coinvolgimento di tutti i soggetti e le organizzazioni che possono contribuire a prevenirle e ad affrontarle, dai responsabili politici, alle associazioni locali (empowerment di comunità). Propone inoltre di realizzare nei confronti dei soggetti maggiormente a rischio per le MCNT interventi orientati a potenziare le risorse personali (empowerment individuale) per l’adozione consapevole di stili di vita corretti.

Il Piano indica di adottare questo modello in tutto il ciclo di vita, a partire dall’infanzia e dall’adolescenza, quando si instaurano la maggior parte dei comportamenti non salutari. Seguendo questa prospettiva si legge come gli interventi scolastici orientati a promuovere il benessere mentale debbano puntare sulla promozione della partecipazione (ad es. attraverso il coinvolgendo degli studenti nelle decisioni come parte dello sviluppo e del mantenimento di un clima scolastico democratico al fine di creare il senso di appartenenza). Allo stesso modo, negli anziani, per promuovere un invecchiamento attivo e in buona salute, si suggerisce di “favorire la partecipazione sociale e la solidarietà tra le generazioni per sostenere l’anziano fragile nel contesto in cui vive, per ridurre la progressione verso la non autonomia e l’isolamento sociale”.

Empowerment, comunità resilienti e partecipazione in Health 2020

I termini qui presi in considerazione attraversano tutti e 4 gli ambiti prioritari di Health 2020 e in particolare il primo: Investire sulla salute considerando l’intero arco della vita e mirando all’empowerment delle persone. “L’empowerment della popolazione, dei cittadini, dei consumatori e dei pazienti è fondamentale per migliorare i risultati di salute, la performance del sistema sanitario e la soddisfazione del paziente”. In questo senso l’opinione della società civile, direttamente o attraverso la rappresentanza di organizzazioni di pazienti, organizzazioni giovanili e di anziani, è essenziale per attirare l’attenzione sugli ambienti, gli stili di vita e i prodotti dannosi per la salute e sulle disparità in materia di qualità e di erogazione dell’assistenza sanitaria. Questa voce è, inoltre, fondamentale per generare nuove idee, attivare collaborazioni, accedere a nuove risorse. Spetta dunque ai professionisti della salute porsi non solo come erogatori di interventi o promotori di iniziative, ma anche come collaboratori e fornitori di supporto alle iniziative e alle richieste dei cittadini. Per far ciò occorre riformare il sistema di formazione e di aggiornamento dei professionisti della salute promuovendo una forza lavoro, dotata di competenze multiple e orientata al lavoro di équipe al fine di erogare nuove forme di servizi (comprese le cure domiciliari e quelle a lungo termine) e incoraggiare l’empowerment del paziente e l’autonomia nella cura.

I programmi di promozione della salute basati sui principi del coinvolgimento e dell’empowerment offrono benefici quali migliori condizioni di salute, aumento della health literacy , sostegno a una vita autonoma, oltre a facilitare le scelta salutari. Ingredienti di successo sono 1) una buona interazione tra chi occupa posizioni di leadership e il resto dei cittadini, 2) ambienti favorevoli e 3) approcci che promuovono nei soggetti e nelle comunità un senso di controllo sui determinanti della salute. A livello macro è necessario che le politiche spingano affinché gli ambienti di vita permettano agli individui di raggiungere il pieno potenziale di salute.

Il documento Health 2020 individua poi nell’ambito prioritario 4 la creazione di comunità resilienti. La resilienza  è qui definita come la capacità di adattamento e di risposta individuale o collettiva a circostanze avverse quali crisi economica, stress psicologico, traumi, tragedie, minacce e altre fonti di stress. Tale processo implica il saper resistere, far fronte agli effetti di queste circostanze e l’abilità di saper identificare le risorse e i fattori che permettono di risollevarsi. I soggetti e le comunità con un alto livello di resilienza rispondono attivamente alle circostanze avverse e si organizzano in modo più efficace per affrontare cambiamenti sociali, economici e ambientali, riuscendo a presentare migliori outcome a livello di benessere, di educazione e di criminalità. Il movimento delle Città e delle Comunità Sane dell’OMS, così come le reti Health Promoting Schools, Health Promoting Hospitals, Healthy Workplaces, forniscono molteplici esempi su come si costruisce questo tipo di resilienza, soprattutto coinvolgendo la popolazione locale e generando un senso di appartenenza della comunità rispetto ai temi della salute. (vedi i siti specifici con una rassegna a cura di DoRS).

Governance partecipativa

Health 2020 insiste sulla necessità di fare in modo che i soggetti possano esercitare una maggiore possibilità di scelta e un’influenza sulla sfera politica attraverso la promozione della partecipazione ai processi decisionali e l’attivazione di nuove forme di collaborazione. Il documento vede nella smart governance (modalità attraverso cui istituzioni, enti, territorio e singoli abitanti possono dialogare in modo semplice e funzionale grazie a strumenti in grado di estendere le opportunità di conversazione e partecipazione democratica) un'opportunità per promuovere il coinvolgimento dei cittadini, oltre ad una maggiore trasparenza e accountability del sistema.

Seguendo i principi della Carta di Tallin, il PNP propone che il Ministero della Salute promuova l’inclusione delle scelte sanitarie in tutte le politiche nazionali e che il sistema sanitario assuma una funzione di stewardship nella governance delle azioni orientate al miglioramento della salute della popolazione attraverso la promozione di un confronto diretto con i possibili interlocutori (organizzazioni e stakeholder) per promuovere collaborazioni intersettoriali, e fornendo strumenti e conoscenze per l’attuazione delle iniziative.

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