un approccio critico all’empowerment in sanitàa cura di Norma De Piccoli - Dipartimento di Psicologia, Università Torino; Claudio Tortone - DoRS Pubblicato il 23 Giugno 2016Aggiornato il 26 Aprile 2018Sintesi di studi/reviewIL GRUPPO DI LAVORONOTE INTRODUTTIVEEMPOWERMENT E SALUTEIL GRUPPO DI LAVORONorma De Piccoli, Angela Fedi, Silvia Gattino - Dipartimento di Psicologia, Università Torino Alessandro Coppo, Fabrizio Faggiano - Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale Paola Capra, Luisella Gilardi, Claudio Tortone - DoRS A Torino un gruppo interdisciplinare costituito da alcune Psicologhe di Comunità del Dipartimento di Psicologia (Università di Torino), da alcuni membri di DoRS (Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute) della Regione Piemonte e da alcuni colleghi afferenti all’Università del Piemonte Orientale (gruppo di ricerca in Sanità Pubblica) sta sviluppando una riflessione sul tema dell’empowerment. L’interesse verso questo concetto nasce dalla constatazione che, se da un lato è considerato obsoleto o troppo generico, dall’altro viene ampiamente utilizzato a sottendere un “certo modo” di sviluppare processi e proporre interventi. Dopo una prima fase di riflessione informale, il gruppo di studio sta concretizzando ragionamenti, pensieri e analisi attorno alla realizzazione di una review di letteratura sull’empowerment. Ciò che viene qui proposto è una sintesi schematica delle considerazioni elaborate dal gruppo.NOTE INTRODUTTIVEClassicamente, per definire l’empowerment si fa riferimento a Rappaport (1981, 1984) indicandolo come un processo che mira a favorire l’acquisizione di potere, ad accrescere la possibilità per singoli individui, gruppi, organizzazioni e comunità di controllare attivamente la propria vita (Nicoli, Zani, Marcon, 2011), di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita (Wallerstein, 2006). Zimmerman (2000) individua e sistematizza poi alcune altre imprescindibili caratteristiche dell’empowerment. Tra l’altro, l’autore propone un modello di analisi dei processi di empowerment affermando che esso non si esaurisce nella mera capacità di controllo, o nella consapevolezza critica o nella partecipazione, così come non deve essere interpretato come una variabile dicotomica e dunque leggibile in termini di presenza/assenza. Nonostante il suo diffuso utilizzo, o forse proprio a causa di questo, il concetto di empowerment rimane spesso vago, poco chiaro e difficile da definire. Il rischio è di trasformarlo in una buzz-word e ridurlo a essere un “contenitore” adatto “per garantire a idee datate di apparire innovative” (Santinello, Dallago, Vieno, 2009, p. 108). Malgrado ciò, l’empowerment continua a essere ampiamente utilizzato in ambiti che riguardano la salute.EMPOWERMENT E SALUTESebbene nel campo della salute si sia sviluppato un ampio interesse attorno al concetto di empowerment, si ravvisa la necessità di una certa cautela nell’interpretarlo (Marks, Murray, Evans & Estacio, 2015). Uno dei rischi che gli autori evidenziano è quello di attribuire alle persone la responsabilità delle proprie condizioni di salute/malattia, invece di riflettere sul ruolo – e la responsabilità – delle strutture sociali, ivi comprese l’organizzazione dei servizi sanitari. se l’empowerment è un processo che prefigura anche la capacità di influenzare le decisioni che riguardano la propria vita, come è possibile per il cittadino scegliere cosa è più opportuno per la sua salute quando si trova a dover affrontare una malattia? se l’empowerment è sia collaborazione e partecipazione, sia impegno politico-sociale per contrastare i determinanti sociali delle diseguaglianze relativi alla salute e per promuovere benessere e salute, quanto il “mondo della sanità” favorisce questa consapevolezza e conoscenza critica nei cittadini? cosa si intende quindi con empowerment? Poiché esso è sia risultato sia processo, in sanità, a quali processi ci si riferisce? Quali sono i risultati attesi quando usiamo questo concetto? quali sono le specificità dell’empowerment nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute? A quale livello di prevenzione ci riferiamo? A quale aspetto della Sanità ci riferiamo? Alla Sanità in quanto istituzione deputata alla cura e all’assistenza? O alla Sanità che tutela e promuove la salute? Considerare l’empowerment in riferimento alla promozione o alla prevenzione della salute implica sottolinearne forme e sfumature differenti. Vediamole in sintesi: Empowerment per la promozione della salute Nell’ambito della promozione della Salute il concetto di empowerment sembrerebbe acquisire un senso poiché sottolinea la necessità di coinvolgere le persone, i gruppi (e non solo i cosiddetti gruppi target) considerandoli soggetti attivi e responsabili e, in quanto tali, gli unici attivatori potenziali di cambiamento. L’empowerment costituisce quindi un processo/strumento per giungere a obiettivi ulteriori, quali facilitare stili di vita sani o condizionare politiche sanitarie più attente al benessere e alla salute. Hagquist e Starrin (1997) “considerano l’empowerment una forma specifica di educazione alla salute che si realizza quando ci si rivolge ad una comunità allargata mediante strategie bottom-up, volte cioè a dare voce attiva agli attori di una comunità, che così coinvolti diventano responsabili della loro salute” (Nicoli, Zani, Marcon, 2011, pagg. 16-17). Un’altra forma di empowerment si ritrova nelle forme di “attivismo per la salute” (health activism) (Plows, 2007; Laverack, 2013) in cui movimenti e organizzazioni promuovono azioni, convenzionali e non convenzionali, per contrastare ingiustizie e iniquità lì dove il diritto della salute è negato o ridotto. Queste considerazioni hanno un’immediata implicazione pratica, in quanto considerano la società civile, i movimenti e l’associazionismo, non solo i partner di iniziative di promozione della salute (gestite dalle autorità locali e dal settore sanitario), ma GLI ATTORI delle iniziative legate al miglioramento delle condizioni di salute. Un tema che merita di essere approfondito è inoltre quello della misurazione dell’empowerment. Un concetto così utilizzato in ambito sociale e sanitario non può non essere oggetto di valutazione e di misurazione. Una recente revisione sistematica (Cyril, 2015) ha evidenziato che in letteratura vi sono almeno 20 scale per misurare l'empowerment nell'ambito di iniziative di promozione della salute, di cui solo il 40% utilizzano metodologie empiricamente valide. Inoltre, l'85% delle scale individuate sono volte a rilevare dimensioni legate all'empowerment individuale, mentre solo il 10% misura l'empowerment di comunità. A fronte di questa, pur parziale, disponibilità di strumenti, se si considerano le iniziative rivolte a individui e alla comunità contenute nella banca dati nazionale di progetti di promozione della salute Pro.Sa. (www.retepromozionesalute.it) emerge che l'utilizzo di tali scale da parte dei progettisti italiani sia quasi totalmente assente. Empowerment per la prevenzione in Sanità Se associamo il costrutto di empowerment a interventi di prevenzione, la questione è un po’ più complessa. Infatti, la revisione di Milton (2012) non ha individuato un rapporto diretto tra empowerment (inteso come coinvolgimento delle persone e della comunità) da una parte, e miglioramento degli stili di vita o altri outcomes legati alla salute dall'altra, anche se dal punto di vista teorico questa associazione è plausibile. Come chiariscono Nicoli, Zani, Marcon, (2011, pag. 17) “(…) il costrutto di empowerment trova applicazione all’interno di programmi di prevenzione primaria e secondaria, nel momento in cui si fa riferimento ad azioni che si prefiggono di fornire informazioni ed accrescere la consapevolezza delle conseguenze di un determinato comportamento, promuovendo auspicabilmente l’adozione di stili di vita sani”. Ma, pensando alla definizione di Zimmerman, l’empowerment non si limita a fornire informazioni e accrescere la consapevolezza: questo è un elemento imprescindibile, ma non è il solo. In ambito sanitario il concetto di empowerment può essere applicato anche in contesti di prevenzione terziaria e, di nuovo, il riferimento è a un soggetto attivo, in grado di prendersi cura di sé e che deve essere adeguatamente informato. Il “patient empowered” è infatti considerato un obiettivo cardine della pratica medica (Nicoli, Zani, Marcon, 2011, pag. 18). Riteniamo che il tema della “responsabilità del paziente” rispetto alle decisioni che può assumere circa la sua salute e, talvolta, anche a quella dei suoi famigliari (ad esempio nel caso dei bambini e degli anziani) sia una questione delicata e controversa. Per quanto oggi i cittadini siano più informati e competenti riguardo la salute e la malattia, un cittadino non potrà mai avere le conoscenze scientifiche di un esperto che dedica la sua vita professionale a studiare quella specifica patologia ed è aggiornato sulle evidenze cliniche più recenti. Al di là degli aspetti legali associati al “consenso informato”, gli aspetti etici e psicologici necessiterebbero di ulteriori riflessioni. Per concludere… Il tema dell’empowerment in Sanità apre a questioni di notevole interesse. Si tratta di fare chiarezza individuando, più nell’applicazione pratica che nella definizione teorica, se esistono una serie di processi/costrutti che costituiscono una base minima per identificare un processo/intervento come riconducibile all’“empowerment”. Sembra infatti esserci un gap tra la definizione “classica” e l’applicazione pratica del costrutto. Obiettivo di questo gruppo di studio è, attraverso un’approfondita analisi della letteratura esistente, individuare i concetti trasversali agli interventi realizzati che possono costituire un “minimo comune denominatore” del costrutto di empowerment. Il presente articolo è stato anche pubblicato sulla newsletter (33, giugno 2016) Psicologia di Comunità della Società Italiana di Psicologia di Comunità (SIPCO). Per chi vuole farsi un’idea del concetto di empowerment in sanità e nella promozione della salute può leggere la factsheet o approfondire l’uso del concetto può consultare l’area tematica Partecipazione&EmpowermentTAG ARTICOLOEMPOWERMENT; EMPOWERMENT DI COMUNITÀ; P.R.P. 2014-2018; PSICOLOGIA DI COMUNITA';